Esteri
La protesta dei trattori torna a Bruxelles
Nuova manifestazione degli agricoltori belgi attesa in occasione del Consiglio Agricoltura e Pesca. Via libera Ue a revisione mirata Pac
Una nuova manifestazione degli agricoltori belgi è attesa questa mattina a Bruxelles, in occasione del Consiglio Agricoltura e Pesca, con circa 300 trattori attesi nella capitale, secondo Le Soir. Organizzano la protesta Fugea, la Fédération des jeunes agriculteurs (Fja), la Fédération wallonne de l’Agriculture (Fwa), il Réseau de soutien à l’agriculture paysanne (RéSap) e il coordinamento europeo Via Campesina. I primi trattori, che avevano invaso Bruxelles già il primo e il 26 febbraio, sono arrivati già ieri sera.
I rappresentanti degli Stati membri nel comitato speciale Agricoltura hanno intanto approvato una revisione mirata di alcuni atti fondamentali della politica agricola comune (Pac), proposta dalla Commissione Europea in risposta alle preoccupazioni espresse dagli agricoltori. Ne dà notizia il Consiglio.
Revisione mirata Pac, le novità
La revisione proposta dalla Commissione, che oggi ha ottenuto il primo via libera dal Consiglio (l'iter per il varo definitivo delle norme è più lungo), affronta le criticità incontrate attuando i piani strategici della Pac e mira a semplificare, a ridurre gli oneri amministrativi e a fornire una maggiore flessibilità per il rispetto di alcune condizionalità ambientali. Secondo il ministro belga dell'Agricoltura David Clarinval, "abbiamo ascoltato i nostri agricoltori e abbiamo intrapreso azioni rapide per rispondere alle loro preoccupazioni, in un momento in cui si trovano ad affrontare numerose sfide. La revisione mirata delle norme raggiunge il giusto equilibrio tra garantire una maggiore flessibilità agli agricoltori e agli Stati membri e alleggerire gli oneri amministrativi, mantenendo allo stesso tempo un elevato livello di ambizione ambientale nella Politica agricola comune".
La revisione riguarda alcuni elementi del regolamento sui piani strategici della Pac e del regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della Politica agricola comune (il cosiddetto 'regolamento orizzontale'). Il testo, secondo il Consiglio, mira a garantire un equilibrio tra la necessità di mantenere un elevato livello di ambizione ambientale e climatica nell’attuale Pac e di far sì che le preoccupazioni degli agricoltori siano prese in considerazione, dopo la rivolta della categoria scoppiata in mezza Europa negli ultimi mesi, in vista delle elezioni europee, che ha spinto la Commissione a correre ai ripari. Il comitato speciale Agricoltura ha approvato, in particolare, le modifiche agli standard relativi alle buone condizioni agricole e ambientali (Bcaa) proposti dalla Commissione Europea.
Le Bcaa sono nove norme, ritenute benefiche per l’ambiente e il clima, che si applicano agli agricoltori che ricevono sostegno nell’ambito della Pac. Si tratta di condizionalità, poiché c'è un legame diretto tra il rispetto dei requisiti e il sostegno fornito agli agricoltori in base alla Pac. Uno dei principali cambiamenti è l’introduzione di una disposizione generale, che consente agli Stati membri di concedere deroghe "temporanee e mirate" a determinati requisiti di condizionalità, in caso di condizioni climatiche impreviste che impediscono agli agricoltori di rispettarli. Una volta all'anno, gli Stati dovranno informare la Commissione sulle deroghe concesse.
Oltre alle possibilità nazionali di deroga, vengono introdotte esenzioni specifiche da alcuni standard Bcaa. Ad esempio, per la Bcaa 6 sulla copertura del suolo durante i periodi sensibili, gli Stati membri avranno maggiore flessibilità nel decidere quali suoli proteggere e in quale stagione, sulla base delle specificità nazionali e regionali. Per la Bcaa 7 sulla rotazione delle colture, una delle più contestate dal 'movimento dei trattori', la rotazione delle colture rimarrà la pratica principale, ma gli Stati membri potranno utilizzare la diversificazione delle colture come alternativa. Il requisito è meno impegnativo per gli agricoltori, soprattutto nelle zone soggette a siccità o ad abbondanti precipitazioni. Per la Bcaa 8, gli agricoltori saranno obbligati soltanto a mantenere gli elementi caratteristici del paesaggio esistenti e d'ora in poi saranno incoraggiati, su base volontaria, a mantenere i terreni a riposo o a creare nuovi elementi caratteristici del paesaggio.
