Esteri
Gaza, media: “20 morti in raid Israele su Rafah”
Decine di morti in raid Israele su Rafah. Attacco dell'Idf a Tulkarem, in Cisgiordania. Da Usa e Gb missili su aree controllate dagli Houthi nello Yemen
Gli stati arabi stanno lavorando ad un piano per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza con il rilascio degli ostaggi, nell'ambito di un ampio piano di normalizzazione dei rapporti con Israele, anche da parte di Riad, in cambio di "passi irreversibili" verso la creazione di uno stato palestinese. Lo scrive il Financial Times, citando fonti arabe secondo le quali il piano potrebbe essere presentato nelle prossime settimane.
Gli arabi hanno parlato del piano con i governi degli Stati Uniti e di paesi europei. L'idea è che, nell'ambito del piano, gli occidentali accettino di riconoscere formalmente uno stato palestinese o sostengano il suo ingresso a pieno titolo fra i paesi membri dell'Onu. "Il vero problema è che ai palestinesi serve speranza, non può trattarsi solo di benefici economici o della rimozione dei simboli dell'occupazione", ha sottolineato un alto funzionario arabo.
Herzog: mondo lavori senza sosta per liberare ostaggi
"Da questo podio mondiale mi rivolgo all'intero universo perché lavori senza sosta per liberare Kfir e tutti gli altri ostaggi". A dirlo a Davos è il presidente israeliano Isaac Herzog parlando accanto ad una foto di Kfir Bibas, il bimbo dai capelli rossi che è il più piccolo degli ostaggi trattenuti da Hamas a Gaza. "Questo è Kfir Bibas. Oggi compie un anno... non sappiamo dove sia. Sapiamo che è stato rapito da Hamas. Sappiamo che questi barbari terroristi hanno preso lui, sua madre, il fratellino e il padre. Sappiamo che stanno passando l'inferno.. il nemico sostiene il jihadismo, celebra e glorifica il terrore, celebra e glorifica il rapimento di Kfir Bibas", ha detto Herzog, ricordando che nel massacro del 7 ottobre vi sono stati stupri, teste tagliate, intere famiglie bruciate vive. Quanto ai civili di Gaza, Herzog afferma che "per noi è doloroso che i nostri vicini soffrano così tanto", ma sono prigionieri di una rete di terrore che Israele vuole rimuovere.
Gli israeliani "hanno perso fiducia nel processo di pace", vogliono solo sapere che non verranno più attaccati. Ma Israele vuole "un futuro in cui possiamo vivere insieme" con i vicini palestinesi, ha aggiunto Herzog, spiegando che, dopo la guerra, si può prevedere "una coalizione di nazioni che vogliono impegnarsi a ricostruire Gaza" in modo da garantire sicurezza sia ai palestinesi che agli israeliani.
In questo momento gli israeliani non sono in grado di pensare ad un processo di pace con i palestinesi, ha spiegato Herzog parlando accanto al ritratto di Kfir Bibas, il più giovane ostaggio prigioniero a Gaza che oggi compie un anno. "Nessuno è nello stato mentale di voler pensare a quale sarebbe la soluzione giusta per gli accordi di pace... Tutti vogliono essere sicuri che non verranno attaccati nuovamente da nord, sud o est", ha affermato il presidente, spiegando che "Israele ha perso la fiducia nel processo di pace perché vede che i suoi vicini glorificano il terrore".
Per il futuro di Gaza dopo il conflitto, Herzog pensa ad una coalizione di stati impegnati per la ricostruzione, composta da "forti forze occidentali e regionali" in dialogo con gli abitanti di Gaza e l'Autorità Palestinese. Israele vuole "un futuro in cui possiamo vivere insieme.. Gaza può essere ben gestita", ma "Hamas è fuori questione". Israele, dichiara, deve "lavorare il più duramente possibile per trovare nuovi modi e mezzi di dialogo con i nostri vicini palestinesi e offrire un futuro". Tuttavia, avverte, quando altri paesi parlano di una pace con due stati, noi ci dobbiamo chiedere se agli israeliani "viene offerta una vera sicurezza". Infine Herzog sottolinea l'importanza della normalizzazione dei rapporti con l'Arabia saudita.
20 morti in raid Israele su Rafah e in Cisgiordania
Sedici persone, compresi bambini piccoli, sono state uccise in raid israeliani a Rafah. Lo riferisce al Jazeera, aggiungendo di aver verificato video che mostrano i corpi di tre bambini, uccisi nel bombardamento di una casa a est di Rafah, all'arrivo all'ospedale Abu Youssef Al Najjar.
