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Intervista esclusiva a Luciana Frazzetto, in scena con “SIGNORI E SIGNORE BUONASERA”

Dopo il grande successo di Varietà Romano, di nuovo in scena la premiata ditta Frazzetto & Scapicchio, che portano divertimento, gag, travestimenti, macchiette e tanta bella musica che ci riportano indietro nel tempo omaggiando il varietà e quelle trasmissioni degli anni 60/70 che hanno accompagnato la storia della televisione italiana.

Al Teatro degli Audaci, arriva il nuovo successo firmato dalla coppia Luciana Frazzetto e Sandro Scapicchio con lo spettacolo “Signore e Signori Buonasera” per la regia di Massimo Milazzo, che regalano al pubblico allegria e buonumore a go-go e soprattutto due ore di sane risate e buona musica. Uno show coinvolgente, dal ritmo continuo, che vede in azione una frizzante, scoppiettante e instancabile Luciana Frazzetto e un eclettico musicista, cantante e attore come Sandro Scapicchio.

Come va tutti pazzi per mamma?

Abbiamo terminato lo spettacolo a Roma al Teatro 7 Off il 6 Novembre riscuotendo un grande successo di critica e di pubblico. La commedia scritta da Luca Giacomozzi per la regia di Massimo Milazzo è piaciuta molto sia ai giovani che alle persone più mature perché c’erano tutti gli ingredienti per fare il pieno di risate, e non solo…. Infatti si ride moltissimo ma allo stesso tempo ci sono momenti di grande commozione.

Qual è il punto di forza dello spettacolo?

Trattare temi importanti con il tono della commedia,, come la vita della nostra famiglia, che vive la sua quotidianità tra ironia e vivacità, tra alti e bassi, tra divertimento e commozione. Marisa, il personaggio che ho interpretato ha rinunciato a fare carriera nel mondo del cinema proprio per la sua famiglia a cui è molto legata ed è un punto di forza della nostra commedia. Tante risate e qualche lacrimuccia finale sono gli ingredienti del nostro successo.

Qual è il segreto per lavorare insieme e fare cose di successo?

Moltissime regie dei miei spettacoli portano la firma di Massimo Milazzo. Il nostro connubio dura da oltre trent’anni. Il successo della nostra ditta “Frazzetto-Milazzo” è stato sugellato nel 1990. Non è facile lavorare insieme in teatro. Spesso ci sono diverbi, abbiamo vedute diverse su una battuta, su uno stato d’animo, su un movimento e durante le prove nascono, nervosismi, discussioni, battibecchi, risate… che alla fine però sono costruttivi perchè dalle contraddizioni nascono spettacoli perfetti. perché Massimo, come un bravissimo direttore d’orchestra, dirige gli attori con energia e precisione ed esige la perfezione assoluta. Noi siamo un’unica cosa sia nella vita privata che nel lavoro e calato il sipario, spenti i riflettori, torniamo a casa marito e moglie.

Vogliamo parlare degli altri progetti a teatro e non solo che vi vedono coinvolti insieme?

Prossimamente dal 1 al 4 Dicembre debutterò al Teatro degli Audaci a Roma con uno spettacolo di Varietà, molto divertente scritto da me e Sandro Scapicchio “SIGNORE E SIGNORI BUONASERA” sempre con la regia di Massimo Milazzo. E’ un contenitore di Sketch, monologhi comici, battute, canzoni romane, Battute demenziali con humor inglese in chiave italica, gag…dove anche il pubblico sarà protagonista. Molto diverso dalla commedia TUTTI PAZZI PER MAMMA, ma altrettanto molto divertente. Dopo un periodo di restrizione e quarantena, cerchiamo di regalare allegria e buonumore.

A Marzo invece porterò in scena un mio monologo, che ho portato in tournèe già da diversi anni, scritto insieme a Riccardo Graziosi “NEI PANNI DI UNA DONNA” diretto sempre dal mio regista preferito Massimo Milazzo. E’ un monologo divertente che indaga l’universo femminile visto dagli occhi ingenui (ma non troppo) di una sarta, che si trova a raccontare episodi della propria vita, in monologhi dissacranti, con un inaspettato e suggestivo colpa di scena finale che non posso assolutamente svelare. Tra un orlo e una cerniera, le faccende di casa, un insopportabile marito, due figli e un cane, mi divertirò a far ridere il mio pubblico parlando di tutto ciò che ci circonda al giorno d’oggi. Un monologo molto apprezzato dal pubblico e dalla critica e che tratta anche il tema del femminicidio con un’ironia graffiante, perché spesso il sorriso è l’arma migliore per affrontare il dolore.

