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Lutto per Sabalenka, morto il compagno Konstantin Koltsov
Le cause del decesso non sono state rese note. A dare la notizia il club di hockey Salavat Yulaev, di cui era assistente allenatore
Lutto improvviso per Aryna Sabalenka, tennista bielorussa numero 2 del mondo. E' morto a 42 anni il suo compagno Konstantin Koltsov, ex giocatore di hockey su ghiaccio. Koltsov in carriera come attaccante ha partecipato con la Bielorussia alle Olimpiadi del 2002 e del 2010 e ha giocato nella National Hockey League dal 2002 al 2006 con i Pittsburgh Penguins.
Dopo aver lasciato la NHL, ha giocato all'estero con il Salavat Yulaev, di cui recentemente era diventato assistente allenatore. La squadra ha rilasciato un comunicato per confermare la sua morte: "È con profondo dolore che vi informiamo che l'allenatore del Salavat Yulaev, Konstantin Koltsov, è deceduto. Era una persona forte e allegra, era amato e rispettato da giocatori, colleghi e tifosi".
Le cause del decesso non sono state rese note, si legge sui media stranieri. Sabalenka, 25 anni, si trova attualmente a Miami per preparare il Miami Open e Koltsov, secondo il Daily Mail, l'aveva raggiunta in Florida prima della sua morte improvvisa. La morte del fidanzato della tennista arriva solo cinque anni dopo quella del padre. Come Koltsov, anche lui giocava a hockey su ghiaccio da professionista.
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Il maxi 100 Arca Sgr e il Fast and Furio sailing team al...
Sono state introdotte numerose novità su varie parti dell’imbarcazione destinate a migliorare le performance sportive di Arca SGR
Anche quest'anno, il Maxi 100 italiano Arca SGR del Fast and Furio Sailing Team sarà protagonista nella lunga e intensa stagione internazionale di regate, partecipando ai principali eventi inshore e offshore. Il team, guidato dal velista veterano Furio Benussi, si prepara a competere nei classici appuntamenti agonistici "maxi", con l'obiettivo di aggiungere nuovi successi al già ricco palmares e di difendere i titoli conquistati lo scorso anno. Per far fronte a queste sfide, durante l’inverno, sono state introdotte numerose novità su varie parti dell’imbarcazione destinate a migliorare le performance sportive di Arca SGR.
Il Maxi 100 Arca SGR, che si distingue nel panorama internazionale come ambasciatore del "Life Cycle Thinking", sta diventando il punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile nel settore del sail racing, grazie alla certificazione EPD conseguita proprio con il progetto di recupero dello scafo che fu Skandia e che ora è noto nel Mediterraneo come Arca SGR.
L’attenzione alla sostenibilità ambientale non è che una delle tessere del mosaico che rendono il maxi una straordinaria piattaforma ESG, in grado di dare risalto e visibilità anche alle iniziative di realtà amiche come Fondazione Laureus, Io Do Una Mano, OneOcean Foundation e Il Porto dei Piccoli e supportate da Arca Fondi SGR. La stagione agonistica di Arca SGR ha preso il via lo scorso 3-5 maggio a Portofino durante le Regate di Primavera, dove il team ha conquistato tre line honours su quattro prove disputate.
La seconda sfida stagionale di Arca SGR sarà con la Regata dei Tre Golfi a Napoli dal 16 al 18 maggio. Dal 30 maggio al 1° giugno, Arca SGR sarà di nuovo in campo per la 151 Miglia - Trofeo Cetilar, una regata che il team di Benussi ha già conquistato nel 2022. Mercoledì 12 giugno, Arca SGR si lancerà nella sfida imperdibile della Loro Piana Giraglia 2024, seguendo il classico percorso Saint Tropez - Giraglia - Genova. Un Trofeo che non ha bisogno di presentazioni, nel quale Arca SGR torna con l'obiettivo di essere tra i protagonisti assoluti per replicare il successo con la line honours conquistata nel 2021.
Dal 26 al 28 giugno, il Maxi 100 difenderà il titolo ottenuto nel 2023 (e nel 2022) alla Viareggio - Bastia - Viareggio, il cui record di percorrenza, segnato lo scorso anno, appartiene ancora al team di Arca SGR. Tra settembre e ottobre, il focus si sposta sull'Adriatico, dove Arca SGR affronterà una serie di sfide intense a distanza ravvicinata. La 63ª edizione della Trieste - San Giovanni in Pelago - Trieste aprirà le danze nella notte di venerdì 20 settembre: una regata importante per il team che giocherà “in casa” con l’organizzazione dell’evento in capo allo Yacht Club Adriaco e con il record di percorrenza da difendere.
