In data 24 gennaio l’incremento nazionale dei casi è +0,47% (ieri +0,54%) con 2.466.813 contagiati totali, 1.882.074 dimissioni/guarigioni (+10.885) e 85.461 deceduti (+299); 499.278 infezioni in corso (+444). Ricoverati con sintomi -94 (21.309); terapie intensive +14 (2.400) con 120 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 216.211 tamponi totali (ieri 286.331) di cui 133.646 molecolari (ieri 151.149) e 82.565 test rapidi (ieri 135.182) con 66.297 casi testati (ieri 87.519); 11.629 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 5,37% (ieri 4,65% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 17,54% (ieri 15,23%, target 3%).
Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.375; Emilia Romagna 1.208; Campania 1.069; Lazio 1.056; Veneto 956; Puglia 954; Sicilia 875. In Lombardia curva +0,26% (ieri +0,29%) con 23.182 tamponi totali (ieri 31.809) di cui 18.503 molecolari (ieri 23.512) e 4.679 test rapidi (ieri 8.297) con 6.530 casi testati (ieri 7.294); 1.375 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,93% (ieri 4,82% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 21,05% (ieri 21,04% – target 3%); 525.274 contagiati totali; ricoverati -71 (3.428); terapie intensive +7 (405) con 19 nuovi ingressi del giorno; 26.666 decessi (+44).
Siamo in presenza di una fase di rallentamento del contagio, anche se la situazione resta molto lontana da quella che consentirebbe la ripresa del tracciamento sul territorio: condizione imprescindibile per passare dall’attuale fase di mitigazione a quella di contenimento. L’ultimo Bollettino di sorveglianza integrata Covid-19 rileva, nella settimana 11-17 gennaio, un’incidenza a livello nazionale di 145,20 nuovi casi per 100.000 abitanti: la ripresa del tracciamento, secondo quanto indicato dall’Iss, sarà possibile solo al di sotto dei 50 nuovi casi per 100.000 abitanti nell’arco di una settimana. L’incidenza più alta è nella Provincia autonoma di Bolzano (309,54) seguita da Friuli (221,40) ed Emilia Romagna (202,61). Le aree con l’incidenza più bassa sono Toscana (72,12), Sardegna (78,57) e Valle d’Aosta (89,24). La forte pressione tutt’ora esercitata sui dipartimenti di prevenzione, avverte l’Iss, causa in alcune zone del Paese una sottostima sia per le nuove diagnosi, sia per i decessi. A dimostrazione di come l’epidemia sia ancora difficile da controllare, resta elevato nel periodo 4-17 gennaio (13,8%) il numero dei casi diagnosticati per cui non è noto il motivo di esecuzione del test diagnostico.
Un valore che durante la scorsa estate, con l’epidemia in fase di contenimento, era al di sotto del 5%. La quota maggiore di test viene ancora oggi riservata ai soggetti sintomatici (32,6%); seguono il contact tracing (29,0%) e le attività di screening (24,6%). Un altro dato riconducibile alle difficoltà di tracciamento è quello molto elevato (17,1%) dei soggetti positivi per le quali non è noto il luogo di infezione.