Cosa ti ha fatto innamorare di lui /lei?

Era Gennaio del 1990 quando incontrai Massimo per la prima volta in teatro. Era seduto con la sua sciarpa, il suo capello lungo e bianco che fuoriusciva dal suo inseparabile borsalino. La sua immagine mi ricordò subito Federico Fellini con il quale avevo lavorato alcuni anni prima. Mi colpì il suo grande carisma, la sua gioia nell’approcciarsi con gli attori, la sua disponibilità e il voler aiutare i giovani, cosa molto rara in questo ambiente. Ci siamo innamorati durante le prove e la sera della prova generale ci siamo dati il nostro primo bacio e poiché eravamo tutti e due impegnati sentimentalmente decidemmo di “scappare” dai rispettivi partner andando a fare una vacanza insieme dopo le repliche. Da quel giorno non ci siamo più lasciati. Massimo è un uomo molto altruista, un’artista a tutto tondo, è anche un bravissimo direttore di doppiaggio e fa questo lavoro con tantissima passione donandosi anima e corpo. Insomma….Massimo è Massimo…e sono stata felice e fortunata ad averlo incontrato. La nostra è una bella storia d’amore. Una bella favola.

Tre aggettivi per descriverlo /descriverla?

Dinamico, estroverso, colto.

Un sogno nel cassetto da realizzare?

Avendo iniziato la mia carriera in cinema, ho avuto la fortuna di lavorare con grandi maestri, Fellini, Samperi, Damiani, Castellano & Pipolo, i fratelli Vanzina, Steno, Mastroianni, Alberto Sordi…. ma il mio sogno sarebbe quello di lavorare con Pedro Almodovar. Le sue pellicole sono originali e variegate; le sue opere eccentriche e grottesche e sono popolate da personaggi forti e sopra le righe, passionali e sentimentali, proprio come piacciono a me. Sono un’attrice comica, drammatica, imprevedibile, ironica e quindi…. Si! Mi piacerebbe molto interpretare uno dei suoi personaggi, e magari avere anche una piccola parte in un suo film, ma so che resterà un sogno. Ovviamente se mi dovesse chiamare Özpetek o Sorrentino, mi precipiterei immediatamente.

E vorrei concludere questa intervista con una frase di Lee Strasberg che disse: “L’attore crea con la sua carne e il suo sangue tutte quelle cose che le altre arti, in qualche modo, tentano di descrivere.” Bella vero?

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Giornalista e fondatore dell’agenzia Massmedia Comunicazione, è il motore dietro gran parte delle nostre interviste. Con un occhio per i dettagli e un talento nel porre le domande giuste, contribuisce significativamente al nostro contenuto.

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Interviste

Kevin Dellino: Tra spettacolo, giornalismo e nuove sfide – intervista esclusiva

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Dopo il successo de Il Salotto delle Celebrità a Sanremo e il lancio del concorso Mister Talent of Italy, Kevin Dellino si conferma come una delle figure più poliedriche del mondo dello spettacolo. La sua carriera, che spazia dal giornalismo alla conduzione, lo ha portato a collaborare con emittenti di prestigio e con grandi nomi della televisione italiana. Tra i suoi progetti più recenti, spicca la collaborazione con Emilio Fede, icona del giornalismo televisivo italiano. In questa intervista, ci racconta i momenti più importanti della sua carriera, i nuovi progetti e le sue ambizioni future.

Biografia di Kevin Dellino

Kevin Dellino nasce a Bari, in Puglia, e fin da giovane si appassiona al mondo della comunicazione. Il suo percorso professionale inizia nel giornalismo, collaborando con testate nazionali e regionali, per poi approdare alla radio e alla televisione. Grazie al suo talento e alla sua determinazione, ha avuto l’opportunità di lavorare con grandi nomi del settore distinguendosi per il suo stile fresco e coinvolgente.

Uno dei momenti chiave della sua carriera è stato il progetto corale dedicato a Croce Rossa Italiana con una versione corale Il mio canto libero di Lucio Battisti, in cui ha coinvolto 30 artisti nazionali per reinterpretare il celebre brano diventato inno ai medici nel periodo covid. L’iniziativa ha ricevuto grande apprezzamento e ha consolidato la sua figura nel panorama dello spettacolo italiano.