Nel fine settimana del 5 ottobre, Arca SGR prenderà parte al warm up e il giorno successivo al Trofeo Bernetti 2024, regata in cui si presenta con l'onere di difendere il titolo conquistato lo scorso anno. Questo evento rappresenta l'ultimo test agonistico prima della sfida nella Barcolana (13 ottobre) che vedrà il Fast and Furio Sailing Team a bordo di Arca SGR e pronto a difendere il trofeo dall’assalto degli sfidanti.
La stagione 2024 culminerà con tre eventi consecutivi nel suggestivo scenario di Venezia. La regata Trieste - Venezia Two Cities One Sea partirà giovedì 17 ottobre, seguita sabato 19 dalla spettacolare Venice Hospitality Challenge e dalla Veleziana che si terrà il giorno seguente, segnando la chiusura della stagione agonistica del Fast and Furio Sailing Team.
"Salire a bordo di Arca SGR significa abbracciare una sfida di innovazione e resilienza, significa credere nel valore del talento e delle idee ed imparare a competere e vincere in ogni condizione -dice Ugo Loeser, Amministratore Delegato Arca Fondi SGR. Questi principi e questi valori sono da sempre nel DNA di Arca Fondi SGR: sono gli elementi che caratterizzano il nostro operato, che guidano le nostre scelte e che, da quarant’anni, fanno di noi il partner ideale per i sottoscrittori dei nostri Fondi e per le banche del nostro network".
"Senza troppi giri di parole posso dire che essere qui oggi a raccontare non tanto quello che abbiamo fatto e che abbiamo vissuto nel 2023 quanto quello che vogliamo fare e che faremo nel 2024 è per noi motivo di enorme soddisfazione ed emozione. Oggi più che mai questo progetto partito diversi anni fa è al suo apice e nella sua piena maturità sia per quanto riguarda la barca che per quanto concerne il gruppo. Della barca che era un oggetto abbandonato a Mahon non è rimasto che il colore laddove ogni step di sviluppo ed evoluzione è stato portato avanti guardando tanto alla performance sportiva quanto alla 'performance' ambientale e proprio per questo motivo abbiamo voluto fortemente disporre della certificazione internazionale ESG per dimostrare che si può essere competitivi e si possono sviluppare progetti senza impattare oltre misura sull’ambiente. Per quanto riguarda il gruppo e la sua forza morale prima ancora che sportiva, il 2023 ci ha messo davanti a un muro in quella che è stata una esperienza apparentemente impossibile ma che ci ha portato a scavare a fondo in ognuno di noi per poter dare seguito alla sfida di Arca SGR…. ed oggi siamo qui", conclude Furio Benussi, Team Leader Fast and Furio Sailing Team.
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Giro d’Italia, Milan vince quarta tappa e Pogacar...
Il corridore italiano della Lidl-Trek si impone a Andora
Jonathan Milan vince allo sprint la quarta tappa del Giro d'Italia, la Acqui Terme-Andora di 190 km. Il corridore italiano della Lidl-Trek si impone davanti all'australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) e al tedesco Phil Bahhaus (Bahrain Victorious). Tentativo di Filippo Ganna (Ineos) con uno scatto sulla salita di Capo Mele a 4 km dal traguardo, annullato a 500 metri dal traguardo.
La classifica generale
Lo sloveno Tadej Pogacar (Uae team Emirates) conserva la maglia rosa di leader della classifica davanti al gallese Geraint Thomas (Ineos). Domani quinta frazione, con partenza da Genova e arrivo a Lucca dopo 178 km.
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Aumento degli infortuni nel tennis, il fisiatra:...
"E' uno sport con uno spettro unico di lesioni, acute più spesso negli gli arti inferiori e croniche in quelle superiori"
La lista dei tennisti che nelle ultime settimane hanno dato forfait durante i tornei, dal Mutua Madrid Open agli Internazionali d'Italia, in vista dello slam di Parigi, il Roland-Garros (Sinner, Alcaraz e Medvedev si sono ritirati, mentre Nadal e Berrettini rientrano con grande accortezza da problemi fisici), ripropone il tema di un maggiore numero di infortuni tra i professionisti che giocano tanto e su superificie di gioco diverse.
