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Ucraina, Russia: “Operazione va avanti, non ci sono...

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Ucraina, Russia: “Operazione va avanti, non ci sono ancora condizioni per colloqui”

Kiev: "Colpiti impianti energetici in tre regioni". Mosca: "Abbattuti 68 droni su territori Krasnodar e Crimea"

Combattimenti in Ucraina (Afp)

"Al momento, non ci sono le premesse per colloqui (con l'Ucraina, ndr)". Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, frena sull'ipotesi di un dialogo tra Mosca e Kiev per porre fine alla guerra iniziata oltre 2 anni fa con l'invasione ordinata da Vladimir Putin. "Tutti conoscono la posizione dell'Ucraina che è quella di respingere qualsiasi tipo di negoziato. L'operazione militare speciale quindi continua", ha aggiunto. La posizione di Vladimir Putin "è ben nota", ha detto Peskov.

Kiev: "Colpiti impianti energetici in tre regioni"

Secondo quanto ha reso noto il ministro ucraino dell'Energia, German Galushchenko, citato da Ukrainska Pravda, l'esercito russo ha attaccato impianti energetici nelle regioni ucraine di Dnipropetrovsk, Ivano-Frankivsk e Leopoli.

Sono almeno quattro gli impianti termoelettrici danneggiati nei raid di Mosca contro l'Ucraina nella nuova ondata di raid nella notte, con 32 missili, 21 dei quali intercettati, secondo fonti ucraine. Diverse persone sono state ferite nei siti di produzione dell'energia, ha denunciato l'operatore Dtek.

Mosca: "Abbattuti 68 droni su territori Krasnodar e Crimea"

Mentre il ministero della Difesa russo, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Tass, ha riferito che i sistemi di difesa aerea russi hanno intercettato e distrutto durante la notte 68 droni sul territorio di Krasnodar e sulla penisola di Crimea. "La scorsa notte sono stati fermati i tentativi del regime di Kiev di effettuare attacchi terroristici utilizzando droni di tipo aereo contro obiettivi nel territorio della Federazione Russa. I sistemi di difesa aerea in servizio sul territorio di Krasnodar hanno distrutto e intercettato 66 droni ucraini", ha riferito la Difesa russa in una nota, aggiungendo che altri due droni sono stati distrutti sui cieli della Crimea.

Evacuato settore aeroporto Vnukovo di Mosca

Oggi è stata evacuata una sezione dell'aeroporto di Mosca Vnukovo in seguito alla minaccia di una esplosione, ha reso noto l'agenzia Tass, citando le forze dell'ordine. Il piano interessato è quello degli uffici. Ma lo scalo funziona regolarmente, si precisa.

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Esteri

**Iran: Pedde, ‘Raisi ha scontentato tutti, nuovo...

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**Iran: Pedde, 'Raisi ha scontentato tutti, nuovo presidente espressione Pasdaran'**

Ebrahim Raisi ha "scontentato tutti" nel suo mandato, è stato "il più insignificante tra tutti i presidenti della Repubblica islamica". Il suo successore sarà un esponente della 'seconda generazione' della rivoluzione islamica, espressione diretta dei Guardiani della Rivoluzione, mentre il dibattito sulla candidatura di Raisi a terza Guida Suprema del Paese era forzato, in quanto mancava del carisma necessario e aveva "troppi scheletri nell'armadio". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Nicola Pedde, direttore dell'Institute for Global Studies (Igs), delineando lo scenario politico che si apre in Iran all'indomani della morte in uno schianto in elicottero del presidente Raisi e del ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian.

Schianto che, ritiene Pedde, sia probabilmente da imputare a una tragica fatalità, anche "se in questa fase non può essere esclusa nessuna delle ipotesi". L'analista sottolinea come l'elicottero precipitato fosse un modello di fabbricazione americana mancante di parti di ricambio e come la Repubblica islamica abbia una storia di incidenti aerei civili e militari "lunga un chilometro". In più ieri le condizioni meteo nell'area dell'incidente erano "proibitive" e quindi "ci sono tutti i fattori a suffragare la tesi del'incidente". D'altra parte, rimarca, l'ipotesi che possa essere stato un "sabotaggio" prima dell'ispezione del veicolo non si può escludere ed il motivo principale di preoccupazione per i Pasdaran è che l'elicottero di Raisi proveniva dall'Azerbaigian che è un Paese "dove Israele ha una radicata presenza", ma "non hanno calcato la mano più di tanto sull'ipotesi di sabotaggio".