Negli anni, Kevin ha condotto importanti eventi come L’Alba dei Popoli a Otranto e la Notte Bianca Vomero Notte di Napoli, dimostrando la sua capacità di gestire eventi di grande richiamo e di interagire con il pubblico.

Nel 2025, ha fatto il suo ritorno a Sanremo con un progetto innovativo: Il Salotto delle Celebrità, un format esclusivo che ha ospitato grandi nomi del mondo dello spettacolo, diventando un punto di riferimento per interviste e incontri speciali durante il Festival.

È stato alla conduzione di Punti di Vista, un talk show di attualità e gossip in onda su Go-TV e Cusano Italia e ha lanciato di recente il concorso nazionale Mister Talent of Italy, con l’obiettivo di valorizzare i nuovi talenti nel mondo dello spettacolo.

Intervista a Kevin Dellino

“Dallo spettacolo al giornalismo: il mio viaggio nel mondo della comunicazione”

Kevin, hai una carriera molto variegata. Come è nato il tuo amore per il mondo dello spettacolo?

“Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dalla televisione, dalla musica e dal giornalismo. Ho iniziato presentando saggi di danza e feste private poi ho continuato scrivendo per testate locali, poi sono passato alla radio e infine alla televisione. La conduzione è arrivata quasi per caso, ma si è rivelata la mia più grande passione.”

Tra le tante esperienze, ce n’è una che consideri particolarmente significativa?

“Sicuramente il progetto dedicato a Il mio canto libero di Lucio Battisti è stato uno dei momenti più emozionanti della mia carriera. Ho coinvolto 30 artisti per reinterpretare questo classico della musica italiana, creando un evento unico in un periodo storico.”

Il ritorno a Sanremo con “Il Salotto delle Celebrità”

Dopo cinque anni sei tornato a Sanremo con un nuovo format. Ci racconti di Il Salotto delle Celebrità?

“Il Salotto delle Celebrità è nato anni fa’ da Alessandro Grifa con l’idea di creare un punto d’incontro per gli artisti durante il Festival di Sanremo. Un luogo esclusivo per interviste e confronti autentici, lontano dalla frenesia del Festival. È stato un successo e spero che diventi per me un appuntamento fisso.”

Qual è stato l’incontro che ti ha emozionato di più durante questa edizione?

“È difficile sceglierne uno, ma sicuramente le conversazioni con grandi nomi dello spettacolo, che hanno raccontato aneddoti inediti sulla loro carriera, sono stati momenti molto intensi.”

La collaborazione con Emilio Fede

Nel tuo curriculum vanti anche la collaborazione con Emilio Fede. Com’è nata questa esperienza?

“La collaborazione con Emilio Fede è nata in modo del tutto naturale. Durante una puntata del mio talk show Punti di Vista, ho avuto la fortuna di intervistarlo e ci siamo trovati subito in sintonia. Da lì è nata l’idea di condurre insieme alcune puntate del programma, un’esperienza che mi ha arricchito tantissimo.”

Com’è lavorare con un’icona del giornalismo televisivo come Emilio Fede?

“Emilio è un professionista straordinario, con una visione unica del giornalismo e della televisione. Ha un carisma incredibile e una capacità di analisi fuori dal comune. Lavorare con lui è stato un onore e una grande occasione di crescita professionale.”

Ci saranno altri progetti in futuro con lui?

“È un’idea che stavamo valutando. Abbiamo ricevuto ottimi feedback sul nostro lavoro insieme e stavamo anche scrivendo un libro sulla sua carriera. Non escludo di continuare questa opera che per il momento è congelata.”

I progetti futuri tra televisione e nuovi talenti

Oltre alla TV, sei anche alla guida di Mister Talent of Italy. Di cosa si tratta?

“È un concorso nazionale dedicato ai nuovi talenti maschili dello spettacolo. Voglio dare spazio a giovani artisti che spesso trovano meno opportunità nel settore. Dopo la tappa di Sanremo, il tour prosegue in diverse città italiane come Napoli Roma e Bari per abbracciare tutta la penisola entro l’estate.”

Cosa possiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti?

