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Aviaria si diffonde in Ue, l’allarme: “Preoccupa il rischio di una pandemia”

I dati sui focolai negli allevamenti dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie

Test in un allevamento (Fotogramma)

"Il virus dell'influenza aviaria continua a diffondersi nell'Unione europea, e altrove, provocando un'elevata mortalità tra gli uccelli selvatici, spillover (salti di specie, ndr.) tra i mammiferi selvatici e domestici e focolai negli allevamenti". A evidenziarlo è l'Autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa, in una nota in cui fa il punto su quanto emerge da un rapporto scientifico, firmato insieme al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), nel quale si valutano i fattori di rischio per una potenziale pandemia influenzale e le relative misure di mitigazione.

Come avviene la trasmissione

Quali sono i driver che potrebbero guidare l'evoluzione virale? Gli esperti hanno identificato "alcune specie di animali da pelliccia d'allevamento (ad esempio visoni o volpi), che sono altamente sensibili ai virus dell'influenza come possibili fattori di diffusione", si evidenzia nella nota. "Sebbene la trasmissione da mammifero a mammifero non sia stata ancora confermata, i mammiferi selvatici potrebbero fungere da ospiti 'ponte' tra gli uccelli selvatici, gli animali domestici e gli esseri umani. Anche gli animali da compagnia, come i gatti, che vivono in casa e hanno accesso all'esterno, in ambienti all'aria aperta possono essere un potenziale veicolo di trasmissione", avvertono le autorità Ue.

L'allevamento in aree ricche di uccelli acquatici, con produzione all'aperto e/o scarsa biosicurezza "può facilitare l'introduzione del virus nelle aziende agricole e la sua ulteriore diffusione", prosegue l'Efsa. "Gli eventi meteorologici estremi e i cambiamenti climatici svolgono un ruolo aggiuntivo nell'evoluzione della situazione perché possono influenzare l'ecologia e la demografia degli uccelli selvatici e quindi influenzare il modo in cui la malattia si sviluppa nel tempo, hanno scoperto gli esperti".

Focolai negli allevamenti

E' dunque questa la situazione attuale illustrata dai due enti Ue. Un quadro che vede "i virus dell'influenza aviaria rimanere prevalenti tra le popolazioni di uccelli selvatici nell'Ue e nello Spazio economico europeo". Elemento al quale si aggiunge l'osservazione di fenomeni di "trasmissione tra specie di uccelli e di mammiferi, in particolare negli allevamenti di animali da pelliccia, dove sono stati segnalati focolai. Sebbene la trasmissione da uccelli infetti all'uomo sia rara - si legge in un estratto del rapporto nel quale si fa il punto anche sulle misure di mitigazione e sull'importanza di una strategia 'One Health' - dal 2020 si sono verificati casi di esposizione a questi virus senza che siano state segnalate infezioni sintomatiche nell'Ue/See".

Tuttavia, avvertono gli autori, "questi virus continuano a evolversi a livello globale e, con la migrazione degli uccelli selvatici, potrebbero essere selezionati nuovi ceppi portatori di potenziali mutazioni per l'adattamento ai mammiferi. Se i virus dell'influenza aviaria A/H5N1 acquisissero la capacità di diffondersi in modo efficiente tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala a causa della mancanza di difese immunitarie contro i virus H5 nell'uomo. L'emergere di virus dell'influenza aviaria in grado di infettare i mammiferi, compreso l'uomo, può essere facilitato da vari fattori".

Misure per mitigare la diffusione dell'aviaria

Le misure One Health per mitigare il rischio di adattamento di questi virus ai mammiferi e agli esseri umani "si concentrano sulla limitazione dell'esposizione e sulla prevenzione della diffusione" si legge, infine. Opzioni chiave sono "il rafforzamento della sorveglianza, mirata all'uomo e agli animali, la garanzia dell'accesso a una diagnosi rapida, la promozione della collaborazione tra il settore animali e quello umano e l'attuazione di misure preventive come la vaccinazione". Dovrebbe essere poi promossa "una comunicazione efficace", nonché il "rafforzamento delle infrastrutture veterinarie, l'applicazione di misure di biosicurezza negli allevamenti e la riduzione del contatto della fauna selvatica con gli animali domestici. Per un'efficace riduzione del rischio è fondamentale un'attenta pianificazione delle attività di allevamento di pollame e animali da pelliccia, soprattutto nelle aree ad alta densità di uccelli acquatici".

