Spettacolo
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Sanremo 2024, parla il proprietario dell’Ariston: “Finalmente ripreso assetto pre-Covid”
Walter Vacchino racconta all'Adnkronos il ritorno alla normalità: "Contento del ritorno dei giornalisti al Roof" e del "festival dell'intera città".
Il festival è dell'intera città di Sanremo e oggi arriva ovunque, anche "nelle tasche dei ragazzi". Il Teatro Ariston, che dal 1977 è il palcoscenico del Festival di Sanremo, quest’anno segna definitivamente il ritorno alla normalità dopo il Covid, con la sala stampa di nuovo all’Ariston Roof. A raccontare all’Adnkronos, il dietro le quinte del festival di ieri e di oggi è il patron dell’Ariston, Walter Vacchino.
Quest’anno, racconta Vacchino, “ci sono stati miglioramenti per alcuni settori con la ripartizione degli spazi per ottimizzare quelle che sono le lavorazioni e le necessità dello spettacolo. Abbiamo, quindi, ripreso finalmente l’assetto pre-Covid”, sala stampa compresa che negli ultimi anni, a causa della pandemia, era stata spostata al Casinò: “era una bellissima sala stampa” ma al Roof “tutto è concentrato e il loro lavoro si svolge meglio”. Ma c'è di più: “sono contento di riavere i giornalisti all’Ariston perché un festival senza di loro non è un festival”, aggiunge Vacchino.
E l’Ariston Roof quest’anno compie 30 anni: “la sala stampa è arrivata nel '94, prima era nel Ritz, ovvero nella sala collocata sotto il teatro ed era molto caratteristica perché c'erano ancora i telefoni a gettoni. Abbiamo assistito all'evoluzione della professione, dal gettone al cellulare”. Il festival, quindi “ha attraversato un'epoca anche sotto l'aspetto multimediale con la capacità oggi di andare ovunque”. “Come dico sempre – racconta il proprietario dell’Ariston - il festival è finito nelle tasche dei ragazzi che con il cellulare riescono a guardarlo per intero. Sono rimasto stupito di come sia naturale per loro la visione dell'emozione anche dal telefono”.
E a chi a volte dice che ci vorrebbe una nuova sede per il festival, Vacchino risponde: “come in una perfetta simbiosi, l'Ariston si è adattato al festival e il festival si è adattato all'Ariston”. In questa evoluzione, “è scattato quello che oggi fa la differenza, ovvero un festival diffuso con tanti palchi che attraversano le piazze e le strade di Sanremo. Il festival, dunque, è diventato una manifestazione di tutta la città”. Da Casa Sanremo al glass di Fiorello, passando per tutti i track davanti al casinò: “si tratta di una diffusione dei punti di comunicazione che danno l’amplificazione al festival 24 ore su 24”.
L’edizione del festival più importante? Vacchino non ha dubbi: “quella del Covid”. Parliamo, dunque, del 2021 quando Amadeus e Fiorello hanno affrontato la conduzione senza pubblico: “È stata l'edizione più importante dal 1951 ad oggi, quella più difficile. La sfida è stata farla con la volontà di portare leggerezza nelle case degli italiani”. C’è voluto tanto coraggio che “la Dea Bendata ha voluto poi premiare”. “I Maneskin hanno vinto e il loro nome è andato in giro per il mondo. Hanno vinto l’Eurosong che è poi tornato a Torino". Grazie a quell'edizione "c’è stata una circolarità di buone notizie”. Infine, il FantaSanremo: “Non gioco per motivi di tempo, ma l’idea mi piace e mi diverte. E’ un altro palcoscenico che si aggiunge a quello ufficiale”.
(di Loredana Errico)
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Daniele Salvo: “nei panni di Odisseo in un gioco di...
L'attore e regista vestirà i panni del protagonista nell''Aiace' di Sofocle, diretto da Luca Micheletti, e aprirà il 10 maggio la stagione degli spettacoli classici del Teatro Greco di Siracusa
Daniele Salvo, uno dei nostri maggiori e più versatili attori, vestirà i panni di Odisseo nell’'Aiace' di Sofocle ( la regia è di Luca Micheletti), l'opera che il 10 maggio aprirà la stagione degli spettacoli classici del Teatro Greco di Siracusa. Non è la prima volta per Daniele Salvo che ritorna a Siracusa dopo aver diretto nel 2010 'L’Aiace' e reduce dal successo riscosso la scorsa stagione con 'La Pace' di Aristofane.