“Voglio consolidare il mio legame con Il Salotto delle Celebrità e magari accompagnarlo in nuovi contesti. Inoltre, sto lavorando su un nuovo format televisivo che potrebbe vedere la luce a breve. Amo sperimentare e trovare nuovi modi per raccontare lo spettacolo e l’attualità.”

Uno sguardo al futuro

Qual è il tuo segreto per rimanere sempre al passo con il mondo dello spettacolo?

“Essere autentico e appassionato. Il pubblico percepisce quando fai qualcosa con sincerità. Cerco sempre di raccontare il mondo dello spettacolo con onestà e rispetto.”

Dove possiamo seguirti per rimanere aggiornati sui tuoi progetti?

“Sono molto attivo sui social, soprattutto su Instagram, dove condivido aggiornamenti e momenti di backstage.”

📲 Instagram Kevin Dellino

Kevin Dellino continua a essere una delle personalità più dinamiche del mondo dello spettacolo italiano. Tra televisione, giornalismo e conduzione di eventi, il suo obiettivo resta quello di raccontare e valorizzare il talento con passione e professionalità.

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Interviste

Robert Madison si racconta: dall’eredità artistica ai nuovi film con Pupi Avati e...

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📌 In arrivo tanti nuovi progetti per Robert Madison, figlio d’arte dell’attore americano Guy Madison. Oltre a L’Orto Americano, nuovo film di Pupi Avati in uscita il prossimo 6 marzo, Robert è protagonista di diversi progetti internazionali. In questa intervista ci racconta dei suoi lavori e svela uno dei suoi grandi sogni.

💬 Ciao Robert, come ti sei avvicinato al mondo dello spettacolo? Quali sono state le tappe fondamentali della tua carriera?

«Ho cominciato nel 1988. Ho avuto la fortuna di iniziare subito bene con un telefilm che si chiamava Classe di ferro, diretto da Bruno Corbucci con Gianpiero Ingrassia, Rocco Papaleo, Adriano Pappalardo. Da lì ho cominciato una scuola di teatro molto importante a Roma, la Mario Riva, che mi ha formato. Poi ho iniziato col teatro a Roma con giovani registi come Massimiliano Bruno e Daniele Pecci.

Il teatro ufficiale l’ho incominciato però in tournée con Luigi Squarzina e Marina Malfatti. Lì ho conosciuto Giuseppe Patroni Griffi, colui che mi ha fatto incontrare mia moglie, Stefania Bonfadelli. Con Griffi ho fatto tre spettacoli in teatro durati ben sei anni:

  • Questa sera si recita a soggetto, con Alida Valli e Giustino Durano.
  • Sei personaggi in cerca di autore, con Mariangela D’Abbraccio, Sebastiano Lo Monaco e Kaspar Capparoni.
  • Cyrano De Bergerac, nel ruolo di Cristiano per oltre 250 repliche.

Iniziare con Luigi Pirandello, che io amo, è stato magnifico. Da lì ho incominciato a fare fiction e film, cercando più popolarità e lavorando con Dario Argento e Pupi Avati, con il quale ho fatto quattro film, tra cui La seconda notte di nozze. E poi sono arrivate le classiche fiction come Il Maresciallo Rocca, Il Commissario Rex, Distretto di Polizia, Vivere e Centovetrine

🎞️ Quali sono i progetti a cui ti stai dedicando attualmente?

«Attualmente sto lavorando ad un thriller a Bologna dal titolo Kopis, diretto da Lorenzo Lepori. Credo se ne sentirà parlare presto. Ho fatto sette film con Dario Germani, alcuni usciti e altri che usciranno a breve:

  • 🎥 L’isola maledetta (in uscita il 6 marzo)
  • 🎥 Emanuelle intrigo a Manila (una storia d’amore nelle Filippine)
  • 🎥 Il Nibbio, diretto da Alessandro Tonda con Claudio Santamaria (in uscita il 6 marzo), dove interpreto Peter, un agente della CIA.
  • 🎥 L’Orto Americano di Pupi Avati, dove interpreto Copland, maggiore dell’esercito inglese.»

🙋‍♂️ Chi sei fuori dalla tv e dal tuo lavoro come persona comune?

«Sono una persona comunissima e tranquilla, che ama le persone grandi ma umili, come Santamaria. Più vai in alto e più sono sensibili e carini.»

📝 Tre aggettivi per descriverti?

«Perseverante, positivo, lavoratore.»

🎾 Hobby, passioni, tempo libero?

