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La bellezza e la determinazione di Lavinia Abate, l’incredibile storia di Miss Italia 2022

Lavinia Abate è stata incoronata Miss Italia il 21 dicembre 2022 presso l’hotel Crowne Plaza Rome St. Peter’s, battendo altre 20 concorrenti provenienti da ogni regione della penisola. La giuria, composta da personalità del mondo dello spettacolo come Fioretta Mari, Francesca Manzini e Massimo Boldi, ha scelto Lavinia come ragazza più bella d’Italia.

Chi è Lavinia Abate: Miss Italia 2022

Nata a Roma, nel 2004, figlia di Fiorenzo, impiegato alla Telecom, e di Camilla, insegnante di inglese con origini scozzesi, Lavinia è una ragazza determinata e bella dentro. Pratica danza moderna e contemporanea da 12 anni, suona il pianoforte e compone canzoni.

Ha frequentato il liceo scientifico Azzarita, dove si è distinta per la bravura e la media dell’otto. Modesta, sensibile e trasparente, Lavinia è un esempio per le ragazze che cercano di realizzare i propri sogni con impegno e passione.

Lavinia Abate: una fisicità e una personalità che non passa inosservata

Lavinia ha conquistato il pubblico della storica manifestazione, con la sua bellezza naturale e l’eleganza. Alta 1,76m, con capelli castano chiaro e occhi marroni, la giovane romana ha catturato l’attenzione dei giudici e del pubblico con il suo sorriso contagioso e la sua forte determinazione. Lavinia non ha tatuaggi, preferendo una figura pura e semplice.

La sua personalità brillante e intraprendente la rende un’ambasciatrice perfetta per il nostro Paese, ispirando una nuova generazione di ragazze italiane a realizzare i propri sogni con impegno e dedizione.

La passione per la musica

Lavinia Abate è una ragazza dalle molteplici passioni. Oltre alla danza, infatti, la giovane romana è appassionata di musica e canto, in particolare di pianoforte. La passione di Lavinia per la musica è stata messa alla prova anche durante la serata finale di Miss Italia 2022, quando ha eseguito sul palco un brano inedito, scritto da lei, intitolato “Vino Rosso”. La sua performance ha dimostrato il talento e la determinazione di questa giovane donna, che ha tutte le carte in regola per diventare una stella della musica italiana.

Ora Lavinia, che ammira artiste come Adele e Ariete, si appresta a vivere una nuova avventura come ambasciatrice della bellezza e della cultura italiana. La giovane Miss Italia ha dimostrato di avere tutte le qualità per rappresentare al meglio il nostro Paese e di essere in grado di affrontare ogni sfida con impegno e dedizione.

Single o impegnata?

La neo Miss Italia 2022, non ha attualmente alcun legame sentimentale. La giovane ha confessato di non avere un fidanzato, ma di essere ancora in buoni rapporti con il suo ex-partner. “Adesso sono concentrata su di me“, ha spiegato. Sebbene non abbia un’idea precisa dell’uomo ideale, ha elencato alcune caratteristiche che apprezza dell’altro sesso, come la statura elevata, un viso dolce e occhi espressivi, un carattere forte e una mente aperta.

Romana “purosangue”, non segue il calcio e non si interessa ai calciatori che – a suo dire – si concentrano troppo sull’aspetto fisico. Tuttavia, come ogni giovane, ha le sue preferenze: “Preferisco gli uomini con i capelli scuri“, ha recentemente dichiarato.

I problemi fisici

In una recente intervista, Lavinia Abate, ha svelato un particolare intimo della sua vita privata, parlando del problema di salute che l’ha afflitta per anni. La giovane ha confessato di soffrire di scoliosi fin dall’età di 14 anni, e di aver dovuto portare un busto rigido per quattro lunghi anni. La scorsa estate, grazie ai medici e fisioterapisti dell’Isico, Lavinia ha finalmente potuto togliere il corsetto, che l’ha resa insicura e diversa dagli altri.

Secondo la ragazza, i medici dell’Isico sono stati i suoi veri angeli custodi: è grazie a loro che la sua schiena ha potuto sorreggerla durante lo show, senza particolari disagi. Nonostante ciò, la schiena di Lavinia non potrà mai tornare alla normalità, ma la giovane ha imparato ad accettarsi per come è, compresi i suoi acciacchi fisici. Lavinia considera questa una vittoria personale, importante tanto quanto il trionfo a Miss Italia.

La nostra intervista esclusiva

Dopo aver “sbirciato” qualcosa su di lei, abbiamo deciso di incontrarla per saperne di più. Ed è con immenso piacere che, dopo Zeudi Di Palma (Miss Italia 2021), vi presentiamo la nostra intervista esclusiva a Miss Italia 2022, Lavinia Abate!

Ciao Lavinia, cosa è successo dentro di te quando hai sentito il tuo nome chiamato come vincitrice di Miss Italia?

“Ad essere sincera ripensando a quel momento ho difficoltà a ricordarmi a pieno come mi sono sentita una volta sentito il mio nome. Penso sia normale non ricordare dettagliatamente questi momenti quando si è sommersi da un emozione così grande. È come se il mio corpo, per controllare le mie emozioni, si fosse sospeso momentaneamente lasciandomi a bocca aperta tanto da coprirla con le mani per la sorpresa. Le mie orecchie sembravano tappate e tutti i suoni, dalle parole pronunciate dai vari giornalisti fino alle urla di gioia delle mie compagne, erano ovattati. Non avevo modo di pensare dal momento che tutti volevano la mia attenzione, la mia foto, la mia intervista… Avevo difficoltà a parlare e a descrivere a pieno le mie emozioni in quanto non le avevo ancora metabolizzate. Nell’attimo in cui venne detto il mio nome, “Lavinia” non era più quella di prima. È assurdo da pensare ma è come se in un solo secondo, da quella che era una giovane ragazza sognatrice e piena di ambizioni, conosciuta solo dai suoi familiari e dal suo piccolo gruppo di amici della sua zona diventa una specie di celebrità, una ormai donna ammirata da tutti, riconosciuta e vista da tutti i giornali d’italia. Se dovessi descrivere in tre parole le emozioni che provai su quel palco nel momento della proclamazione della vincitrice sono: sorpresa, orgoglio e felicità.”

Ad esclusione della proclamazione, qual è stato il momento più emozionante per te durante l’intera esperienza di Miss Italia?

“Sicuramente il momento più emozionante è stato quando ho fatto il primo passo in questo concorso ovvero la mia prima selezione. Non avevo mai partecipato al concorso o tantomeno fatto esperienze di questo genere. Non ho mai sfilato e non ho mai avuto l’opportunità di entrare nel mondo della moda e dello spettacolo, su una cosa sola avevo conoscenza: la musica,  nonché la mia più grande passione. Proprio quella sera feci la mia prima “passerella” davanti ai giudici ma anche la mia prima e vera esibizione portando un brano composto e cantato da me. Ricordo di essermi sentita agitata e forse anche inadeguata ma quando suonai il mio brano, nonostante la paura di non piacere ai giudici e al pubblico, mi sono sentita a mio agio, completamente me stessa. L’iniziare un’esperienza di cui non ci si sente a proprio agio proprio perché nuova e inesplorata, è ciò che spaventa di più ed è per questo che lo considero il momento più emozionante. Dalla prima vittoria decisi di portare sempre me stessa in tutte le tappe del concorso portando con me le mie passioni.”

Con che animo hai vissuto questa straordinaria esperienza? Avresti mai potuto immaginare di giungere alla vittoria finale?

