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X Factor, Fedez: “Morgan smentisca o finisce in...
X Factor, Fedez: “Morgan smentisca o finisce in tribunale”
Tapiro d'oro al rapper: "Non è stato mandato via per il 'vaffa' ad Ambra, la depressione, il litigio con Dargen o la battuta su Ivan Graziani. Sky è stata costretta a cacciarlo"
"Morgan ha detto cose gravi e io l'ho avvisato: se non smentisce, l'unico luogo che ho per far emergere la verità è un'aula di giustizia. In tribunale dovrà dimostrare ciò che ha detto". Così Fedez al quale Valerio Staffelli ha consegnato il Tapiro d'oro, dopo le dichiarazioni rilasciate all'inviato di 'Striscia la notizia', che ha accusato il marito di Chiara Ferragni di essere uno dei principali responsabili del suo allontanamento da X Factor.
Morgan "non è stato mandato via per il 'vaffa' ad Ambra, la depressione, il litigio con Dargen o la battuta su Ivan Graziani. Sky è stata costretta a cacciarlo per dei comportamenti gravissimi che ha tenuto nei confronti di altre persone fuori dalla diretta, ma ripresi dalle telecamere", ha affermato Fedez. Immagini che, a questo punto, Striscia ha chiesto a Sky di diffondere per fare chiarezza sull'episodio. "Morgan ha detto cose gravi e io l'ho avvisato: se non smentisce, l'unico luogo che ho per far emergere la verità è un'aula di giustizia. In tribunale dovrà dimostrare ciò che ha detto", ha detto ancora il rapper aggiungendo: "Non l'ho toccato, non ho tirato pugni, non ho inveito contro di lui. Semmai è successo il contrario".
Anche sulla presenza di una cricca che decide tutto, Fedez ha replicato: "Ad aprile, quando Sky mi ha detto che stava pensando a Morgan, io ho risposto che non lo avrei voluto. Per precedenti poco professionali e aggressivi nei confronti di una persona. Ma alla fine l'hanno preso". E ancora: "La situazione è stata gestita malissimo fin dall'inizio, vedi l'infelice uscita omofoba 'messa a tacere' con una donazione. Sky non ha nemmeno condiviso con noi altri giudici il comunicato stampa e ora, invece, sembra che a cacciare Morgan sia stato il 'Licio Gelli' Fedez e la sua P2".
Cosa ha detto Morgan su X Factor e Fedez
Anche Morgan, dopo l'espulsione dal talent di Sky X Factor ha ricevuto un Tapiro d'oro. "X Factor è tutto organizzato, non potevo nemmeno scegliere le canzoni da assegnare ai ragazzi e il motivo del mio allontanamento è che io li ho smascherati", ha attaccato subito l'ex Bluvertigo aggiungendo:"C'è una cricca italiana, formata tra gli altri da Fedez, Dargen e Francesca Michielin, che decide tutto e che ha interessi economici connessi. Forse non pensavano che sarei arrivato al punto di rivelare la loro tresca".
Il cantautore è un fiume in piena: "Non hanno cultura musicale e quando la vedono ne hanno paura. Ma è di loro che dovremmo aver paura. In un mondo che dovrebbe insegnare l'inclusione, loro mi licenziano". "La battuta a Michielin su Ivan Graziani? Come fa una cantante a non sapere che è morto da anni?", ha detto ancora. Quando, invece, Staffelli gli ha chiesto del 'vaffa' ad Ambra, Morgan ha risposto: "C'è stata una discussione, l'ho mandata a quel paese perché lei pensava che la stessi trattando male in quanto donna. Ma figuriamoci".
Morgan ne ha soprattutto per Fedez, ritenuto il vero responsabile del suo allontanamento: "Mi ha detto cose gravi, bestemmiava, è stato violento e l'ha fatto davanti a mia figlia di tre anni. Una roba agghiacciante. 'O lui o io, deve andarsene fuori dai co***oni' e anche minacce tipo 'Ti tolgo i pochi spiccioli che hai, demente'. Sky dovrebbe fornire i video, dato che c'erano le telecamere accese", ha concluso Morgan, che – raggiunto dalla figlia piccola – non si risparmia un'ultima frecciatina ai Ferragnez: "Non inquadratela, io non prendo soldi per inquadrare i figli".
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Primo maggio, Landini: “Rimettere al centro il...
