Spettacolo
Docufilm con scene film italiani a rischio...
Docufilm con scene film italiani a rischio ‘politicamente corretto’
"Travolti da un'insolita censura. Tutto ciò che al cinema non si può più vedere" di Luigi Mascheroni e Luca Beatrice verrà presentato venerdì 1 dicembre al Torino Film Festival
È giusto che un'opera d'arte sia sottoposta al giudizio dell'etica o peggio della morale? Non è che stiamo esagerando? Partendo da queste domande, nell'epoca in cui sembra dominare la 'cancel culture', il giornalista Luigi Mascheroni e il critico d'arte Luca Beatrice hanno realizzato il docufilm "Travolti da un'insolita censura. Tutto ciò che al cinema non si può più vedere", che verrà presentato in anteprima venerdì 1 dicembre al Torino Film Festival.
Il documentario di 40 minuti presenta un montaggio di scene di una trentina di film italiani dagli anni '60 a oggi che in questo momento storico dominato dal 'politicamente corretto' sarebbero considerate improponibili: rischierebbero di essere accusate di sessismo, omofobia, razzismo o body shaming.
Il montaggio delle sequenze è tratte da film iconici: da "La città delle donne" di Federico Fellini (1980) a "Il sorpasso" di Dino Risi (1962); da "Dramma della gelosia" di Ettore Scola (1970) ad "Amici miei - Atto II" di Mario Monicelli (1982). Scene sono tratte anche da "Borotalco" (1982) e "Gallo cedrone" (1998), entrambi di Carlo Verdone, "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" (1974) di Lina Wertmüller, "Eccezzziunale… veramente" (1992) di Carlo Vanzina, "La cagna" (1972) di Marco Ferreri, "Il vizietto" (1978) di Edouard Molinaro, "La patata bollente" (1979) di Steno, "Fracchia e la belva umana" (1981) di Neri Parenti, fino a "Cado dalle nubi" (2009) di Gennaro Nunziante.
Gli autori di "Travolti da un'insolita censura" non danno risposte, offrono domande e spunti di riflessione. Da tempo al centro di un accesissimo dibattito, l'espressione 'politicamente corretto' è entrata a fare parte del linguaggio comune. Come è successo anche all'estero, la discussione si è sovrapposta a quella sulla cosiddetta 'cancel culture'; un fenomeno complesso che ha visto sempre più libri ritirati dal commercio e film cancellati dalle sale. Oggi, la lista dei termini da adottare ed evitare per non incorrere in accuse di sessismo, razzismo, abilismo e body shaming è sempre più lunga, come è sempre più raro evitare le conseguenze penali.
"Per dire la propria basta un social network - spiegano Luigi Mascheroni e Luca Beatrice - Chiunque può erigersi a censore e minare la libertà d'espressione di artisti, registi, autori. Come accaduto al colossal 'Via col Vento', cancellato (e poi reintrodotto) dal catalogo dell'emittente statunitense Hbo, sono tanti i classici cinematografici messi in discussione ed esclusi dalle piattaforme streaming".
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Presta-Amadeus, Gasparri: “Nell’intervista del...
Il capogruppo di Fi al Senato: "Le parole dell'ex manager di Amadeus sollevano due questioni importanti su cui occorre fare chiarezza"
"La dirò con una battuta che nasconde però una questione serissima: nell'intervista di Lucio Presta a 'Il Giornale' c'è una scarpa che puzza e sulla quale io non smetterò di chiedere risposte". Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della commissione di Vigilanza, annuncia all'Adnkronos che nell'audizione dei vertici Rai fissata per l'8 maggio prossimo solleverà "una serie di aspetti inquietanti che vengono fuori dalle dichiarazioni di Presta e che vanno assolutamente approfonditi".
"L'intervista che ho letto, da un lato mi rafforza nella mia convinzione di tenere il servizio pubblico al sicuro dallo strapotere di questi manager che si sentono padroni del sistema televisivo e di questi superconduttori, dall'altro solleva, in un mix di messaggi, allusioni e avvertimenti, due questioni che non si possono ignorare", sottolinea Gasparri. "Primo, se c'era qualcosa che andava contro le regole e non andava fatto, perché è stato fatto? Se i 90.000 euro ad Amadeus non andavano dati, perché gli sono stati dati? E la Rai lo sapeva o non lo sapeva? Le domande che farò in vigilanza su questo aspetto - anticipa - saranno queste".
"Poi c'è la seconda questione, quella dei piedi in due scarpe. Perché nelle scarpe di John Travolta è evidente che ci sia inciampato qualcuno. Io ho fatto un'interrogazione alla Rai in Vigilanza sulla questione delle scarpe di John Travolta a Sanremo diverse settimane fa, su cui ancora attendo risposta, e risolleverò il tema l'8 maggio. Su quella vicenda sono state fatte dichiarazioni ridicole e penose anche da alcuni dirigenti Rai e lo stesso Amadeus ha minimizzato una cosa che era evidente: quelle inquadrature delle scarpe erano una pubblicità con tutti i crismi che, inserita nel programma di maggior valore della Rai, avrebbe avuto costi altissimi. La Rai non poteva incassare questi soldi? E il non averli incassati si profila come un danno provocato alla Rai? Farò queste domande e manderò il testo anche alle Authority competenti. Perché io non sono addentro alle faide tra conduttore ed ex manager e non mi piacciono i toni minacciosi soprattutto quando sono postumi ma alcune questioni che emergono dalle parole di Presta sono oggettivamente importanti e inquietanti. Qualcuno ha infilato i piedi in due scarpe e io vorrei capire chi, per rispetto dei cittadini che pagano il canone", conclude Gasparri.