“Data la casualità della mia iscrizione al concorso non avevo nessun tipo di aspettativa ma solo una grande voglia di buttarmi in una nuova esperienza, mettermi in gioco e conoscere il mondo di miss Italia. Ho vissuto questa esperienza con divertimento, passione e spensieratezza, pronta a imparare qualcosa di nuovo e a conoscere nuove persone. Sono rimasta felicissima per aver scoperto nuove amicizie con molte delle ragazze finaliste provenienti da tutt’italia. Raramente ti capita di conoscere in una botta sola tante ragazze che vengono da ogni regione di italia ed è infatti una delle tante cose per me belle del concorso. Ammetto che prima ancora di iniziare il concorso per me era praticamente impossibile vincere ma arrivata in finale la possibilità era sempre più bassa e a quel punto ho iniziato a credere un po’ di più in me stessa e in una possibile vittoria. Ero così contenta dell’esperienza fatta e delle persone conosciute, ho sempre creduto nelle mie ambizioni e nella realizzazione di esse a prescindere dal concorso. Se non avessi vinto non mi sarei scoraggiata ma sono sicura che avrei continuato comunque a inseguire i miei sogni. Sono orgogliosa del traguardo raggiunto ma non mi fermerò, prossimo traguardo: diventare una cantautrice e fare musica perchè nella vita secondo me non bisogna mai darsi limiti.”

Partecipare ad un concorso di bellezza è un qualcosa che hai rincorso da tempo? Come e quando hai deciso di partecipare?

“Questa domanda sembra stata fatta apposta per me… L’idea di iscrivermi al concorso è nata  da una pura casualità, esattamente l’estate scorsa. Di concorsi di bellezza ce ne sono tanti ma Miss Italia è sicuramente quello più acclamato e riconosciuto in tutt’Italia. Nel corso degli anni amici e conoscenti mi hanno spesso consigliato di entrare nel mondo della moda ma non mi era mai capitato di ricevere commenti del tipo “perché non partecipi a un concorso di bellezza come Miss Italia?” …fino a quest’estate. Era metà agosto e io e la mia famiglia ci trovavamo in sala d’attesa per prendere un tavolo a un ristorante del paesino in Sardegna dove tutti gli anni passiamo l’estate. Proprio in quel momento entra una coppia: era Caterina Murino con il suo compagno (suppongo). Si avvicinò verso di me e a i miei genitori facendomi i complimenti sul mio aspetto e raffinatezza nei miei modi. Si presentò come un ex finalista di miss italia del ‘97 che grazie al concorso è riuscita ad entrare nel mondo dello spettacolo e ora è un attrice di grande successo, soprattutto in Francia! Mi invita a partecipare al concorso purché riteneva che avessi tutte le carte in regola. È così da questo casuale incontro decisi il giorno dopo di iscrivermi prendendolo come un segno del destino e da lì cominciò tutto il mio percorso a Miss Italia. Ripensandoci mi sembra di vivere in un film per la casualità di questi eventi che mi hanno fatto raggiungere un traguardo emozionante come questo. In parte devo il merito a Caterina Murino perchè senza di lei non so se avrei mai intrapreso questa strada e ora non sarei qui! Ringrazio anche il supporto dei miei amici e familiari per essermi sempre stati accanto.”

Uno dei momenti clou della finale di Roma è senza dubbio il discorso. Tu come lo hai preparato? C’è stato qualcuno in famiglia o al di fuori che è stato fonte di ispirazione?

“Si quest’anno il concorso si è concentrato non più solo sulla bellezza ma anche su quello che c’è dentro ogni ragazza scoprendone la personalità, il carattere, le passioni, cosa c’è dietro un bel fisico e un bel viso. Io quando mi ero iscritta non sapevo di questa nuova concezione di bellezza che il concorso ha voluto valorizzare ma nonostante questo ho voluto lo stesso, di mia spontanea volontà, portare alla luce le mie passioni. Una cosa su cui sicuramente non ero preparata era il discorso… Non sono mai stata una ragazza portata per esporre bene concetti o in generali miei pensieri e considerazioni, solitamente mi esprimo con la musica. Il concorso sotto questo punto di vista mi ha messo molto alla prova regalandomi una maggiore sicurezza nel parlare davanti a un pubblico, come per esempio quando andai alla Rai per la prima volta nel programma ‘I fatti vostri’. Per la finale l’unica cosa su cui ero ansiosa era il discorso, non perché non avessi nulla da dire ma perché avevo paura di non riuscire ad esporre bene. Una persona importante che mi ha aiutata molto sotto questo aspetto è sicuramente mio padre. Ammiro come mio padre riesca ad essere così conciso quando parla, ad essere in grado dì collegare un argomento a un altro dovuto anche alla sua ampia conoscenza. Addirittura spesso do per scontato che lui sappia tutto e non mi faccio scrupoli a chiedergli qualcosa. Una volta gli chiesi com’era possibile che sapesse tutte queste cose in così tanti campi e lui mi rispose: “sono sempre stato una persona molto curiosa e mi ricordo che fin da piccolo appena c’era un qualcosa che non sapevo andavo subito a documentarmi, mi incuriosivo di tutto quello che mi circondava e non sopportavo non sapere le cose.” Così come quasi in tutto, in preparazione alla finale ho chiesto il suo aiuto che mi è stato d’oro. Alla finale ho deciso di portare come frase che mi rappresenti una del filosofo Seneca che dice: “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove vuole andare”. Lascio a te comprendere questa mia scelta.”

Come hai affrontato le sfide del concorso, come il controllo del peso, la preparazione delle sfilate e la competizione con le altre concorrenti?

“Non avendo mai partecipato a un concorso o tanto meno fatto sfilate mi trovavo abbastanza impreparata e preoccupata sul come affrontare le varie sfide. Non mi sono mai preoccupata del mio peso ho sempre pensato che la cosa importante fosse mangiare tutto purchè salutare e in maniera moderata. Mio padre ha introdotto a casa una cucina salutare eliminando ciò che conteneva solo grassi o grandi quantità di zucchero. Mio padre mi ha insegnato che è importante però non mangiare sempre lo stesso piatto ma variare ogni giorno. Per quanto riguarda le sfilate mi ricordo che i giorni precedenti alla prima selezione mi mettevo a camminare sui tacchi per casa simulando una sfilata ed accompagnandomi con della musica che mi gasasse. Nonostante non abbia esperienze da sfilate so di avere una buona postura dovuta anche all’indossamento del corsetto che sicuramente aiutò molto nel portamento. Non ho mai cercato competizione con le altre ragazze. Non avevo interesse nel prevalere sulle altre. Purtroppo sembrerà strano ma ho sempre avuto poca autostima sommersa dalle mie insicurezze che ancora ora mi porto appresso nonostante il risultato ottenuto.”

Immagino che le persone a te vicine avessero delle aspettative durante la finale. Come le hai gestite?

“In realtà, come spiegato precedentemente e nello specifico, data la casualità della mia iscrizione al concorso, nessuna delle persone a me vicine aveva aspettative nei miei confronti. Io stessa, nelle mie varie interviste, ho ribadito che ho sempre tenuto le aspettative basse, non solo durante la finale, ma anche per tutta la durata del concorso. Sostengo che crearsi aspettative sugli avvenimenti e sulla vita in generale, possa portare solo a delusioni e sofferenze. È bello vivere le situazioni e le esperienze con spensieratezza, dando il massimo a prescindere da tutto.”

C’è qualche persona a cui attribuisci il tuo successo a Miss Italia?

“Attribuisco il mio successo alle persone che mi hanno reso la persona che sono oggi: i miei genitori, fratelli e, in generale, alle persone che mi stanno vicine. Li ringrazio per il supporto che mi danno sempre, in ogni cosa che faccio e in ogni difficoltà che mi si presenta davanti. Assegno il mio successo in parte anche a me, nella mia costanza nel migliorarmi, nel proseguire con grande determinazione le mie ambizioni e nel mettere il cuore in tutto quello che faccio. Siccome nella vita giocano un ruolo importante anche le opportunità, nel mio caso devo molto anche a Caterina Murino, che mi ha introdotto all’interno di questo concorso.”