L'esperto giudica la presidenza Raisi "insignificante" dal momento che "non è piaciuta ovviamente alla componente riformista e pragmatica, ma poco anche agli stessi conservatori. E' stato visto come poco incisivo e inerte nella gestione del potere politico. Il suo è stato un mandato deludente perché non ha saputo prendere posizioni nette, scontentando tutti". Pedde ricorda quindi come il defunto presidente sia stato eletto con dei metodi "controversi" in quanto il Consiglio dei Guardiani gli "spianò la strada" non ammettendo al voto i suoi sfidanti più accreditati. Inoltre le elezioni che lo videro vincitore furono quelle con l'affluenza alle urne più bassa nella storia della Repubblica islamica.

Per quanto riguarda la successione a Raisi, secondo Pedde si sta erroneamente attribuendo alla sua scomparsa "un'importanza decisiva" per il futuro dell'Iran, ma "non ci saranno grandi cambiamenti". L'articolo 131 della Costituzione prevede la creazione di un consiglio di gestione composto dal presidente facente funzione Mokhber, dal presidente del Parlamento Qalibaf, e dal capo della magistratura, Mohseni-Ejei che ha 50 giorni per organizzare le elezioni. Durante questo periodo dovranno emergere le candidature, il Consiglio dei Guardiani dovrà selezionarle e si dovrà svolgersi la campagna elettorale.

"Si tratta di un lasso di tempo bravissimo che favorirà i cosiddetti candidati di sistema, quindi l'ala conservatrice e probabilmente più radicale - afferma - Ciò renderà molto difficile le candidature di riformisti e pragmatici: in passato aleggiava il nome di Zarif (l'ex ministro degli Esteri sotto la presidenza Rohani, ndr), ma bisogna vedere i tempi tecnici".

Per quanto riguarda i possibili candidati, il nome di Mokhber come futuro presidente lascia Pedde "abbastanza scettico in quanto molto debole da spendere politicamente". Ma in ogni caso, prosegue l'analista, si tratta di elezioni "molto enfatizzate in termini emotivi, ma che non vanno a cambiare il quadro della politica iraniana".

Quello che Pedde teme "fortemente" alla luce del "forte malcontento seppur sopito" in Iran e della "forte impopolarità di Raisi" è che un candidato di area ultraconservatrice "possa produrre un risultato ancora più basso in termini di affluenza alle urne. E' questo il vero problema per il sistema della Repubblica islamica che trae legittimità dalle elezioni". L'esperto evidenzia che in ogni caso "queste elezioni porteranno al potere un esponente di seconda generazione" ovvero "espressione diretta dei pasdaran".

Pedde esclude infine che la morte di Raisi possa influenzare la corsa alla successione di Khamenei dal momento che molti osservatori parlavano di corsa a due con il figlio della Guida Suprema, Mojtaba. E' "un dibattito che mi sembra molto occidentale e poco iraniano", taglia corto l'esperto, secondo cui Raisi "aveva un profilo che non lo avrebbe mai potuto collocare tra le candidature alla successone di Khamenei" in quanto non aveva "carisma né una credibilità spendibile di fronte al Consiglio dei Guardiani. Il presidente, a causa delle migliaia di oppositori mandati al patibolo quando era vice procuratore di Teheran, aveva troppi scheletri nell'armadio".

La candidatura di Raisi era "più costruita da noi al di fuori dell'Iran. Anche Mojtaba non ha le credenziali giuridico-religiose del padre, in più sancirebbe una linea di potere dinastica che è vista male in ambiente clericale. Non mi stupirei - conclude - che la terza Guida, come accaduto nel passaggio di poteri tra Khomeini e Khamenei, possa arrivare tramite un processo di riforma costituzionale vista la predominanza politica della seconda generazione che svuoterebbe la carica delle sue prerogative".

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Economia

G7, Pelino (Y7): “Periodo storico denso di sfide per...

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La presidente della Young Ambassadors Society e Chair del Y7 alla Farnesina in occasione del Summit Youth 7 Italy 2024 - G7 Italia Engagement Group.“Oggi i giovani continuano a confrontarsi con diverse sfide, dall'alto tasso di disoccup

G7, Pelino (Y7):

“Quest'anno il G7 e lo Y7 sono chiamati ad affrontare questioni molto importanti che stanno colpendo la nostra società. I tempi attuali rappresentano un periodo storico impegnativo per molti giovani, in particolare per coloro che soffrono in modo estremo a causa delle guerre che stanno colpendo molti Paesi”. Lo ha detto Alberta Pelino, presidente della Young Ambassadors Society e Chair del Y7, Ceo di Ey in Italia e Coo di Ey Europe West, alla Farnesina in occasione del Summit Youth 7 Italy 2024 - G7 Italia Engagement Group.

