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L’Aquila Capitale Cultura 2026: l’esultanza dei...

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L’Aquila Capitale Cultura 2026: l’esultanza dei Vip abruzzesi per nascita o per amore

Bruno Vespa, Donatella di Pietrantonio, Gabriele Cirilli, Simona Molinari, Rocco Siffredi, Dacia Maraini, Alessandro Gassmann, Giorgio Pasotti, Giuliano Cervelli, Maurizio Cocciolito, Raffaele Daniele commentano la notizia della proclamazione

Piazza Duomo L'Aqulia

L'Aquila è stata proclamata Capitale della Cultura 2026: un riconoscimento non scontato ma molto atteso dalla città. Grande la gioia di tanti personaggi, abruzzesi e non, legati alla città e all'Abruzzo, che all'Adnkronos hanno espresso il proprio apprezzamento per la scelta della Giuria del ministero della Cultura.

Bruno Vespa

Esulta il 'decano' della tv, abruzzese doc, Bruno Vespa: "E' una notizia meravigliosa. L'Aquila meritava perché nel 2009, quando ci fu il terremoto, si disse: 'Tra dieci anni L'Aquila sarà Capitale della cultura'. Nel 2019 non eravamo pronti, adesso lo siamo. E' un riconoscimento e risarcimento giustissimo". "Sono veramente felice perché L'Aquila è una straordinaria città della cultura che ha avuto per decenni, e forse ha tuttora, il più alto tasso di consumo di musica classica per abitante, ha uno dei teatri stabili migliori e ha la cultura che si respira dalle pareti dei palazzi antichi. E' un riconoscimento giustissimo", conclude Vespa.

Gabriele Cirilli

"L'Aquila merita a pieno titolo il riconoscimento di Capitale della cultura 2026 perché é sempre stata una città piena di cultura e di grandi talenti, una città che ha sofferto ed è risorta con grande forza. Ma il 2026 sarà un anno di vera rinascita solo se ci si arriverà con tutte le carte in regola". Così l'attore Gabriele Cirilli, dopo la proclamazione del capoluogo abruzzese, che si è aggiudicato il titolo di Capitale della cultura battendo le altre 9 città finaliste. "Il tempo c'è - sostiene l'attore e comico abruzzese - ma l'unico modo per 'vincere' davvero è progettare, lavorare fortemente ma soprattutto fare squadra. Se invece ci si presenterà a quest'appuntamento come corridori singoli non arriveremo da nessuna parte".

Secondo Cirilli, dunque, nel lavoro di preparazione che porterà al 2026 "dovranno sparire invidia, competizione sleale ed energie negative, che spesso caratterizzano gli abruzzesi. Bisogna fare squadra - ribadisce - e lo dico perché sono convinto che il team, così come la famiglia possono portare risultati incredibili: non a caso - annuncia - sto preparando uno spettacolo con Carlo Conti che si chiama 'Cirilli and family'".

Infine, sui progetti concreti che saranno messi in campo nel 2026, si dice "molto in linea, in particolare, con l'attenzione che sarà dedicata ai giovani", ricordando la sua scuola di recitazione, che oggi a sede a San Salvo, in provincia di Chieti. "Spero che sia ospitata a L'Aquila perché con questa iniziativa stiamo valorizzando e offrendo occasioni a tanti giovani, stiamo facendo capire loro che la cultura è importante, che non si va solo su Tik Tok ma bisogna studiare per arrivare al successo. E, a mio avviso, una scuola di recitazione che attrae tanti giovani da tutt'Italia merita di stare nel capoluogo di regione".

Giorgio Pasotti

Felicissimo anche l'attore Giorgio Pasotti, alla guida del Teatro Stabile d'Abruzzo dal 2023: "La vittoria dell'Aquila come Capitale della cultura italiana è a mio avviso assolutamente meritata -dice - Felice che abbiano finalmente premiato una città che ha saputo negli anni rinascere su solide basi culturali creando un fermento artistico vivace, di cui il pubblico è assolutamente grato". Pasotti è stato in parte protagonista di questa rinascita in un momento difficile per la città tra le devastazioni del terremoto e il dramma del Covid. "Quando ho accettato l'invito alla direzione dello Stabile di Abruzzo - spiega - è stato una sorta di salto nel buio. I teatri erano chiusi e solo più tardi è stata contingentata l'affluenza del pubblico. Sono sempre stato supportato dal sindaco e da tutte le maestranze dello Stabile - ricorda Pasotti -. Siamo riusciti comunque a organizzare e promuovere stagioni in tempi difficili, dobbiamo solo essere fieri del lavoro che abbiamo fatto".