Lavinia, qual è il tuo rapporto con la famiglia? È cambiato dopo la vittoria di Miss Italia?

“Con la mia famiglia ho un bellissimo rapporto. Sono cresciuto in una famiglia che mi ha sempre supportato e incoraggiato a perseguire i miei sogni. La mia vittoria di Miss Italia non ha cambiato il nostro rapporto, ma ha sicuramente creato un’esperienza unica che abbiamo vissuto insieme con grande entusiasmo e orgoglio. La mia famiglia è stata presente per me in ogni fase del concorso, dalla preparazione all’evento finale. Il loro sostegno e il loro amore mi hanno dato la forza e la determinazione di affrontare tutti i momenti difficili e di perseguire il mio obbiettivo. Sono fieri dei mie traguardi raggiunti e mi sosterranno per quelli futuri.”

È stato un anno molto importante per te: hai sostenuto anche esame di maturità, dimostrando una straordinaria determinazione e impegno. Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato durante la preparazione e come hai conciliato gli impegni di Miss Italia con lo studio?

“Hai detto bene, determinazione e impegno sono a mio parere le due qualità che ti permettono di fare qualsiasi cosa. Queste sono le qualità che mi caratterizzano e se ora sono arrivata fin qui, lo devo alla mia determinazione e al mio impegno che metto in tutto quello che faccio e con un pizzico di amore e umiltà. Queste qualità sono anche la ragione per cui sia riuscita a gestire lo studio e gli impegni di Miss Italia, oltre al fatto che sono sempre stata una ragazza che ama riempirsi le giornate. Prima del concorso, oltre allo studio, mi dedicavo al canto, alla danza, al piano e al disegno. Poi, purtroppo, con gli impegni del concorso e l’esame dietro l’angolo, ho dovuto sacrificare qualche impegno, che più che impegno preferirei chiamarla passione. Sono una ragazza piena di passioni e mi ritengo fortunata ad avere avuto una famiglia che mi abbia permesso di coltivarle sostenendomi sempre. Con Miss Italia, ho lasciato temporaneamente le lezioni di canto e piano, continuando però a ballare per potermi sfogare e tenermi in forma. Dico temporaneamente perché appena avrò più tempo le riprenderò subito perché credo ancora di avere tanto da migliorare. Sono una ragazza ambiziosa e a volte i miei bellissimi risultati non mi soddisfano abbastanza e questo mi porta a migliorare sempre di più. Detto questo, ringrazio anche il concorso che ha compreso le mie esigenze scolastiche e mi è venuto incontro permettendomi soprattutto l’ultimo periodo di dedicarmi all’esame di maturità. La sfida più grande è stata adattarmi a questo nuovo stile di vita e parlo quindi dei primi mesi, quando oltre alla novità della nuova Miss Italia, piena di interviste e impegni, dovevo ricominciare la scuola dopo le vacanze di Natale. Ammetto che la notorietà a cui non ero abituata mi ha distratto nel primo momento, rendendomi difficile gestire il tutto. Piano piano sono riuscita a conciliare i miei impegni, prestando tempo, seppur meno, anche ai miei amici.”

Hai mai subito delle critiche o dei pregiudizi a causa della tua partecipazione al concorso?

“Le critiche e i pregiudizi li ho ricevuti, ma penso sia impossibile non riceverli quando inizi ad avere un minimo di notorietà. Per mia fortuna, le uniche critiche che ho ricevuto sono da parte di persone che non conosco personalmente… le persone che mi conoscono, invece, sono fiere del traguardo che ho raggiunto e la mia umiltà mi ha permesso di rimanere con i piedi per terra, rimanendo la Lavi di sempre, anche attorno ai miei amici e parenti. L’unica cosa che posso dire è che i miei amici e conoscenti hanno trovato inaspettato questo risultato per il semplice fatto che mi conoscono come una normale ragazza, carina certamente, ma non una Miss Italia. ‘Lavi, sei una ragazza bellissima ma wow, assurdo che una mia amica sia diventata Miss Italia!’ Queste sono le parole che spesso mi capita di ricevere e ammetto che a volte anche io trovo difficoltà a crederci e fingo di essere una ragazza qualunque. Sicuramente, una cosa che ho apprezzato poco da quando sono stata eletta Miss Italia è avere conoscenti che hanno cambiato approccio nei miei confronti solo per il mio titolo da Miss Italia, o oppure gente che si è fatta risentire dopo tanto tempo… Per fortuna, i miei amici più stretti invece mi trattano come sempre e questo mi permette di trovarmi a mio agio e rilassarmi, senza dover soddisfare le aspettative di nessuno e semplicemente essere la Lavi di sempre.”

Hai qualche consiglio per le giovani ragazze che vogliono seguire le tue orme e partecipare a un concorso di bellezza?

“Certamente, penso che i concorsi di qualsiasi tipo debbano innanzitutto essere presi con leggerezza. Per facilità, scrivo come se mi stessi rivolgendo a un’ipotetica giovane ragazza. Il concorso è un’opportunità ma non sarà la tua unica ragione per proseguire i tuoi sogni. Ci vuole duro lavoro, determinazione e tanta passione. Basta pensare a me: il mio sogno è diventare una cantante o, in generale, entrare nel mondo della musica. Di certo, non ho partecipato al concorso perché pensavo che con esso sarei potuta diventare una cantante… L’ho presa come una esperienza e un’opportunità per magari arrivare ad avere contatti e una generale visibilità. Lo stesso vale per il mondo della moda, certo mi dirai che il concorso è decisamente molto più direzionato verso quel mondo ma questo non vuol dire che tu riesca comunque a lavorare e ad entrare in quel mondo. Se tu vuoi realmente raggiungere i tuoi sogni, il concorso deve solo darti un aiuto ma non sarà Miss Italia nel singolo a permetterti di raggiungerlo. È un po’ come se il concorso fosse una bicicletta: se non pedali sta ferma ma se pedali ti permette di raggiungere il tuo traguardo più velocemente di come faresti a piedi. Leggerezza e spensieratezza sono le qualità necessarie per partecipare a un concorso di qualsiasi tipo. Nel concorso potresti trovare molta competizione e con quelle qualità ti distingueresti subito. Un secondo consiglio è quello di crearsi delle amicizie per poterti vivere il concorso con più spensieratezza, serenità e divertimento. Terzo consiglio: SORRIDERE. Con la spensieratezza e con le amiche che tifano per te e ti sostengono, sorridere sarà molto più facile. Il sorriso è fondamentale, molto spesso mi è capitato di vedere ragazze serie come se dovessero sfilare per un sfilata di alta moda… questo è Miss Italia e il sorriso è una bellissima qualità che esprime gioia e vitalità! Quarto consiglio: UMILTÀ E SICUREZZA. Queste qualità ti faranno arrivare lontano. Una Miss Italia deve essere sicura di sé con tutti i suoi difetti, d’altronde ognuno di noi li ha, anche le modelle più note. La sicurezza permette di eliminarli e gli altri nemmeno se ne accorgeranno. Una Miss Italia deve rappresentare ogni donna e una donna vanitosa che vuole sentirsi superiore alle altre non la vuole nessuno. Una donna umile è una donna che sta vicino a tutte le altre! Quinto e ultimo consiglio: FAI VEDERE CHI SEI. Il nostro vero modo di essere e ciò che ci distingue, quindi porta su quella passerella tutta te stessa, dal tuo outfit che più ti rappresenta e con le qualità che ti caratterizzano. Se hai delle passioni, mostrale e vedrai che i tuoi risultati ti soddisferanno molto di più. L’essenza vera di una persona vince su tutto!”

