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Israele, ok Biden per nuovi armi: oltre 2mila bombe e 25...
Israele, ok Biden per nuovi armi: oltre 2mila bombe e 25 caccia per Netanyahu
Nuovo pacchetto Usa da miliardi di dollari
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato la consegna di nuove bombe e aerei da guerra a Israele per un valore di miliardi di dollari, nonostante la spaccatura con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo scrive il Washington Post citando a condizione di anonimato funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato.
Le armi Usa per Israele
Le fonti spiegano che il nuovo pacchetto di aiuti militari prevede la consegna di oltre duemila bombe e 25 caccia F35. In particolare, gli Stati Uniti consegneranno 1.800 bombe MK84 da 2.000 libbre, ovvero 900 chilogrammi, e 500 bombe MK82 da 500 libbre, 225 chilogrammi.
Israele continua a ritenere indispensabile l'offensiva nell'area di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Contemporaneamente, però, Netanyahu sembra intenzionato a mantenere aperti i canali diplomatici per il dialogo finalizzato a garantire la liberazione degli ostaggi nell'ambito dell'intesa sul cessate il fuoco.
Netanyahu tiene aperto il dialogo
Netanyahu ha approvato la partenza di due delegazioni dello Stato ebraico verso Doha e Il Cairo per negoziare nei prossimi giorni l'accordo sugli ostaggi, secondo media israeliani che citano una nota dell'ufficio del primo ministro. Netanyahu ha garantito al capo del Mossad, David Barnea, e a quello dello Shin Bet, Ron Bar, che avranno "spazio per operare" durante i negoziati nelle due capitali.
Intanto, i colloqui ad alto livello tra funzionari statunitensi e israeliani su potenziali operazioni militari a Rafah potrebbero svolgersi a Washington già lunedì.
La delegazione israeliana, con il placet di Netanyahu, ha proposto di riprogrammare i colloqui per lunedì riconoscendo che la tempistica è complicata dalla scadenza del 31 marzo che il governo israeliano deve affrontare per progettare una nuova legge che regoli la coscrizione per gli ebrei ultra-ortodossi, a lungo esentati dal servizio militare obbligatorio.
La Casa Bianca è aperta all'ipotesi di una riprogrammazione dei colloqui e sta lavorando per una rapida soluzione. "Ora stiamo lavorando" con Israele "per trovare una data conveniente ad entrambe le parti", ha detto ieri la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.
Alta tensione con Hezbollah
Ora dopo ora, aumenta il rischio dell'apertura di un secondo fronte nella crisi della regione. E' salito a oltre 40 morti morti, tra cui sei presunti membri di Hezbollah, il bilancio del raid attribuito a Israele che ha preso di mira la provincia di Aleppo, nel nord della Siria. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, un'organizzazione basata nel Regno Unito che ha fonti nel Paese arabo, secondo cui si tratta del più pesante raid israeliano sulla Siria degli ultimi tre anni.
Secondo l'Osservatorio, i miliziani di Hezbollah sono stati uccisi da un missile che ha colpito un magazzino della milizia e un centro di addestramento nella zona di Jibreen, vicino all'aeroporto internazionale di Aleppo. I bombardamenti israeliani hanno preso di mira anche "fabbriche di difesa" ad al-Safirah e ci sono state esplosioni a Kafr Joum, a ovest di Aleppo.
Israele "espanderà la campagna ed intensificherà gli attacchi nel nord", ha annunciato nelle stesse ore il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, dopo la visita al comando settentrionale delle forze di difesa a Safed. "Israele sta passando da una posizione difensiva ad una offensiva nei confronti di Hamas - ha aggiunto il ministro - e la raggiungeremo dovunque operi l'organizzazione, a Beirut, Damasco e in posti più distanti".
Le dichiarazioni di Gallant sono arrivate dopo arrivano un giorno dopo che un alto comandante di Hezbollah è stato ucciso in un attacco con un drone israeliano nel sud del Libano e 6 membri di Hezbollah figurano tra i 42 morti del raid aereo attribuito ad Israele ad Aleppo, in Siria.
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Ucraina, Usa accusano la Russia: “Ha fatto uso di...
In particolare, il Dipartimento di Stato americano afferma di aver accertato che l'agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni sono stati usati come arma di guerra
Gli Stati Uniti hanno formalmente accusato la Russia di aver fatto uso di armi chimiche come arma di guerra nel conflitto in Ucraina. In particolare, il Dipartimento di Stato americano ha affermato di aver “determinato che Mosca ha utilizzato l'agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni contro le forze ucraine in violazione della Convenzione sulle armi chimiche (CWC)”. "L'uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è da attribuire allo sforzo per rimuovere le forze ucraine dalle posizioni fortificate, ottenendo vantaggi tattici sul campo di battaglia", afferma in una dichiarazione.
La conclusione degli Stati Uniti coincide con la testimonianza delle truppe ucraine che affermano di aver dovuto affrontare un aumento degli incontri con gas e altre sostanze chimiche irritanti in alcune parti della loro linea del fronte con le forze russe negli ultimi mesi.
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Londra alle urne per eleggere il sindaco, Khan cerca terzo...
A otto anni di distanza dal primo successo, l'esponente laburista sembra dirigersi verso la conferma. In tutto i candidati sono 13
Urne aperte oggi, giovedì 2 maggio, a Londra per le elezioni del sindaco, con Sadiq Khan che cerca il terzo mandato consecutivo. A otto anni di distanza dal primo successo, l'esponente laburista - sulla scia dei sondaggi che anche a livello nazionale indicano nettamente i socialisti prima forza politica - sembra dirigersi verso la conferma. Una ricerca di YouGov di alcuni giorni fa indica Khan in vantaggio di 19 punti sulla sua sfidante più accreditata, Susan Hall, del partito conservatore (46% a 27%). Secondo il sondaggio, Khan farebbe il pieno di voti nella City. Tra i temi più sentiti dall'elettorato, precisa You Gov, al primo posto c'è il costo della vita, seguito dalla lotta alla criminalità e dalla questione dell' 'housing'.
Durante la campagna elettorale, Khan si è impegnato - se rieletto - a costruire 40mila nuove case popolari entro il 2030, sottolineando che la capitale andrà "molto più lontano, molto più velocemente" se il Labour riuscirà a guidare sia la capitale che Downing Street. A sfidarlo è Susan Hall, che se dovesse superarlo, diventerebbe la prima donna sindaco di Londra. Per farlo ha elaborato un piano che promette di ridurre la criminalità, eliminare l'Ulez (la contestata zona a bassissime emissioni), costruire case famiglia e rendere la città più pulita e più verde.
La sua campagna, tuttavia, è stata affossata da un paio di evidenti scivoloni: il primo riguarda l'apprezzamento dimostrato per alcuni tweet islamofobici nei confronti di Khan, il secondo è l'aver ammesso di non conoscere il prezzo dei biglietti dell'autobus. Punta tutto sulla sicurezza, invece, il candidato Lib-Dem e attivista anti-Brexit, Rob Blackie, secondo cui "la criminalità è aumentata del 30% a Londra da quando Khan è in carica".
In tutto i candidati sono 13. Oltre ai tre principali, corrono al primo turno Femy Amin (Animal Welfare Party), Count Binface, Natalie Denise Campbell (indipendente), Howard Cox (ReformUK), Amy Gallagher (Social Democratic Party), Zoe Garbett (Green Party), Tarun Ghulati (indipendente), Andreas Christoffi Michli (indipendente), Brian Benedict Rose (London Real Party) e Nick Scanlon (Britain First - No To Immigration).
I seggi saranno aperti dalle 7 alle 22. I 6,2 milioni di elettori registrati, oltre al sindaco che guiderà la capitale per i prossimi quattro anni, dovranno eleggere anche i 25 membri della London Assembly. Domani, venerdì 3 maggio, si procederà alla verifica delle schede elettorali mentre lo spoglio si terrà il giorno successivo, quando saranno annunciati i risultati presso la City Hall. Il sindaco ed i membri della London Assembly entreranno in carica due giorni dopo la proclamazione dei risultati. Alle scorse elezioni Khan superò Shaun Bailey (Tory) al ballottaggio con il 55,2% dei voti.
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Ucraina, F-16 in arrivo. Russia: “Servono più armi...
Si avvicina il 'debutto' dei jet attesi da Kiev. Shoigu chiede un ulteriore sforzo alla macchina bellica di Mosca
La Russia ha bisogno di nuove armi per la guerra, l'Ucraina si prepara ad accogliere gli F-16. Grandi manovre tra Mosca e Kiev in una fase cruciale del conflitto, tra piani di nuovi attacchi e strategie che cambiano.
L'Ucraina, dopo circa 5 mesi con le spalle al muro, aspetta l'arrivo delle armi che gli Stati Uniti hanno inserito nel pacchetto da 61 miliardi di dollari recentemente approvato dal Congresso. Da Washington, che ha già inviato missili a lungo raggio Atacms, arriverà anche una fornitura speciale del Pentagono con sistemi Patriot. Kiev, quindi, potrà contrastare con nuovi strumenti la probabile offensiva che la Russia si appresta a sferrare tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. Le forze ucraine, costrette a razionare per mesi le munizioni, potranno adottare un atteggiamento e di conseguenza una strategia differente.
Il quadro potrebbe cambiare in maniera nei prossimi giorni per l'arrivo sulla scena di un nuovo 'protagonista'. L'Ucraina si prepara a salutare l'arrivodei jet F-16 dopo la Pasqua ortodossa, che viene celebrata domenica 5 maggio.
A fare riferimento alla data è Ilya Yevlash, portavoce dell'aviazione di Kiev. "Stiamo aspettando", dice - come riportano media ucraini e come rilancia Newsweek - e annuncia che gli aerei potrebbero 'debuttare' "dopo Pasqua". Da mesi i piloti si addestrano per sfruttare i caccia, forniti in particolare da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio.
Non è chiaro, a questo punto, quale sarebbe l'impatto degli F-16 sugli equilibri in campo. Nelle scorse settimane, un'anonima fonte militare ucraina ha evidenziato a Politico che "gli F-16 servivano nel 2023, non vanno bene per il 2024". Il governo olandese nei mesi scorsi ha preannunciato l'invio degli aerei "nel secondo trimestre del 2024". A marzo, il Belgio si è impegnato a consegnare i velivoli entro la fine dell'anno. "Quest'anno, più di uno squadrone di F-16 comincerà ad arrivare in Ucraina con piloti e addetti alla manutenzione", una delle ultime comunicazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin.
La Russia ha bisogno di altre armi
Rispetto all'Ucraina, finora la Russia ha potuto esibire e sfruttare una netta superiorità in termini di uomini, munizioni e mezzi. Mosca riversa soldati al fronte senza soluzione di continuità, con minima attenzione alle perdite umane. Il tema delle armi a disposizione, per quantità e qualità, comincia però a diventare un argomento da affrontare. Ad accendere i riflettori sul tema è il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, che chiede uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. Gli accordi con altri paesi - la Corea del Nord per l'artiglieria, l'Iran per i droni - sono fondamentali ma non bastano.
"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e alla luce delle esigenze illustrate dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, l'Ucraina inizia a ricevere le armi dagli Usa e da altri paesi della coalizione occidentale. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.