"Una candidatura, quella dell'Aquila - prosegue Giorgio Pasotti - che non può prescindere dall'apertura di alcuni luoghi preposti all'arte, come il Teatro Comunale, chiuso da 14 anni, che spero possa finalmente essere aperto definitamente. I cittadini aquilani, ma anche quelli abruzzesi si meritano dopo questa lunga, paziente, attesa di avere il loro teatro. Un'occasione perfetta. Tra l'altro il mio secondo mandato scade proprio nel 2026. Sarebbe la conclusione di un ciclo meraviglioso e perfetto anche per tutti quelli che hanno faticato con me. Un coronamento ineccepibile".

Dacia Maraini

Una scelta che valorizza "una bella città italiana" che "ha dato moltissimo anche dal punto di vista culturale". Dacia Maraini, che presiede la giuria del premio nazionale Benedetto Croce di Pescasseroli e che frequenta da molto tempo il paese principale del Parco Nazionale d'Abruzzo, commenta così, all'AdnKronos, la proclamazione de L'Aquila a capitale della cultura del 2026.

"Credo sia una cosa molto bella che valorizza una città che ha perso qualcosa e che si sta ricostruendo, anche se un po' lentamente", dice la scrittrice, ricordando il terremoto che colpì la città nel 2009. Tornando proprio a quel tragico periodo l'autrice di 'Bagheria' rievoca un ricordo personale. "Dopo il terremoto - racconta - arrivavano derrate da tutte le parti, oltre che coperte e cibo. Andai a L'Aquila, quando era stata allestita la tendopoli, e chiesi se avevano libri. Nessuno ne aveva. Tornai allora a casa, a Pescasseroli, presi accordi con il direttore del Parco Nazionale che mise a disposizione una roulotte nella quale stipai 300 libri, tra classici e moderni, che portammo in città. La cosa bellissima fu che furono presi d'assalto. Avevano bisogno, oltre che di coperte e di cibo, anche di libri. La cosa bella fu anche che non mancò mai un libro".

In altri termini, conclude Maraini, i lettori "prendevano in prestito un testo che poi lo restituivano per la comunità. Poi, naturalmente, io li lasciai alla biblioteca locale. Questa esperienza è stata molto bella per capire che, dopo un terremoto o durante una guerra, non si ha bisogno soltanto di cose da mangiare o di un posto in cui dormire, ma anche di leggere".

Alessandro Gassmann

"Sono contento che questa possibilità importante venga data a L’Aquila. La conoscevo prima del terremoto e l’ho rivista dopo negli anni. Molto ancora c’è da fare, molte promesse in questi anni non sono state mantenute", dice Alessandro Gassmann, che fu direttore artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo dal 2009 al 2011. "Ricordo una città bellissima, con gente generosa. Spero che questa occasione - sostiene l'attore - aiuti L’Aquila a ritrovare tutta la sua bellezza, a partire dal teatro che ancora dopo tutti questi anni è chiuso”. Infine, un auspicio per la città rappresentato dal nuovo direttore artistico del Tsa: "Auguro agli aquilani un futuro di rinascita vera ed al mio amico e collega Giorgio Pasotti, appena riconfermato direttore artistico dello stabile aquilano, buon lavoro”.

Rocco Siffredi

"Da abruzzese, la vittoria de L'Aquila come Capitale della cultura italiana mi fa enormemente piacere. La vorrei conoscere meglio'', osserva Rocco Siffredi, nato ad Ortona, in provincia di Chieti.

Simona Molinari

"Sono felicissima, la città merita questa rinascita". A parlare così con l'Adnkronos della scelta de L'Aquila come capitale della cultura 2026 è la cantautrice Simona Molinari, che pur essendo nata a Napoli, è cresciuta nel capoluogo abruzzese, dove si è anche diplomata al conservatorio Alfredo Casella. "Sicuramente una rinascita culturale aiuterà tantissimo la città, dopo tutto quello che ha subito con i terremoti. Credo sia una cosa grandiosa andare a ricreare un tessuto culturale in questo momento in cui la città si sta cominciando a ripopolare".