In che modo sei solita fronteggiare i momenti di sconforto? Quali strategie adotti per superare le difficoltà e trovare la forza interiore necessaria per risollevarti e andare avanti?

“Di momenti di sconforto e difficoltà ne ho avuti come tutti ma è anche vero che ognuno li fronteggia in maniera diversa. Io consapevole di essere una ragazza un po’ drammatica tendo a vedere problemi anche quando non ci sono e mi butto facilmente giù anche per le cose piu piccole. Questo atteggiamento fa parte della mia sensibilità che ho sempre avuto e forse è quella che piu mi caratterizza. Il mio sfogo piu grande quindi è quello di piangere, mi fa scaricare fisicamente la tensione buttando fuori tutto quello che in quel momento mi rende triste. La mia sensibilità però si fronteggia con la mia grande determinazione che mi permette di rialzarmi anche alle cadute più brutte.  Con il tempo ho capito che i momenti di sconforto sono fondamentali per fortificare la nostra persona e ci rende più sensibili ai problemi della vita. La forza sta nel riuscire a rialzarsi nonostante tutto e questo mi motiva a non abbattermi ma ad affrontare le difficoltà per diventare piu forte e una persona migliore. Sicuramente la mia ambizione ha un grande ruolo nel riuscire a superare gli sconforti e le difficoltà. Importante è anche secondo me tenersi stretta le persone che ti vogliono bene e che sono pronte ad aiutarti nei momenti di sconforto. Nella vita non siamo soli e siamo in grado di superare tutto.”

Esploriamo la tua intensa passione per la musica: qual è stata l’origine di questa vocazione alla composizione e alla scrittura di canzoni? E soprattutto, hai in programma di perseguire questa passione nel futuro prossimo, magari con l’obiettivo di intraprendere una carriera musicale?

“Su questo argomento ci sarebbe un infinità di cose da dire ma cercherò di essere il più concisa possibile. Parto dal spiegare il valore che la musica ha avuto e che ancora oggi ha all’interno della mia vita. La musica per me ha davvero un valore importantissimo. Da ragazza emotiva quando ascolto la musica è come se mi si accendono mille emozioni, emozioni che non riuscirei neanche a descrivere. La musica colora le mie giornate, si sincronizza perfettamente con il mio stato d’animo dando un senso a quei momenti  monotoni e scontati. Mi accompagna sempre e ovunque e oggi non riesco davvero a farne a meno. La musica ha dato vita a molte delle mie passioni come il canto, il suonare e la danza; ha costruito la ragazza che sono oggi. La musica non mi stanca mai e adoro ascoltarla con le cuffie a volume alto tanto da coprire quel silenzio che a volte mi spaventa. Con la musica non mi sento sola e molto spesso è con me nei momenti di grande solitudine e tristezza.  La musica nel tempo è diventata uno sfogo per me e già all’età di 8 anni appena ho iniziato a toccare i primi tasti sul piano ho iniziato a creare musica mia, musica che usciva dalle parti più profonde e intime della mia persona. Avevo trovato un mio sfogo e da lì ho continuato sempre di più a comporre. Quando compongo è un momento che dedico completamente a me stessa, dove mi spoglio e mi immergo completamente nelle mie emozioni. Mi fa sentire 100% me stessa. Con il tempo ho capito che la musica era la mia strada, ciò che mi lascia sorrisi e soddisfazioni. Voglio fare di me qualcosa di importante e la musica è ciò che mi fa sentire cosi. Per questo penso che sarebbe assurdo decidere un futuro diverso da questo, diverso da quello di fare musica e se mai nel peggiore dei casi non riuscirò a raggiungere i miei obbiettivi, la musica rimarrà sempre con me, continuerò a comporre, a suonare, a cantare perchè la musica rimarrà sempre una mia passione che nessuno potrà togliermi.”

Lavinia, ti ringraziamo di cuore per aver condiviso con noi la tua storia e i tuoi sogni. Ti auguriamo un futuro radioso, illuminato dalla tua determinazione e dal tuo talento, e ti incoraggiamo a proseguire con passione e impegno il cammino che hai scelto. Siamo certi che la tua bellezza, sia interna che esterna, continuerà a incantare il pubblico e a ispirare le giovani donne di tutto il mondo. Grazie ancora per essere stata con noi, Miss Italia 2022.

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Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Attualità

Paddington torna a casa (anzi, in Perù): un’avventura che...

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Ci sono storie che sembrano nate apposta per farci sorridere e sentire al sicuro, anche nei momenti in cui la vita corre troppo in fretta. La saga di Paddington rientra di diritto in questa categoria: c’è un calore intrinseco in quel suo cappello rosso, nel montgomery azzurro, e in quell’atteggiamento un po’ goffo ma così sincero da ricordarci che la gentilezza, dopotutto, è un valore potente. Ora, dopo anni di attesa, l’orsetto più amato del cinema sta per tornare in una nuova avventura, e lo farà in grande stile: il terzo capitolo, intitolato “Paddington in Perù”, è atteso nelle sale italiane dal 20 febbraio 2025.

Ed è un ritorno che si carica di un certo peso emotivo. Sapete, sono trascorsi ben otto anni dal film precedente, “Paddington 2” (uscito nel 2017). Nel frattempo, abbiamo visto i tempi cambiare, abbiamo fatto i conti con turbolenze globali e forse, abbiamo avuto ancora più bisogno di un personaggio che ci ricordi che un panino alla marmellata e un abbraccio possono creare momenti di magia. C’è chi ricorda ancora la prima visione del primo “Paddington” nel 2014, quel mix di comicità e tenerezza che colpì anche i critici più rigidi. E adesso eccoci qui, a chiederci se il terzo film saprà tenere alta l’asticella. A quanto pare, la risposta sembra già positiva.

La leggenda di un orsetto educato: come è nata la “febbre da Paddington”

Prima di tuffarci nella nuova pellicola, è bene fermarsi un attimo per ricordare perché l’orso col cappello è diventato così popolare. Paddington nasce dalla penna dello scrittore inglese Michael Bond nel 1958. Un personaggio pensato per i bambini, con storie piene di dolcezza, ma anche di buffi disastri. E, un po’ alla volta, quel suo modo ingenuo e delicato di vivere il mondo l’ha reso un’icona, amata non solo dai piccoli.

Quando uscì il primo film di Paddington nel 2014, nessuno si aspettava nulla di speciale. “Sarà carino, dai.” E invece. BOOM. Paul King ha tirato fuori dal cilindro un film che non era solo dolce e buffo, ma anche caldo, accogliente, di quelli che ti fanno venire voglia di abbracciare il primo che passa.

E quell’orsetto con il cappellino rosso? Ha spopolato. Critica, pubblico, tutti innamorati. Più di 250 milioni di dollari al botteghino e un bel 97% su Rotten Tomatoes, che non è mica roba da poco. Ma poi… poi arriva il sequel nel 2017. E che succede? Succede che Paul King ci regala un sequel ancora più bello. Una storia in cui Paddington vuole solo comprare il regalo perfetto per zia Lucy ma ovviamente finisce nei guai. E chi c’è a rendere tutto ancora più epico? Hugh Grant, in una delle sue interpretazioni più divertenti di sempre.

Risultato? BOOM (di nuovo). Rotten Tomatoes lo premia con 99% di recensioni positive e il totale degli incassi? Vicino ai 500 milioni di dollari. Una roba pazzesca per un film che parla di un orsetto goloso di marmellata.

