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Gaza, Netanyahu: “Tregua solo con ostaggi liberi....

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Gaza, Netanyahu: “Tregua solo con ostaggi liberi. Israele a un passo da vittoria”

Il premier: "Siamo pronti a raggiungere un accordo, ma no alle richieste estreme di Hamas". Gallant: "Pronti a qualsiasi scenario contro Iran"

Benjamin Netanyahu

Israele è a "un passo dalla vittoria" a Gaza. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, all'inizio della riunione di gabinetto. "Non ci sarà cessate il fuoco senza la restituzione degli ostaggi", ha aggiunto il premier. "Hamas spera di beneficiare delle pressioni internazionali per ottenere vantaggi, ma questo non accadrà", ha detto Netanyahu, secondo cui Israele è "pronto a raggiungere un accordo", ma non accetterà le richieste "estreme" di Hamas.

"Questa è la politica del governo israeliano e accolgo con favore il fatto che l'Amministrazione Biden abbia chiarito l'altro giorno che questa è anche la sua posizione", ha proseguito Netanyahu, evidenziando che "non è Israele a impedire un accordo. Hamas sta impedendo un accordo".

"Le sue richieste estreme avevano lo scopo di mettere fine alla guerra e lasciare Hamas intatto. Per garantire la sua sopravvivenza, ricostruzione, capacità di mettere in pericolo i nostri cittadini e i nostri soldati - ha aggiunto - arrendersi alle richieste di Hamas gli permetterà di provare a ripetere i crimini del 7 ottobre, come aveva promesso di fare".

Perentorio il messaggio all'Iran: "Per anni l'Iran ha agito contro di noi, sia direttamente che attraverso i proxy. E, quindi, Israele agisce contro l'Iran e i suoi alleati sia in modo difensivo che offensivo. Sapremo come difenderci e agiremo secondo un principio semplice: chiunque ci faccia del male o abbia intenzione di farci del male, noi gli faremo del male".

Le manovre di Israele

Nella notte Israele ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza, dopo quattro mesi consecutivi di combattimenti nell'area di Khan Younis in base alle informazioni diffuse dal Times of Israel. Solo la brigata Nahal rimane nell'enclave palestinese. Questa brigata ha il compito di proteggere il cosiddetto Corridoio Netzarim, che attraversa Gaza dall'area di Beeri, nel sud di Israele, fino alla costa.

Il corridoio consente alle Idf di effettuare raid nel nord e nel centro di Gaza, impedisce ai palestinesi di tornare nella parte settentrionale della Striscia e consente alle organizzazioni umanitarie di fornire aiuti direttamente nel nord di Gaza.

Gallant: "Pronti a qualsiasi scenario contro Iran". Consigliere Khamenei minaccia Israele: "Nessuna ambasciata al sicuro"

Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha intanto affermato che Israele ha "completato i preparativi per una risposta contro qualsiasi scenario che si potrebbe sviluppare contro l'Iran". La dichiarazione, riportano i media locali, è stata fatta a seguito di una valutazione fatta da Gallant con il capo della direzione delle operazioni delle Idf, il maggiore generale Oded Basiuk, ed il capo della direzione dell'intelligence militare, il maggiore generale Aharon Haliva, mentre continua a tenere banco la questione della probabile rappresaglia iraniana per il raid su Damasco in cui è stato ucciso un importante comandante dei pasdaran.

"Nessuna delle ambasciate del regime sionista è più al sicuro", ha dichiarato intanto Seyyed Yahya Safavi, consigliere della Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, minacciando nuovamente Israele di ritorsioni per il raid contro il consolato iraniano a Damasco. Venerdì lo Stato ebraico ha chiuso una trentina delle sue ambasciate nel mondo, tra cui quella di Roma, per il timore di rappresaglie.

"Il fronte della resistenza determinerà il destino di questa regione sotto la guida dell'Iran", ha aggiunto il consigliere di Khamenei, secondo quanto riporta l'agenzia Tasnim. "Ovviamente - ha sottolineato - tutti i crimini che accadono nella regione si stanno verificando con il sostegno dell'America e nel silenzio di alcuni Paesi arabi".

Razzi dalla Striscia, sirene a Eliat per "intrusione aerea ostile" ma è falso allarme

Cinque razzi sono stati lanciati verso Israele dalla Striscia di Gaza. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, precisando che il sistema Iron Dome ne ha intercettati alcuni. I razzi, sottolinea l'emittente, sono partiti dalla zona di Khan Younis, nel sud dell'enclave, proprio da dove nella notte sono state ritirate le truppe israeliane.

