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Migranti, Parlamento europeo approva il patto Ue. Metsola: “Abbiamo fatto la storia”

Schinas: "È fatta, ora l'Europa gestirà ordinatamente i flussi". Contrari gli europarlmentari Pd. La Lega: "Italia lasciata sola". Cei: "È il fallimento della solidarietà europea"

Barcone con migranti a bordo - Afp

Il Parlamento Europeo ha approvato oggi, 10 aprile, a maggioranza tutti i testi del patto Ue sull'asilo e la migrazione, nella miniplenaria a Bruxelles. "Dopo quasi un decennio di blocco, il Parlamento ha adottato il patto, una completa rivoluzione delle leggi Ue sulle migrazioni. E' fatta. L'Europa gestirà le migrazioni in modo ordinato, alle nostre condizioni", commenta via social il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas.

I dieci testi che compongono il patto (procedura comune di protezione internazionale nell’Ue; risposta alle situazioni di crisi e forza maggiore; gestione dell’asilo e della migrazione; procedura di rimpatrio alla frontiera; accertamenti nei confronti dei cittadini di Paesi terzi alle frontiere esterne; sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali per i cittadini di Paesi terzi; regolamento Eurodac; quadro Ue per il reinsediamento; norme sull’attribuzione della protezione internazionale; norme sull’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale) sono passati tutti con margini abbastanza consistenti. Quello più stretto, risposta alle situazioni di crisi e forza maggiore, è stato approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astenuti.

Cosa cambia

I testi approvati sono dieci, ricorda il Parlamento. Il regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione, presentato dal relatore Tomas Tobé (Svezia Ppe), è stato approvato con 322 voti favorevoli, 266 contrari e 31 astensioni. Per aiutare i Paesi Ue più esposti alle pressioni migratorie, gli altri Stati membri dovranno contribuire, a scelta, accogliendo una parte dei richiedenti asilo o dei beneficiari di protezione internazionale nel loro territorio, stanziando contributi finanziari o fornendo un sostegno tecnico-operativo.

Saranno inoltre aggiornati i criteri che attribuiscono a uno Stato la responsabilità di esaminare le domande di protezione internazionale (le cosiddette norme di Dublino). Il regolamento sulle situazioni di crisi, presentato dal relatore Juan Fernando Lopez Aguilar, istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di cittadini di paesi terzi. Le nuove norme affronteranno anche il tema della strumentalizzazione dei migranti, ossia il loro uso da parte di paesi terzi o attori non statali ostili con l’obiettivo di destabilizzare l'Ue.

Il regolamento screening, presentato dalla relatrice Birgit Sippel (Germania, S&D), è stato approvato con 366 voti favorevoli, 229 contrari e 26 astensioni. Stabilisce, in sintesi, che le persone che non soddisfano i requisiti per entrare nell'Ue saranno soggette a un accertamento preliminare della durata massima di sette giorni, comprensivo di identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza. Gli Stati membri dovranno istituire meccanismi di controllo indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali. I deputati hanno approvato anche un nuovo regolamento sul sistema centralizzato di informazioni sulle condanne (Ecris-Tcn), con 414 voti favorevoli, 182 contrari e 29 astensioni.

La legge che prevede una nuova procedura Ue per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale, presentata dalla relatrice Fabienne Keller (Francia, Renew), è stata approvata con 301 voti favorevoli, 269 contrari e 51 astensioni. Con le nuove regole, il trattamento delle domande di asilo alle frontiere dovrà diventare più rapido, con scadenze più brevi per le domande infondate o inammissibili. La nuova procedura per il rimpatrio alle frontiere è stata approvata con 329 voti favorevoli, 253 contrari e 40 astensioni. Il regolamento Eurodac, presentato dal relatore Jorge Buxadé Villalba (Spagna, Ecr), è stato approvato con 404 voti favorevoli, 202 contrari e 16 astensioni.

