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Roma, indagine Farmacap: assolto ex commissario Alvaro
A otto anni di distanza dai fatti contestati, i giudici dell'ottava sezione penale del tribunale della Capitale hanno stabilito che "il fatto non sussiste e non costituisce reato"

L'ex commissario straordinario della municipalizzata capitolina Farmacap, Francesco Alvaro, è stato assolto dal tribunale di Roma con formula piena dalle accuse di abuso d'ufficio, falso e turbativa d'asta. A otto anni di distanza dai fatti contestati, i giudici dell'ottava sezione penale hanno assolto Alvaro e un imprenditore con le formule "perché il fatto non costituisce reato" e "perché il fatto non sussiste". L'ex commissario di Farmacap nel 2016 era finito ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta, scaturita dalla denuncia da Virginia Raggi, all'epoca dei fatti consigliere capitolino del Movimento Cinque Stelle, e dall'allora dg di Farmacap, per presunte irregolarità nella gestione aziendale della municipalizzata tra il 2015 e il 2016.
Secondo le accuse, Alvaro aveva procurato all'imprenditore un ingiusto vantaggio attraverso un affidamento nella gestione del servizio senza lo svolgimento della gara. I due erano, inoltre, accusati in concorso di falso per aver attestato falsamente che era stata in precedenza sottoscritta una convenzione di gestione degli asili nido tra il Comune di Roma e la Rti (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) e sempre in concorso di turbativa d’asta perché secondo l’accusa avrebbero turbato la gara pubblica relativa alla concessione in locazione di tre immobili di proprietà della Farmacap da adibire ad asilo nido. Tutte accuse cadute con la sentenza pronunciata lo scorso settembre a piazzale a Clodio, dove i giudici dell'ottava sezione collegiale hanno assolto Alvaro e l'imprenditore che era coimputato.
Il difensore dell'ex Commissario Straordinario di Farmacap, l'avvocato Domenico Casciaro, evidenzia come questa sentenza abbia chiarito definitivamente la sua posizione, dimostrando la totale estraneità ai fatti contestati.
Esteri
Elezioni Usa, Biden vs Trump: è ancora botta e risposta tra...

"E' minaccia per democrazia, ricordate il 6 gennaio", il monito del presidente americano uscente. "Una bufala dietro l'altra, io salverò la democrazia", la replica dell'imprenditore

Ancora un duro botta e risposta a distanza tra il presidente americano uscente Joe Biden e Donald Trump in vista del voto per le elezioni presidenziali 2024 negli Usa.
"Voglio essere chiaro. Donald Trump pone molte minacce per il Paese, dal diritto di scegliere ai diritti civili, dal diritto di voto alla posizione dell'America nel mondo. Ma la più grande minaccia rappresentata da Trump è per la nostra democrazia, perché se la perdiamo, perdiamo tutto", le parole di Biden durante un evento elettorale venerdì corso in California. "Ricordate il 6 gennaio - ha proseguito secondo le dichiarazioni diffuse nelle ultime ore -, Trump è diventato il primo candidato alla presidenza sconfitto a rifiutarsi di accettare la volontà del popolo".
E dopo che Trump ha affermato che "da presidente non sarò un dittatore… salvo il primo giorno", Biden non ha mancato di fare riferimento a quelle parole. "Grazie a Dio, un giorno solo", ha commentato.
La replica di Trump
Una "bufala". "Disinformazione democratica". Donald Trump ha risposto così a Joe Biden. Trump gli ha replicato, riporta la Cnn, durante un evento ospitato dal New York Young Republican Club, e non ha esitato a ribattere: è Biden, ha affermato, "la vera minaccia alla democrazia".
"Ci risiamo - ha accusato ancora il tycoon -: 'Russia, Russia, Russia', 'Mueller, Mueller, Mueller', 'Ucraina, Ucraina, Ucraina'. Una bufala dopo l'altra". "Ma no, io non sono una minaccia. Io salverò la democrazia", ha rivendicato, parlando di "tentativi disperati e vergognosi di distrarre dagli abusi di potere mostruosi che la sinistra sta commettendo sotto i vostri occhi".
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"Voglio essere chiaro. Donald Trump pone molte minacce per il Paese, dal diritto di scegliere ai diritti civili, dal diritto di voto alla posizione dell'America nel mondo. Ma la più grande minaccia rappresentata da Trump è per la nostra democrazia, perché se la perdiamo, perdiamo tutto", le parole di Biden durante un evento elettorale venerdì corso in California. "Ricordate il 6 gennaio - ha proseguito secondo le dichiarazioni diffuse nelle ultime ore -, Trump è diventato il primo candidato alla presidenza sconfitto a rifiutarsi di accettare la volontà del popolo".
E dopo che Trump ha affermato che "da presidente non sarò un dittatore… salvo il primo giorno", Biden non ha mancato di fare riferimento a quelle parole. "Grazie a Dio, un giorno solo", ha commentato.
La replica di Trump
Una "bufala". "Disinformazione democratica". Donald Trump ha risposto così a Joe Biden. Trump gli ha replicato, riporta la Cnn, durante un evento ospitato dal New York Young Republican Club, e non ha esitato a ribattere: è Biden, ha affermato, "la vera minaccia alla democrazia".
"Ci risiamo - ha accusato ancora il tycoon -: 'Russia, Russia, Russia', 'Mueller, Mueller, Mueller', 'Ucraina, Ucraina, Ucraina'. Una bufala dopo l'altra". "Ma no, io non sono una minaccia. Io salverò la democrazia", ha rivendicato, parlando di "tentativi disperati e vergognosi di distrarre dagli abusi di potere mostruosi che la sinistra sta commettendo sotto i vostri occhi".
Esteri
Egitto al voto tra guerra a Gaza e crisi economica, al-Sisi...

Elezioni presidenziali nel Paese, le operazioni di voto andranno avanti per tre giorni ma la vittoria del presidente uscente è data per scontata

Egitto alle urne per le elezioni presidenziali. Le operazioni di voto andranno avanti per tre giorni, fino a martedì prossimo. La vittoria del presidente Abdel Fattah al-Sisi, per un terzo mandato, è data per scontata alle elezioni su cui pesano il conflitto tra Israele e Hamas, con migliaia di palestinesi della Striscia di Gaza accalcati al valico di Rafah, e gravi problemi interni, con il Paese in crisi economica.
A 'sfidare' al-Sisi ci sono Farid Zahran, del Partito Socialdemocratico di sinistra e all'opposizione, Abdel-Sanad Yamama, che rappresenta il Partito Wafd, e Hazem Omar, candidato del Partito Repubblicano Popolare.
I seggi, più di 9.300 in tutto l'Egitto, sono aperti dalle 9 (le 8 in Italia) alle 21 ora locale. Gli aventi diritto, secondo i media locali, sono circa 67 milioni. I risultati ufficiali dovrebbero essere annunciato il 18 dicembre.