“Oggi i giovani continuano a confrontarsi con diverse sfide, dall'alto tasso di disoccupazione a un mercato del lavoro che cambia rapidamente e richiede competenze aggiornate e un passaggio più fluido dalla scuola al lavoro - ha detto ancora la Pelino - Le disuguaglianze sono ancora alte nelle nostre società, con molti giovani ancora emarginati. Inoltre, il cambiamento climatico sta avendo conseguenze devastanti sui sistemi economici e sociali di molti Paesi, e sono necessarie politiche urgenti per garantire una transizione verso un sistema economico sostenibile".

"Ci siamo riuniti qui oggi non solo perché crediamo nel potenziale dei giovani, ma perché lo abbiamo visto. Dalle iniziative digitali pionieristiche alla progettazione di città a misura di giovane, dal rilancio delle culture alle misure proactive contro il cambiamento climatico e le crisi alimentari, i giovani sono in prima linea”, ha concluso la Pelino.

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Cultura

Museo Ginori verso la riapertura, al via i lavori di...

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Custodisce migliaia di porcellana e maiolica degli ultimi tre secoli

Museo Ginori verso la riapertura, al via i lavori di ristrutturazione

Nuovo capitolo nella storia del Museo Ginori di Sesto Fiorentino che custodisce migliaia d oggetti di porcellana e maiolica degli ultimi tre secoli: è stato consegnato il cantiere per dare il via alla ristrutturazione dell'edificio che lo ospita, chiuso dal maggio del 2014 in seguito al fallimento dell'azienda Richard-Ginori e dal 2017 proprietà̀ demaniale, affidata alla Direzione regionale musei della Toscana del Ministero della Cultura fino al termine dei lavori.

"A sette anni dall'acquisizione degli spazi del Museo Ginori di Sesto Fiorentino da parte dello Stato, iniziano i lavori di ristrutturazione dell’edificio che lo ospita - afferma il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - Sin dal mio insediamento ho seguito con grande attenzione anche questo dossier e ora saluto con soddisfazione l’apertura del cantiere. Lo stanziamento da me previsto nel Piano Strategico Grandi Progetti Culturali è il segno della rinnovata attenzione verso questa realtà di rilievo internazionale da parte del governo".

Per il primo lotto degli interventi di ristrutturazione (la cui durata è prevista in 462 giorni naturali e consecutivi), il Cipe (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) ha stanziato 1,9 milioni di euro a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013. Un ulteriore finanziamento, sostenuto dal Piano Strategico Grandi Progetti Culturali con 5.5 milioni di euro, consentirà il recupero integrale dell’edificio, gravemente danneggiato negli anni di abbandono precedenti all'acquisizione da parte dello Stato italiano, attraverso il restauro e il risanamento conservativo, la riqualificazione edilizia e impiantistica (tesa anche all’adeguamento alle norme in materia di sicurezza, antincendio e adeguamento sismico) e la ridistribuzione degli ambienti interni secondo le nuove esigenze funzionali e museali.

Questa nuova tappa condurrà all’intero riallestimento e alla riapertura del Museo Ginori,  le cui straordinarie collezioni comprendono 8.000 manufatti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990, una preziosa raccolta di modelli scultorei in cera, terracotta, gesso e piombo dal XVIII al XX secolo, lastre in metallo incise e pietre litografiche per la stampa dei decori, un archivio di documenti cartacei e disegni (300 dei quali appartenenti al fondo Gio Ponti), una biblioteca storica, una biblioteca specialistica e una fototeca.

La progettazione del nuovo allestimento museale è affidata alla Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia in accordo con il Ministero della Cultura. La Fondazione, costituita dal 2019 su iniziativa del Ministero della Cultura, della Regione Toscana e del Comune di Sesto Fiorentino, attualmente gestisce le collezioni e gli archivi del Museo, conferiti in uso dalla Direzione regionale Musei della Toscana, e coordina le attività scientifiche e culturali del Museo.

"Il Museo Ginori - racconta Tomaso Montanari, presidente della Fondazione Ginori - è sopravvissuto al fallimento della Richard-Ginori grazie a uno straordinario movimento popolare che ha saputo trasformare il suo amore per questo scrigno della memoria in un efficacissimo strumento di persuasione che ha convinto lo Stato a investire sul futuro del museo e del territorio. La Fondazione è felice di assistere finalmente alla partenza del primo cantiere ed esprime la propria gratitudine al Ministro Sangiuliano e alla Direzione regionale musei della Toscana, che ha la responsabilità del coordinamento dei lavori. D’intesa con il Ministero della Cultura, stiamo lavorando per predisporre il progetto di allestimento, al fine di ridurre il più possibile il tempo che ci separa dall’apertura del nuovo Museo Ginori".