"L'Aquila è una città con una grande tradizione culturale e di formazione culturale. Io sono cresciuta in quella città e ho sempre respirato questa attitudine e questa attenzione alla cultura. È una città che mi ha offerto moltissimo quando ero piccolina e che ha ancora molto da offrire. La disciplina, la resistenza e la resilienza sono caratteristiche tipiche degli aquilani. Quindi sono sicura che con la capitale della cultura arriveranno moltissime cose belle e un'offerta attenta e di qualità", sottolinea l'artista che lo scorso 7 marzo a New York, è stata insignita del Callas Tribute Prize NY, il prestigioso riconoscimento internazionale dedicato all’indimenticabile Diva. "Anche questo premio lo devo ricollegare alla formazione classica che ho ricevuto proprio a L'Aquila", conclude l'artista.

Donatella Di Pietrantonio

Il fatto che L'Aquila sia stata proclamata capitale italiana della cultura del 2026 può aiutare il processo di rigenerazione della città dopo il sisma che l'ha colpita nel 2009. La pensa così la scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio che si dice "molto contenta" della scelta effettuata dalla giuria. "Certo - afferma - c'è ancora molto da fare ma la spinta propulsiva che può derivare dalla proclamazione a capitale della Cultura nel 2026 può essere davvero importante soprattutto perché dovrebbe incentivare e promuovere l'iniziativa culturale in città. Questo potrebbe, a sua volta, incentivare il ritorno degli aquilani a vivere a riabitare la città". La scrittrice, che ha vinto il premio Campiello con 'L'Arminuta' nel 2017, sottolinea infatti che "in questo momento il grande problema è che vediamo palazzi bellissimi, con facciate pulite e restaurate, che però sono vuoti. La grande sfida è riportare gli aquilani a L'Aquila. La sfida è anche quella di portare nuovi abitanti che siano attratti non solo dalla bellezza della città ma anche dall'offerta di servizi e dall'offerta culturale. Questa è la mia speranza", afferma Di Pietrantonio.

La scrittrice, accanto alle criticità, registra anche dei passi in avanti nel recupero del tessuto urbano aquilano. "Per diversi anni, dopo il sisma, i lavori di ricostruzione procedevano con lentezza e non si riusciva a vedere la concreta rinascita della città. Nelle mie ultime visite - sostiene - ho potuto invece constatare, per quel poco che è possibile fare da osservatrice esterna, uno stato di avanzamento davvero incoraggiante. Almeno il centro della città ha oggi un aspetto che veramente fa pronunciare la parola bellezza. Capita raramente che un'intera città venga ricostruita, restaurata, seguendo dei criteri di uniformità. Questo a L'Aquila è avvenuto e sta avvenendo", conclude.

Il libraio del centro storico

L'Aquila proclamata Capitale della cultura 2026 "è una bellissima notizia, ma sarebbe meglio dire una notizia 'stimolante', nel senso che questo riconoscimento dovrà fare da stimolo per far rinascere culturalmente la nostra città. Dunque bisogna rimboccarsi le maniche perché a pensarci adesso vengono le vertigini: la città è impreparata e l'offerta di cultura, in generale, lascia a desiderare". A parlare è Giuliano Cervelli, titolare della libreria 'Polarville' di via Castello, nel capoluogo abruzzese, la prima a riaprire nel centro storico, dieci anni fa, dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

"L'Aquila, prima del sisma - ricorda Cervelli - era una città con la cultura nel Dna, molto importante culturalmente, ma dopo il terremoto abbiamo perso pezzi importanti. Oggi sono rimaste solo piccole realtà come la nostra, che non si è mai arresa: avevamo il Caffè Polar, un caffè letterario in piazza Duomo, e anche subito dopo il terremoto ci siamo appoggiati fuori città pur di restare aperti. Poi, appena c'è stata la possibilità di rientrare in centro, lo abbiamo fatto. Ma noi, come le altre piccole realtà culturali rimaste rappresentiamo un microcosmo: ogni settimana organizziamo presentazioni di libri, eventi musicali e altre iniziative di cui la città è un po' sprovvista al momento. In altre parole: c'è una sete di cultura che non corrisponde all'offerta, basti solo pensare che in centro storico, a 15 anni dal terremoto, non c'è ancora un cinema e un teatro".

