Salute e Benessere
Insetti nel piatto, pediatri ‘no farine ai bimbi,...
Insetti nel piatto, pediatri ‘no farine ai bimbi, ancora dubbi’
I pediatri bocciano gli 'insetti nel piatto' dei bambini, almeno per ora. "I dati scientifici oggi a disposizione non sono ancora sufficienti per raccomandare ai bambini cibi contenenti polveri di grillo, locusta e altri insetti". Il 'verdetto' arriva dai pediatri della Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Sigenp), in un articolo in pubblicazione a breve sull''Italian Journal of Pediatrics'. Un gruppo di ricercatori, coordinato da Lorenzo Norsa, responsabile dell'area Nutrizione della Sigenp, nel loro studio concludono infatti che, sulla base delle attuali conoscenze, sono necessarie "ulteriori ricerche prima di pronunciarsi su un possibile uso per la dieta dei bambini, a causa di prove insufficienti sui benefici nutrizionali e sulle possibili allergie alimentari".
Tra febbraio 2022 e febbraio 2023 la Commissione europea - ricorda una nota - aveva autorizzato l'immissione nel mercato europeo di quattro 'novel food', cioè 'alimenti che non erano diffusi in Europa prima del maggio 1997, ma che venivano consumati in Paesi extraeuropei da almeno 25 anni': in pratica si tratta delle farine di insetti, di cui si è molto discusso. Per la precisione alimenti a base di Acheta domesticus (grillo domestico) congelato, essiccato e in polvere; Locusta migratoria congelata, essiccata e in polvere; Tenebrio molitor (tarma della farina) congelata, essiccata e in polvere; polvere parzialmente sgrassata sempre di Acheta domesticus (grillo domestico) e di Alphitobius diaperinus, un'altra larva. La decisione era stata presa sulla base dei lavori condotti da una commissione di esperti dell'European Food Safety Authority (Efsa), che giudicavano questi nuovi alimenti sicuri e consumabili, con una sola eccezione: le larve della farina, di cui veniva sconsigliata l'assunzione nei minori di 18 anni perché un aumentato rischio di reazioni allergiche rispetto ad altri tipi di insetti.
"L'area di Nutrizione della nostra società scientifica - spiega Claudio Romano, presidente Sigenp - ha voluto approfondire le possibili conseguenze della immissione sul mercato dei prodotti a base di insetti, valutando e discutendo tutte le evidenze presenti nella letteratura scientifica. Questo non solo per chiarirne ogni aspetto relativo alla sicurezza, ma anche i reali benefici derivanti dal loro consumo da parte dei bambini italiani. Cosa secondo noi necessaria, anche perché le evidenze disponibili derivavano da esperienze effettuate in Paesi in via di sviluppo, in cui la supplementazione con nuovi alimenti naturali a base di insetti era stata attuata nell'ambito di programmi di prevenzione della malnutrizione e di deficit di macro e micronutrienti. Quindi su soggetti con problemi molto diversi dai nostri".
I ricercatori hanno esaminato tutta la letteratura scientifica oggi disponibile sull'argomento, hanno fatto le loro valutazioni e alla fine qualche dubbio è rimasto. "Il potenziale di questi alimenti per prevenire la fame e la carenza nei Paesi a basso reddito è indiscutibile", sottolinea Lorenzo Norsa. "Tuttavia, una certa cautela è necessaria se si parla di bambini sani e ben nutriti come sono, in generale, i nostri: occorre chiarire meglio quale sia il reale assorbimento di nutrienti come proteine e ferro che dovrebbero essere contenuti in alta percentuale nelle farine a base di insetti, mancano prove sui loro benefici nutrizionali. Infine, può esserci un rischio di allergie per i bambini più piccoli che non sono stati esposti ad altri tipi di allergeni alimentari come crostacei o polvere di acari. In conclusione, nonostante la sicurezza certificata dal panel Efsa, dovrebbe essere prodotta qualche evidenza in più prima di inserire questo novel food nella dieta dei bambini su larga scala".
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Burioni contro Susanna Tamaro: “Ragionamenti identici...
Il virologo tuona contro la scrittrice dopo un articolo sul Covid: "Dovevamo uscirne migliori invece..."
"La scrittrice Susanna Tamaro, in un pezzo sul 'Corriere della Sera', ci spiega i vaccini producendosi in una mirabile crestomazia di 'ragionamenti' identici a quelli dei somari antivaccinisti. Ne dovevamo uscire migliori, invece ne siamo usciti tutti virologi, anche la Tamaro". Così, sui social, Roberto Burioni commenta l'articolo scritto da Susanna Tamaro sulle 'cicatrici lasciate dal Covid', in cui l'autrice critica la 'mancanza di azione terapeutica iniziale e la successiva polarizzazione attorno al vaccino, evidenziando dubbi e incertezze che persistono nonostante gli avanzamenti scientifici'.
