Cronaca
Salute, esperti: “Dopo diagnosi diabete 2 uso sistemi...
Salute, esperti: “Dopo diagnosi diabete 2 uso sistemi monitoraggio glucosio con sensori”
Panel internazionale pubblica Consensus report su Nature Reviews Endocrinology
In Italia le persone con diabete sono circa 3,9 milioni, pari al 6,6% dell'intera popolazione. Un numero quasi raddoppiato negli ultimi vent'anni. I sistemi di monitoraggio del glucosio con sensori sono considerati oggi uno standard per le persone con diabete in terapia insulinica intensiva, ma un panel di esperti diabetologi europei ritiene - attraverso un Consensus report pubblicato oggi - che possano essere uno strumento essenziale anche subito dopo la diagnosi di diabete di tipo 2. Nel documento si afferma che questi sistemi di monitoraggio possono aiutare il medico a monitorare meglio il profilo glicemico del paziente e ad impostare e valutare nel tempo il piano di cura, spiega una nota. Inoltre, questi sistemi forniscono informazioni su come la dieta e l'esercizio fisico possono influire sui livelli di glucosio.
"La pubblicazione - commenta Stefano Del Prato, professore di Endocrinologia all'Università di Pisa - rappresenta il risultato di una discussione tra esperti tesa a valutare i vantaggi del monitoraggio glicemico nelle varie fasi della evoluzione del diabete tipo 2, sia all'esordio della malattia che nelle fasi più avanzate con terapia insulinica. Il gruppo ha convenuto che in tutte queste fasi i sistemi di monitoraggio del glucosio con sensori offrono alla persona con diabete una migliore consapevolezza della gestione della patologia, permettendo loro di apprezzare 'in diretta' gli effetti dell'aderenza alla terapia dietetica e di attività fisica, oltre che alla eventuale terapia farmacologica. Il monitoraggio glicemico con sensore, inoltre, facilita l'interpretazione della risposta clinica al trattamento da parte del personale sanitario".
"Il gruppo di lavoro - aggiunge lo specialista - ha evidenziato i risultati di indagini che hanno mostrato come la migliore consapevolezza di gestione clinica fornita dal monitoraggio continuo della glicemia possa determinare un effetto positivo sugli esiti clinici, una riduzione degli eventi acuti e delle ospedalizzazioni. Oggi questi sistemi sono largamente utilizzati nei soggetti in terapia insulinica, ma i dati della letteratura dimostrano come il monitoraggio della glicemia con sensori sia importante fin dall'esordio del diabete di tipo 2 e il suo uso dovrebbe essere considerato il prima possibile, per aiutare la persona con diabete a vivere una vita più consapevole e sana".
Gli studi clinici - riporta la nota - mostrano che attuare un controllo intensivo del glucosio fin dall'esordio del diabete di tipo 2 può contribuire a ridurre significativamente il rischio di sviluppare le complicanze microvascolari del diabete, come retinopatia, malattia renale cronica o neuropatia. Altrettanto importante è il fatto che il controllo precoce del glucosio nelle persone con diabete di tipo 2 può tradursi in una riduzione duratura del rischio di infarto miocardico e di morte per qualsiasi causa. Le evidenze scientifiche stimano che, nelle persone con nuova diagnosi di diabete di tipo 2 e HbA1c >7,5% (58 mmol/mol), un ritardo di un anno nell'intensificazione della terapia è associato a un aumento del 67% del rischio di infarto miocardico, del 51% del rischio di ictus e del 64% del rischio di insufficienza cardiaca, rispetto a coloro che ricevono tempestivamente un trattamento ipoglicemizzante intensivo. Il controllo glicemico precoce è quindi fondamentale per la prevenzione a lungo termine delle complicanze che possono cambiare la vita delle persone con diabete e per ridurre i costi associati ai ricoveri ospedalieri.
Secondo gli esperti, utilizzare sistemi di monitoraggio del glucosio con sensori come FreeStyle Libre di Abbott nelle persone con diabete di tipo 2 permette di ottenere feedback immediati, come letture del glucosio minuto-per-minuto e frecce di tendenza che indicano l'andamento nel tempo dei livelli di glucosio. Questi feedback possono aiutare le persone a interpretare meglio l'andamento della glicemia e adottare comportamenti appropriati, come dieta ed esercizio fisico, per migliorare il loro profilo glicemico giornaliero secondo il parere del medico. E' stato mostrato che prendere queste decisioni con l'aiuto della tecnologia con sensori può essere efficace per le persone con diabete di tipo 2 in terapia insulinica basale e i dati indicano che è altrettanto motivante per le persone con diabete di tipo 2 di nuova diagnosi.