"Sebbene gli infortuni osservati nel tennis siano comuni ad altri sport, la sua natura continuativa durante tutto l'anno, combinata con le diverse superfici su cui viene giocato, l'attrezzatura utilizzata e la biomeccanica, porta a uno spettro unico di lesioni. In generale le lesioni acute si verificano più frequentemente e tendono a colpire più spesso gli arti inferiori, mentre le lesioni croniche tendono a colpire più frequentemente gli arti superiori", spiega all'Adnkronos Salute Andrea Bernetti, vice presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer). Dal punto di vista del trattamento, "la maggior parte degli infortuni può essere generalmente gestita tramite approcci conservativi che includano strategie di intervento riabilitativo da valutare caso per caso - osserva - Fondamentale è poi la fase di 'return to play' e la prevenzione delle ricadute".
"Le spiegazioni dietro agli infortuni degli sportivi d'élite sono sempre difficili da fornire senza conoscere nel dettaglio il caso specifico e non è corretto quindi generalizzare - precisa Bernetti - Tuttavia, basandoci su dati di letteratura, possiamo in parte sottolineare due elementi come plausibili fattori di rischio. In primis un ruolo centrale è dato dalle ore di gioco e dal numero degli incontri giocati. In particolare, una recente ricerca scientifica ha mostrato un'incidenza di infortuni compresa tra 0,04 e 3 per 1.000 ore di gioco. Inoltre - prosegue il fisiatra - utilizzando i dati sui minuti giocati in tutti gli eventi di tennis professionale dell'Association of Tennis Professionals (Atp) e della Women's Tennis Association (Wta) tra il 2011 e il 2016, hanno trovato tassi di infortuni di 201,7 per 10.000 esposizioni di gioco per le donne e di 148,6 per gli uomini. Inoltre, hanno notato differenze significative nella distribuzione degli infortuni tra uomini e donne, con la spalla, il piede, il polso e il ginocchio come siti di infortuni più comuni tra le donne, mentre le lesioni a ginocchio, caviglia e coscia erano le più diffuse tra gli uomini".
"Un ulteriore dato interessante - rimarca Bernetti - proviene da uno studio olandese condotto su oltre 3.500 tennisti amatoriali della Royal Netherlands Lawn Tennis Association, che ha dimostrato come sia stato osservato un tasso più elevato di lesioni da sovraccarico nei giocatori che giocavano su più superfici rispetto ai giocatori che giocavano principalmente su una superficie. Questo cambiamento tra le superfici di gioco - avverte l'esperto - potrebbe essere un fattore di rischio per infortuni anche tra i giocatori d'élite e può almeno in parte spiegare l'aumento di incidenza degli infortuni al passaggio dal periodo di gioco su una superficie a quello immediatamente successivo. Naturalmente sono dati generali, ogni infortunio deve essere valutato e trattato in modo personalizzato analizzando ogni singola peculiare caratteristica dell'atleta".
"Dal punto di vista terapeutico andrebbero conosciuti i dettagli precisi dei singoli infortuni. In linea generale si può ragionare su due aspetti - suggerisce Bernetti - la prevenzione da un lato e la terapia in caso di infortunio dall'altro. I tennisti d'elite sono seguiti da staff completi con professionisti di alto livello che approcciano ad entrambi questi aspetti con altissima preparazione. Infatti, gli elementi da considerare sono molteplici ben oltre la mera preparazione atletica, e vanno ad esempio dalla valutazione della biomeccanica del gesto atletico, all'attrezzatura sportiva, passando per gli aspetti nutrizionali e psicologici, solo per citarne alcuni".
Nell'ambito della valutazione del movimento e del gesto atletico "sono sempre più utilizzati dispositivi tecnologici, come ad esempio sensori inerziali e sistemi di analisi video, che permettono di oggettivare il movimento e di comprendere cosa e come eventualmente correggere se opportuno. Dal punto di vista del trattamento - osserva il fisiatra - la maggior parte degli infortuni può essere generalmente gestita tramite approcci conservativi che includano strategie di intervento riabilitativo da valutare caso per caso. Fondamentale è poi la fase di 'return to play' e la prevenzione delle ricadute, per cui in alcuni casi si deve intervenire prevedendo anche un cambiamento della tipologia di gioco e di colpi".
"La tecnologia naturalmente è anche a supporto della fase di cura attraverso l'utilizzo di terapie fisiche strumentali di ultima generazione e di strumentazioni per incrementare la forza o la propriocezione anche attraverso strumenti di biofeedback - conclude - Ove opportuno poi possono essere previsti trattamenti di tipo infiltrativo sotto guida ecografica utilizzando ad esempio acido ialuronico o il 'platelet rich plasma' (Prp) chiamato in modo non scientifico 'pappa piastrinica'. Ogni caso deve essere comunque valutato e gestito in modo altamente personalizzato".