La revisione mirata approvata oggi esenta le piccole aziende agricole, con meno di 10 ettari di superficie, sia dai controlli che dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità previsti dalla Pac. Dato che si tratta del 65% dei beneficiari della Pac, ma di appena il 10% dei terreni agricoli, questa esenzione ridurrà in misura cospicua gli oneri amministrativi generati dai controlli, sia per gli agricoltori che per le amministrazioni pubbliche, pur mantenendo gli obiettivi ambientali. In linea con le richieste degli Stati, la revisione garantirà che i Paesi dell’Ue possano ora modificare i propri piani strategici della Pac due volte all’anno, anziché una volta come avviene oggi. In questo modo i governi avranno una maggiore flessibilità: inoltre, sarà comunque possibile avere tre ulteriori richieste di modifica nell'arco dell'intero periodo di programmazione.
Ora il presidente della commissione speciale Agricoltura invierà una lettera al Parlamento Europeo. La commissione Agri del Parlamento ha deciso di ricorrere alla procedura d'urgenza: la posizione in prima lettura dovrebbe essere adottata nella plenaria del 22-25 aprile prossimi. Il regolamento dovrà poi essere adottato formalmente dal Consiglio, firmato dai rappresentanti del Consiglio e del Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue. Se tutto andrà come previsto, il regolamento entrerà in vigore entro la fine della primavera. Sono tempi estremamente rapidi per gli standard Ue, cosa che dimostra, ancora una volta, l'efficacia della protesta condotta dagli agricoltori.
Consiglio e Commissione Ue: "Non dimentichiamo gli agricoltori"
Il Consiglio Ue e la Commissione Europea non hanno "dimenticato" gli agricoltori, che per la terza volta in due mesi invadono le strade di Bruxelles con i trattori, e oggi nel Consiglio Agrifish arriveranno "risposte" alla categoria in materia di "giusta remunerazione" del loro lavoro, spiegava a margine del Consiglio Agrifish il vice primo ministro e ministro dell'Agricoltura belga David Clarinval, per la presidenza di turno del Consiglio Ue.
"Ci siamo riuniti questa mattina per un nuovo consiglio Agrifish - afferma - con un ordine del giorno ancora una volta molto fitto". "Gli agricoltori stanno nuovamente manifestando davanti al Consiglio - continua - non li abbiamo dimenticati, poiché durante l'ultimo Consiglio siamo riusciti ad affrontare tutte le questioni relative alla semplificazione amministrativa. Siamo riusciti a realizzare già parecchi progressi a favore della semplificazione, mentre oggi abbiamo misure che riguardano il reddito. Affronteremo la Politica Agricola Comune e, in questo contesto, un modo per garantire maggiore flessibilità, risposte che consentiranno di aumentare il reddito dei nostri agricoltori. Spero che riusciremo a ottenere un accordo, in modo da poter continuare le discussioni con il Parlamento Europeo nelle ultime settimane ancora utili prima delle elezioni europee".
"L’obiettivo - prosegue Clarinval - è riuscire a garantire una buona competitività della nostra agricoltura e anche la sovranità alimentare a livello europeo, prevedendo al tempo stesso una giusta remunerazione per gli agricoltori. E' un programma molto impegnativo, ma permetterà di dare una risposta concreta agli agricoltori. Va salutata con favore - conclude - la reattività della Commissione Europea, che propone non poche cose, in modo rapido e concreto, che vanno nella giusta direzione".
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Ucraina, Kiev chiede ‘istruttori’ Nato. Usa...
Il quadro del New York Times: l'Ucraina chiede aiuto per l'addestramento sul proprio suolo
I paesi membri della Nato si avvicinano all'invio di truppe in Ucraina. L'obiettivo dell'Alleanza è mandare istruttori per addestrare le forze armate di Kiev impegnate da oltre 2 anni nella guerra contro la Russia. E' lo scenario che prospetta il New York Times, evidenziando che la decisione che potrebbe avvicinare Stati Uniti e Europa ad un coinvolgimento più diretto nel conflitto.
La richiesta di Kiev alla Nato
Il quotidiano americano fa riferimento ad una richiesta esplicita avanzata dall'Ucraina. Nelle ultime settimane, la situazione sul campo è peggiorata decisamente per il paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky, costretto a fare i conti con la carenza di uomini e in attesa dell'arrivo di tutte le armi che gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare con l'ok al maxi pacchetto da 61 miliardi di dollari.
Kiev, quindi, ha chiesto agli Usa e alla Nato aiuto determinante per l'addestramento di 150mila nuove reclute, destinate a rinforzare i reparti al fronte in tempi brevi. Kiev, come è noto, ha da poco varato una nuova legge che consente di mobilitare decine di migliaia di uomini di 25-26 anni. Alla richiesta, secondo il New York Times, gli Stati Uniti finora hanno risposto in maniera negativa. Il quadro però è destinato a cambiare, come afferma il generale Charles Q. Brown Jr., Capo di Stato maggiore congiunto delle Forze armate : "Ci arriveremo nel tempo".