E' stato invece un falso allarme a far suonare le sirene a Eilat, la città più a sud di Israele che si affaccia sul Mar Rosso, dove poco fa era scattato l'allarme a causa di una presunta "intrusione aerea ostile". Lo riportano i media locali.

Ministero Sanità Gaza: "33.175 morti da 7 ottobre"

Sarebbero intanto 33.175 i palestinesi che avrebbero perso la vita nella Striscia di Gaza dall'inizio della rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza a sei mesi esatti dall'inizio della rappresaglia. Nelle ultime 24 ore 38 palestinesi sono stati uccisi e altri 71 feriti.

Katz a Roma, incontro con rappresentanti governo

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, è partito per Roma insieme a una delegazione di familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Secondo quanto riporta il sito del Jerusalem Post, che cita il ministero degli Esteri dello Stato ebraico, Katz vedrà diversi rappresentanti del governo italiano inclusi il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ed il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Katz incontrerà anche i leader della comunità ebraica a Roma. Secondo il sito di Maariv, invece, il ministro israeliano incontrerà anche il titolare della Difesa, Guido Crosetto ed il ministro dell'Interno, Matteo Piantadosi.

"Sostegno Gb a Israele non è incondizionato"

Il sostegno del Regno Unito a Israele "non è incondizionato". Lo ha indicato il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, in un editoriale scritto sul Sunday Times a sei mesi esatti dal massacro compiuto da Hamas che ha scatenato la rappresaglia israeliana nella Striscia di Gaza.

"Naturalmente il nostro sostegno non è incondizionato: ci aspettiamo che una democrazia così orgogliosa e di successo rispetti il diritto internazionale umanitario, anche se messa alla prova in questo modo", ha scritto Cameron, che nel suo intervento è tornato sul raid israeliano costato la vita a sette operatori dell'ong World Central Kitchen (Wck), tra cui tre cittadini britannici.

"La tragica ed evitabile uccisione degli operatori umanitari della World Central Kitchen è stata un terribile promemoria del costo del conflitto a Gaza - ha affermato - In questa occasione, non c'è dubbio su di chi sia la colpa: l'inchiesta israeliana ha già elencato i processi inadeguati e la condotta inaccettabile del personale delle Idf coinvolto. Questo non deve succedere mai più".

Morti altri 4 soldati israeliani a Khan Younis

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno intanto annunciato la morte di altri quattro soldati, uccisi ieri pomeriggio durante scontri con Hamas nel sud della Striscia di Gaza. Si tratta del capitano Ido Baruch, 21 anni, del sergente Amitai Even Shoshan, 20 anni, del sergente Ilai Zair, 20 anni e del sergente Reef Harush, 20 anni. Secondo una nota, i quattro sono stati colpiti a Khan Younis da uomini armati che sono usciti da un tunnel situato in un edificio distrutto e hanno aperto il fuoco contro una pattuglia. Sale così a 260 il numero dei militari israeliani che hanno perso la vita dall'inizio dell'offensiva di terra nell'enclave palestinese.

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Esteri

Ucraina, Kiev chiede ‘istruttori’ Nato. Usa...

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Il quadro del New York Times: l'Ucraina chiede aiuto per l'addestramento sul proprio suolo

Combattimenti in Ucraina

I paesi membri della Nato si avvicinano all'invio di truppe in Ucraina. L'obiettivo dell'Alleanza è mandare istruttori per addestrare le forze armate di Kiev impegnate da oltre 2 anni nella guerra contro la Russia. E' lo scenario che prospetta il New York Times, evidenziando che la decisione che potrebbe avvicinare Stati Uniti e Europa ad un coinvolgimento più diretto nel conflitto.

La richiesta di Kiev alla Nato

Il quotidiano americano fa riferimento ad una richiesta esplicita avanzata dall'Ucraina. Nelle ultime settimane, la situazione sul campo è peggiorata decisamente per il paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky, costretto a fare i conti con la carenza di uomini e in attesa dell'arrivo di tutte le armi che gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare con l'ok al maxi pacchetto da 61 miliardi di dollari.

Kiev, quindi, ha chiesto agli Usa e alla Nato aiuto determinante per l'addestramento di 150mila nuove reclute, destinate a rinforzare i reparti al fronte in tempi brevi. Kiev, come è noto, ha da poco varato una nuova legge che consente di mobilitare decine di migliaia di uomini di 25-26 anni. Alla richiesta, secondo il New York Times, gli Stati Uniti finora hanno risposto in maniera negativa. Il quadro però è destinato a cambiare, come afferma il generale Charles Q. Brown Jr., Capo di Stato maggiore congiunto delle Forze armate : "Ci arriveremo nel tempo".