Al Jazeera parla anche di un raid dell'Idf a Tulkarem, in Cisgiordania, in corso da oltre 27 ore. E "dell'irruzione e del saccheggio di case palestinesi da parte dei militari israeliani".
"Abbiamo anche visto i bulldozer israeliani distruggere le infrastrutture del campo profughi di Tulkarem e di Nur Shams", aggiunge l'emittente del Qatar, ricordando che ieri almeno 11 palestinesi sono stati uccisi in due distinti attacchi aerei israeliani in Cisgiordania.
L'agenzia di stampa Wafa dal canto suo riferisce che le forze israeliane hanno arrestato 18 persone del villaggio di Harmala, a sud-est di Betlemme, in Cisgiordania. In precedenza, 46 persone, tutte appartenenti a una stessa famiglia del villaggio di Tuqu, a Betlemme, erano state arrestate.
Raid Usa e Gb su aree controllate dagli Houthi nello Yemen
Intanto gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno effettuando attacchi aerei sui territori dello Yemen controllati dagli Houthi. Lo ha riferito il canale televisivo Al Masirah controllato dal gruppo armato yemenita, secondo cui i raid sono stati effettuati nei governatorati di Dhamar, Sa'dah, Taiz, Hodeidah e Al Bayda.
Secondo il canale televisivo Al Hadath, almeno tre attacchi sono stati sferrati contro le strutture Houthi nel campo di al-Karn situato vicino alla città di Dhamar. Si sono sentite esplosioni anche nei pressi dell'aeroporto di Hodeidah. Non sono stati forniti dati sulle vittime e sui danni.
Gli Houthi dello Yemen affermano dal canto loro che non fermeranno i loro attacchi sulle rotte marittime del Mar Rosso nonostante i crescenti attacchi da parte delle forze armate statunitensi. "Non rinunceremo a prendere di mira le navi israeliane o quelle dirette verso i porti della Palestina occupata... Sosteniamo il popolo palestinese", ha detto ad Al Jazeera il portavoce del gruppo Mohammed Abdelsalam, aggiungendo che il gruppo armato risponderà ai nuovi attacchi sullo Yemen da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.
In precedenza, gli Houthi avevano affermato di aver attaccato una nave della Marina americana e di “aver messo a segno un colpo diretto e preciso” nel Golfo di Aden.
Esteri
Ucraina, F-16 in arrivo. Russia: “Servono più armi...
Si avvicina il 'debutto' dei jet attesi da Kiev. Shoigu chiede un ulteriore sforzo alla macchina bellica di Mosca
La Russia ha bisogno di nuove armi per la guerra, l'Ucraina si prepara ad accogliere gli F-16. Grandi manovre tra Mosca e Kiev in una fase cruciale del conflitto, tra piani di nuovi attacchi e strategie che cambiano.
L'Ucraina, dopo circa 5 mesi con le spalle al muro, aspetta l'arrivo delle armi che gli Stati Uniti hanno inserito nel pacchetto da 61 miliardi di dollari recentemente approvato dal Congresso. Da Washington, che ha già inviato missili a lungo raggio Atacms, arriverà anche una fornitura speciale del Pentagono con sistemi Patriot. Kiev, quindi, potrà contrastare con nuovi strumenti la probabile offensiva che la Russia si appresta a sferrare tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. Le forze ucraine, costrette a razionare per mesi le munizioni, potranno adottare un atteggiamento e di conseguenza una strategia differente.
Il quadro potrebbe cambiare in maniera nei prossimi giorni per l'arrivo sulla scena di un nuovo 'protagonista'. L'Ucraina si prepara a salutare l'arrivodei jet F-16 dopo la Pasqua ortodossa, che viene celebrata domenica 5 maggio.
A fare riferimento alla data è Ilya Yevlash, portavoce dell'aviazione di Kiev. "Stiamo aspettando", dice - come riportano media ucraini e come rilancia Newsweek - e annuncia che gli aerei potrebbero 'debuttare' "dopo Pasqua". Da mesi i piloti si addestrano per sfruttare i caccia, forniti in particolare da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio.
Non è chiaro, a questo punto, quale sarebbe l'impatto degli F-16 sugli equilibri in campo. Nelle scorse settimane, un'anonima fonte militare ucraina ha evidenziato a Politico che "gli F-16 servivano nel 2023, non vanno bene per il 2024". Il governo olandese nei mesi scorsi ha preannunciato l'invio degli aerei "nel secondo trimestre del 2024". A marzo, il Belgio si è impegnato a consegnare i velivoli entro la fine dell'anno. "Quest'anno, più di uno squadrone di F-16 comincerà ad arrivare in Ucraina con piloti e addetti alla manutenzione", una delle ultime comunicazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin.