Alle parole della Tamaro, Burioni risponde ricordando che "la nostra medicina 'meravigliosamente avanzata' in 'quasi un anno a braccia conserte' ha sviluppato un vaccino che ha salvato molte decine di milioni di vite, compresa forse pure la tua, permettendoti di partecipare da viva alle Olimpiadi delle bojate", chiosa il docente di virologia all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano, che chiede infine al Corriere della Sera "perché ospitate simili scemenze che diffondono bugie pericolose per la salute pubblica e minano con la menzogna la fiducia nella scienza e nella medicina?"
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Snami, guardia medica riferimento indispensabile per...
Il sindacato risponde a servizio Tv sulle presunte carenza della continuità assistenziale
"Con profonda preoccupazione notiamo una mancanza di completezza nell'affrontare la complessità e l'importanza della guardia medica nell'assistenza sanitaria pubblica. Il servizio di guardia medica è stato istituito per interventi non differibili che non richiedono un intervento immediato di emergenza-urgenza e nel tempo è diventato un punto di riferimento indispensabile e strategico per l’intera collettività”. Così, il responsabile nazionale del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami) Continuità assistenziale, Giancarmelo La Manna, risponde - in una nota - al servizio televisivo di ‘Furoi dal coro’', su Rete 4, sulle presunte carenze della continuità assistenziale.
“L'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle patologie croniche - aggiunge Federico Di Renzo, responsabile nazionale Snami medici in formazione e specializzazione - si contrappongono a una riduzione delle risorse destinate alle strutture ospedaliere e ai pronto soccorso, senza un potenziamento delle risorse territoriali, come il servizio di guardia medica, che hanno subito ulteriori tagli e chiusure. Questa situazione ha comportato una carenza di camici bianchi nei presidi territoriali e, in particolare, nel servizio di guardia medica, causando un impoverimento organizzativo e dell’offerta sanitaria, vedi visite domiciliari”.
Nella trasmissione, “la citazione della sentenza della Cassazione che condanna un sanitario in servizio nella continuità assistenziale - spiega La Manna - si riferisce a un caso particolare e straordinario che non raffigura la regolarità dell’attività del servizio. Si tende quindi a rappresentare un tentativo di discredito nei confronti dei numerosi colleghi che svolgono regolarmente un prezioso servizio. In buona sostanza - conclude - si cerca un ago nel pagliaio per esigenze televisive e, di fatto, si coinvolge una intera categoria”.
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Zanzara della malaria in Italia dopo oltre 50 anni: la...
Dallo studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale locale e della Basilicata emerge "la necessità di rafforzare la sorveglianza in tutto il Mezzogiorno"
La zanzara della malaria ritrovata in Puglia dopo oltre 50 anni. E' il risultato di uno studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, pubblicato su PubMed. "La scoperta ha una forte rilevanza e impatto sanitario, evidenziando un aumento della ricettività delle aree meridionali del Paese", scrivono gli autori. Nel settembre del 2022 un unico esemplare di 'Anopheles maculipennis' fu raccolto nel comune di Lecce e identificato molecolarmente come Anophelse sacharovi. Questa rilevazione ha portato ad attuare nel settembre 2023 un'indagine entomologica mirata.
"Ogni anno vengono segnalati casi di malaria importata nei paesi europei, il rischio di introduzione del plasmodium della malaria da parte di portatori di gametociti tra i viaggiatori provenienti da Paesi endemici dovrebbe essere preso in maggiore considerazione - avvertono gli autori -. I nostri risultati consentono di ripensare e costruire nuovi modelli per la previsione e l'espansione della malaria. Inoltre, per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia, va considerata la necessità di rafforzare la sorveglianza dell'anofelismo residuo in tutto il Mezzogiorno".
Le indagini sono state condotte concentrandosi sugli allevamenti di animali, i maneggi e potenziali siti di riproduzione della zanzara.
Lopalco: "Nessun allarmismo, ma sorveglianza"
"La presenza di zanzare del genere anofele, quelle cioè in grado di trasmettere la malaria, è una informazione da tenere nella giusta considerazione" dice all'Adnkronos Salute, Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. "Si fa la sorveglianza della circolazione delle zanzare per questo motivo. Niente allarmismi, quindi". Si tratta, per Lopalco, in ogni caso, di "un altro segnale di preoccupazione sui cambiamenti che il clima e le modificazioni dell'ambiente stanno comportando. Certamente non parliamo di rischio immediato di riportare la malaria in Italia. Ma è un avvertimento che impone di prendere seri provvedimenti per migliorare ancora di più la sorveglianza delle zanzare e ridurne la circolazione''.