I dati delle persone che entrano irregolarmente nell'Ue, comprese le impronte digitali e le immagini del volto di chiunque abbia più di sei anni, saranno memorizzati nella banca dati Eurodac aggiornata. Le autorità potranno anche segnalare gli individui aggressivi, armati o che rappresentano una minaccia alla sicurezza. Il regolamento sul riconoscimento dello status di rifugiato o di persona che gode di protezione sussidiaria e sui diritti applicabili, presentato dal relatore Matjaž Nemec (Slovenia, S&D), è stato approvato con 340 voti favorevoli, 249 contrari e 34 astensioni.

Gli Stati membri avranno il compito di valutare la situazione nel Paese di origine sulla base dei dati forniti dall'Agenzia Ue per l'asilo. Una volta concesso, lo status di rifugiato sarà sottoposto a verifiche regolari. Chi ha richiesto protezione dovrà rimanere nel territorio dello Stato membro responsabile di esaminare la domanda o dello Stato che ha concesso la protezione.

La direttiva sull'accoglienza dei richiedenti asilo, presentata dalla relatrice Sophia In't Veld (Olanda, Renew), è stata approvata con 398 voti favorevoli, 162 contrari e 60 astensioni. In base alle nuove norme, gli Stati membri dovranno garantire che gli standard di accoglienza dei richiedenti asilo, ad esempio per quel che riguarda alloggi, istruzione e sanità, siano gli stessi in tutta l'Unione. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare al più tardi entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda. Si procederà anche a regolamentare le condizioni di detenzione e la limitazione della libertà di circolazione, in modo da disincentivare gli spostamenti da un Paese Ue all'altro.

Il regolamento sul nuovo quadro Ue per il reinsediamento (nel gergo comunitario è il trasferimento di un rifugiato da un Paese terzo all'Ue), presentato dal relatore Malin Bjoerk (Svezia, The Left), è stato approvato con 452 voti favorevoli, 154 contrari e 14 astensioni. Il nuovo quadro per il reinsediamento e l'ammissione umanitaria prevede che gli Stati membri possano offrirsi di ospitare i cittadini di paesi terzi riconosciuti dall'Onu come rifugiati, ai quali sarà garantito un accesso all'Ue legale, organizzato e sicuro.

Una volta approvate formalmente anche dal Consiglio, le leggi entreranno in vigore dopo essere state pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'Ue. L'applicazione dei regolamenti è prevista dopo due anni. Per quanto riguarda la direttiva sulle condizioni di accoglienza, gli Stati membri avranno due anni di tempo per introdurre le modifiche nelle loro leggi nazionali.

Metsola: "Parola mantenuta"

Oggi votando il patto sulle migrazioni e l'asilo il Parlamento Europeo ha "fatto la storia. Abbiamo creato un solido quadro legislativo su come gestire la migrazione e l’asilo nell’Ue - afferma via social la presidente dell'Aula Roberta Metsola - . Sono passati più di dieci anni di lavoro. Ma abbiamo mantenuto la parola data. Un equilibrio tra solidarietà e responsabilità: questa è la via europea".

Von der Leyen: "Nessun Paese lasciato solo"

"La migrazione irregolare necessita di risposte europee. Nessuno Stato membro verrà lasciato solo - assicura la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, rispondendo in conferenza stampa a Bruxelles ad una domanda riguardante i Paesi di primo ingresso come l'Italia - . Per questo abbiamo introdotto meccanismi per essere sicuri che gli Stati sotto pressione vengano aiutati. La solidarietà obbligatoria è tra gli Stati, che possono scegliere se ricollocare migranti, contribuendo in natura o finanziariamente".