La Russia ha bisogno di altre armi
Rispetto all'Ucraina, finora la Russia ha potuto esibire e sfruttare una netta superiorità in termini di uomini, munizioni e mezzi. Mosca riversa soldati al fronte senza soluzione di continuità, con minima attenzione alle perdite umane. Il tema delle armi a disposizione, per quantità e qualità, comincia però a diventare un argomento da affrontare. Ad accendere i riflettori sul tema è il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, che chiede uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. Gli accordi con altri paesi - la Corea del Nord per l'artiglieria, l'Iran per i droni - sono fondamentali ma non bastano.
"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e alla luce delle esigenze illustrate dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, l'Ucraina inizia a ricevere le armi dagli Usa e da altri paesi della coalizione occidentale. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.
Esteri
Gaza, Hamas: “Oggi risposta a Israele su...
Netanyahu e Gallant: guerra non finisce anche se si raggiunge intesa
Hamas risponderà oggi alla proposta per il cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi rapiti in Israele nell'attacco del 7 ottobre. I colloqui per una tregua tra Israele e Hamas sono in stato avanzato ma le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra nella Striscia di Gaza debba essere passo integrante dell'accordo. "Molto probabilmente" oggi, se Dio vuole che i mediatori riceveranno una risposta", dichiara Hamas in merito ai tempi di una risposta sulla proposta.
Blinken: "Progressi reali verso accordo"
A tessere la tela della diplomazia, nelle ultime ore, contribuisce soprattutto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in Israele incontra il premier Benjamin Netanyahu. I progressi sono "reali e significativi", dice Blinken. Un segnale incoraggiante è rappresentato dalla decisione di Israele di aprire il valico di Erez per far arrivare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza.
L'esercito israeliano afferma che circa 30 camion con cibo e forniture mediche dalla Giordania sono entrati oggi nel nord della Striscia attraverso il valico. I camion sono stati sottoposti ad una "attenta ispezione di sicurezza", fanno sapere le forze di difesa (Idf). Il passaggio era stato attaccato e gravemente danneggiato durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre, l'Idf sostiene di aver effettuato lavori per consentire il transito dei camion.
Netanyahu: guerra non finisce anche se c'è accordo
"Un progresso reale e importante", ripete Blinken. Netanyahu, però, nell'incontro con il numero 1 della diplomazia a stelle e strisce ribadisce che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza. "Israele farà tutto il possibile per il ritorno degli ostaggi ma si sta preparando per l'operazione a Rafah", sottolinea anche il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant.
La Colombia interrompe rapporti con Israele
Blinken avverte i leader israeliani che un'operazione a Rafah in questo momento diminuirebbe le possibilità di raggiungere un accordo e avrebbe un impatto sugli sforzi statunitensi per promuovere la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. Secondo un rapporto del Guardian, Riad sta attualmente promuovendo un accordo di cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti che esclude la normalizzazione dei legami con Israele, a causa dei continui combattimenti a Gaza.
Le operazioni militari condizionano anche i rapporti tra Israele e la Colombia, che interromperà le relazioni con lo stato ebraico, come annuncia il presidente del paese sudamericano, Gustavo Petro. Perentoria la replica del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che stigmatizza la posizione "antisemita e piena di odio". "La storia ricorderà che Gustavo Petro decise di schierarsi accanto ai mostri più vili che la storia abbia mai conosciuto", scrive Katz su X, "che bruciarono neonati, uccisero bambini, violentarono donne e rapirono civili innocenti". "I rapporti tra Colombia e Israele sono sempre stati cordiali", continua Katz, "e nessun presidente antisemita pieno di odio cambierà la situazione".
Esteri
Tragedia in Cina, crolla carreggiata in autostrada: 24 morti
Trenta i feriti, venti i veicoli coinvolti nel crollo del tratto di strada nella provincia del Guangdong lungo circa 18 metri
Tragedia in Cina dove il crollo di una carreggiata di un'autostrada nella provincia di Guangdong, nel sud del Paese, ha causato la morte di 24 persone. 20 i veicoli coinvolti nel crollo, hanno riferito le autorità locali, secondo cui almeno una trentina di persone sono rimaste ferite, mentre sarebbero 20 i veicoli coinvolti nel crollo. Le immagini diffuse sui social mostrano auto travolte da terra e fango, probabilmente dopo una frana.
Alle operazioni di soccorso partecipano circa 500 uomini dei servizi di emergenza. Il tratto di strada crollato era lungo circa 18 metri e copriva un'area di circa 184 metri quadrati. Ancora sconosciute le cause del crollo, ma nei giorni scorsi nella regione erano state registrate piogge torrenziali.