"Preoccupa il rischio di una pandemia"

"La trasmissione" dell'influenza aviaria, avverte Angeliki Melidou, principale esperto Ecdc di virus respiratori, "da uccelli infetti all'uomo rimane un evento raro, senza che sia stata identificata alcuna infezione umana confermata nell'Ue/Spazio economico europeo". "Tuttavia, la possibilità che i virus dell'influenza aviaria si adattino agli esseri umani e causino una pandemia rimane motivo di preoccupazione" aggiunge. Melidou mette l'accento sull'importanza di mettere in campo "vigilanza continua, sforzi finalizzati alla preparazione e una maggiore comprensione dei fattori sottostanti" all'evoluzione del virus e a una sua eventuale diffusione. L'Efsa in una nota pubblicata on line spiega: "Entro la fine dell'anno, Efsa ed Ecdc pubblicheranno un parere scientifico in cui valuteranno come potrebbe svilupparsi una potenziale pandemia influenzale" e forniranno "indicazioni ai gestori del rischio per ridurre i rischi per la salute umana".

Qual è il pericolo? "Questi virus - avvertono gli autori del report diffuso oggi - continuano a evolversi a livello globale e, con la migrazione degli uccelli selvatici, potrebbero essere selezionati nuovi ceppi portatori di potenziali mutazioni" utili "per l'adattamento ai mammiferi". "Se i virus dell'influenza aviaria A/H5N1 acquisissero la capacità di diffondersi in modo efficiente tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala a causa della mancanza di difese immunitarie contro i virus H5 nell'uomo". E "l'emergere di virus dell'influenza aviaria in grado di infettare i mammiferi, compreso l'uomo, può essere facilitato da vari fattori".

Da qui la necessità di misure di riduzione del rischio, evidenziano gli enti Ue. Le autorità dei diversi settori (veterinario e umano) dovrebbero "collaborare in prospettiva One Health per limitare l'esposizione dei mammiferi, compreso l'uomo, ai virus dell'influenza aviaria. La sorveglianza sugli animali e sull'uomo dovrebbe essere rafforzata - si indica ancora nel report - insieme all'analisi genomica e alla condivisione dei dati di sequenze" virali. "Negli allevamenti, la biosicurezza dovrebbe essere rafforzata per evitare che gli animali entrino in contatto con l'infezione e la diffondano".

Aviaria in Texas nello stabilimento del primo produttore Usa di uova

L'influenza aviaria è stata rilevata dal più grande produttore di uova degli Stati Uniti nel pollame di uno dei suoi stabilimenti del Texas. L'azienda, Cal-Maine Foods, ha comunicato di aver di conseguenza cessato temporaneamente le attività in questa sede. E' questo l'ultimo caso in un periodo - quello delle ultime settimane - caratterizzato da un costante aumento di casi tra gli animali da allevamento statunitensi. Il produttore ha spiegato di aver abbattuto circa 1,6 milioni di galline e 337mila galline più giovani, dopo alcune positività all'influenza aviaria ad alta patogenicità, rilevate nella struttura texana in questione. La notizia arriva dopo che in questi giorni è stato segnalato un caso in un lavoratore del settore lattiero-caseario in Texas, secondo caso umano di aviaria negli Usa. Mentre il mese scorso funzionari del Minnesota hanno segnalato la prima infezione di influenza aviaria nel bestiame negli Stati Uniti, in una capretta che viveva in una fattoria con polli infetti. L'aviaria è stata poi rilevata anche nelle mucche da latte in Texas e Kansas, e ancora in alcune mucche del Michigan, e ci sono stati infine presunti test positivi tra le mucche dell'Idaho e del New Mexico, suggerendo che il virus potrebbe diffondersi tra i bovini. Le autorità sanitarie hanno puntualizzato in ogni caso che il rischio per la salute umana rimane basso.