(Ri)scoprire le origini: “Paddington in Perù” e la trama che ci aspetta

E ora, cambiamo scenografia. Addio Londra grigia e piovosa, con i suoi taxi e gli ombrelli sempre aperti: in “Paddington in Perù” l’orso parte per il Sudamerica, accompagnato dalla fidata famiglia Brown. Il motivo? Visitare la cara zia Lucy, trasferitasi in una casa di riposo per orsi tra le Ande. Tuttavia, non c’è spazio per la semplice cartolina turistica: all’arrivo, Paddington e i Brown scoprono che zia Lucy è misteriosamente scomparsa, lasciando dietro di sé solo qualche indizio come gli occhiali e un braccialetto. Ed ecco che la vacanza si trasforma in una spedizione a dir poco rocambolesca. L’idea di un’orsetta anziana in pericolo accende subito la curiosità: quali segreti nasconde il passato della famiglia orsi? E soprattutto, chi potrebbe averla fatta sparire?

Secondo voci certe, questa volta Paddington si ritroverà addirittura a esplorare la giungla, ad attraversare i fiumi amazzonici e a percorrere sentieri impervi tra le vette peruviane. Risate, suspense, ma anche un pizzico di commozione, perché si tratta di un ritorno alle radici: in fondo, lui è nato in Perù, e l’idea di scoprire da dove viene davvero sembrava inevitabile per chiudere il cerchio. O forse per aprirne uno nuovo?

Dietro la macchina da presa: Dougal Wilson prende il timone

Se c’è un elemento che ha incuriosito fin da subito gli appassionati, è il cambio in cabina di regia. Dopo due capitoli acclamati dalla critica, Paul King ha deciso di passare la palla, pur restando coinvolto come co-autore del soggetto e produttore esecutivo. A dirigere questa nuova avventura è Dougal Wilson, un creativo britannico famoso per spot pubblicitari e videoclip. Un artista con uno stile originale ma alla sua prima esperienza in un lungometraggio per il grande schermo.

Quando Wilson ha confermato il suo ingaggio, non ha nascosto un misto di entusiasmo e timore, dichiarando: “Sono da sempre un grande fan di Paddington e farò di tutto per onorare la passione che il pubblico nutre per questo personaggio straordinario”. In altre parole, la voglia di metterci il cuore c’è. E, considerando le recensioni delle anteprime in Gran Bretagna (dove il film è arrivato a novembre 2024), sembra che la magia non si sia persa. Diversi critici hanno elogiato la continuità di tono con i primi due capitoli, pur notando un leggero cambio di registro in alcuni momenti. Insomma, il timone è passato di mano, ma la nave punta decisa nella stessa direzione.

Cast vecchio e nuovo: addii, ritorni e sorprese inattese

È impossibile parlare di Paddington senza considerare la sua “famiglia umana”: la famiglia Brown. Henry Brown, interpretato da Hugh Bonneville, e Mrs. Bird, affidata a Julie Walters, sono ormai presenze imprescindibili, così come i giovani Judy (Madeleine Harris) e Jonathan (Samuel Joslin). E se c’è un personaggio che non poteva mancare, quello è Mr. Gruber, l’amico antiquario di Paddington, interpretato da Jim Broadbent. Dall’altra parte, però, un cambio rilevante salta subito all’occhio: Sally Hawkins, che era Mary Brown nei primi due film, non torna. Al suo posto, troviamo Emily Mortimer, attrice britannica chiamata a vestire i panni della mamma di casa.

Non basta. Chi dobbiamo ringraziare per la voce di Paddington? In versione originale, ancora una volta c’è Ben Whishaw. Noi, in Italia, ascolteremo il doppiaggio di Francesco Mandelli. Per quanto riguarda le new entry, la curiosità è tutta per Olivia Colman, premio Oscar, che qui interpreta la Reverenda Madre, una suora canterina che gestisce la casa di riposo per orsi in Perù (immaginatevi un mix di rigore e simpatia). Poi, c’è Antonio Banderas, nei panni di Hunter Cabot, un esploratore sulle tracce di un tesoro leggendario. Pare che questo personaggio riserverà momenti di comicità e azione, un po’ come accadeva con Phoenix Buchanan, il villain del secondo film. E a proposito di quest’ultimo: a quanto pare Hugh Grant comparirà anche qui, con un cameo non accreditato. Una di quelle chicche che fanno sussultare i fan e creano l’effetto “caccia all’ospite segreto” in sala.

A completare il quadro di novità, Carla Tous (giovane attrice spagnola) prende il posto che inizialmente doveva essere di Rachel Zegler, costretta a rinunciare a causa dei conflitti di date legati allo sciopero SAG-AFTRA esploso a Hollywood durante la lavorazione. Tous interpreta Gina Cabot, figlia di Hunter, e presumibilmente compagna di viaggio di Paddington e dei Brown nei meandri della foresta. Ciliegina sulla torta, Hayley Atwell fa una comparsata in un ruolo secondario, di cui ancora si sa poco ma che promette di aggiungere un ulteriore tassello colorato al mosaico.

Il viaggio (di produzione) nel cuore del Sudamerica

Hanno davvero girato in Sudamerica! Non era scontato, eh. Potevano fare tutto con i soliti sfondi finti, un po’ di CGI ben piazzata e via, invece no. Hanno preso baracca e burattini e sono andati davvero tra Colombia e Perù. Foreste pluviali vere, montagne andine vere, non un surrogato da studio. Deve essere stata un’impresa da pazzi. Tra fango, umidità, altitudine… già mi immagino il regista a imprecare dietro la macchina da presa mentre un macchinista lotta con una telecamera appannata dal caldo. Ma alla fine, ne è valsa la pena. Il film avrà quell’anima autentica che ti fa sentire il profumo della terra bagnata e il canto degli uccelli della giungla, non un freddo rendering digitale.

E mentre il cast e la troupe si davano da fare, fuori dal set il mondo del cinema era nel caos. SAG-AFTRA in sciopero, produzioni ferme, un macello. Eppure, contro ogni pronostico, ce l’hanno fatta. Girato tutto entro ottobre. Tempismo perfetto per non far slittare l’uscita del film, che sbarcherà nelle sale italiane a febbraio 2025. E tra un ciak e l’altro? Beh, qualcuno se l’è presa comoda. Tipo Antonio Banderas, che durante le pause ha pensato bene di postare su Instagram un panino colmo di marmellata, con la frase: “Preparate un panino con marmellata extra per un’avventura davvero grande!” Ditemi voi se non è perfetto. Un attore immerso nello spirito del film fino in fondo. Chapeau.

Musica e dettagli di scena, perché l’anima del film passa anche da qui

Un aspetto che abbiamo imparato ad apprezzare nei film di Paddington è la colonna sonora, sempre giocosa e capace di sottolineare momenti teneri o buffi con grande delicatezza. Questa volta, la responsabilità di riempire la sala con note emozionanti è affidata a Dario Marianelli, il compositore italiano premio Oscar per “Espiazione”. La scelta non è casuale: c’è bisogno di qualcuno capace di passare da un’epica spedizione nella giungla a un tono più leggero, quasi da commedia, e Marianelli sembra la persona ideale. Avere un compositore che sa fondere tensione e malinconia potrebbe essere la carta vincente per accompagnare la ricerca della zia Lucy tra le foreste e i villaggi andini.

Non possiamo poi dimenticare i costumi, che nel caso di Paddington assumono un ruolo speciale: quell’iconico montgomery, il berretto rosso che fa capolino in mezzo alla folla, l’ombrello che magari torna utile contro la pioggia londinese ma è del tutto superfluo in mezzo alla giungla… Sono dettagli che ci fanno percepire quel sapore di gentile strampaleria. Dalle foto trapelate, si intravedono anche abiti peruviani e cappelli tradizionali, a testimonianza di un impegno nel rispetto delle culture locali. Tutto, a quanto pare, pensato per creare un contrasto tra la confortevole normalità di casa Brown e l’esotico battito del Sudamerica.

