È morta la cantante-attrice Irene Cara a 63 anni
Irene Cara, la cantante-attrice nota per aver interpretato e cantato le title track dei film degli anni ’80 Fame e Flashdance , è morta. Aveva 63 anni. Secondo una dichiarazione rilasciata sabato 26 novembre la causa della morte è al momento sconosciuta. “È con profonda tristezza e a nome della sua famiglia che annuncio la morte di Irene Cara. Si è spenta nella sua casa in Florida. La causa del decesso è al momento sconosciuta e sarà resa nota quando saranno disponibili le informazioni“, ha twittato il suo agente, Judith Moose, dall’account ufficiale della cantante.
La newyorkese “era una figura di grande talento, la cui eredità vivrà attraverso i suoi film e la sua musica”, ha scritto il suo agente.
La carriera di Irene Cara e i suoi successi
Irene Cara, nata il 18 marzo 1959 nel Bronx, è nota soprattutto per il suo ruolo di protagonista nel film musicale Fame del 1980. L’attrice americana di origine portoricana e cubana interpretò il ruolo di Coco Hernandez e cantò l’omonimo titolo del film.
Il successo di Fame si ripercuote anche nell’industria musicale: Cara viene nominata ai Grammy Awards come Best New Artist e Best Female Pop Vocal Performance. L’LP di debutto di Cara, Anyone Can See, arriva nel 1982.
Il successo con Flashdance
L’anno successivo, nel 1983, Cara ottiene il suo più grande successo con “Flashdance… What a Feeling”. Il singolo è valso a Cara la seconda vittoria dell’Oscar per la Miglior Canzone Originale e un Grammy Award per la Miglior Performance Vocale Pop Femminile.
Nel decennio successivo, Cara ha continuato a recitare sia sullo schermo che sul palcoscenico. Ha anche fatto da corista per artisti come Lou Reed, Oleta Adams e Evelyn “Champagne” King.
Il ritiro dalla scena di Cara
Negli anni Duemila, Cara ha fatto qualche apparizione in concorsi canori e spettacoli dal vivo. “Ho una bella casa sulla spiaggia e la vita è bella”, ha detto a Songwriter Universe. “Vivo dei miei diritti d’autore e lavoro quando voglio… Guadagno di più non lavorando che lavorando”.
Cara è stata sposata con lo stuntman e regista Conrad Palmisano tra il 1986 e il 1991 e non ha avuto figli
In una dichiarazione successiva su Twitter, Moose ha rivelato che lei e Cara stavano lavorando a “progetti straordinari che avrebbero reso lei e i suoi fan incredibilmente felici”.
“Io e il suo manager li porteremo a termine”, ha detto. “Lei lo vorrebbe”.

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Cronaca
Inaugurato a Pomezia il nuovo centro Marilab Future Labs: innovazione e tecnologia al...

Il nuovo centro polispecialistico avanzato Marilab Future Labs, appena inaugurato a Pomezia, si propone di ampliare l’offerta sanitaria locale, distinguendosi come un punto di riferimento per le cure di eccellenza. Con una struttura che combina professionalità in ogni ambito medico e l’impiego di tecnologie all’avanguardia, il centro è stato progettato per garantire ai pazienti un’esperienza confortevole e serena. Secondo Marco Guazzaroni, direttore sanitario di Marilab Future Labs, l’obiettivo è quello di creare un ambiente accogliente, dove i pazienti possano beneficiare di esami complessi in un contesto rilassante e privo di stress.
Alla base della progettazione del centro vi è stato uno studio preliminare mirato a rendere la zona di accoglienza un luogo che trasmetta immediatamente un senso di calma e tranquillità. La scelta di colori delicati e di un design accogliente e rilassante è stata pensata per favorire il benessere psicologico dei pazienti dal momento in cui varcano la soglia della struttura.