Ora, aggiunge rispondendo ai reporter nel volo verso Bruxelles, inviare personale significherebbe "mettere in pericolo un gruppo di istruttori Nato" e costringerebbe a usare sistemi di difesa per proteggere i tranier e non vitali infrastrutture in aree critiche del paese.

L'apertura di Macron, le posizioni di Estonia e Lituania

Nell'ambito della Nato, oltretutto, gli Usa sarebbero chiamati a contribuire alla difesa da eventuali attacchi nei confronti degli istruttori: vorrebbe dire, in sostanza, coinvolgimento nella guerra. Finora, gli Usa hanno partecipato ad attività di addestramento degli ucraini in America, in Polonia e in Germania. Il trasferimento dei reparti di Kiev all'estero, però, rallenta le operazioni. Contemporaneamente, l'addestramento condotto autonomamente dall'Ucraina non si starebbe rivelando particolarmente efficace.

Il tema dell'invio di soldati Nato in Ucraina è tornato d'attualità con le recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che da febbraio prospetta un'ipotesi che non può essere esclusa a priori. "Nulla può essere escluso", ha detto Macron, evidenziando in ogni caso che l'invio sarebbe legato a due condizioni imprescindibili: lo sfondamento della linea del fronte da parte della Russia e l'esplicita richiesta da parte di Kiev.

Lo scenario è stato scartato in maniera esplicita da quasi tutti gli altri leader: Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha detto e ripetuto che nessun soldato americano metterà piede in Ucraina.

In Europa, alcuni paesi hanno assunto una linea diversa, in particolare dopo l'annuncio di Vladimir Putin: il presidente russo dieci giorni fa ha preannunciato esercitazioni con armi nucleari, che potrebbero anche andare in scena al confine con l'Ucraina.

A stretto giro a Lituania non ha escluso l'invio di truppe per favorire l'addestramento delle forze armate ucraine. L'Estonia si è spinta oltre, prospettando la presenza di propri soldati nell'Ucraina occidentale, lontano dal fronte e dal cuore del conflitto, per consentire a Kiev di aumentare il numero di uomini in prima linea.

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Politica

Confronto tv Schlein-Meloni salta. Si muovono Sky e La7: le...

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Le regole AgCom non permettono il 'duello'. Sky Tg24 e La7 si candidano

Una telecamera in uno studio

Salta il confronto tv tra Giorgia Meloni e Elly Schlein a Porta a Porta. Il duello tra la presidente del Consiglio e la segretaria del Pd, in vista delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024, non può andare in onda sulla Rai.

Perché il confronto Meloni-Schlein non si può fare

L'AgCom aveva chiesto l'ok della maggioranza delle liste che partecipano alle elezioni: sarebbero serviti almeno 5 sì su 8, invece sono arrivati i no di M5S, Forza Italia, Azione e Alleanza Verdi-Sinistra.

"Nelle ultime due tornate elettorali (2022/2024) non ci è stato possibile trasmettere confronti tra il presidente del Consiglio (ieri Letta, oggi Meloni) e il leader più rappresentativo dell'opposizione (ieri Meloni, oggi Schlein). Ci è stato proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli. E' una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto", dice in una nota Bruno Vespa, che avrebbe dovuto 'arbitrare' il duello televisivo.

"Tutte le forze politiche hanno sempre avuto e sempre avranno il giusto spazio nelle nostre trasmissioni. E nel 2024 i quattro partiti favorevoli al confronto (Fdi, Pd, Lega e Stati Uniti d'Europa) rappresentano il 63.32 per cento delle forze parlamentari. L'esasperazione della par condicio non giova a nessuno. Non a caso i tecnici ne invocano da tempo la revisione. Si avrà il coraggio di farlo?", chiede Vespa.

Sky Tg24 propone il 'super 27 maggio'

Lo stop al duello nello studio di Porta a Porta 'accende' le altre emittenti televisive. Sky Tg24 nelle stesse ore punta ad un maxi confronto e invita Giorgia Meloni, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Matteo Renzi, Carlo Calenda e Nicola Fratoianni. "In vista delle prossime elezioni europee" la testata - spiega una nota - "ritiene necessario che le principali forze politiche del Paese possano confrontarsi sui temi più rilevanti in un contesto nazionale ed internazionale mai così complesso". La data proposta per il confronto televisivo è il 27 maggio, in diretta, nell’ambito dell’evento Sky Tg24 Live In Milano.