L’attesa del pubblico e le prime recensioni oltre confine

L’uscita di “Paddington in Perù” è uno degli eventi cinematografici family più chiacchierati degli ultimi tempi. Non è una sorpresa: la saga ha già raccolto una fan base trasversale, dai bambini ai loro genitori (e anche ai nonni). In Gran Bretagna, il film è approdato con un certo anticipo, a novembre 2024 e le reazioni dei critici non si sono fatte attendere. Molti elogiano il tono leggero ma mai banale, la capacità di far divertire senza rinunciare a una certa profondità. Qualcuno ha perfino scritto che, pur non raggiungendo la perfezione di “Paddington 2” – considerato una delle più brillanti commedie per famiglie degli ultimi decenni – questo terzo capitolo si avvicina molto, regalando un’avventura colma di cuore.

A destare particolare entusiasmo sono state le performance di Olivia Colman, che sembra incarnare una suora dal piglio canterino e allo stesso tempo, dal grande senso dell’umorismo, e di Antonio Banderas, che con il suo Hunter Cabot pare richiamare un po’ l’eccentricità di Phoenix Buchanan (il personaggio di Hugh Grant). Un paragone non da poco, visto quanto fu amato il villain narcisista del secondo film. C’è chi predice che la coppia Colman-Banderas possa entrare nella classifica dei duetti più divertenti di questa trilogia.

Perché l’orso con la valigia ci mancava così tanto

Se vogliamo capire il perché di tanto fervore, basta fermarsi a pensare a ciò che rappresenta Paddington. Non è solo un orsetto tenero che si riempie la bocca di marmellata: è un simbolo di accoglienza, di buone maniere, di curiosità verso il prossimo. In un mondo sempre più veloce e a tratti un po’ cinico, lui rimane quel personaggio che ti guarda con occhi sinceri e ti offre un panino perché “chiunque potrebbe aver fame.” Forse è questo il segreto del suo successo trasversale: non si tratta di insegnare ai bambini come comportarsi, ma di ricordarlo un po’ anche a noi adulti.

Lo abbiamo visto quando Paddington è apparso in un famoso video del 2022 con la Regina Elisabetta II, in occasione di un evento celebrativo. Il Paese intero lo ha accolto come un vecchio amico, l’orsetto gentile che riesce a strappare un sorriso a chiunque. Ora, immaginiamo di ritrovarlo, dopo otto lunghissimi anni di assenza, in un film che lo porta lontano da Londra, fino alle radici della sua storia. Non stupisce che l’aspettativa sia alle stelle e che molti prenoteranno il proprio posto al cinema con largo anticipo.

L’appuntamento in sala (e nel cuore)

A questo punto, non resta che segnare la data: “Paddington in Perù” arriva in Italia il 20 febbraio 2025. Manca pochissimo. Ci aspettiamo una pellicola che mescoli ironia, sentimenti e un po’ d’avventura esotica. Del resto, il marchio di fabbrica di questa saga è proprio questa capacità di farti sorridere mentre, in qualche modo, ti scalda il cuore.

Sarà interessante vedere come il pubblico nostrano accoglierà la sostituzione di Sally Hawkins con Emily Mortimer, o l’esordio di Dougal Wilson al posto di Paul King. Ma sembra che l’entusiasmo non manchi. La vera domanda, quasi inevitabile, è: riusciremo a trattenere le lacrime quando Paddington abbraccerà finalmente la sua zia Lucy? E soprattutto, quante fette di pane con la marmellata dovremo prepararci prima di entrare in sala?

Potreste storcere il naso di fronte a queste riflessioni semiserie ma noi siamo convinti che un po’ di coinvolgimento emotivo sia il sale di un buon film per famiglie. E se c’è un franchise che ha saputo unire i più piccoli e i più grandicelli in un coro di risate e sorrisi, è proprio questo. Il successo planetario di Paddington, l’orsetto gentile che viene da lontano, ci ricorda che c’è ancora spazio nel cinema per raccontare storie fatte di buone azioni, di pasticci e di amicizie improbabili.

Ci siamo quasi. Il grande giorno si avvicina e già immaginiamo la sala buia, il profumo dei popcorn, quel momento in cui le luci si abbassano e l’avventura ha inizio. Paddington torna e con lui torna anche un pezzo della nostra infanzia. Pensateci: è un viaggio tra i colori del Perù e l’eleganza tutta british, una storia che sembra cucita su misura per farci sorridere e scaldarci il cuore. Un film per bambini? Certo. Ma anche per chi bambino lo è stato e sente ancora quella piccola fiamma accesa dentro.

E allora, biglietto alla mano, lasciamoci trasportare. Con la valigia in una mano e un panino alla marmellata nell’altra. Perché, diciamocelo, non esiste viaggio senza un po’ di dolcezza. Ecco perché, nonostante l’inevitabile incertezza che accompagna ogni nuovo capitolo di una saga di successo, ci sentiamo di dire che “Paddington in Perù” potrebbe essere una di quelle piccole gemme capaci di restare nella memoria collettiva a lungo. Un invito a osare la gentilezza e a metterci in viaggio, valigia in mano e cuore aperto, alla volta di orizzonti inesplorati. Magari, chi lo sa, con un panino alla marmellata in tasca. Perché in qualunque posto si vada, un pizzico di dolcezza è sempre il modo migliore per sentirsi a casa.

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Attualità

Sanremo 2025: Iva Zanicchi, una vita di musica, un premio...

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Sanremo, 14 febbraio 2025 – Che notte, ragazzi. Quella che non ti scordi più. L’Ariston in delirio, la gente in piedi, un applauso infinito. E lei, Iva. Uno sguardo che dice tutto, gli occhi lucidi, il sorriso che prova a contenere l’emozione… ma è impossibile. Perché dopo sessant’anni di carriera, sessant’anni di musica, è impossibile non sentirsi travolti da un’ondata d’affetto che ti fa tremare le gambe.

Il Premio alla Carriera “Città di Sanremo”, una targa, un riconoscimento ufficiale, sì. Ma è molto di più: è un grazie collettivo, è il pubblico che ti dice “sei parte della nostra vita”. E lei lo sa. Iva lo sente, lo vive, lo respira.

Vestita di nero, elegantissima, quasi a voler ricordare a tutti che la classe non ha età, non ha tempo. Ottantacinque anni e la voce che ancora sa graffiare, accarezzare, far venire i brividi. “Non pensavo di emozionarmi così“, dice stringendo il premio, mentre il pubblico la ricopre d’amore. L’Aquila di Ligonchio ha spiccato il volo ancora una volta. E nessuno ha avuto il coraggio di farla atterrare.

Un riconoscimento alla carriera da record

Il Premio alla Carriera è stato consegnato a Iva Zanicchi direttamente dal conduttore e direttore artistico Carlo Conti, affiancato dal maestro Pinuccio Pirazzoli​. Si tratta di un tributo prestigioso, una sorta di “blasone” per una vera signora della musica italiana – come Conti stesso l’ha definita – che vanta ben tre vittorie al Festival di Sanremo (nel 1967, 1969 e 1974)​. “Che emozione!”, ha esclamato Iva appena ricevuto il premio, visibilmente emozionata di fronte al teatro gremito​. Conti l’ha presentata al pubblico sottolineando la sua statura artistica – “una donna straordinaria” – e ricordando con affetto di aver condiviso con lei un’esperienza televisiva a Domenica In molti anni fa​.

Discorsi, ringraziamenti e ironia sul palco

Durante il suo discorso di ringraziamento, Iva Zanicchi ha più volte espresso gratitudine. “Grazie, sono veramente onorata”, ha dichiarato con semplicità, rivolgendosi sia a Conti che al pubblico dell’Ariston​​. L’artista non ha nascosto la propria emozione per essere celebrata nella “sua” Sanremo: “Sono passati 60 anni dal mio primo Festival… quando ritirerò questo premio rivivrò tutta la mia vita, perché io sono nata qua”, aveva confidato alla vigilia, ricordando il suo esordio sanremese nel 1965​​. Sul palco, Zanicchi ha voluto dedicare simbolicamente il riconoscimento alle due persone a lei più care, rendendo omaggio alla madre – che fin da giovane l’aveva sostenuta con grandi sacrifici – e al compagno di una vita, Fausto Pinna, scomparso pochi mesi fa: “Lo dedico a mia mamma… E a Fausto, mio marito, da poco scomparso”​.

