Sostenibilità
Andre (L’Oréal): “Impegnati a ridurre quantità di...
Andre (L’Oréal): “Impegnati a ridurre quantità di packaging”
Il Global Vice President Sustainable Packaging and Development del Gruppo L'Oréal: “Plastica dei packaging al 100% riciclata entro il 2030”
“Nel mercato della cosmetica si osserva l’introduzione di packaging la cui realizzazione richiede l’impiego di meno risorse. Questi sono infatti composti da materiali rinnovabili e si evidenzia anche un miglioramento sotto il profilo della riciclabilità. Come L'Oréal stiamo adottando la ‘3R policy’ (Reduce, Replace, Recycle), basata su principi piuttosto universali”. Sono le parole di Brice Andre, Global Vice President Sustainable Packaging and Development del Gruppo L'Oréal, a margine dell’edizione 2023 di L’Oréal For the Future Day, l’evento aperto al pubblico con il quale il Gruppo leader nella cosmetica mondiale presenta la sua strategia di sostenibilità sociale ed ambientale.
“In primo luogo siamo impegnati a ridurre la quantità di packaging che usiamo - ha spiegato Andre - impiegando meno risorse e riutilizzandole. Il secondo aspetto dell’approccio di L’Oréal riguarda la scelta dei materiali e dunque la sostituzione di materiali ad alto impatto ambientale con altri il cui impatto è ridotto. Per esempio, si predilige la plastica riciclata o il cartone alla plastica vergine. Lo stesso principio vale anche per i processi produttivi. Il terzo punto riguarda il riciclo, vogliamo progettare dei packaging che contribuiscano all’economia circolare e che possano dunque essere riciclati. Per ottenere questo risultato dobbiamo trasformare alcune delle nostre confezioni”.
L’evento ha fatto il punto su quelli che sono i risultati ottenuti fino ad ora grazie al programma L’Oréal for the Future e sui prossimi obiettivi da raggiungere. “Dal punto di vista della sostenibilità del packaging, il Gruppo ha fissato tre obiettivi. In primo luogo puntiamo a ridurre del 20%, rispetto ai dati del 2019, l’intensità del packaging da qui al 2030. Nel 2022 - ha aggiunto Andre - abbiamo ottenuto una riduzione del 3%, c’è quindi ancora da fare ma la strada è tracciata. Il secondo obiettivo riguarda la plastica: entro il 2030, il 100% della plastica utilizzata per i nostri packaging sarà riciclata e nel 2022 abbiamo raggiunto quota 26% di plastica riciclata. Il terzo obiettivo è condiviso con la Ellen MacArthur Foundation - ha concluso il Global Vice President Sustainable Packaging and Development del Gruppo L'Oréal - e prevede che il 100% dei nostri packaging in plastica siano riciclabili, compostabili o riutilizzabili entro il 2025. Nel 2022 abbiamo raggiunto il 47%, se uniamo riciclabilità e possibilità di riuso”.
Sostenibilità
Due concorsi fotografici per difendere il mare
Si tratta di Profondo Blu e Vita tra gli scogli, lanciati rispettivamente da Life Conceptu Maris e Life Pinna, progetti europei per l'ambiente e l'azione per il clima
Mediterraneo protagonista di due concorsi fotografici di altrettanti progetti europei per l'ambiente e l'azione per il clima. A partire dal 22 maggio, Giornata Mondiale della Biodiversità, e per tutta l’estate, chiunque immortalerà con uno scatto la bellezza e la complessità del Mediterraneo, durante una nuotata con maschera e boccaglio oppure un’immersione, un’escursione in barca o una giornata dedicata al whalewatching, potrà partecipare alla seconda edizione di due photo contest.
Si tratta di: Profondo Blu (https://www.lifeconceptu.eu/profondo-blu-2024-regolamento/) e Vita tra gli scogli (https://www.lifepinna.eu/concorso-fotografico-2024-vita-tra-gli-scogli/), lanciati rispettivamente dai progetti Life Conceptu Maris (CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability) e Life Pinna (Conservation and re-stocking of the Pinna nobilis in the western Mediterranean and Adriatic sea).