Il comfort ambientale, tuttavia, è solo uno degli aspetti distintivi del centro. La vera forza del Marilab Future Labs risiede nella sua tecnologia avanzata, che permette di effettuare esami diagnostici complessi con la massima precisione e in condizioni ottimali per il paziente. Il direttore sanitario sottolinea che, in particolare, nelle sale radiologiche è stata implementata una tecnologia che contribuisce ulteriormente al relax dei pazienti. Per esempio, nel percorso dedicato alle donne, che include esami come mammografia, ecografia e MOC, è stata creata un’ambientazione specifica per ridurre lo stress legato a procedure diagnostiche impegnative.
Tra le tecnologie di punta del centro spicca la risonanza magnetica 3 Tesla, considerata l’attuale eccellenza nella diagnostica per immagini. Guazzaroni evidenzia che questa apparecchiatura è inserita in un contesto di “ambient experience” che favorisce il rilassamento dei pazienti. Inoltre, l’ingresso nella macchina è progettato per essere più ampio rispetto alle risonanze standard, e la possibilità di proiettare immagini, video e musica all’interno del tubo di risonanza rappresenta una soluzione ideale per coloro che soffrono di claustrofobia. Questo approccio innovativo consente ai pazienti di affrontare l’esame in condizioni ottimali. Per i bambini in età pediatrica, la proiezione di cartoni animati elimina la necessità di ricorrere alla sedazione, rendendo gli esami meno traumatici.
Un altro elemento di eccellenza offerto dal centro è il dispositivo ADC di ultima generazione, una tecnologia avanzata che permette di effettuare studi cardiologici coronarici, analisi whole body con dinamica diffusionale e altre indagini sofisticate. Grazie all’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale, l’ADC è in grado di individuare numerose lesioni, ottimizzando la qualità delle immagini diagnostiche e riducendo in modo significativo la dose di radiazioni a cui sono sottoposti i pazienti.
Con questa inaugurazione, il Marilab Future Labs si afferma come un centro sanitario all’avanguardia, pronto a rispondere alle esigenze di una comunità in continua evoluzione e a garantire ai pazienti la migliore esperienza possibile nel percorso diagnostico e terapeutico.
Cronaca
Università di Foggia: un convegno per approfondire il tema del terrorismo

“L’iniziativa nasce con l’intento di favorire un confronto pubblico costruttivo e inclusivo, rispettando pienamente la libertà accademica e il valore della ricerca storica. Il nostro obiettivo principale è quello di offrire uno spazio di approfondimento su un tema di grande rilevanza culturale, sociale e storica, avvicinandoci ad esso con rigore scientifico e senza pregiudizi.” Così si esprime Lorenzo Lo Muzio, Rettore dell’Università di Foggia, in merito al convegno “Mai più terrorismo” e alle critiche sorte per la partecipazione di alcuni relatori, accusati di proporre interpretazioni controverse sugli eventi legati al terrorismo in Italia.
L’ateneo pugliese ricorda che l’evento, organizzato dall’Osservatorio Nazionale Anni di Piombo per la verità storica, ha ottenuto il patrocinio non solo dell’Università di Foggia, ma anche di importanti istituzioni come il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Tuttavia, questa collaborazione ha sollevato polemiche su alcune testate giornalistiche, che hanno messo in discussione il ruolo dell’ateneo nel promuovere iniziative di tale portata.
“Il nostro scopo non è in alcun modo tentare di riscrivere la storia. Al contrario, vogliamo creare un’occasione per analizzare un periodo storico complesso come gli Anni di Piombo in maniera più approfondita. Non puntiamo ad alterare la narrazione storica, ma a favorire un dialogo tra studiosi e testimoni, sempre nel rispetto della verità storica,” prosegue il Rettore. “L’Università è per sua natura una comunità aperta e pluralista. Non tolleriamo alcuna forma di strumentalizzazione politica e ci impegniamo a mantenere un ambiente inclusivo, dove ogni opinione, purché basata su basi scientifiche solide, trovi spazio per esprimersi.”
Il Rettore sottolinea inoltre il ruolo essenziale dell’ateneo nel promuovere una conoscenza critica e consapevole, priva di condizionamenti ideologici. “La missione dell’Università di Foggia è contribuire alla crescita di un sapere libero da logiche di parte. Per questo motivo, continueremo a sostenere iniziative che incentivino il dialogo e la riflessione su temi di rilevanza cruciale per la nostra società,” conclude Lo Muzio.