«Sono maestro qualificato della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), passione trasmessa da mio padre Guy Madison. Nel tempo libero faccio sport o ripeto testi, credo che anche quando non si lavora bisogna mantenersi in costante allenamento.»

🌟 Un sogno nel cassetto?

«Come tutti gli attori, il sogno è fare qualcosa che rimanga indelebile nella storia del cinema. È un insieme di coincidenze: trovarsi al momento giusto e al posto giusto.»

📺 Ti piacerebbe ampliare la tua esperienza televisiva?

«Certo, la televisione ha una potenza incredibile e non si può negare che sia un buon trampolino di lancio anche per il cinema. Sono assolutamente favorevole alla televisione: entri nelle case della gente e puoi diventare uno di famiglia.»

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Interviste

Raffaele Carpentieri, voce italiana di Kaan Urgancıoğlu: «Da Emir Kozcuoğlu a Ilgaz Kaya,...

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Ha doppiato di recente il personaggio di Aureliano Buendia nel rifacimento Netfix di Cent’anni di Solitudine, la serie composta da due parti tratta dal romanzo omonimo di Gabriel García Márquez, e quello di Justin nella produzione australiana Apple Cider Vinegar. Negli scorsi giorni sono usciti, invece, al cinema i film L’erede, distribuito da Teodora Film e nel quale doppia il protagonista Marc-André Grondin, e A Real Pain, candidato a due Premi Oscar e distribuito da Searchlight Pictures.

Tuttavia, il pubblico delle soap ha imparato ad apprezzarlo negli ultimi mesi come la voce italiana di Kaan Urgancıoğlu, attore turco protagonista di Endless Love e Segreti di famiglia, entrambe trasmesse su Canale 5. Parliamo dell’attore e doppiatore Raffaele Carpentieri, che abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva per Sbircia la Notizia. Ecco che cosa ci ha raccontato sulle sue ultime esperienze lavorative.

A cura di Roberto Mallò.

Raffaele, partiamo da Emir Kozcuoğlu, il personaggio che ha doppiato in Endless Love. La sua personalità è piuttosto complicata, dalle mille sfaccettature. Come si è preparato a doppiarlo?

“La prima volta che ho visto Emir non sapevo minimamente che tipo di personaggio fosse. Parlandone insieme ai direttori, Guido Micheli, Gianni Bersanetti e Claudio Pascoli, ho avuto una panoramica della soap e mi hanno presentato Emir come il classico cattivo. A parer mio, tuttavia, Emir non è il cattivo per antonomasia. Un po’ alla volta si sono capiti tutti i traumi che lo hanno portato ad avere questa psicologia criminale e allo stesso tempo una vera e propria ossessione per l’amore e per l’abbandono. Emir è una persona che soffre l’abbandono per via della situazione che ha vissuto con la madre Mujgan, per diversi anni in coma. All’inizio della soap, tante cose non si sapevano. Per questo sembrava, appunto, il classico cattivo con la pistola in mano, che ammazzava di qua e di là e faceva il buono e il cattivo tempo. Col passare degli episodi, avendo sempre più contatto con Emir, con tre o quattro turni di doppiaggio a settimana da circa tre ore,  ho compreso molto della sua psicologia”.

La domanda sorge spontanea: che cosa ha compreso di Emir?

“Faccio una premessa: Kaan Urgancıoğlu, l’attore che interpreta Emir, è entrato molto nel personaggio, che ha davvero tante sfaccettature, come abbiamo già detto in precedenza. Se Emir non avesse avuto determinati traumi sarebbe stato un ragazzo normale. Molti diventano cattivi per soldi o perché la vita ti porta a prendere vie sbagliate. Al contrario, lui è diventato così a causa di vari episodi che sono accaduti nella sua vita. Tutto parte da quello che è successo con la madre e col padre Galip (Burak Sergen). Tanti traumi della vita lo hanno segnato. Partendo da questo, credo che Emir sia stato uno dei cattivi più iconici delle varie serie turche. O almeno così mi hanno detto”.

So che, al termine della messa in onda della dizi, ha avuto modo di sentire anche lo stesso Kaan Urgancıoğlu…

“Sì, ho avuto un contatto su Instagram con lui. Si è complimentato con me per il doppiaggio e mi ha detto che vorrebbe incontrarmi, quando sarà in Italia. Non pensavo mi scrivesse. Ha cominciato a seguirmi, per poi specificare di aver letto qualcosa su di me. Da lì sono arrivati i complimenti per il lavoro che ho svolto e per come ho dato lustro sia al personaggio di Emir, sia a lui”.