Fedele al suo carattere gioviale, Iva ha saputo stemperare la solennità con l’ironia che da sempre la contraddistingue. “Come mi hanno detto in tanti, meglio un omaggio da viva che da morta”, ha scherzato la cantante, strappando sorrisi e applausi durante i ringraziamenti finali​. Un momento divertente si è avuto quando Conti le ha chiesto di regalare al pubblico un assaggio dei suoi brani più celebri: inizialmente Iva ha risposto ridendo che avrebbe preferito ascoltare i Duran Duran (ospiti internazionali della serata) piuttosto che esibirsi​. Convinta dall’entusiasmo del teatro, ha poi accettato con un sorriso, pronta a cantare per il suo pubblico.

Non sono mancati piccoli fuori programma scherzosi: al momento della consegna fisica del trofeo, quando il maestro Pirazzoli è salito sul palco per porgerle il premio, la cantante – nel salutarlo affettuosamente – si è lasciata sfuggire una battuta sulla sua età: “Sei un po’ rincogl”, gli ha detto ridendo​. La frase colloquiale, rivolta a un amico di vecchia data, ha creato un attimo di sorpresa divertita in platea, testimonianza dello spirito vivace di Iva anche in diretta televisiva.

L’esibizione: un medley di successi intramontabili

Dopo la premiazione, Iva Zanicchi ha incantato l’Ariston con la sua voce, dimostrando una volta di più la forza interpretativa che l’ha resa celebre. Su invito di Conti, ha proposto un medley dei suoi brani più amati, in particolare le tre canzoni con cui conquistò Sanremo negli anni ’60 e ’70. Dal palco sono risuonate le note di “Non pensare a me” (vincitrice nel 1967), “Zingara” (trionfo del 1969) e “Ciao cara come stai?” (primo posto nel 1974)​. L’artista ha accennato anche qualche altro motivo del suo repertorio e di colleghi a cui è legata: ad esempio ha intonato poche note de “L’arca di Noè” di Sergio Endrigo, omaggiando un grande della musica italiana che aveva condiviso con lei il palco in passato​.

La performance ha messo in luce l’intonazione e la potenza vocale di Zanicchi, rimaste impressionanti nonostante l’età. La cantante, 85 anni compiuti a gennaio, ha dominato il palco con una presenza scenica energica “che ha più energia di alcuni giovani”, come notato ironicamente da commentatori in rete​. La sua voce calda e inconfondibile ha suscitato grande nostalgia nei fan di lunga data e sorpresa nelle nuove generazioni, regalando al Festival uno dei momenti musicali più alti e celebrativi della serata.

Ovazioni del pubblico e applausi della critica

L’omaggio a Iva Zanicchi si è trasformato in una vera festa collettiva. Già al suo ingresso, il pubblico dell’Ariston l’ha accolta scandendo a gran voce il suo nome (“Iva, Iva, Iva!”) in un coro affettuoso​. Al termine del medley, l’intera platea si è alzata in piedi tributando all’artista una calorosa standing ovation​. È stato un tributo spontaneo e prolungato, con Zanicchi visibilmente commossa mentre stringeva al petto il premio appena ricevuto.

Le reazioni entusiaste non si sono limitate al teatro. Sui social network, durante e dopo l’esibizione, sono fioccati i commenti ammirati: molti utenti hanno celebrato la “voce incredibile che Iva ha ancora alla sua età”, lodando la sua grinta e la sua vocalità senza tempo​. Tweet e post con l’hashtag #Zanicchi hanno sottolineato come l’artista ottantacinquenne abbia saputo tenere testa – in fatto di talento e carisma – a colleghi ben più giovani, ribadendo il suo status di icona amata da generazioni.

Anche la critica e gli addetti ai lavori hanno riconosciuto quello di Iva come uno dei momenti clou di Sanremo 2025. Nella sala stampa dell’Ariston, tradizionalmente severa, l’omaggio alla Zanicchi ha scatenato addirittura un’insolita ondata di entusiasmo: i giornalisti si sono lasciati andare a una “ola” collettiva mentre la cantante si esibiva, un fatto mai visto nelle serate precedenti​. “Standing ovation anche per la Iva nazionale, icona del nazional-popolare”, ha titolato efficacemente un commentatore, a rimarcare il sentimento unanime di stima verso un pilastro della musica leggera italiana​. Nel complesso, stampa e pubblico hanno concordato nel definire la premiazione di Iva Zanicchi come un momento storico e toccante del Festival, capace di unire generazioni davanti alla TV e di ricordare a tutti l’importanza della memoria musicale collettiva.

Un tributo alla carriera e alla storia della musica italiana

La serata del 13 febbraio non ha celebrato solo l’artista Iva Zanicchi ma anche il suo contributo indelebile alla cultura popolare italiana. Con oltre sei decenni di carriera, Zanicchi ha attraversato epoche e mode, restando sempre fedele a se stessa e conquistando successi in ambito musicale, televisivo e perfino politico. Le sue interpretazioni hanno segnato la storia del Festival di Sanremo – è l’unica cantante donna ad aver vinto tre edizioni, record che la iscrive nell’albo d’oro della manifestazione​ – e brani come “Zingara” o “Ciao cara come stai?” fanno parte del patrimonio della canzone italiana. Non a caso, questo Premio alla Carriera all’Ariston ha voluto riconoscere proprio l’impronta lasciata da Zanicchi nella musica italiana, celebrandone il timbro potente, la personalità vulcanica e la capacità di emozionare il grande pubblico attraverso le generazioni​​.

Sul palco, Iva stessa ha sottolineato il legame profondo con Sanremo, definendolo il luogo dove artisticamente è “nata” e cresciuta​. “Qui c’è il cuore”, ha confessato parlando della città dei fiori, “è sempre molto emozionante tornare”​. Sanremo per lei non è solo un palco. È casa. È vita. È quel posto che l’ha vista crescere, cambiare, diventare un pezzo di storia della musica italiana. Ma Iva non si è fermata lì. Negli anni ’70 e ’80 ha fatto cantare gli italiani in TV, li ha emozionati nelle loro case, ha portato la sua voce forte e vera ovunque. E non è finita lì: è stata anche all’Eurovision nel ‘69, ha calcato i teatri, ha scritto libri, ha persino vissuto un’esperienza in politica, sempre con quella grinta che la rende unica. Però, diciamocelo, la musica… la musica è sempre stata il suo cuore, la sua anima. E quello non l’ha mai tradito.

La celebrazione di Sanremo 2025 ha dunque suggellato un percorso artistico ricchissimo. Ma Iva Zanicchi guarda ancora avanti. Dopo aver spento 85 candeline il mese scorso, l’inarrestabile artista ha rivelato di avere nuovi progetti musicali in cantiere: “Sto preparando un nuovo album con brani del passato ma anche canzoni nuove, inedite”, ha confidato, a testimonianza di un entusiasmo creativo che non si è affievolito col tempo​. La serata della premiazione si è conclusa tra applausi scroscianti, fiori e abbracci, con Iva che lascia il palco felice e visibilmente emozionata, ringraziando ancora una volta Sanremo – il palcoscenico dove tutto ebbe inizio – per averle regalato un’altra notte indimenticabile​​.