Secondo quanto riportato dall’ateneo, l’evento “Mai più terrorismo” si propone di analizzare il periodo degli Anni di Piombo attraverso un approccio multidisciplinare. Storici, esperti di terrorismo e testimoni diretti di quel periodo saranno coinvolti per offrire un quadro completo e sfaccettato. L’organizzazione ribadisce che l’obiettivo del dibattito non è di natura politica, bensì di fornire una ricostruzione storica basata su prospettive diverse.
Cronaca
Mai più terrorismo: dialogo e memoria per la riconciliazione

Il convegno dal titolo “Mai più terrorismo: informazione e dialogo verso la riconciliazione e la pacificazione nazionale” inaugura un percorso di sensibilizzazione che coinvolgerà le università italiane. L’obiettivo principale è stimolare una profonda riflessione sul fenomeno del terrorismo e sulle sue ripercussioni nella storia contemporanea del nostro Paese. La prima tappa è prevista presso l’Aula Magna “Francesco Maria Silla” del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia, fissata per lunedì 24 marzo 2025 alle ore 10.00.
Questa iniziativa, sostenuta dall’alto patrocinio del Senato, della Camera dei Deputati e della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), mira a trattare con rigore un tema complesso attraverso il confronto e la condivisione di esperienze. Particolare enfasi sarà posta sulle vicende di due giovani vittime del terrorismo: Sergio Ramelli, studente milanese vittima delle violenze politiche degli anni Settanta, e Benedetto Petrone, giovane barese anch’egli colpito da tale fenomeno. Le loro storie sono narrate nei volumi “Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura”, scritto da Guido Giraudo, e “Benedetto Petrone. Storia di una generazione e di un delitto”, a cura di Vincenzo Colaprice, opere che rappresentano ferite profonde nella memoria collettiva.
Tra i relatori spiccano figure di rilievo del panorama accademico e istituzionale. Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui, interverrà sottolineando l’importanza dell’educazione e della ricerca nella costruzione di una cultura della legalità e nella prevenzione del terrorismo. Il presidente dell’Anvur, Antonio Uricchio, offrirà un contributo incentrato sulla qualità della ricerca e della didattica riguardanti il terrorismo e la sicurezza. Il Rettore dell’Università di Foggia, Lorenzo Lo Muzio, evidenzierà il ruolo strategico delle università nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili, con particolare attenzione alla valorizzazione della memoria storica come monito per le generazioni future.
La prorettrice vicaria e ordinario di diritto processuale penale dell’Università di Foggia, Donatella Curtotti, metterà in luce l’urgenza di promuovere iniziative fondate sui principi di democrazia e giustizia, capaci di stimolare riflessioni e dibattiti sull’importanza della memoria condivisa e della riconciliazione. Un’analisi approfondita sulle radici storiche e politiche del terrorismo sarà fornita da Giovanni Fasanella, giornalista e autore tra i maggiori esperti di questo delicato fenomeno.
Ulteriori spunti di riflessione saranno offerti da Sergio D’Elia, ex dirigente di Prima Linea e segretario dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, che porterà una testimonianza diretta sul passato, orientata verso la giustizia riparativa e la riconciliazione. Potito Perruggini Ciotta, fondatore e presidente dell’Osservatorio Anni di Piombo, nonché nipote del Brigadiere Giuseppe Ciotta, Medaglia d’oro al valore civile e vittima di Prima Linea, condividerà una prospettiva personale, dando voce alle vittime del terrorismo e ai loro familiari.
Il ruolo di moderatore sarà ricoperto dal giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, Michele De Feudis. L’intento del convegno è quello di promuovere una consapevolezza diffusa e una cultura improntata al dialogo e alla riconciliazione, affinché gli errori del passato non si ripetano.
“Il sostegno del Senato, della Camera dei Deputati e della Crui rappresenta per noi un riconoscimento fondamentale,” dichiarano gli organizzatori. “La loro adesione testimonia l’importanza di questa iniziativa e il valore del dialogo e della memoria nel costruire un futuro di pace e convivenza civile.”