"A gennaio di quest’anno - ricorda Giuseppe De Bellis, direttore della testata all news - abbiamo rivolto l’invito a Giorgia Meloni ed Elly Schlein a partecipare a un primo faccia a faccia televisivo ricevendo una disponibilità di massima e creando il successivo e proficuo dibattito sulla necessità di questo confronto. Dibattito che si era concluso con la decisione di effettuare il faccia a faccia Meloni-Schlein con Bruno Vespa a 'Porta a Porta', che sarebbe stato un momento importante di riflessione per il Paese”.

"La nostra volontà - conclude il direttore - è sempre stata quella di offrire al pubblico l’opportunità di ascoltare le idee a confronto dei leader con regole chiare, condivise e trasparenti nel rispetto, inoltre, delle indicazioni espresse in materia dall’autorità garante delle comunicazioni".

Come sarebbe il maxi confronto su Sky

Come funzionerebbe il confronto su Sky? Andrebbe in onda sui canali 100 e 500 piattaforma Sky, sul digitale terrestre su TV8 e Sky TG24 canale 50, in streaming sul sito di Sky TG24 e su YouTube e su tutti i canali social della testata che cumulano circa 8 milioni di follower. Il Confronto Sky Tg24 prevede lo stesso tema di domanda per tutti i partecipanti, lo stesso tempo di risposta e il medesimo numero di repliche ciascuno. Ai leader che interverranno saranno rivolte, oltre a quelle di Sky Tg24, le domande dei direttori delle principali testate giornalistiche italiane.

Mentana e la maratona (in 2 giorni) su La7

In campo da giorni c'è già Enrico Mentana, che aprirà lo studio di La7 ai leader che hanno già detto sì ai confronti in programma il 5 e il 6 giugno, prima che scatti il silenzio elettorale dal 7 giugno. Ora, l'invito si allarga anche a Meloni e Schlein.

"La nostra proposta alle forze politiche è un dibattito tra tutti i leader ai massimi rappresentanti di tutte le liste impegnati per le elezioni europee da svolgersi il 5 e il 6 di giugno cioè nelle ultime 2 giornate disponibili prima del silenzio elettorale delle elezioni dell'8 e del 9 di giugno", dice il direttode del Tg La7.

"E ancora: non vogliamo entrare nella logica che abbiamo visto che ormai è di marcamento a uomo e a donna per usare una similitudine sportiva, però è chiaro che l'invito è rivolto a tutti, tutti con il medesimo criterio e la medesima disponibilità. Poi la campagna elettorale è la campagna elettorale dei partiti; l'interesse è far sentire programmi e proposte agli elettori anche attraverso i mezzi televisivi. Noi siamo qui con lo spirito più aperto possibile, poi non siamo stati illuminati da una missione divina, si fa dove si può fare, quello che si può fare".

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Sport

Giro d’Italia, oggi tredicesima tappa: orario, come...

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Frazione per velocisti, si profila arriva in volata a Cento

Pogacar in gruppo

Il Giro d'Italia affronta oggi la tredicesima tappa, la Riccione-Cento di 179 km. Il gruppo, con Tadej Pogacar saldamente maglia rosa, dopo la dodicesima tappa con le fatiche per i muri che hanno portato a Fano, nella frazione del 17 maggio può rilassarsi con un percorso totalmente pianeggiante, destinato ad arrivare al traguardo con la volata per i velocisti. Il tracciato è sostanzialmente una tavola, che permette ai corridori di rifiatare e che non consente fughe. Si parte da Riccione, si attraversano le province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna prima di approdare a Cento, in provincia di Ferrara.

La tappa in tv e streaming

La tredicesima tappa del Giro d'Italia sarà trasmessa in diretta in tv in chiaro e in streaming. La Rai racconterà la giornata della seconda tappa in chiaro ogni giorno di gara. La giornata televisiva comincerà con un'ora di 'Giro Mattina' su Rai Sport HD, che proporrà poi 'Prima diretta' per seguire il momento della partenza della tappa, in programma oggi alle 13.10. L'arrivo è atteso tra le 17.15 e le 17.30.

Per la parte clou della programmazione il palinsesto della Corsa Rosa si trasferisce su Rai 2, con 'Giro in Diretta' fino alle 16:15 e 'Giro all’Arrivo'. Subito a ruota, le tradizionali analisi del dopo gara del Processo alla Tappa. Il Giro può essere visto anche su Eurosport 1 HD e in streaming su Rai Play, discovery+, Sky Go, NOW e DAZN.

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