"L'auspicio dunque è che fi faccia in un anno e mezzo quello che non si è fatto in 15 anni, per un necessario rilancio culturale. E bisogna lavorare sodo in questi due anni", conclude Cervelli, confessando: "oggi, appena arrivata la notizia della vittoria de L'Aquila ci siamo detti: 'ora davvero possiamo provare a ripensare il vecchio 'Caffè Polar'". Chissà se per il 2026 il caffè letterario torni a vivere nel cuore della città.

Maurizio Cocciolito

"Siamo molto, molto felici, è un riconoscimento che aspettavano da tempo, L'Aquila è una città, e lo dico da non aquilano, che ha sempre creduto nella cultura. Non è un caso che sia la sede di alcune delle più importanti istituzioni culturali e musicali. Ci sono conservatori, orchestre, la città ha una delle più antiche società di concerti italiana, la 'Barattelli'. Ci sono poi l'Accademia di Belle Arti, un Museo di Arte Contemporanea, la sezione staccata del Maxxi, e la Perdonanza Celestiniana riconosciuta come Patrimonio immateriale dell'Unesco". E' quanto dichiara Maurizio Cocciolito, direttore artistico dei Solisti Aquilani, dopo la 'proclamazione' dell'Aquila Capitale della Cultura 2026.

E aggiunge: "Quando si viene all'Aquila si respira la Cultura con la C maiuscola. Gli aquilani sono un popolo molto forte e la rinascita è cominciata subito dopo il terremoto, ma anche dopo la pandemia. Questo riconoscimento è comunque uno stimolo per andare avanti sempre puntando sulla qualità".

Raffaele Daniele

"Non era la prima volta che tentavamo, ma abbiamo imparato dai nostri errori e questa volta ci speravamo veramente tanto. E' un grande riconoscimento alla nostra città. E' importante che non si parli più dell'Aquila per il drammatico sisma che ha vissuto, ma che si ricominci finalmente a parlare della sua rinascita anche a livello nazionale. E questa è un'occasione eccezionale". E' quanto dichiara Raffaele Daniele, vicesindaco del Comune dell'Aquila e coordinatore del Comitato Perdonanza Celestiniana, dopo la proclamazione del capoluogo abruzzese a Capitale italiana della Cultura 2026.

E ricorda ancora il legame tra la Perdonanza e il prossimo Giubileo di Roma. "La nostra città in questa occasione -annuncia - avrà un ruolo importantissimo". Daniele aggiunge poi che la "vittoria dell'Aquila sarà un'opportunità per tutto il territorio, anche per alcune regioni e città limitrofe, siamo riusciti insomma a creare una rete. Il culmine di un percorso, la nostra vittoria - conclude- che parte da molto, molto lontano".

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A Milano va in scena l’assenza nelle Polaroid di...

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Sabato 18 maggio l'apertura negli spazi dell'Opificio della Fotografia

A Milano va in scena l'assenza nelle Polaroid di Patrizio Cipollini

Fra le forme di fotografia analogica la Polaroid si afferma anno dopo anno fra le più tenaci, per longevità ed espressività. Lo conferma la mostra 'Ai lembi dell'assenza' che il polaroider romano Patrizio Cipollini inaugura sabato 18 maggio presso l'Opificio della Fotografia, uno degli spazi più stimolanti di Milano, in collaborazione con Casa Museo Spazio Tadini. E' un percorso attraverso 140 polaroid che propone al pubblico uno sguardo intimo e riflessivo sul tema - appunto - dell'assenza ma che punta a stimolare anche una riflessione critica sulla relazione tra la fotografia istantanea e il concetto stesso di assenza, esaltato da una immagine istantanea che - a differenza del digitale - si afferma sotto gli occhi dei soggetti in una forma 'fisica', ma poi inevitabilmente si deteriora nel tempo con i soggetti che possono addirittura scomparire, e quindi risultare completamente assenti. Insomma, la Polaroid piace per la sua istantanea (ma lenta rispetto al digitale) matericità e, nel tempo, può trasformarsi invece in una concreta mancanza.