Eurodeputati Pd: "Contrari, patto non supera Dublino"

"Oggi abbiamo dato un voto contrario all’accordo sul patto sulla migrazione, perché - dichiara la delegazione degli eurodeputati del Pd, in una nota - il compromesso raggiunto è caratterizzato non soltanto da gravi e inaccettabili manchevolezze sul versante dei diritti umani, ma anche dal punto di vista degli interessi specifici dell’Italia. Non è il superamento del sistema di Dublino per cui abbiamo lavorato in questi anni, che avrebbe dovuto alleggerire la pressione sui Paesi di primo ingresso, non rafforza il sistema d’asilo Europeo in maniera soddisfacente ed è fortemente improntato a un approccio securitario nella gestione del fenomeno migratorio".

"Riflessioni - aggiungono - condivise da tutte le principali organizzazioni non-governative, dalle associazioni che si occupano di accoglienza e di diritti umani, e dai tanti cittadini che ci hanno espresso tutta la loro contrarietà a questo accordo. Nello specifico, il nuovo regolamento Eurodac introduce l’obbligo di dati biometrici a partire dai sei anni, schedando come fossero criminali le persone che arrivano. Con il regolamento screening, il trattenimento di chi arriva diventa praticamente una regola e con l’introduzione del concetto di ‘finzione del non ingresso’ chiunque arriverà non sarà considerato legalmente nel territorio dello Stato membro e nell’Ue, dunque, dovrà rimanere a disposizione delle autorità".

"Nel regolamento procedure - proseguono gli eurodeputati dem - si prevede la normalizzazione delle ‘procedure speciali alla frontiera’ anche per i minori non accompagnati e per chi viene soccorso in mare, invertendo un principio giuridico che limitava questa procedura a pochissimi casi per garantire il diritto alla richiesta d’asilo e l’esame delle storie personali delle persone. L’introduzione del concetto di ‘Paese terzo sicuro’ sbarra le porte di qualsiasi esame nel merito delle richieste per migliaia di persone. Infine, il regolamento Crisi introduce il concetto di strumentalizzazione che crea una deroga al sistema generale di gestione della migrazione e dell’asilo colpendo indirettamente anche le Ong con chiari rischi di ripercussioni per la criminalizzazione della solidarietà. Sostenere il patto migrazione in questa forma avrebbe significato accettare un sistema che riteniamo iniquo anche per la condivisione della solidarietà per i prossimi decenni. Continueremo invece a batterci per un’Europa solidale con le persone e fra i Paesi", concludono.

Lega: "Deludente, patto lascia sola l'Italia"

Il patto non piace neppure alla Lega di Mattei Salvini che lo definisce "una proposta deludente che non risolve in alcun modo il problema dei flussi illegali e clandestini lasciando sola l’Italia, ancora una volta. La Lega ha votato contro l’impianto di questa 'riforma', dopo aver proposto soluzioni di buonsenso per fermare le partenze e cooperare con i Paesi d’origine, tutte non prese in considerazione da un parlamento che è evidentemente lontano dagli interessi e dalle richieste di sicurezza dei cittadini europei. Basta con sinistra e socialisti - conclude la Lega in una nota - c’è bisogno di una nuova maggioranza a Bruxelles, a difesa dei Popoli europei.

Cei: "È il fallimento della solidarietà europea"

Di "fallimento della solidarietà europea" parlano i vescovi. “Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati segna una deriva nella politica europea dell’asilo e il fallimento della solidarietà europea, che sembra infrangersi come le onde contro i barconi della speranza”. Non usa mezzi termini monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei che si occupa dei problemi dell’immigrazione nonché presidente della fondazione Migrantes nel bocciare il nuovo Patto dell’Europa sulle migrazioni.

"Confidiamo - dice Perego - che l’art. 10 della nostra Costituzione rimanga come presidio sicuro per tutelare i richiedenti asilo. Le prossime elezioni europee saranno un banco di prova importante per rigenerare l’Europa a partire dalle sue radici solidali e non piegarla a nazionalismi e populismi che rischiano di dimenticare la nostra comune storia europea”. “Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati, approvato oggi al Parlamento europeo a Bruxelles - osserva l’esponente della Cei - avrebbe dovuto modificare le regole di Dublino, favorire la protezione internazionale in Europa di persone in fuga da disastri ambientali, guerre, vittime di tratta e di sfruttamento, persone schiacciate dalla miseria, con un impegno solidale di tutti i Paesi membri dell’Unione europea nell’accoglienza, il ritorno alla protezione temporanea come si era visto con gli 8 milioni di migranti in fuga dall’Ucraina, un monitoraggio condiviso tra società civili e Istituzioni del mar Mediterraneo per salvare vite nel Mediterraneo".