Come partecipare
Da alcuni anni, i due progetti, cofinanziati dal programma Life dell’Unione Europea, si occupano della conservazione di alcune tra le specie più emblematiche del Mediterraneo, da una parte i cetacei e le tartarughe marine, dall’altra il mollusco bivalve più grande dei nostri fondali, la nacchera di mare (Pinna nobilis), portata sull’orlo dell’estinzione da un’epidemia globale. I dettagli dei due concorsi, organizzati da Triton Research che segue le attività di comunicazione e management dei progetti europei, si possono trovare su www.lifeconceptu.eu e www.lifepinna.eu. C’è tempo fino alla mezzanotte del 22 settembre 2024 per inviare gli scatti e i vincitori saranno annunciati sui siti e sui social nei primi giorni di ottobre. In palio ci sono libri a tema marino, magliette e gadget dei progetti.
Profondo Blu è rivolto a chi si spinge in mare aperto e ha l’opportunità di incontrare e fotografare i giganti del mare, ovvero balene e capodogli, ma anche i delfini e le affascinanti tartarughe marine. Per concorrere, gli appassionati di fotografia dovranno raccontare con uno scatto la bellezza della biodiversità che ancora si può trovare nel Mediterraneo. Tra i soggetti da fotografare, oltre alle balene e ai delfini, ci sono anche ad esempio le più comuni stenelle che si possono incrociare durante un’uscita di whale watching o tartarughe in difficoltà per una lenza attorno a una pinna.
Vita tra gli scogli è il tema scelto dal progetto Life Pinna, che celebra la vita che pulsa lungo la linea della marea e nei bassi fondali. Possono partecipare tutti coloro che, durante una nuotata con maschera e pinne o una esplorazione del litorale, anche a un passo dalla costa, riescono ad immortalare gli organismi che si incontrano lungo la linea della marea e nei bassi fondali come granchi, piccoli pesci, formazioni di alghe dalle forme sinuose. Le fotografie che avranno come soggetto Pinna nobilis saranno particolarmente considerate dalla Giuria. La partecipazione ad entrambi i contest è gratuita. I soggetti devono essere ritratti nel Mediterraneo e non sono ammessi animali in cattività né quelli domestici.
Sostenibilità
Greenwashing, le regole di etichettatura per i fondi ESG
Esma pubblica le linee guida definitive
L'azione di contrasto al greenwsashing a livello europeo ha ora un importante strumento in più. L'Esma, European Securities and Markets Authority, l'autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ha infatti reso note le linee guida definitive per l'etichettatura dei fondi ESG.
Un passo fondamentale nella direzione di una maggiore chiarezza e trasparenza nella classificazione dei fondi, a vantaggio degli investitori finanziari. In pratica, da ora in avanti la nuove regole garantiscono che i nomi di fondi che comprendono termini come “ESG” o “sostenibilità” siano coerenti con l'effettiva strategia e gli obiettivi dei fondi di investimento stessi. Le linee guida pubblicate da Esma si inseriscono in un contesto dove si registra un deciso aumento dei nomi legati ai temi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance con un numero di prodotti finanziari e fondi che utilizza termini ESG cresciuto di quattro volte nell'ultimo decennio.
Le soglie introdotte delle linee guida
A monte della messa a punto delle linee guida si trova la consultazione lanciata da Esma nel novembre 2022 per fare maggiore chiarezza tra gli operatori finanziari in un contesto in rapido aumento dei fondi di investimento sostenibili.
Anche a seguito delle pressioni registrate nei feedback della consultazione da parte degli investitori, l'Autorità ha rimosso la soglia del 50% degli investimenti richiesti inizialmente prevista per poter utilizzare nel nome del fondo o del prodotto finanziario sul mercato termini come “sostenibile” o “sostenibilità”. Tale soglia è stata sostituita con il requisito di una percentuale minima dell'80% di investimenti utilizzati per soddisfare i criteri di sostenibilità e con l'introduzione di una categoria di transizione che comprende termini come “miglioramento”, “progresso”, “evoluzione”, “trasformazione”.