Come si spiega nella nota di presentazione "l'assenza in questa mostra a volte è giocata come negazione della presenza umana, come per esempio nella serie sui sex toys, i papaveri, i pontili e i dittici architettonici o naturali; a volte si muove tra soggetti viventi in spazi quasi astratti o vuoti; altre si veste di forme e posizioni erotiche mancanti della figura completa; altre ancora abita polaroid deteriorate nel tempo in cui quasi tutto o tutto è scomparso. Si propone di esplorare narrazioni personali quanto sociali, ricordando la complessità e la profondità delle relazioni umane".

“Ai lembi dell’assenza” si inserisce in un contesto ampio di riflessione: come evidenziato da alcuni teorici come Rosalind Krauss e Geoffrey Batchen, l'assenza nelle immagini fotografiche si trasforma in una sorta di presenza silenziosa, che parla delle nostre esperienze umane con un'intensità senza tempo.

"Molti lavori di fotografi americani del XX secolo, come Robert Mapplethorpe, Nan Goldin o Sally Mann solo per citarne alcuni, hanno aperto nuove prospettive sull'espressione emotiva, l'utilizzo della bellezza come strumento estetico ed emotivo e l'enfasi sulla fotografia come oggetto fisico. Questi elementi hanno influenzato profondamente la fotografia contemporanea, aprendo spazi di riflessione sul tempo, l’erotismo, la mortalità, l'intimità, la bellezza, l’assenza”. - scrive l’ideatrice e curatrice della mostra Federicapaola Capecchi - Da qui siamo partiti io e Patrizio Cipollini. Per mesi abbiamo indagato e navigato insieme la mia idea, ispirata dal suo corpo di lavoro di 30 anni e abbiamo trovato molte strade da percorrere … infatti credo questa sarà la prima mostra di una serie”.

Le polaroid in mostra sono sia cicli che immagini indipendenti. Durante l'apertura della mostra - che si chiude il 16 giugno - Patrizio Cipollini tiene due workshop: il primo è 'Lift Off' in calendario il 25 e 26 maggio, il secondo “Instant … stereo e 3d” si terrà il 15 e 16 giugno.

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‘Ostiawood’, il primo romanzo di Daniele Orazi:...

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Il racconto del patinato mondo del cinema che può essere una giungla, attraverso gli occhi di Andy, personaggio che ha vissuto un’adolescenza travagliata nella Ostia degli anni Ottanta

'Ostiawood', il primo romanzo di Daniele Orazi:

Il protagonista si chiama Adriano Schroeder, ma tutti lo chiamano Andy, e ama il suo lavoro: l’agente cinematografico. Nel suo primo romanzo 'Ostiawood', Daniele Orazi racconta il patinato mondo del cinema che può essere una giungla, attraverso gli occhi di Andy, personaggio che ha vissuto un’adolescenza travagliata nella Ostia degli anni Ottanta. Andy, cresciuto da albino tra criminalità e bullismo, ha accumulato una notevole collezione di traumi. Tuttavia, il passato appartiene al passato: oggi è il rispettato e ammirato fondatore della W, un’agenzia che rappresenta attori e attrici famosi ed emergenti.

Il libro "è ispirato anche a quello che mi è successo nella vita, sia privata che professionale. C’è tanto di quello che ho vissuto e visto negli anni Ottanta", racconta all'Adnkronos Orazi, da 35 anni nel mondo del cinema come manager. Ed è proprio la passione per il suo lavoro che lo ha spinto in questa nuova avventura di scrittore: "In maniera un po' divertente e comica ho pensato di far conoscere meglio questa professione intorno alla quale c'è sempre un alone di mistero".

Iniziamo con il chiarire che "l’agente non è l’ufficio stampa ma è un ruolo specifico che ha bisogno di essere riconosciuto. Oggi, rispetto al passato, è una professione un po’ più nota anche grazie alla serie 'Call My Agent' di Sky" ma sono ancora tanti i falsi miti da sfatare. Uno fra tutti? "Che si guadagnano tanti soldi. Non è così. Per essere precisi: prendiamo il 10% degli importi degli artisti", risponde Orazi.

Il protagonista del romanzo è l'agente di alcuni artisti che, spiega l'autore, "rappresentano un po' i cliché del cinema che noi tutti conosciamo. C'è la giovane starlet , l'attore impegnato e la vecchia diva, ognuno con le sue esigenze e i suoi capricci". La forza di Andy "sta nel riconoscere che quei capricci in realtà, in quel momento preciso rappresentano per l'artista una questione di vita o di morte". L’agente "sta nel mezzo: deve capire l’artista e le esigenze del mercato puntando sempre al risultato, ovvero la performance. L’obiettivo è sempre quello di illuminare l’arte".