"Invece l’Europa – mentre continuano le tragedie nel Mediterraneo – a maggioranza di voti si chiude in se stessa, trascura i drammi dei migranti in fuga, sostituisce la vera accoglienza con un pagamento in denaro. E pretende ancora di più dai Paesi di frontiera, come l’Italia: controlli più veloci, ritorni nel primo Paese di sbarco di chi si muove in Europa senza un titolo di protezione internazionale, rimpatri facilitati in Paesi terzi non sicuri, chiudendo gli occhi su esternalizzazioni dei migranti. Indebolendo, non da ultimo, la tutela delle famiglie e dei minori”, conclude.

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Spettacolo

Tornano i ‘Co’Sang’, live a Napoli il...

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I due padri dello street rap italiano saliranno sul palco di piazza del Plebiscito per un live in un luogo simbolo della loro città

Tornano i 'Co'Sang', live a Napoli il 17/09

A 12 anni da quando le loro strade si sono separate, i Co’Sang hanno deciso di mettere fine all’attesa. Il 17 settembre, Luchè e Ntò, considerati i padri dello street rap italiano, saliranno sul palco di piazza del Plebiscito, a Napoli, per un live nel luogo simbolo della loro città. L’annuncio è arrivato con un corto che porta la firma del duo di Marianella, raccontando la storia di quello che succedeva 'Int’o Rione' e che accade oggi, con il modo di rappresentare la realtà.

I Co’Sang, da sempre legati alle proprie radici, sono stati i primi rapper partenopei a valicare i confini di Napoli per arrivare in tutta Italia. Lo speciale evento è prodotto e distribuito da Vivo Concerti. Le prevendite saranno disponibili online da domani alle 14 e nei circuiti di vendita autorizzati dall'8 maggio alle 14.

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Cronaca

Tutto pronto per l’Oscar Italiano del Cicloturismo, meno 30...

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Tutto pronto per l’Oscar Italiano del Cicloturismo, meno 30 al via

Fra un mese - il 1° giugno, alla vigilia della Giornata Mondiale della Bicicletta di lunedì 3 - verrà assegnato l'Oscar Italiano del Cicloturismo 2024, la nona edizione del premio che va ogni anno alle vie verdi delle Regioni che promuovono la vacanza su due ruote e il turismo lento. E mancano pochi giorni alla scadenza del 10 maggio, ultimo giorno utile perché le Regioni possano inviare le candidature delle 'greenways' sul loro territorio (regolamento e iscrizioni: sul sito Green Road Award Oscar 2024 sezione Partecipare).

Al Comitato organizzativo del premio sono, intanto, arrivate diverse proposte: tra le prime regioni a candidare le proprie ciclovie Lazio, Veneto, Liguria, Basilicata, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e la Provincia Autonoma di Trento, più volte premiata negli anni per la convinta adesione a una forma di turismo che non smette di raccogliere nuovi appassionati e macinare record: 56 milioni di presenze cicloturistiche lo scorso anno, il 6,7% delle presenze complessive in Italia, secondo il Rapporto 'Viaggiare con la bici 2024', realizzato da Isnart, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Legambiente, con un impatto economico diretto stimabile in oltre 5,5 miliardi di euro al 2023, in crescita del 35% sul 2022 e del 19% sul 2019.