Ora, aggiunge rispondendo ai reporter nel volo verso Bruxelles, inviare personale significherebbe "mettere in pericolo un gruppo di istruttori Nato" e costringerebbe a usare sistemi di difesa per proteggere i tranier e non vitali infrastrutture in aree critiche del paese.
L'apertura di Macron, le posizioni di Estonia e Lituania
Nell'ambito della Nato, oltretutto, gli Usa sarebbero chiamati a contribuire alla difesa da eventuali attacchi nei confronti degli istruttori: vorrebbe dire, in sostanza, coinvolgimento nella guerra. Finora, gli Usa hanno partecipato ad attività di addestramento degli ucraini in America, in Polonia e in Germania. Il trasferimento dei reparti di Kiev all'estero, però, rallenta le operazioni. Contemporaneamente, l'addestramento condotto autonomamente dall'Ucraina non si starebbe rivelando particolarmente efficace.
Il tema dell'invio di soldati Nato in Ucraina è tornato d'attualità con le recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che da febbraio prospetta un'ipotesi che non può essere esclusa a priori. "Nulla può essere escluso", ha detto Macron, evidenziando in ogni caso che l'invio sarebbe legato a due condizioni imprescindibili: lo sfondamento della linea del fronte da parte della Russia e l'esplicita richiesta da parte di Kiev.
Lo scenario è stato scartato in maniera esplicita da quasi tutti gli altri leader: Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha detto e ripetuto che nessun soldato americano metterà piede in Ucraina.
In Europa, alcuni paesi hanno assunto una linea diversa, in particolare dopo l'annuncio di Vladimir Putin: il presidente russo dieci giorni fa ha preannunciato esercitazioni con armi nucleari, che potrebbero anche andare in scena al confine con l'Ucraina.
A stretto giro a Lituania non ha escluso l'invio di truppe per favorire l'addestramento delle forze armate ucraine. L'Estonia si è spinta oltre, prospettando la presenza di propri soldati nell'Ucraina occidentale, lontano dal fronte e dal cuore del conflitto, per consentire a Kiev di aumentare il numero di uomini in prima linea.
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Ucraina, Nato: “Russia non ha numeri per sfondare a...
Il generale Cavoli, comandante delle forze Nato in Europa: "Gli ucraini reggeranno"
I russi non hanno "né i numeri né la capacità per una svolta strategica" in Ucraina nella nuova fase cruciale della guerra caratterizzata dall'offensiva nella regione di Kharkiv. Parola di Christopher Cavoli, il generale americano comandante supremo delle forze della Nato in Europa, che ha fatto il punto dopo una riunione del Comitato militare dell'Alleanza a Bruxelles.
Il quadro: la Russia non può sferrare un maxi attacco
"So che i russi non hanno i numeri necessari per una svolta strategica - ha dichiarato Cavoli -. Non hanno l'abilità e la capacità di farlo, di operare sulla scala necessaria per sfruttare qualsiasi svolta per un vantaggio strategico". Ma, ha poi riconosciuto, "hanno la capacità di fare progressi locali e ne hanno fatti alcuni".
La valutazione del generale deriva da "contatti molto stretti con i nostri colleghi ucraini, e sono fiducioso che manterranno la linea", ha aggiunto. Nonostante la Russia stia premendo lungo i fronti con l'Ucraina e abbia recentemente lanciato un attacco contro Kharkiv, Cavoli ha detto di non essere sicuro che si tratti di un'offensiva estiva su larga scala da parte di Mosca.
Putin e la zona cuscinetto
In effetti, analisti e esperti ipotizzano che le manovre nella regione di Kharkiv mirino a creare una 'zona cuscinetto', a cui ha fatto più volte riferimento anche il presidente russo Vladimir Putin. La Russia, con le penetrazioni compiute nell'ultima settimana, ha aumentato la distanza tra l'artiglieria ucraina e i propri territori, limitando le possibilità di raid di Kiev.
L'obiettivo 'minimo' russo, insomma, sarebbe a portata di mano e questo spiegherebbe anche il rallentamento delle operazioni nelle ultime ore. Il generale, con un approccio prudente, ha sottolineato che "per capire se un'offensiva è stata fermata o meno ci vuole un po' di tempo".
Non va sottovalutata poi la capacità ucraina di arginare le azioni nemiche, grazie anche alle armi e ai mezzi in arrivo dagli Usa. Cavoli ha evidenziato che, dopo il varo del pacchetto di aiuti militari da 61 miliardi di dollari per Kiev, gli ucraini stanno ricevendo "grandi quantità di munizioni, grandi quantità di sistemi di difesa aerea a corto raggio e grandi quantità di veicoli blindati".
Dal canto suo, il presidente del Comitato militare della Nato, l'ammiraglio Rob Bauer, ha affermato che, sebbene la Russia abbia fallito nel suo tentativo di schiacciare l'Ucraina, non dovrebbe essere sottovalutata. Negli oltre due anni di combattimenti, Mosca è migliorata in settori come la logistica e la produzione industriale "dove sta effettivamente avanzando più velocemente di noi in Europa e in Nord America".
La Russia, ha continuato, è riuscita a mettere insieme ulteriori forze, "ma la qualità delle truppe è inferiore a quella delle truppe con cui hanno iniziato il conflitto" a causa del numero di ufficiali "che sono stati uccisi all'inizio della guerra" e, quindi, non sono in grado di addestrare nuovi soldati.
Zelensky a Kharkiv: "Ci servono i Patriot"
Dai vertici dell'Ucraina arrivano informazioni ambivalenti. Le dichiarazioni del presidente Volodymyr Zelensky passano dall'annuncio di progressi sul campo, con lo stop imposto all'avanzata russa, al grido d'allarme perché "la situazione è molto seria, non possiamo permetterci di perdere Kharkiv". Il leader si esprime con queste parole in particolare ad Abc News dopo il suo arrivo nella seconda città ucraina, che è di nuovo messa a rischio dall'avanzata russa.
Zelensky, visto il quadro complesso, ha annullato viaggi in Spagna e Portogallo. A Kiev ha da poco ricevuto il segretario di Stato americano Antony Blinken che ha annunciato l'invio di altre armi per due miliardi di dollari. "Il dialogo va bene, ma ora abbiamo bisogno di aiuto", la chiosa di Zelensky che ha lasciato trapelare, secondo l'intervistatore, il senso di frustrazione. "Tutto quello di cui abbiamo bisogno sono di due sistemi di Patriot - ha aggiunto - e la Russia non sarà in grado di occupare Kharkiv".
Ministro Interno ucraino accusa Russia: "Esecuzioni di civili a Vovchansk"
Intanto, però, le forze di Mosca lasciano il segno in maniera drammatica. Vere e proprie "esecuzioni" di civili da parte delle forze russe nella città di confine di Vovchansk, nella regione nordorientale di Kharkiv, sono state denunciate dal ministro dell'Interno ucraino, Igor Klymenko, in un post su Telegram.
"Le truppe russe stanno facendo prigionieri i civili", ha proseguito il ministro, secondo cui "secondo rapporti dell'intelligence" le forze russe a Vovchansk "non hanno permesso l'evacuazione degli abitanti locali: hanno iniziato a rapire le persone e a portarle negli scantinati". "Uno degli abitanti di Vovchansk ha cercato di scappare a piedi, si è rifiutato di seguire gli ordini degli invasori ed è stato ucciso dai russi", ha aggiunto Klymenko, secondo cui la polizia regionale ha aperto un'indagine per "crimini di guerra".
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Pagati per dimagrire, il ‘metodo’ per...
Lo studio è stato condotto su tre gruppi di uomini
I soldi fanno i miracoli, anche contro l'obesità. E' quanto ha scoperto uno studio, condotto dall’Università scozzese di Stirling, da cui emerge che offrire incentivi finanziari è efficace nell’aiutare gli uomini a perdere peso.
“La ricerca ha dimostrato che offrire incentivi in denaro era un modo popolare ed efficace per aiutare gli uomini a perdere peso" ha detto il professor Pat Hoddinott dell’Unità di ricerca dell’Università di Stirling. "Questa iniziativa rappresenterebbe una soluzione a basso costo da offrire al servizio sanitario nazionale per agli uomini con problemi di obesità".
Lo studio
Sono stati 585 uomini con il problema dell'obesità che hanno preso parte alla ricerca. Tre gruppi, provenienti da Scozia, Inghilterra e Irlanda del Nord. Al primo gruppo sono state offerte 400 sterline pari a poco più di 466 euro se fossero riusciti a dimagrire, ai secondi solo messaggi di incoraggiamento e ai terzi nulla. L'obiettivo era perdere il 5% del proprio peso in tre mesi, il 10% in sei e mantenere per 12 mesi quello che avevano perso. La ricerca ha rilevato che dopo un anno gli uomini che ricevevano sia messaggi di testo che l’opportunità di ricevere denaro perdevano più peso.