'Ostiawood', dunque, è una commedia scritta da chi il mondo del cinema lo conosce davvero e il messaggio "che mi piacerebbe arrivasse è per i giovani, ovvero che le cose si ottengono se dietro c'è lavoro e costanza. Se il nostro protagonista è riuscito ad emergere da un quartiere periferico e svantaggiato degli anni 80, diventando un uomo di successo allora ci può riuscire chiunque ma bisogna veramente volerlo. Dietro a dei grandi risultati c'è sempre tanto sacrificio", ricorda Orazi. I diritti d’autore saranno devoluti alle associazioni non-profit Every Child Is My Child e Pen Paper Peace. (di Loredana Errico)

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Cultura

Futuramente il 23 maggio a Milano, Giffoni Hub e...

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Gli Ibm Studios di Milano ospiteranno circa 1.000 studenti delle scuole superiori, studenti universitari, talent del calibro de ‘La Fisica Che Ci Piace’, Barbascura X, Clara Soccini, Davide Avolio, Valerio Lundini ed Edoardo Ferrario e tanti partner che coinvolgeranno i ragazzi in call to action, debate, masterclass e osservatori interattivi.

Futuramente il 23 maggio a Milano, Giffoni Hub e Civicamente per nuove generazioni

Istruzione di qualità, lavoro, parità di genere, sostenibilità ambientale e lotta al cambiamento climatico, sono questi i temi al centro di FuturaMente, il nuovo evento di Giffoni Innovation Hub organizzato con Civicamente e patrocinato dal Comune di Milano, pensato come amplificatore della creatività e delle idee delle nuove generazioni. Il 23 maggio gli Ibm Studios di Milano ospiteranno circa 1.000 studenti delle scuole superiori, studenti universitari, talent del calibro de ‘La Fisica Che Ci Piace’, Barbascura X, Clara Soccini, Davide Avolio, Valerio Lundini ed Edoardo Ferrario e tanti partner che coinvolgeranno i ragazzi in call to action, debate, masterclass e osservatori interattivi.

Saranno media partner dell’evento AdnKronos, la Repubblica e Radio partner Rdsnext, la social web radio dedicata alla Generazione Z, sul palco con la conduttrice e influencer Iris Di Domenico. Insieme a lei modererà l'evento Chiara De Pisa, speaker di Rds. Ogni argomento verrà affrontato attraverso modi e mondi nuovi, per portare i più giovani ad esplorare e analizzare, individuando probabili soluzioni, le diverse questioni che incidono sulla struttura della nostra società e inevitabilmente sia sulle possibilità che sulle difficoltà che incontrano nel loro percorso quotidiano. La mattinata sarà interamente ed esclusivamente dedicata agli studenti delle scuole superiori, il pomeriggio, invece, sarà in live streaming. Main talent della mattinata, sarà ‘La Fisica Che Ci Piace’ il progetto di divulgazione scientifica nato dal professore di fisica Vincenzo Schettini ben noto al popolo del web. Medtronic con la presentazione del progetto scientifico in collaborazione con Altis di Università La Cattolica del Sacro Cuore, a cui seguirà una survey utile a scoprire quanto i più giovani sono coscienti dei cambiamenti che investono l’intero pianeta. A dare il proprio contributo anche Oracle che presenterà la Oracle Academy per corsi e opportunità formative utili ad acquisire competenze e sviluppare carriere in discipline Stem.

Barbascura X discuterà di come la percezione della bellezza influenzi la società attuale, mettendo in luce l'importanza del "brutto" in un'epoca dominata dall'immagine esteriore, con l’anteprima esclusiva de Il Satiro Scientifico 3 (Mondadori). Poeta e influencer nel campo della letteratura, arriva a FuturaMente grazie alla talent agency Atomical by CreationDose, Davide Avolio, che dedicherà la sua performance alla poetessa Alda Merini con le sue opere sempre attuali che trattano temi intensamente umani e contemporanei come l'amore, la delusione, l'emarginazione e la sofferenza.

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