Pregliasco: "Si sa che i mammiferi possono infettarsi"

Il caso umano di influenza aviaria identificato in Texas, in un lavoratore del settore lattiero-caseario che ha avuto contatti con bovini infetti, "non deve creare allarmismo" secondo il virologo Fabrizio Pregliasco. Se negli Usa c'è preoccupazione per un ceppo di H5N1 altamente virulento che corre fra le mucche da latte in diversi stati del Paese, va considerato che il passaggio del patogeno ai mammiferi "è una cosa già assodata", precisa il docente dell'università Statale di Milano. "Sappiamo già che diversi mammiferi possono infettarsi", ricorda. "Non sono però ospiti preferenziali dei virus aviari - puntualizza - e in molti casi non presentano sintomi. Ogni specie ha comunque dei recettori per questi virus, anche noi esseri umani".

Questi contagi nell'uomo "sono casi a oggi isolati - sottolinea Pregliasco - limitati a persone che hanno avuto contatti stretti con animali infetti". Per il medico "va visto l'aspetto positivo: grazie all'attenzione delle reti di laboratorio, e a una maggiore sensibilità che per certi versi possiamo leggere come un'eredità positiva del Covid, riusciamo a individuare anche casi che, se non ci fosse stata questa attenzione, sarebbero stati archiviati come 'banali infreddature'. Significa che il sistema di allerta funziona ed è molto sensibile. Gestiamo queste informazioni in termini positivi e propositivi", è l'invito del virologo.

Andreoni: "Contagio umano in Texas segnale che virus H5N1 sta cambiando"

"Ci sono centinaia di casi in letteratura di infezioni da H5N1, passate da volatili a uomo" dice all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali. "E' certo che questo passaggio in Usa da un mammifero a un uomo è un segnale di adattamento del virus che crea preoccupazione". Il virus H5N1 di influenza aviaria potrebbe essere la prossima malattia X che porterà una pandemia? "La mortalità per questo virus è intorno al 50%, quindi, potrebbe essere la malattia X, i virus influenzali aviari sono gli indiziati numero uno e i più temuti - risponde Andreoni -. I virus H5N1 e H7N9 sono quelli più pericolosi, il secondo ha una mortalità intorno al 30%, è chiaro che se diventasse possibile una loro trasmissione da uomo a uomo, al momento mai confermata, potrebbero essere molto dannosi".

Clementi: "Aviaria preoccupa e va monitorata, da tempo fra osservati speciali"

"Certamente il virus" dell'influenza aviaria "H5N1 è preoccupante e va monitorato" dice all'Adnkronos Salute è il virologo Massimo Clementi. "Quello che preoccupa" per esempio nel caso segnalato negli Usa, in Texas, "è che si siano infettati bovini, quindi, c'è stato un salto di specie rispetto al virus originario. Il caso umano è quello di un addetto all'allevamento. Come è successo in altri casi, dunque, non c'è traccia ancora di una trasmissione interumana. Certo serve monitorare, serve attenzione a questo virus perché può in qualche modo darci delle sorprese".

"C'è un controllo molto stretto da diverso tempo, memori forse di precedenti esperienze - osserva l'esperto, commentando anche il report delle autorità europee Ecdc ed Efsa -. Soprattutto la sanità veterinaria sta portando avanti veramente un'attività di controllo meritevole di elogio, perché tutto quello che c'è viene fuori. E' ovviamente un'attività un po' favorita dal fatto che gli allevamenti si controllano meglio rispetto alla fauna selvatica, ma comunque certamente c'è un controllo molto buono. Ora occorre mantenere certamente la vigilanza e cercare di sviluppare con attenzione presidi da mettere in campo qualora servisse limitare i danni di una trasmissione interumana. Perché all'inizio anche una trasmissione da uomo a uomo avviene in piccole comunità, in piccoli ambiti e lì andrebbe bloccata. Si può se ci sono i presidi per farlo. E' chiaro che questo è molto importante".