Ad oggi in Italia i criteri di rimborso dei dispositivi di monitoraggio del glucosio a base sensore differiscono da regione a regione. Alcune Regioni rimborsano questi dispositivi solo alle persone in terapia insulinica multi-iniettiva, altre, come ad esempio la Lombardia, prevedono il rimborso di alcuni di questi sistemi (Flash glucose monitoring) in tutti i pazienti che utilizzano insulina e, in particolari condizioni, anche in pazienti non insulino-trattati.
Cronaca
Ferrovie, sciopero del 19 e 20 maggio. Salvini firma la...
La nota con le motivazioni del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato un'ordinanza di precettazione nei confronti delle sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero del trasporto ferroviario tra domenica 19 e lunedì 20 maggio. Lo rende noto il Mit in un comunicato.
Il motivo
La decisione, fanno sapere dal Mit, è maturata "soprattutto in vista dell'importante weekend per gli appassionati di Formula 1, in quanto coincide con la manifestazione sportiva 'Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna' all'Autodromo di Imola. L'afflusso di turisti e appassionati stimato è di oltre 200mila persone. Lo sciopero causerebbe notevoli ripercussioni e problemi di ordine e sicurezza pubblica". Sulla base di queste motivazioni il ministro Salvini "ha pertanto disposto il differimento".
Cronaca
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 16 maggio
Nessun 6 nè 5+1 e jackpot sale a 22,3 milioni
Nessun 6 né 5+1, mentre in 3 hanno centrato il montepremi a disposizione dei punti 5 incassando rispettivamente 57.872,38. Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti 6 raggiunge così quota 22.300.000,00 euro.
Quali punteggi vincono
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Ho vinto o no?
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
Quanto costa una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Come scoprire se ho vinto
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle estrazioni precedenti.
I numeri dell'estrazione vincente di oggi
La combinazione vincente del SuperEnalotto: 10, 11, 27, 31, 66, 83; Numero Jolly 25; SuperStar 57.
Cronaca
Chico Forti, chi è e perché era in prigione in Usa: la...
Il 1 marzo scorso l'annuncio di Giorgia Meloni da Washington: "Rientrerà in Italia"
Ultime settimane negli Usa per Chico Forti, il 65enne trentino detenuto per quasi 24 anni a Miami dopo una condanna all'ergastolo senza appello per l'omicidio dell'imprenditore australiano Dale Pike, ha lasciato oggi il carcere per essere trasferito in una struttura federale per l'immigrazione, ultimo passaggio prima del trasferimento in un carcere italiano.
Dal wind surf all'accusa di omicidio
Enrico Forti, detto Chico prima di essere arrestato era un campione di windsurf, documentarista e produttore televisivo. Ma la sua carriera venne interrotta bruscamente nel 1998 quando viene accusato dell'omicidio di Pike.
Dal 15 giugno 2000, giorno del verdetto, Forti si dice vittima di un complotto. Pike fu trovato morto in un boschetto che limita una spiaggia, a poca distanza dal parcheggio dove lui stesso aveva chiesto a Forti di accompagnarlo, dopo averlo prelevato all'aeroporto. La morte fu fatta risalire tra le ore 20 e le 22 del giorno precedente, poco tempo dopo il suo commiato da Chico Forti.
La sentenza
Secondo la sentenza, non appellabile, Forti è stato condannato all'ergastolo per "aver personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamene, la morte di Dale Pike".
La storia di Forti è legata a doppio filo all’omicidio di Gianni Versace, avvenuto il 15 luglio 1997, a Miami Beach, due chilometri in linea d’aria dal luogo dove, sette mesi dopo (il 15 febbraio 1998), fu trovato cadavere Dale Pike, ucciso fra l’altro con lo stesso tipo di pistola che esplose i suoi colpi mortali contro Versace; due proiettili alla testa, come per Pike.
La battaglia per il rientro e l'annuncio di Meloni
Per anni la famiglia di Forti, soprattutto l'anziana madre, si è battuta per un suo rientro in Italia. Nel marzo 2021, un primo spiraglio era stato annunciato dall'allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Chico Forti è stato trasferito in un altro penitenziario americano, dove si collocano i detenuti in attesa di trasferimento", le parole di Di Maio. Ma poi qualcosa si è inceppato. Fino alla svolta, annunciata dalla premier Giorgia Meloni lo scorso 1 marzo dagli Usa: "Sono felice di annunciare che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata appena firmata l'autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti".
Un passaggio cruciale al quale sono seguiti una serie di adempimenti burocratici. Oggi, l'ultimo: la firma dell'accordo di Forti con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia.