Economia
Fumo, sondaggio: per 74% europei divieti non frenano...
Fumo, sondaggio: per 74% europei divieti non frenano consumo e aumentano mercato nero
Europei approvano prodotti senza combustione ma serve più informazione
In Europa la popolazione ha un elevato livello di consapevolezza e di comprensione degli impatti che può avere il commercio illecito di tabacco e prodotti contenenti nicotina, ma il problema sembra essere sottovalutato. Secondo un sondaggio che la società di analisi Povaddo ha effettuato per Philip Morris International, coinvolgendo oltre 14mila cittadini di 13 Paesi europei tra cui l'Italia, il 74% degli intervistati è d'accordo sul fatto che il divieto di alcuni prodotti contenenti tabacco e nicotina non porterà effettivamente a una riduzione del loro consumo, ma potrebbe invece favorire la crescita del mercato nero.
Inoltre, il 65% ritiene che il commercio illegale di tabacco e prodotti contenenti nicotina possa minare gli sforzi per ridurre i tassi di fumo con conseguenze sulla sicurezza e la salute pubblica.
Sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato come alternative per i fumatori che non smettono, una maggiore informazione scientifica e un'Unione europea che valuti con più attenzione gli impatti della fiscalità sul comparto. Sono i tre punti chiave che emergono dal sondaggio
Per il 69% degli intervistati l'informazione è cruciale: deve essere fornita in modo accurato, mostrando le caratteristiche dei prodotti innovativi senza combustione rispetto alle sigarette. Un impegno però che non riguarda solo i produttori, ma anche le istituzioni, come evidenzia la percentuale pressoché identica (67%) di chi ritiene che i governi dovrebbero incoraggiare i fumatori adulti che continuano a fumare a passare a valide alternative senza combustione. Per questo motivo, i prodotti in questione dovrebbero essere sottoposti a una regolamentazione diversa rispetto a quella in vigore per i prodotti da fumo tradizionali. C'è poi un 66% della popolazione adulta in Europa che è concorde sul fatto che organizzazioni come l'Unione europea e l'Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla riduzione del rischio, incoraggiando l’utilizzo di valide alternative.
"Questi risultati dell'indagine suggeriscono che c'è uno divario tra politica e cittadinanza quando si tratta di politiche sul tabacco", commenta il presidente di Povaddo, William Stewart. "L'approccio dell'Unione europea sembra più focalizzato su un obiettivo irrealistico, la completa eliminazione del consumo di nicotina, mentre la maggior parte dei rispondenti è aperta al concetto pragmatico di riduzione del rischio e a incoraggiare i fumatori a utilizzare valide alternative", aggiunge Stewart.
"Con una politica fiscale adeguata sarebbe possibile favorire i fumatori che non hanno intenzione di smettere a valutare prodotti alternativi come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato ". Spiega, all' Adnkronos, il presidente di Povaddo, William Stewart. "Oltre il 50% dei fumatori intervistati - ha infatti spiegato - sarebbe poco propenso a fare questo 'switch' tra sigarette classiche e prodotti alternativi innovativi se la tassazione fosse simile tra le due scelte". Per cui, ha evidenziato, "è evidente che si debba parlare del ruolo che la politica fiscale può avere nel fare cambiare idea alle persone. Senza incentivi non può avvenire", ha concluso.
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1 Maggio, Confsal: “Più dignità, sicurezza, equità e...
"Presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità"’
“È necessario varare un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi lavoro affinché il lavoro sia un progetto di vita e non di morte. C’è bisogno di fare scelte coraggiose e dare attuazione alle proposte Confsal che compongono il decalogo della sicurezza per la prevenzione partecipata”. Così Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal-Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori, in occasione della settima edizione della ‘Giornata del Lavoro’ che si è tenuta stamattina a Napoli.
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva e più sviluppo e occupazione i temi principali della manifestazione. “L’occupazione giovanile passa attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno rendendo urgente un cambio di passo da parte delle amministrazioni dal punto di vista strutturale, procedurale e burocratico per attirare investimenti dal punto di vista sociale-legale”, ha ricordato Margiotta che ha aggiunto: “È necessario creare un fronte comune, affinché i nostri giovani non abbandonino i loro territori e anche le strade della legalità”.