Le era già capitato di seguire altre dizi turche prima di Endless Love?

“No, in realtà non sono un grande appassionato di serialità turche. Endless Love mi ha colpito, in primis, per il dualismo che si è innescato tra Emir e Kemal Soydere (Burak Özçivit), per la storia d’amore che Kozcuoğlu sente di avere con Nihan Sezin (Neslihan Atagül) ma che in realtà non esiste. Siamo di fronte ad una serie davvero appassionante, dal mio punto di vista”.

L’abbiamo in parte già accennato. Tanto del personaggio di Emir è dovuto anche a Kaan Urgancıoğlu, il suo interprete.

“Kaan è davvero molto bravo. L’ho visto migliorare anche nel corso delle varie puntate. All’inizio della serie  Emir non era ben definito, ma man mano che la storia andava avanti è venuto sempre più fuori. E Kaan ha saputo portare in scena tutta la sua evoluzione. Parliamoci chiaro: fondamentalmente, Emir è uno psicopatico. E lo stesso discorso si può fare per la sorella Asu (Melisa Asli Pamuk). Si vede che il sangue Kozcuoğlu porta a questo. Battuta a parte, la spiegazione della loro personalità sta davvero nei traumi che hanno vissuto. Hanno avuto un trascorso non facile che, gioco forza, ha influenzato la loro vita, la loro crescita”.

Sì, però è anche vero che la personalità di Emir catalizza l’attenzione dei telespettatori. Pur non facendo mai il tifo per lui, è in un certo senso affascinante vedere come si comporta per capire fino a che punto può spingersi.

“Racconto un aneddoto: tanti miei follower seguono la serie e vanno pazzi per Emir. E’ dunque capitato che mi chiedessero se io mi rivedessi un po’ in lui. Ovviamente, la risposta è stata negativa. Sono semplicemente un attore che sta doppiando un cattivo. Sicuramente, quando esco dalla sala doppiaggio, non penso a lui come a un personaggio da emulare. A me diverte fare il mio lavoro, dove posso essere davvero qualsiasi tipo di persona: da uno psicopatico ad un killer, passando per un medico, un avvocato. La bellezza del mio lavoro sta nel calarmi, ogni volta, in una personalità diversa. E ciò mi ha portato anche a scindere tra i vari personaggi che doppio. Ed Emir è esattamente il mio opposto. Tuttavia, devo dire che l’appeal di Emir nei confronti del pubblico è dato, probabilmente, dal fatto che non è un classico cattivo. Ha sempre la battuta pronta, è molto intelligente e furbo, riesce ad ottenere quasi sempre ciò che vuole circuendo le persone. Ha questo fascino del male che, nelle serie e nei film, attira. Cosa che nella vita non accade. Le persone così le dovresti evitare. Mentre nelle serie tv ci può stare perché stai assistendo a qualcosa di non reale. E ti puoi affezionare ad un cattivo; resta sempre qualcosa di irreale. Un’altra cosa in cui non mi ritrovo in Emir è il rapporto fisico che ha con le donne, il modo in cui le prende. Non penso che le donne amino un tipo di uomo così. Anche se esiste la ‘sindrome della croce rossina’”.

Che è un po’ quella che ha Zeynep (Hazal Filiz Küçükköse) nei suoi riguardi…

“Esatto. E penso che questo sia stato un elemento a favorire l’appeal che il pubblico ha verso di lui. Tenendo sempre presente il fatto che Kaan lo ha saputo portare in scena con grande bravura. Personalmente, ho cercato di avvicinarmi il più possibile a lui. Mi hanno detto che sono piaciuto molto. Non a caso, mi hanno riconfermato come suo doppiatore in Segreti di famiglia. Sono quindi contento del percorso che Kaan ha fatto e che sta facendo ancora, che permette a me in contemporanea di fare lo stesso tipo di lavoro”.

Fortunatamente Ilgaz Kaya, il personaggio di Kaan in Segreti di famiglia, è completamente diverso. Si tratta di un uomo buono dai sani principi.