“Ci sono voci che non appartengono solo a chi le possiede ma a un intero popolo. Iva Zanicchi ha dato voce ai battiti del cuore di generazioni intere. E mentre la sua voce si alza ancora, vibrante e intensa, ci ricorda che la musica non ha età, ma solo emozioni da donare. Perché leggende come lei non si ascoltano soltanto: si sentono dentro, per sempre.” (Junior Cristarella)

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Attualità

Gli Anelli del Potere 3, tutto quello che sappiamo sulla...

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La passione per la Terra di Mezzo non si è mai veramente assopita, e sembra che il futuro ci riservi nuovi capitoli da scoprire. Ci siamo lasciati trascinare, negli ultimi anni, dalle vicende di “Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere” come se fossimo lì, in mezzo a elfi, nani e stregoni, annusando l’aria frizzante di boschi incantati. Ora, la notizia del rinnovo per una terza stagione ci ha fatto vibrare d’emozione: non è semplice curiosità, è un attaccamento viscerale a mondi in cui adoriamo perderci, pagina dopo pagina, episodio dopo episodio.

Un percorso già tracciato… e ancora da scrivere

A dire il vero, l’idea di realizzare fino a cinque stagioni aleggia da tempo. Patrick McKay e JD Payne, gli showrunner che hanno preso per mano la serie fin dal principio, non hanno mai nascosto l’ambizione di raccontare una storia davvero estesa. Con la conferma della terza stagione, ci avviciniamo ancora di più a quel disegno originario.

Ecco, però, una piccola puntualizzazione: secondo quanto riportato da Variety, la stanza degli sceneggiatori non si è ancora messa ufficialmente al lavoro. Nessuno, dunque, sta ancora scrivendo i copioni. Ma, stando alle voci che filtrano, McKay e Payne sono già in fermento creativo: idee, appunti, possibili snodi narrativi. Tutto è lì, in attesa di trovare forma e ritmo.

Un cambio di set che racconta l’evoluzione della serie

C’è sempre qualcosa di affascinante quando una produzione di questa portata decide di cambiare location. Prima erano i Bray Studios a fare da quartier generale, ora sembra che il testimone passerà agli Shepperton Studios, sempre in Regno Unito.

È un segno di crescita? Forse, o magari è solo la naturale evoluzione di un progetto che cerca spazi e strutture capaci di supportarne le ambizioni. Quel che ci rende entusiasti è la presunta data d’inizio riprese: primavera 2025.

Uno sguardo indietro: dove ci eravamo lasciati

È sempre utile fare un rapido tuffo nel passato, per capire come siamo arrivati fin qui. La prima stagione è atterrata su Prime Video il 2 settembre 2022, conquistando un pubblico vastissimo. La seconda, in arrivo il 29 agosto 2024, già promette di approfondire le dinamiche tra personaggi chiave come Galadriel, Elrond e il misterioso Straniero (che, stando a quanto è trapelato, scopre di essere Gandalf).

Il destino degli elfi e la sorte di Durin IV sembrano intrecciarsi a un’oscurità sempre più palpabile, mentre i pelopiedi – e tutti coloro che ruotano attorno a loro – potrebbero trovarsi di fronte a sfide inaspettate. Insomma, c’è moltissima carne al fuoco e la terza stagione arriva a rimestare ancor di più il calderone.

Produzione extra-large e tempi lunghi

Dai, diciamolo: tutti abbiamo la stessa domanda che ci gira in testa. Quando esce? Eh, bella domanda. Per ora, niente di ufficiale. Ma facendo due conti – la seconda stagione è finita nel 2024, le riprese della terza iniziano nel 2025 – il 2026 sembra un’opzione plausibile. Magari pure l’inizio del 2027. Sì, è un’attesa lunga, lo sappiamo.

Ma, oh, mica si può buttare su una roba del genere in fretta e furia! Effetti speciali pazzeschi, scenari da togliere il fiato, una storia che deve respirare e crescere. Insomma, ci tocca aspettare. Ma se l’attesa significa qualità, allora va bene così. L’importante è che quando arriverà, ci lascerà di nuovo senza fiato.

Dietro le quinte: registi e volti noti

Dietro ogni grande storia c’è sempre qualcuno che tira le fila, e stavolta tornano nomi che ormai conosciamo bene. Charlotte Brändström, che ha già lasciato il suo tocco nelle prime due stagioni, sarà di nuovo in cabina di regia, stavolta con un ruolo ancora più importante come executive producer. Accanto a lei, Sanaa Hamri, che già aveva diretto alcuni episodi della seconda stagione e Stefan Schwartz, pronto a fare il suo debutto in questo universo narrativo. Insomma, un mix di mani esperte e nuovi sguardi, il che può solo far bene.

E il cast? Ma dai, davvero ce li togliamo dalla testa Robert Aramayo (Elrond), Morfydd Clark (Galadriel), Cynthia Addai-Robinson (regina reggente Míriel) e Ismael Cruz Córdova (Arondir)? No, perché diciamocelo: li abbiamo seguiti, ci hanno fatto arrabbiare, emozionare, ci hanno strappato il cuore a pezzi e poi ce lo hanno ricucito. E ora, con tutto quello che hanno vissuto, con tutto quello che ci hanno fatto vivere… come si fa a immaginare il viaggio senza di loro? Hanno ancora troppe battaglie da combattere, troppi passi da fare, troppi dubbi da sciogliere.

Poi ci sono quelli che ci hanno sorpreso nel secondo capitolo: Rory Kinnear come Tom Bombadil, quel tipo fuori da ogni schema, Gabriel Akuwudike e Sara Zwangobani, che hanno saputo ritagliarsi il loro spazio. Nessuno ha detto niente di ufficiale, nessun contratto nero su bianco, ma certe storie non possono esistere senza i loro volti, le loro voci, il loro respiro.

E noi? Noi siamo qui, già pronti ad accoglierli. Perché certe storie restano addosso, ti si infilano dentro, e non puoi far altro che aspettare di ritrovare quei volti come vecchi amici che, finalmente, tornano a casa.

Nulla di certo su trailer ed episodi

Lo ammettiamo, un bel trailer adesso ci risolleverebbe l’umore, permettendoci di sbirciare nel futuro e anticipare le emozioni in arrivo. Ma non è ancora il momento. Nessun teaser, nulla di tangibile e ci mancherebbe: le riprese non sono nemmeno iniziate. Quanto al numero degli episodi, le prime due stagioni ne hanno proposti otto ciascuna, quindi c’è da aspettarsi un formato simile, ma l’ufficialità scarseggia. Meglio, forse, non correre dietro a indiscrezioni sprovviste di basi concrete.

Un approdo globale su Prime Video

Resta, invece, una certezza: la prossima stagione verrà distribuita su Prime Video in oltre 240 Paesi. Un bacino impressionante che racconta la portata globale di quest’avventura. È incredibile come un racconto ambientato in un mondo di fantasia continui a unire persone di culture e lingue differenti, tutte accomunate dal desiderio di vedere come prosegue il viaggio di elfi, umani, nani e hobbit. Eppure, è proprio questa la magia di Tolkien e di chi oggi cerca di onorarlo attraverso una serie che ne riprende i temi, i personaggi, le paure e le speranze.

La strada che conduce alla terza stagione potrebbe essere lunga e incerta, ma non ci spaventa. In fondo, fa parte della meraviglia di chi ama seguire una saga: attendere, sperare, discutere tra amici e immaginare come si incastreranno i pezzi di un mosaico tanto vasto. E allora, continuiamo a tenere gli occhi puntati sugli aggiornamenti, pronti a gettarci – ancora una volta – nel cuore della Terra di Mezzo appena quel grande portale si riaprirà. Nel frattempo, possiamo solo custodire l’entusiasmo e lasciare che la curiosità ci guidi. Un po’ come fanno gli hobbit quando si avventurano oltre i confini della Contea.

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