"Siamo una società fondata sullo sfruttamento del lavoro e sulla precarietà. Abbiamo bisogno di cambiare questa situazione"
"Bisogna rimettere al centro il lavoro. Noi non siamo fondati sul lavoro ma siamo una società fondata sullo sfruttamento del lavoro e sulla precarietà. Abbiamo bisogno di cambiare questa situazione". Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal palco della manifestazione dei sindacati per il Primo Maggio quest'anno a Monfalcone. "Qualsiasi persona che lavora, a prescindere dalle sue idee, dal colore della sua pelle, deve avere gli stessi diritti e le stesse tutele - ha sottolineato - Le diseguaglianze vanno combattute. Al centro ci deve essere la persona e non il profitto fine a se stesso, non la diseguaglianza. Noi abbiamo bisogno di imprese sane: un'impresa è sana quando le persone che lavorano in quell'impresa hanno la possibilità di vivere con dignità, perché hanno un salario giusto".
"Siamo un Paese in cui si continua a morire sul lavoro - ha ricordato Landini - E non solo, ogni anno ci sono 580mila infortuni sul lavoro e stanno aumentando anche le malattie professionali. Quello che va cambiato è il modello di fare impresa, perché questi morti sono frutto di quelle leggi balorde che sono state fatte negli ultimi 20 anni nel nostro Paese: per legge oggi sono possibili l'appalto, il subappalto e mille forme di lavoro precari. Leggi balorde degli ultimi 20 anni tutti i governi che ci sono stati hanno concorso a realizzare".
Quello che il governo ha fatto ieri, ha detto riferendosi ai provvedimenti varati dal Cdm compreso il bonus da 100 per i dipendenti, "è una marchetta elettorale. Io sono rispettoso anche di 5 euro perché so cosa significa lavorare per guadagnare e so che ci sono milioni di persone che sono povere pur lavorando. Non può essere che noi abbiamo l'inflazione che ha decimato i nostri salari e anziché tassare i profitti, anziché andare a prendere i soldi dove sono, colpendo le rendite finanziare, colpendo gli evasori, si continuano a tassare il lavoro e le pensioni e si danno delle mance. Per noi oggi è una giornata di lotta e di mobilitazione, dobbiamo batterci fino a quando la nostra Costituzione non sia applicata utilizzando tutti gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione, compreso il referendum".
Spettacolo
Concertone primo maggio parte in ritardo: “Problemi...
Il diluvio su Roma condiziona lo show
La pioggia condiziona l'inizio del Concertone del primo maggio al Circo Massimo a Roma. L'esibizione dei Bloom, con Giusy Ferreri, apre lo show presentato da Ermal Meta e Noemi. Il diluvio però costringe i tecnici a intervenire per garantire il regolare svolgimento dello show. I Bloom aspettano e sul palco tocca ai Cor Veleno, costretti a fare i conti con problemi all'impianto elettrico: altro stop.
"Facciamo la danza del sole", dice Ermal Meta rivolgendosi agli spettatori che, riparati dagli ombrelli, aspettano la musica. "Sta piovendo tanto, possiamo solo attendere", aggiunge. "I tecnici stanno cercando di risolvere un problema che sembra più grave del previsto", dice ancora Ermal Meta prima di esibirsi in una versione acustica di Alleluja. Dopo un lungo 'riscaldamento', si prova a ripartire con i Bloom.
Ecco la scaletta:
Bloom
Cor Veleno
Atarde-Giglio-Moonari (Contest)
Maria Antonietta e Colombre
Uzi Lvke
Alda
Anna Castiglia
Tripolare
Vale LP
Caffellatte
Chiamamifaro
Lina Simons
Mille
Ex Otago
DItonellapiaga
Mazzariello
Teseghella
Santi Francesi
Leo Gassmann
Olly
Motta
La Municipal
Piotta
Tropico
Big Mama
Malika Ayane
Morgan
Bella ciao
Negramaro
Rosa Linn
Coez e Frah Quintale
Rose Villain
La Rappresentante Di Lista
Jane Hoodall
Achille Lauro
Geolier
Colapescedimartino
Ermal Meta e Noemi cantano “La guerra di Piero” di Fabrizio De André
Tananai
Mahmood
Ariete
Paolo Jannacci e Stefano Massini
Ultimo
Dargen D’Amico
Noemi
Ermal Meta
Cosmo
Piero Pelù.
Economia
Confsal in piazza a Napoli per il lavoro, lo sviluppo, la...
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva sviluppo e occupazione. Questi i temi principali della 7ma edizione della Giornata del Lavoro Confsal che da Piazza del Plebiscito a Napoli, in collegamento con le piazze di tutte le regioni d’Italia, ha rivendicato con forza il valore, la dignità del lavoro pubblico e privato, ponendo in primo piano la questione della sicurezza. In un contesto complesso per l’ Italia, il lavoro rappresenta sempre più un valore da difendere ai tavoli istituzionali.