“Assolutamente, è proprio l’opposto. E questo mette ancora in evidenza la bravura di Kaan, che ho trovato molto cambiato. Perché non è detto che un attore sia in grado di interpretare due personaggi diametralmente opposti. Per me è stata una sfida: vocalmente, in Segreti di famiglia, Kaan è molto più morbido, tranquillo e sereno. Non ha picchi. Siamo abituati a vedere Emir che urla, con degli scatti d’ira improvvisi. Cosa che con Ilgaz non accade. E’ questo fa parte del bello del mio lavoro”.

D’altronde dovrebbe essere questo il segreto del mestiere: calarsi in personaggi differenti l’uno dall’altro. Restando un attimo su Endless Love, secondo lei perché è piaciuta così tanto al pubblico? Quali sono gli elementi che hanno spinto i telespettatori a sintonizzarsi?

“Secondo me il pubblico ha rivisto in Endless Love gli elementi di basi della vita. I telespettatori vogliono qualcosa che sia vicino a loro, ma anche lontano allo stesso tempo. Sicuramente, alla base della dizi ci sono emozioni che proviamo tutti: l’amore, l’odio, il senso di abbandono, la voglia di potere, di rivincita, di riscatto sociale, che ha anche Kemal. Sono emozioni che accomunano tutti noi e che in Endless Love sono marchiati e messi bene in evidenza. Inoltre, penso che lo spettatore voglia anche uscire un po’ dal quotidiano. E la storia d’amore ossessiva da parte di Emir e, allo stesso tempo, non possibile tra Nihan e Kemal viene vista come qualcosa fuori dal normale, che comunque accomuna chi segue la dizi nei sentimenti che prova tutti i giorni. C’è un filo comune tra questa storia non realistica e i sentimenti che ciascuno di noi prova. Kemal è il buono, Emir è il cattivo, Nihan è la donna contesa. E’ quasi come uno spettacolo teatrale. E il teatro ha da sempre coinvolto il pubblico con elementi semplici, con delle figure ben definite, nelle quali ciascuno di noi può riconoscersi e affezionarsi. Cosa che accade in Endless Love, dove ci sono la spalla del cattivo, la donna ambita, l’amante, la sorella del buono e così via. Infine, a favorire l’ascesa della dizi è stata anche la programmazione pomeridiana, che ha fatto sì che tutti potessero seguire le vicende di Nihan, Kemal ed Emir giorno dopo giorno. Uno slot, quello delle 14.10, che per me è favorevole per lanciare una nuova serie. Dopo il telegiornale, la gente ha bisogno di pensare ad altro, di svagarsi un po’. Il successo di Endless Love è dunque un insieme di dinamiche”.

A proposito di programmazione, visto che l’abbiamo citata. A differenza di Endless Love, Segreti di famiglia ha avuto un percorso un po’ più complicato in tal senso, anche se dal 3 marzo tornerà in esclusiva su Mediaset Infinity. Immagino sia dispiaciuto di questa cosa…

“Certo, mi è dispiaciuto. Quando ho cominciato a doppiare Segreti di famiglia mi sono un po’ informato e ho visto che ha vinto una marea di premi. Tra cui uno a New York come miglior serie nel mondo. Doppiandola, vedo che è fatta benissimo. Ha attori bravissimi, delle tematiche particolari. Non è la classica soap. Alla fine, se ci pensa, è un thriller psicologico. A me piace tantissimo. Probabilmente è stata lanciata in un momento sfavorevole. Era estate, c’erano gli Europei di calcio. E di conseguenza, quando l’hanno rimessa in onda, c’erano già altre serie, tra le quali Endless Love. E tendenzialmente avere tanta carne al fuoco può essere controproducente. Spero, dunque, che Segreti di famiglia possa riprendersi lo spazio che merita. Non perché lo doppio io, ma semplicemente perché è fatta molto bene. Anche se, alla fine, il successo lo decreta sempre il pubblico”.