Ricciardi: "Monitorare, non dimentichiamo la lezione della pandemia"

Sull'aviaria "dobbiamo tenere la situazione sotto controllo. Monitorare, monitorare, monitorare. Non dobbiamo dimenticare le lezioni del Covid, ovvero la necessità di essere preparati, perché non sappiamo quando una prossima pandemia arriverà". Così all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all'Università Cattolica di Roma, commentando il secondo caso umano di aviaria negli Stati Uniti, in Texas, in un lavoratore del settore lattiero-caseario che era entrato in contatto con bovini infetti. Mentre l'Autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) confermano, nel Vecchio continente, la diffusione del virus tra gli animali selvatici e domestici e focolai negli allevamenti.

Da sempre, ricorda Ricciardi, "conviviamo con allarmi di epidemie di aviaria. Sono fenomeni che destano preoccupazioni perché quello che osserviamo è il meccanismo attraverso cui, anche nel passato, si sono determinate epidemie. Potenziare meccanismi di sorveglianza sanitaria, di pronto intervento e in generale investire in sanità sono condizioni indispensabile per essere pronti, nel frattempo dobbiamo monitorare".

"Non sappiamo quando ci sarà una prossima pandemia - aggiunge Ricciardi - Speriamo non presto ma, date le invariate condizioni del pianeta e dell'umanità, è ovvio che ci sarà. Per questo dimenticare tutto quello che abbiamo passato in pandemia, rimuovere tutto e non imparare la lezione è il peggiore errore. E mi pare che lo stiamo facendo".

Ciccozzi: "Guardia alta, va evitato che circoli tra i mammiferi"

"Pericolo e terrore no, ma attenzione sì". Questa la parola d'ordine di fronte al rischio aviaria per l'epidemiologo Massimo Ciccozzi. "Prevenzione e sorveglianza", raccomanda l'esperto interpellato dall'Adnkronos Salute. "Il virus è passato dai volatili ai mammiferi. Adesso quello che dobbiamo evitare è che circoli tra i mammiferi. Perché se poi muta o fa un riassortimento genico - avverte - nessuno ci dice che poi, una volta passato all'uomo, non ci possa essere una trasmissione interumana". Dopo il caso di influenza aviaria, identificato in Texas, in, "innanzitutto dobbiamo star tranquilli - premette Ciccozzi - perché dal 2002 la trasmissione interumana" di questa infezione "non è ancora stata dimostrata. Ma non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo tenerla alta a livello di prevenzione - ammonisce l'epidemiologo - per evitare la circolazione tra mammiferi. E chiaramente serve sorveglianza, cioè bisogna cominciare a capire quello che sta succedendo tra gli animali".

"Sappiamo che dall'animale il virus" aviario "può passare all'uomo - ricorda lo specialista -. L'uomo già si può infettare dall'animale, ma dobbiamo fare in modo che non contragga un'infezione con un virus aviario mutato. Il clade" di H5N1 che preoccupa gli esperti negli Usa, dove il patogeno sta contagiando le mucche da latte in diversi Stati, è "particolarmente sotto osservazione: se questo fa riassortimento o muta, passando continuamente tra mammiferi - ribadisce Ciccozzi - nulla ci dice che poi quella mutazione, una volta che arriva all'uomo, non possa fargli compiere il passaggio da uomo a uomo". E' questo il pericolo da scongiurare.

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Esteri

Hamas: “Posizione negativa su proposta tregua ma...

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Attesa per oggi la risposta del gruppo sul documento negoziale elaborato dei mediatori egiziani

Macerie a Gaza - (Afp)

Hamas sembra orientata a respingere l'ultima proposta di accordo con Israele sugli ostaggi elaborata dai mediatori per una tregua nella Striscia di Gaza. La riposta è attesa per oggi, ma secondo quanto ha dichiarato Osama Hamdan, esponente del gruppo con sede in Libano, alla TV Al-Manar, affiliata a Hezbollah, "la nostra posizione sull'attuale documento negoziale è negativa". Tuttavia, ha successivamente puntualizzato l'ufficio stampa di Hamas, "non significa che i negoziati si siano fermati".

I colloqui per una tregua tra Israele e Hamas sono in stato avanzato ma le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra nella Striscia di Gaza debba essere passo integrante dell'accordo. E se il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in Israele ha incontrato Benjamin Netanyahu, parla di progressi "reali e significativi", il premier israeliano ribadisce che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza".