Naturalmente l’Oscar Italiano del Cicloturismo non è una gara, ma ha lo scopo di spronare le amministrazioni locali a valorizzare i propri percorsi eccellenti e promuovere gli investimenti nelle vacanze a due ruote creando nuovi flussi di turismo alto spendenti sui territori durante tutto l’anno. Un turismo che contribuisce al miglioramento della qualità della vita, incidendo sulla conservazione del suolo pubblico e sullo sviluppo economico, sociale e turistico, portando anche alla creazione di nuovi posti di lavoro, utili a riportare i giovani nei territori di origine offrendo nuove opportunità. “Il turismo in bicicletta, oggi, in Italia, non si può più considerare un fenomeno di nicchia e questo accade anche grazie alla nostra iniziativa” dice Ludovica Casellati, presidente di giuria e ideatrice del premio.

Fervono, intanto, i preparativi per l’evento di premiazione che si terrà nell’ambito di una tre giorni tra Lucca e Viareggio, le terre di Giacomo Puccini – di cui quest’anno ricorre il centenario della morte – che dà il nome anche alla medaglia d’oro dello scorso anno, la Ciclopedonale Puccini, prima ciclovia musicata che, fra tradizione e innovazione, raccoglie il patrimonio culturale e naturale tra Lucca e la Versilia, raccontando la vita e i luoghi del grande compositore. La cerimonia del 1° giugno sarà preceduta il 31 maggio da un Bike Forum con esperti di cicloturismo e, soprattutto, amministratori e operatori turistici locali per un momento di formazione e scambio di esperienze. Ogni regione può candidare fino a due vie verdi. 1°, 2° e 3° premio verranno assegnati alle green road con criteri di eccellenza e il punteggio più alto secondo vari parametri (progettazione, costruzione, promozione, segnaletica, servizi green, ecc). È prevista, inoltre, la menzione speciale di Legambiente e la giuria, a sua discrezione, può decidere di assegnare altre menzioni qualora le candidature presentate lo rendessero significativo. Ogni ciclovia può essere ricandidata più volte, secondo il grado di sviluppo raggiunto negli anni.

I vincitori assoluti dell’Oscar Italiano del Cicloturismo delle passate edizioni sono: nel 2015, l’Umbria con la ciclovia “Assisi-Spoleto-Norcia”; nel 2016, il Friuli Venezia Giulia con “L’Alpe Adria”: nel 2017, il Veneto con “La Ciclovia dell’Amicizia”; nel 2018 la Lombardia con “La Ciclovia del Fiume Oglio”; nel 2020, è stata la volta dell’Abruzzo che ha vinto con “Bike to Coast”; nel 2021 un inedito ex aequo ha visto al primo posto la Calabria con “La Ciclovia dei parchi” insieme alla Provincia Autonoma di Trento con la “Green Road dell’Acqua”. Nel 2022 l’Emilia Romagna con il “Grand Tour della Valle del Savio” e lo scorso anno, appunto, la Toscana con la Ciclopedonale Puccini.

La giuria del premio è composta da personalità di spicco nel campo del giornalismo, opinion leader, partner, personalità dei settori bike, ambiente, ospitalità e turismo: Monsignor Liberio Andreatta (Fondazione Fs), Bernabò Bocca (Federalberghi), Peppone Calabrese (Linea Verde Rai), Antonio Dalla Venezia (Fiab-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), Diana de Marsanich (Natural Style), Alfredo di Giovampaolo (Rainews), Maria Giaconia (Gruppo Fs Italiane), Maria Rita Grieco (Rai Tg1), Ivana Jelinic (Enit), Marina Lalli (Federturismo Confindustria), Beniamino Quintieri (Istituto per il Credito Sportivo), Enrico Rondoni (Mediaset Tg5), Guido Rubino (Cyclinside), Alessandra Schepisi (Radio 24), Silvia Squizzato (Rai Tg2), Antonio Ungaro (Federazione Ciclistica Italiana), Sebastiano Venneri (Legambiente). Presidente della giuria Ludovica Casellati, ideatrice del premio, direttore di viagginbici.com e founder di Luxury Bike Hotels.