"Ritorno in scena nel ruolo di Odisseo a Siracusa, ma questa volta diretto da un altro regista, un artista che stimo profondamente - spiega Daniele Salvo, per anni interprete accanto a Ronconi- Luca Micheletti aveva già lavorato con me in 'Jekyll' di Fabrizio Sinisi, tratto da Stevenson, una produzione del Centro Teatrale Bresciano. Un gioco di specchi, il nostro, interessante e stimolante, una collaborazione tra artisti che dura nel tempo".
E aggiunge ancora Daniele Salvo: "Essere al Teatro Greco di Siracusa è sempre un privilegio, un' occasione straordinaria perchè si tratta di un luogo meraviglioso e poi 'Aiace' è un testo a cui sono particolarmente affezionato. Lo misi in scena nel lontano 2010 proprio a Siracusa con Maurizio Donadoni e Elisabetta Pozzi. Con Odisseo sarà sicuramente una bellissima esperienza, interessante, stimolante, è anche un modo per ricercare nuove vie, nuovi itinerari". Daniele Salvo sarà in scena a Siracusa fino al 7 giugno.
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Eurovision 2024, anche il figlio di Amadeus a Malmoe
José Sebastiani farà parte del nuovo podcast realizzato per Rai PlaySound da Radioimmaginaria
Anche José Sebastiani, figlio di Amadeus, sarà tra i '40 adolescenti ancora senza pass' in partenza l'Eurovision 2024 di Malmoe dal 7 all'11 maggio. Dal 7 maggio sarà infatti disponibile online il nuovo podcast 'Stonati a Eurovision - 40 adolescenti ancora senza pass' realizzato per RaiPlay Sound da Radioimmaginaria. Dopo il grande successo del Festival di Sanremo i giovanissimi speaker tornano nel ruolo di 'infiltrati speciali' per raccontare dalla Svezia il lato top secret dell’evento musicale più seguito d’Europa. Radioimmaginaria dal 2012 è in prima linea pronta a trasmettere e a ricevere i segnali del mondo che verrà, essendo un network realizzato, diretto e condotto da ragazzi che hanno dagli 11 ai 17 anni.
Anche a Malmoe la missione è sempre la stessa: raccontare l’evento da un punto di vista inedito, dietro le transenne e con la faccia schiacciata sulla pancia di un bodyguard, ancora rigorosamente senza pass. Insieme alla squadra di Radioimmaginaria ci sarà anche José Sebastiani, l’unico adolescente del Festival di Sanremo dotato di pass, che ha aiutato i suoi amici speaker a scoprire tutti i segreti dell’Ariston. Questa volta ha accettato una nuova sfida. Unirsi alla squadra in partenza per Eurovision. Per la prima volta nella sua vita anche lui sarà senza pass. Dormirà con gli 'stonati', mangerà con loro e vivrà Eurovision come un vero Stonato immaginario.
Anche stavolta i ragazzi di Radioimmaginaria non intervisteranno cantanti ma musicisti, direttori d’orchestra e soprattutto adolescenti da tutto il mondo, che per una settimana intera si ritroveranno nella stessa città per partecipare ad uno degli eventi più incredibili e attesi d’Europa. Cosa accade nella Malmo Arena quando le telecamere sono spente? Quanti nuovi amori nascono sui prati di Eurovision? Riusciranno a raccontare almeno un segreto di ogni Paese in gara?
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Franco Di Mare e la malattia, vertici Rai: “Appresa...
"L'ad della Rai e il dg esprimono tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto"
"L'Ad della Rai Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi sono venuti a conoscenza solo ieri sera della drammatica vicenda di Franco Di Mare, al quale esprimono tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto". È quanto si legge in una nota della Rai.
Ieri Franco Di Mare, a 'Che tempo che fa' sul Nove, ha detto di avere "il mesotelioma, un tumore molto cattivo", spiegando che la malattia è "legata alla presenza di amianto nell'aria e si prende tramite la respirazione di parcelle di amianto, senza rendersene conto".
Su come la Rai ha reagito di fronte alla sua malattia, Di Mare ha risposto che si sono dileguati "tutti i gruppi dirigenti, non quello attuale, ma quello precedente, quello precedente ancora. Posso capire che esistano delle ragioni di ordine legale, sindacale, ma io chiedevo alla Rai lo stato di servizio che è un mio diritto, i posti in cui sono stato, così potevo provare a chiedere alle associazioni di categoria cosa fare… sono spariti tutti. Se io posso arrivare a capire, e non è che lo debba fare per forza, che possono esistere ragioni legali o sindacali, quello che capisco meno è l’assenza sul piano umano. Persone a cui parlavo dando del tu, perché ero un dirigente Rai, sono sparite, si sono negate al telefono, a me. Come se fossi un questuante. Io davanti a un atteggiamento del genere trovo un solo aggettivo: ripugnante”.