La categoria transizione comprende inoltre una soglia di investimento dell'80%, applicando al tempo stesso esclusioni per i benchmark di transizione climatica (CTB), invece che per i Paris-aligned benchmarck (PAB), come era stato previsto in origine. Questa decisione è stata presa per poter permettere investimenti in azienda che, pur derivando parte dei loro ricavi da combustibili fossili, dimostrano una forte spinta verso la transizione.
In aggiunta alla terminologia sopra indicata, le nuove linee guida di Esma introducono ulteriori disposizioni che riguardano altre categorie di nomenclatura tra cui i tempi relativi all'impatto: ad esempio, termini come “impact” possono essere utilizzati solo dai fondi che soddisfano le soglie quantitative e le tutele minime. Inoltre, con riferimento alla misurazione della transizione, qualora indicata nel nome del prodotto o del fondo, deve essere chiara e misurabile in modo da creare un legame tra la strategia del fondo e la sua denominazione.
Da ricordare che per i fondi esistenti è previsto un periodo di transizione di sei mesi, in accordo con la proposta contenuta nel documento di consultazione. Se a ciò si aggiunge che le linee guida saranno in vigore tre mesi dopo la pubblicazione nelle diverse lingue dei Paesi UE, i gestori dei fondi esistenti avranno circa nove mesi di tempo per potersi conformare alle nuove regole.
Sostenibilità
Sostenibilità, Cap: “Depuratore Rozzano valorizzerà...
Un investimento di 3,6 milioni di euro per realizzare una nuova sezione capace di trattare oltre 100mila tonnellate all’anno di rifiuti liquidi non pericolosi, da trasformare in energia, in ottica di efficientamento, autoconsumo e autosufficienza energetica. È il progetto di Cap Evolution, la società di Gruppo Cap che opera nei settori Waste, Wastewater ed Energy, per potenziare e migliorare l’impianto di Rozzano, trasformandolo da depuratore in bioraffineria.
Cap Evolution - fa sapere l'azienda in una nota - ha infatti ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) che consentirà di trattare fino a 107mila tonnellate all’anno di rifiuti speciali liquidi non pericolosi. È già stata indetta la gara di appalto per la progettazione esecutiva lavori, che inizieranno nel 2025 con l’obiettivo di entrare pienamente in funzione nel 2026.
“Oggi i depuratori di Cap Evolution sono delle vere bioraffinerie che, oltre a occuparsi del trattamento delle acque reflue, in molti casi possono essere utilizzati per la valorizzazione dei rifiuti e per la produzione di energia da fonti rinnovabili, agendo infatti in ottica di economia circolare - spiega Michele Falcone, direttore generale di Cap Evolution - Da sempre crediamo nella gestione virtuosa di ogni tipo di risorsa e, in particolare, di quelle tradizionalmente definite scarti. Abbiamo l’esperienza e le capacità per ripensare i processi industriali in ambiti complessi, come quelli della depurazione e della gestione dei rifiuti, per contribuire attivamente alla transizione ecologica e al benessere delle comunità del nostro territorio. Con Cap Evolution vogliamo proseguire nella strada intrapresa, investendo per migliorare l’attività di depurazione, ma guardando anche al settore dei rifiuti e della produzione di energia pulita e rinnovabile”.
Oggi l’impianto di depurazione di Rozzano è destinato esclusivamente alla depurazione delle acque reflue, con due linee acque che consentono di trattare mediamente 26mila metri cubi di acqua al giorno, e una linea fanghi, che consente di sfruttare i residui della depurazione per la produzione di energia tramite i biodigestori anaerobici.
Il progetto di Cap Evolution prevede la realizzazione di una nuova sezione, specificamente dedicata al trattamento di 104mila tonnellate all’anno di rifiuti liquidi, che saranno trattati sempre attraverso i biodigestori già esistenti, e un’altra sezione per il trattamento di 3mila tonnellate l’anno di rifiuti alimentari confezionati, per un totale autorizzato di 107mila tonnellate l’anno. Il potenziamento dell’impianto consentirà di incrementare sensibilmente la produzione di biogas, che sarà destinato a sostenere i consumi dell’impianto, in ottica di economia circolare. L’intero progetto mira a migliorare ulteriormente l’efficienza dell’impianto e a contenere i consumi energetici.