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Salute e Benessere

Studio, immunoterapia a 2 braccia funziona su artrite...

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Studio, immunoterapia a 2 braccia funziona su artrite reumatoide

Una rivoluzione per la terapia dell’artrite reumatoide. Potrebbe arrivare dai risultati di una ricerca italo-tedesca pubblicata su 'Nature Medicine' e siglata dal gruppo della professoressa Maria Antonietta D’Agostino, direttore della Uoc di Reumatologia della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e ordinario di Reumatologia all’Università Cattolica, e del professor Georg Schett, dell’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga (Fau).

Lo studio ha esplorato un nuovo possibile approccio terapeutico a questa malattia autoimmune, che consiste nell’organizzare una sorta di appuntamento al buio tra le cellule B e le cellule T, le due protagoniste della risposta immunitaria. L'incontro si conclude con l’eliminazione delle cellule B malate (cioè quelle che producono gli anticorpi responsabili dell’infiammazione e della distruzione delle articolazioni), da parte delle cellule T suppressor. A organizzare questa sorta di 'imboscata immunitaria' è il blinatumomab (o Blina), un immunoterapico già usato per il trattamento di alcuni tumori del sangue. Nel caso dell’artrite reumatoide il suo impiego è sperimentale, ma in questa ricerca ha ottenuto un effetto straordinario e inedito sul piano del risultato terapeutico.

"Nei sei pazienti con artrite reumatoide multi-resistente al trattamento (tra i quali anche una paziente italiana), ai quali è stato somministrato in via compassionevole e sperimentale Blina - spiega D’Agostino - il farmaco ha prodotto un rapido declino dell’attività di malattia, riducendo il livello di anticorpi circolanti e migliorando l’infiammazione dei tessuti sinoviali, come abbiamo documentato all’ecografia, alla Fapi-Pet-Tac e con l’analisi trascrittomica dell’infiammazione della membrana sinoviale. La terapia è stata molto ben tollerata: i pazienti hanno presentato solo un temporaneo rialzo della temperatura alla prima infusione, ma nessun segno di sindrome da rilascio delle citochine". Sofisticate analisi di laboratorio (come la citometria a flusso ad alta dimensione) hanno confermato che il miglioramento clinico è dovuto ad un reset immunitario, consistente nell’eliminazione delle cellule B ‘cattive’ (cioè con la memoria ‘attivata’ a produrre continuamente auto-anticorpi), che vengono rimpiazzate da cellule B ‘buone’.

"Questi risultati, molto promettenti per l’entità della risposta e la tollerabilità del farmaco - commenta D’Agostino - suggeriscono la potenziale utilità di questo approccio terapeutico nelle forme più gravi di artrite reumatoide, resistenti alla terapia. Potrebbe essere l’inizio di una nuova era di trattamento per altre malattie autoimmuni mediate dalle cellule B, dal lupus, alla sclerodermia. La via del T-cell engager per distruggere i linfociti B, produttori di auto-anticorpi, che mantengono lo stato di attività di malattia e responsabili della mancata risposta ai farmaci attualmente utilizzati, potrebbe dunque portare a una nuova maniera di aggredire le patologie autoimmuni, sfruttando l’azione del nostro stesso sistema immunitario. È lo stesso concetto utilizzato dalla terapia con Car-T, nella quale i linfociti T vengono ‘attivati’ per distruggere i linfociti B auto-reattivi”.

Il Blina è un anticorpo monoclonale bispecifico, cioè ‘a due braccia', una forma di immunoterapia che provoca la distruzione delle cellule B ad opera delle cellule T suppressor, facilitandone l’incontro. È insomma un farmaco ‘facilitatore’, che avvicina tra loro queste due categorie di cellule, rendendo più efficace l’eliminazione da parte linfociti T nei confronti delle cellule B ‘deviate’, cioè con la memoria bloccata nella produzione incontrollata di anticorpi rivolti contro le articolazioni, nel caso dell’artrite reumatoide.

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