Austin a Gallant: "Per operazione Rafah serve piano credibile evacuazione civili"

Qualsiasi operazione pensata per la città di Rafah dovrebbe includere un piano credibile per l'evacuazione dei civili palestinesi. A sottolinearlo, nel corso di un colloquio con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, è stato il segretario americano alla Difesa americano, Lloyd Austin. Secondo quanto riferito successivamente dal portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, il colloquio telefonico è stato incentrato "sui negoziati in corso sugli ostaggi, sugli sforzi di assistenza umanitaria e su Rafah". "Il segretario Austin ha riaffermato il suo impegno per il ritorno incondizionato di tutti gli ostaggi e ha sottolineato l'importanza di incrementare il flusso di assistenza umanitaria a Gaza, garantendo al contempo la sicurezza dei civili e degli operatori umanitari", ha riportato Ryder. "Il Segretario ha poi osservato che qualsiasi potenziale operazione militare israeliana a Rafah deve includere un piano credibile per evacuare i civili palestinesi e mantenere il flusso di aiuti umanitari".

Presidente Colombia risponde a Katz: "Mostruoso è genocidio popolo palestinese"

"Mostruoso" è il "genocidio" perpetrato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Con queste parole il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha risposto su X alle accuse del ministro degli Esteri israeliano Israe Katz, per il quale il leader colombiano sarà ricordato per essersi "schierato con i mostri più spregevoli" dopo aver annunciato la rottura delle relazioni con Israele. "Il mostro è il genocidio" e Netanyahu "perpetra il genocidio del popolo palestinese", ha scritto Petro sul suo account sul social network X. Petro ha annunciato che il Paese sospenderà le relazioni diplomatiche con Israele a partire da oggi, come rappresaglia per l'offensiva dell'esercito israeliano contro la Striscia di Gaza.

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Esteri

Ucraina, Usa accusano la Russia: “Ha fatto uso di...

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In particolare, il Dipartimento di Stato americano afferma di aver accertato che l'agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni sono stati usati come arma di guerra. Missili su Odessa

Attacco in Ucraina - (Afp)

Gli Stati Uniti hanno formalmente accusato la Russia di aver fatto uso di armi chimiche come arma di guerra nel conflitto in Ucraina. In particolare, il Dipartimento di Stato americano ha affermato di aver “determinato che Mosca ha utilizzato l'agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni contro le forze ucraine in violazione della Convenzione sulle armi chimiche (CWC)”. "L'uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è da attribuire allo sforzo per rimuovere le forze ucraine dalle posizioni fortificate, ottenendo vantaggi tattici sul campo di battaglia", afferma in una dichiarazione.

La conclusione degli Stati Uniti coincide con la testimonianza delle truppe ucraine che affermano di aver dovuto affrontare un aumento degli incontri con gas e altre sostanze chimiche irritanti in alcune parti della loro linea del fronte con le forze russe negli ultimi mesi.

Hrw denuncia: "Russia giustizia ucraini disposti ad arrendersi"

Le forze russe hanno giustiziato "a sangue freddo" dall'inizio di dicembre almeno 15 militari ucraini che volevano arrendersi sul fronte e altri sei che si erano già arresi o erano in procinto di farlo. La denuncia parte da Human Rights Watch (HRW), che ha chiesto un'indagine completa. L'organizzazione ha analizzato filmati realizzati dai droni del 2 e 27 dicembre e del 16, 19 e 25 febbraio. Sebbene in alcuni casi gli esperti non siano stati in grado di verificare il luogo esatto degli eventi, hanno riscontrato che le vittime erano soldati non più impegnati in combattimento e quindi non dovevano essere considerati un obiettivo nonostante l'esistenza di un conflitto armato.