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Mara Maionchi a Belve: “Tiziano Ferro non ha capito...
Anticipazioni dell'ultima puntata in onda martedì in prima serata su Rai: "Il gioco d’azzardo? Esageravo sì. Il tradimento di mio marito Alberto? In parte fu anche colpa mia"
"Tiziano Ferro non ha capito la fortuna di avermi incontrata". A 'Belve, nell'ultima puntata in onda domani martedì 30 aprile in prima serata su Rai2, Mara Maionchi, temuta quanto amata discografica italiana, si libera di alcuni sassolini e si confessa. "Il gioco d’azzardo? Esageravo si”, "Il tradimento di mio marito Alberto? In parte fu anche colpa mia”, "Sessualmente? sono da abat-jour”.
Anticipazioni: Tiziano Ferro, tradimento marito e gioco d'azzardo
Quando Francesca Fagnani le ha chiesto 'Mi dice chi non ha capito che incontrarla è stata una fortuna?, Maionchi è stata netta: “Tiziano Ferro”. Fagnani allora ha insistito: 'Perché secondo lei?'. "Perché non ha pensato che sia io che mio marito l’abbiamo aiutato ad essere quello che alla fine, in parte, è", ha sottolineato.
Sul gioco d’azzardo, quando Fagnani le ha chiesto 'Ha mai avuto un inizio di dipendenza?', Maionchi ha risposto: "Non so se dire se ho una dipendenza, però mi piace, poi mi contengo". A quel punto la conduttrice le ha ricordato di quando si fece interdire dai casinò con una lettera autografa: "Sì, mi sono fatta sospendere, esageravo, quello era un modo per difendersi”.
A proposito del tradimento del marito, scoperto nel più banale dei modi - trovando una ricevuta d’albergo nella tasca dei pantaloni - Fagnani ha scherzato: “Ma Alberto voleva scaricare l’iva?”. E Maionchi: “Devo ammettere che in parte è stata anche colpa mia se ha cercato qualcosa fuori. La luce rossa non c’era mai, una tragedia insomma”. E ridendo ha confermato: “Sessualmente sono un po’ modesta… non sono proprio portata per le luci rosse… ho sempre l’abat jour”.
C’è stato spazio per parlare anche di una parte più inedita della vita di Mara Maionchi, ovvero l’infanzia e il conflittuale rapporto con la madre che non andò neanche al suo matrimonio: “Non è venuta perché ha detto che a lei i matrimoni facevano tristezza. Mamma era strana, non era una donna affettuosa, però è stata molto forte”. Fagnani allora ha chiesto: 'Ma a lei è andato bene così, oppure le è mancato qualcosa?” "Qualcosa mi è mancato - ha confessato Maionchi- l’ho sollecitata tutta la vita a darmelo l’affetto, un abbraccio, una cosa… ma lei non ce l’aveva. E l’ho capito dopo. Ognuno è come è”.
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Presta-Amadeus, da Fiorello un silenzio assordante
Ieri l'intervista dell'ex agente che ha detto la sua verità sui motivi della rottura con il conduttore. Lo showman a 'Viva rai2' ha preferito non fare alcun accenno o commento alla vicenda.
A 'VivaRai2!' nessun commento sulle dichiarazioni di Lucio Presta contro Amadeus. In tanti questa mattina si aspettavano un commento ironico da parte di Fiorello sull'intervista che Lucio Presta ha rilasciato a 'Il Giornale' domenica. L'agente, infatti, ha parlato per la prima volta dei motivi che hanno portato alla rottura con Amadeus dopo tanti anni di lavoro insieme. Tuttavia, contrariamente alle aspettative, Fiorello non ha proferito parola sull’argomento, sebbene, persino nei giorni delicati della trattativa di Amadeus con la Rai e il Nove, non avesse risparmiato battute e sberleffi in tutte le direzioni. Un silenzio dovuto probabilmente alla profonda amicizia che lo lega al conduttore ma anche ai rapporti cordiali di lunga data con Presta.
La notizia della rottura tra Amadeus e il suo manager è arrivata come un fulmine a ciel sereno a dicembre 2023, a poco più di un mese e mezzo dal Festival di Sanremo, quando l'organizzazione era già in pieno fermento. Le indiscrezioni e i retroscena sulla separazione hanno suscitato, in questi mesi, grande interesse mediatico ma i due hanno sempre preferito non commentare, almeno fino a domenica. Una linea del silenzio che Amadeus ha scelto anche ieri: la 'risposta' del conduttore all'uscita dell'intervista di Presta è stata semplicemente una foto su Instagram che lo ritrae insieme al figlio alla partita dell'Inter per festeggiare lo scudetto. E che questa volta è stata la scelta anche dell'amico Fiorello.