Parliamo un po’ di lei. Quando è nata la passione per il doppiaggio? Qual è il momento in cui ha scoperto di questa professione? Visto che da bambini non è immediato pensare che ci sia qualcuno a doppiare i vari personaggi…

“Quando ero piccolo giocavo molto con la voce, sia con i miei amici, che con mio nonno. Quest’ultimo mi registrava perché inventavo storie. Sono stato sempre un appassionato di film, come Ritorno al futuro, Indiana Jones, Ghostbusters. Ho familiarizzato subito con le voci dei doppiatori del passato, tra cui Sandro Acerbo che ora è anche mio collega ed ha doppiato, tra l’altro, Brad Pitt e Michael J. Fox. Ovviamente, da bambino non pensavo minimamente al doppiaggio. E anche da grande non avevo l’idea di affacciarmi in quel mondo lì, in primis perché credevo che fosse una cosa molto complicata da fare, da raggiungere. Per questo, fino ai 25 anni circa, ho fatto tantissimo teatro, con una grande preparazione tecnica e artistica alle spalle. Lì ho potuto lavorare con Renato Carpentieri, ho avuto la possibilità di avere a che fare con registi e attori del calibro di Mario Martone, Ciro Scalera, Gianni Diotaiuti, Alessandro Prete, Elisabetta De Vito e Annabella Cerliani. In seguito, mi sono affacciato al mondo artistico del panorama romano, dopo essere stato per il tempo precedente a Napoli, e lì ho cominciato a fare una grande gavetta teatrale e televisiva, come attore ad esempio de La Squadra, passando per provini per registi importanti, tra i quali Ozpetek”.

E poi è arrivata la svolta…

“Ad un certo punto, dato che questo lavoro artistico ti lascia anche diversi mesi senza fare niente perché non è detto che superi sempre i provini, ho conosciuto Renato Cortesi, grandissimo doppiatore che ha lavorato anche con Fellini come attore. E’ stato lui a dirmi: ‘Senti, vuoi fare questo laboratorio di doppiaggio?’. In realtà, io avevo già fatto un corso nell’Accademia Corrado Pani con Roberto Pedicini. Lo stesso però, essendo abbastanza breve, mi aveva consentito di apprendere soltanto quelli che definisco i rudimenti del doppiaggio. Col laboratorio di Pedicini, dove c’erano diversi insegnanti, e il mio background recitativo precedente, ho così cominciato a farmi ascoltare. I primi anni sono stati i più complicati perché nessuno mi conosceva, e il mondo del doppiaggio è uno degli ambienti più meritocratici che ci sia. Se sei preparato, almeno che tu non abbia problemi caratteriali forti, riesci ad entrarci. E’ vero che ci sono tanti figli, nipoti e amici di doppiatori, ma se non sei all’altezza difficilmente fai carriera. E lo stesso vale per i neofiti, come sono stato io. Ho dovuto dimostrare di poter stare nell’ambiente e alla fine è andata bene. Anche se, nel mestiere dell’attore e del doppiatore, c’è sempre da imparare e non bisogna mai adagiarsi”.

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Siamo tutti qui a domandarci che fine abbia fatto Che Dio ci Aiuti 8. Avete notato anche voi quel vuoto...

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La Promessa, trame di venerdì 21 marzo 2025: una cena romantica e una bugia pericolosa

Quando guardiamo La Promessa, ogni volta è la stessa storia: ansia, agitazione, cuore che va a mille. Giuro, sembra sempre...

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Talenti over 60: The Voice Senior riaccende i riflettori in prima serata

Ci ritroviamo davanti allo schermo con un misto di curiosità ed entusiasmo. Vogliamo lasciarci travolgere dalla nuova puntata di The...

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Lotta e memoria: la vicenda dei saetta che ci coinvolge tutti

Senza troppi giri di parole, noi sentiamo un brivido ogni volta che pensiamo a un padre e a un figlio...

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Processo Priebke: l’ombra del passato che ci parla ancora

Ci sentiamo afferrare alla gola ogni volta che riemerge un episodio legato ai crimini nazisti. Non è semplice, vero? Molti...

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Acqua e ghiacciai in primo piano: la nostra immersione a ‘Radio di Bordo’ su Rai Radio1

Vi siete mai fermati a riflettere su quanta vita scorra dentro una goccia d’acqua? Noi sì e questa riflessione ci...

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Il nostro Tango: emozioni e sorprese in seconda serata

Ci siamo chiesti se foste pronti per qualcosa di diverso, un viaggio che vi coinvolgesse davvero. E allora eccoci: venerdì...

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Mafie, corruzione e innovazione: un viaggio tra resistenza civile, politiche globali e...

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Salute, Nutripiatto: al Mim i risultati del progetto di educazione alimentare nelle...

Sono stati presentati oggi a Roma, al ministero dell’Istruzione e del merito (Mim), i risultati di ‘Nutripiatto’, il programma di...