In uno di questi casi, le immagini mostrano addirittura come almeno sette soldati ucraini abbiano lasciato la trincea e si siano tolti le protezioni per mettersi di fronte a cinque soldati russi armati. Tre di questi ultimi hanno aperto il fuoco e sei ucraini sono caduti al suolo, mentre il settimo ha cercato senza successo di tornare in trincea prima di essere abbattuto. In un altro video, presumibilmente catturato da un drone russo, si sente una voce che proclama: "Non fate prigionieri, sparate a tutti". HRW conclude che non si tratta affatto di episodi isolati, infatti i rapporti della missione delle Nazioni Unite per i diritti umani registrano anche casi di esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra dall'inizio dell'invasione russa nel febbraio 2022 e la Procura ucraina ha 27 indagini aperte sulla morte di 54 prigionieri di guerra.

Attacco su Odessa

Un attacco missilistico russo ha ferito 13 persone nella città di Odessa. Lo ha riferito su Telegram il sindaco della città Gennadiy Trukhanov, aggiungendo che i soccorritori stavano combattendo un incendio su vasta scala senza fornire dettagli. Oleg Kiper, governatore della regione di Odessa, ha detto giovedì su Telegram che "infrastrutture civili, compresi i magazzini postali, sono state danneggiate".

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Esteri

Londra alle urne per eleggere il sindaco, Khan cerca terzo...

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A otto anni di distanza dal primo successo, l'esponente laburista sembra dirigersi verso la conferma. In tutto i candidati sono 13

Sadiq Khan - AFP

Urne aperte oggi, giovedì 2 maggio, a Londra per le elezioni del sindaco, con Sadiq Khan che cerca il terzo mandato consecutivo. A otto anni di distanza dal primo successo, l'esponente laburista - sulla scia dei sondaggi che anche a livello nazionale indicano nettamente i socialisti prima forza politica - sembra dirigersi verso la conferma. Una ricerca di YouGov di alcuni giorni fa indica Khan in vantaggio di 19 punti sulla sua sfidante più accreditata, Susan Hall, del partito conservatore (46% a 27%). Secondo il sondaggio, Khan farebbe il pieno di voti nella City. Tra i temi più sentiti dall'elettorato, precisa You Gov, al primo posto c'è il costo della vita, seguito dalla lotta alla criminalità e dalla questione dell' 'housing'.

Durante la campagna elettorale, Khan si è impegnato - se rieletto - a costruire 40mila nuove case popolari entro il 2030, sottolineando che la capitale andrà "molto più lontano, molto più velocemente" se il Labour riuscirà a guidare sia la capitale che Downing Street. A sfidarlo è Susan Hall, che se dovesse superarlo, diventerebbe la prima donna sindaco di Londra. Per farlo ha elaborato un piano che promette di ridurre la criminalità, eliminare l'Ulez (la contestata zona a bassissime emissioni), costruire case famiglia e rendere la città più pulita e più verde.

La sua campagna, tuttavia, è stata affossata da un paio di evidenti scivoloni: il primo riguarda l'apprezzamento dimostrato per alcuni tweet islamofobici nei confronti di Khan, il secondo è l'aver ammesso di non conoscere il prezzo dei biglietti dell'autobus. Punta tutto sulla sicurezza, invece, il candidato Lib-Dem e attivista anti-Brexit, Rob Blackie, secondo cui "la criminalità è aumentata del 30% a Londra da quando Khan è in carica".

In tutto i candidati sono 13. Oltre ai tre principali, corrono al primo turno Femy Amin (Animal Welfare Party), Count Binface, Natalie Denise Campbell (indipendente), Howard Cox (ReformUK), Amy Gallagher (Social Democratic Party), Zoe Garbett (Green Party), Tarun Ghulati (indipendente), Andreas Christoffi Michli (indipendente), Brian Benedict Rose (London Real Party) e Nick Scanlon (Britain First - No To Immigration).

I seggi saranno aperti dalle 7 alle 22. I 6,2 milioni di elettori registrati, oltre al sindaco che guiderà la capitale per i prossimi quattro anni, dovranno eleggere anche i 25 membri della London Assembly. Domani, venerdì 3 maggio, si procederà alla verifica delle schede elettorali mentre lo spoglio si terrà il giorno successivo, quando saranno annunciati i risultati presso la City Hall. Il sindaco ed i membri della London Assembly entreranno in carica due giorni dopo la proclamazione dei risultati. Alle scorse elezioni Khan superò Shaun Bailey (Tory) al ballottaggio con il 55,2% dei voti.

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