Strettamente legato al tema dello sviluppo occupazionale è quello della formazione - e in particolare del sistema della formazione professionale - che deve essere rivisto ed aggiornato poiché, come ha evidenziato il segretario Confsal “Oltre al capitale finanziario occorre il capitale umano: i giovani devono diventare un fattore di sviluppo acquisendo le competenze che servono al mercato del lavoro, soprattutto nei settori emergenti”.
Focus anche sull’equità retributiva. “Con due contratti innovativi abbiamo recentemente stabilito un minimo tabellare di 9 euro lordi orari in tutti i settori economici del manifatturiero e in tutti i settori del terziario, dimostrando che la minima dignità economica che deve derivare dal lavoro, cioè il cosiddetto salario minimo può essere stabilito con una contrattazione collettiva di qualità senza bisogno della legge”, ha osservato Margiotta.
“Dare dignità al lavoro significa anche dare dignità a quei lavoratori in difficoltà perché fragili o disabili. Fragilità e disabilità non sono la stessa cosa ma hanno in comune uno stato di difficoltà che la società, sorda e insensibile, trasforma in un vero e proprio handicap perché impedisce loro di superarlo. Ecco perché presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità’ dal quale deve discendere un protocollo attuativo della normativa sulla disabilità nei luoghi di lavoro, al fine di eliminare ogni discriminazione”, ha aggiunto.
Margiotta ha poi colto l’occasione per ribadire l'impegno di Confsal per le pari opportunità: “La questione sindacale e culturale da affrontare è quella delle pari opportunità di progresso durante la vita lavorativa. La riduzione delle disuguaglianze di genere e la partecipazione delle donne ai ruoli decisionali porterebbe sicuramente benefici non solo in termini di equità ed eguaglianza ma anche di crescita economica e renderebbe l’Italia un Paese competitivo anche a misura di donna. Confsal è impegnata a promuovere modelli organizzativi innovativi che garantiscano a tutti opportunità di crescita e formazione, con orari di lavoro flessibili e l’introduzione di fringe benefit pensati per il benessere del lavoratore e delle lavoratrici”, ha sottolineato il segretario. Un pensiero, infine, al tema della pace: “In questo dilagare di scenari di guerra in tanti parti del mondo occorre ascoltare l’invito del Papa che a parlare non siano più le armi ma la diplomazia e i negoziati affinché si possa di nuovo ascoltare la parola Pace”, ha concluso.
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Confsal in piazza a Napoli per il lavoro, lo sviluppo, la...
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva sviluppo e occupazione. Questi i temi principali della 7ma edizione della Giornata del Lavoro Confsal che da Piazza del Plebiscito a Napoli, in collegamento con le piazze di tutte le regioni d’Italia, ha rivendicato con forza il valore, la dignità del lavoro pubblico e privato, ponendo in primo piano la questione della sicurezza. In un contesto complesso per l’ Italia, il lavoro rappresenta sempre più un valore da difendere ai tavoli istituzionali.
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1 maggio, Luzzi (Feder.Agri): “Tanti morti sul lavoro...
Il segretario generale della Feder.Agri ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli
"I morti sul lavoro non sono solo quei mille all’anno registrati dalle statistiche, ad esempio ce ne sono 500 che perdono la vita nel tragitto casa-lavoro e 60 membri delle forze ordine che ogni anno si suicidano per motivi di lavoro”. Così Alfonso Luzzi, segretario generale della Feder.Agri, ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli.
“Oltre ai morti ‘sul’ lavoro - ha precisato Luzzi - sono da conteggiare anche i morti ‘per’ lavoro, quei 7.000 all’anno deceduti per le conseguenze della propria attività lavorativa, poi ci sono le malattie professionali, le aggressioni sui luoghi di lavoro e anche questioni ancora non evidenti come i rischi dello smart working”.
“Sono numeri grossi, anche se in linea con quelli della maggior parte dei paesi europei, ma che ci spingono a fare qualcosa, come lo sta facendo Confsal con più risorse alla sicurezza e qualità alle proposte”, ha concluso il segretario di Feder.Agri.