Realizzato nel 1965 su progetto dall’architetto Pier Niccolò Berardi, che lo aveva immaginato come uno scrigno perfetto per conservare i gioielli della collezione Ginori dopo la chiusura dell’antica sede della Manifattura di Doccia (1957), l’edificio che ospita il Museo Ginori è un importante esempio di architettura razionalista, che nelle forme e nella distribuzione dello spazio ricorda da vicino la Stazione di Santa Maria Novella di Firenze, alla cui progettazione Berardi aveva lavorato trent’anni prima insieme al maestro Giovanni Michelucci. Oggi, la distribuzione interna del museo rispetta il progetto originario redatto da Berardi, a eccezione di alcune modifiche realizzate in corso d’opera e negli anni successivi, soprattutto nei locali al piano terra. I lavori di ristrutturazione a livello architettonico, formale e di scelta dei materiali andranno in continuità con quanto previsto dal progetto originario, senza snaturare il linguaggio razionalista con il quale l’edificio è stato concepito.

"L'acquisto da parte dello Stato del Museo aziendale della Richard Ginori e di tutte le sue collezioni artistiche ed archivistiche - dichiara Stefano Casciu, direttore regionale Musei della Toscana - realizzato attraverso una articolata operazione amministrativa in concerto tra il Polo Museale della Toscana (oggi Direzione regionale) e la ex Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, diretta da Alessandra Marino, ha rappresentato il punto di svolta di una lunga vicenda volta a salvare dal degrado e ad acquisire al patrimonio pubblico un complesso museale di eccezionale interesse culturale, artistico, storico e sociale. La Direzione regionale musei della Toscana, coadiuvata dagli uffici centrali del Ministero della Cultura, ha portato avanti con costanza in questi anni le diverse fasi tecniche ed amministrative necessarie per giungere finalmente all’avvio dei lavori di ristrutturazione, dai quali deriverà il nuovo assetto museografico progettato insieme alla Fondazione Ginori. Sono quindi fiero, e grato a tutti i miei collaboratori, per il lungo e difficile percorso condotto fino ad ora nella direzione della riapertura così tanto attesa del magnifico Museo Ginori”.

"Nella Ginori - spiega Eugenio Giani, èresidente della Regione Toscana - si intrecciano da tre secoli arte e lavoro, per una storia di eccellenza tutta Toscana che è riconosciuta nel mondo. I manufatti di Doccia sono sinonimo di stile e bellezza e l’inizio dei lavori del museo che esporrà queste opere nella loro sede naturale a Sesto Fiorentino, è un momento importantissimo per tutta la Toscana. La Regione è impegnata attivamente per la riapertura e per la valorizzazione piena di questo patrimonio, nella convinzione che il Museo Ginori rivestirà il ruolo di primo piano che merita nell’offerta museale della Toscana, a beneficio del pubblico da tutto il mondo, ma anche della comunità della Piana artefice di questa storia straordinaria".

"A dieci anni dalla chiusura, avvenuta a maggio 2014 in una situazione di grande incertezza sul suo futuro - commenta Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino - inizia finalmente davvero la nuova vita del Museo Ginori, il museo di tutta la nostra città e di tutti i sestesi. Negli anni successivi, grazie a un lavoro costante di tutte le istituzioni coinvolte, ma soprattutto grazie alla risposta di Sesto e dei sestesi che non si sono mai rassegnati davanti a quel cancello chiuso, è stato fatto un lavoro importante, con un investimento economico da parte del Ministero e l’impegno condiviso con Comune e Regione per dar vita alla Fondazione. L’iter amministrativo è stato molto complesso, ma, finalmente, con l’avvio dei cantieri, si apre davvero una nuova storia".

Nato insieme alla Manifattura di Doccia e all’interno degli edifici destinati alla produzione, il Museo Ginori è stato per quasi trecento anni un museo d’impresa, pensato dal fondatore, il marchese Carlo Ginori, come il contenitore privilegiato della bellezza che la sua fabbrica era in grado di creare. Il museo custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuità̀ storica del suo patrimonio, che custodisce la memoria artistica, sociale ed economica della più̀ antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia. La raccolta include rari manufatti del primo periodo, ma anche prodotti seriali di illustri nomi del design industriale italiano, oggetti di lusso e di uso quotidiano, che testimoniano l’evolversi degli stili artistici, del costume, della scienza, delle tecniche produttive e dell’imprenditoria dal Settecento ai giorni nostri. Tra i capolavori, una rarissima raccolta di sculture in cera, calchi di opere dei maggiori maestri fiorentini del Settecento; repliche in scala al vero dei celebri marmi degli Uffizi; le eclettiche maioliche per le Esposizioni Universali; e le ceramiche di Gio Ponti, direttore artistico di Richard-Ginori dal 1923 al 1930.

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