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Israele: “Distrutto il maxi tunnel di Hamas a...

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Israele: “Distrutto il maxi tunnel di Hamas a Gaza”. Cresce tensione con il Libano

Distrutto maxi tunnel di Hamas: le gallerie, lunghe oltre 4 chilometri, consentivano il passaggio di mezzi. Cresce tensione con il Libano, Tel Aviv: "Vicini ad azione militare"

Truppe a Gaza - (Afp)

Hamas dice di aver dato una risposta alle proposte di accordo con Israele per la liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza presentate dai mediatori dell'Egitto e il Qatar. "Abbiamo affermato le condizioni" per una tregua, ha affermato Osama Hamdam, alto esponente di Hamas, in una conferenza stampa Beirut, "un ritiro, il ritorno degli sfollati, specie a Nord, la fornitura di aiuti sufficienti e la ricostruzione". Hamdam ha ripetuto la richiesta di un cessate il fuoco permanente e ha ribadito di non voler liberare gli ostaggi fino a quando i soldati israeliani non si saranno ritirati da Gaza.

Biden: "L'intesa è nelle mani di Hamas"

Il presidente americano Joe Biden ha detto che l'accordo per un cessate il fuoco a Gaza "è nelle mani di Hamas in questo momento". "Gli israeliani hanno collaborato" ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, salendo sull'Air Force One all'aeroporto di Hagerstown.

"Sta ad Hamas" decidere se vuole "un cessate il fuoco immediato" veva chiarito il segretario di Stato Antony Blinken prima di ricevere a Washington il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. "Sta ad Hamas decidere se è pronto a questo cessate il fuoco... Abbiamo un'opportunità per una tregua che possa riportare a casa gli ostaggi e aumentare fortemente la quantità di aiuti umanitari che servono disperatamente ai palestinesi, così come di porre le condizioni per una soluzione durevole", ha affermato Blinken.

Il capo della diplomazia americana vedrà in giornata anche il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, venuto a Washington in una missione che il primo ministro Benyamin Netanyahu non ha approvato.

Distrutto il maxi tunnel di Hamas a Gaza

Israele ha distrutto il tunnel più grande di Hamas scoperto sinora nella Striscia di Gaza. E' quanto hanno annunciato i militari di Tel Aviv. Il cunicolo, con vari 'passaggi', scoperto nel nord dell'enclave palestinese a metà dicembre è stato perlustrato e smantellato nelle ultime settimane, hanno reso noto oggi le forze israeliane. L'Esercito ha anche diffuso immagini che mostrano sezioni del tunnel fatte esplodere e militari che gettano cemento in altri passaggi sotterranei.

Secondo le forze israeliane (Idf), il tunnel - lungo oltre 4 chilometri a una profondità di circa 50 metri - consentiva il passaggio di mezzi. Il 'labirinto' era a circa 400 metri dal valico di Erez, tra Israele e Gaza, ma - secondo le Idf - non arrivava in territorio israeliano. Dietro al maxi tunnel ci sarebbe Mohammed al-Sinwar, fratello di Yahya al-Sinwar, capo di Hamas nella Striscia. Secondo la stampa israeliana, il tunnel portava al campo profughi di Jabalya.

Sale intanto ad almeno 30.631 il numero dei palestinesi che sono stati uccisi nei raid israeliani dal 7 ottobre della Striscia di Gaza, 97 solo nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza aggiungendo al bilancio 72.043 feriti, 123 nell'ultima giornata.

Idf trova deposito armi Hamas vicino scuola che ospita sfollati a Khan Younis

I soldati israeliani dell'Unità antiterrorismo, che operano a Khan Younis sotto la 7a Brigata, hanno intanto individuato un magazzino di armi di Hamas vicino a una scuola che funge da rifugio per i cittadini di Gaza. Il magazzino conteneva decine di armi, munizioni, testate per razzi e mortai, granate ed equipaggiamento militare. Lo riporta Ynet News. I soldati hanno fatto irruzione nel magazzino, negli appartamenti e nelle roccaforti militari di Hamas seguendo informazioni dell'intelligence. Le forze hanno localizzato un altro deposito di munizioni nel cuore di un quartiere civile, dove sono state trovate armi nascoste nei sacchi di aiuti alimentari dell'Unrwa.

Hamas: false le accuse rapporto Onu su violenze sessuali

Hamas ha definito "false" le accuse contenute nel rapporto delle Nazioni Unite, nel quale i terroristi vengono accusati di aver commesso violenze sessuali nell'attacco a Israele del 7 ottobre. Secondo quanto si legge in una nota, il rapporto della rappresentante speciale dell'Onu sulle violenze sessuali nei conflitti, Pamela Patten, "non ha documentato alcuna testimonianza da parte di quelle che lei chiama vittime di questi casi: si è basata su testimoni, soldati e istituzioni israeliani che sono stati scelti dalle autorità dell'occupazione per portare avanti il tentativo di provare queste false accuse, che sono state respinte da tutti gli investigatori".

"Vicini ad azione militare in Libano"

I continui attacchi di Hezbollah contro Israele stanno avvicinando il Paese alla decisione di un'azione militare in Libano. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant all'inviato speciale americano nella regione Amos Hochstein. “Siamo impegnati nel processo diplomatico - ha affermato Gallant, secondo un comunicato del ministero della Difesa - Tuttavia, l'aggressione di Hezbollah ci sta avvicinando a un punto critico nel processo decisionale relativo alle nostre attività militari in Libano. Hezbollah sta trascinando le parti in una pericolosa escalation”.

Proprio oggi Hezbollah ha rivendicato un attacco al confine con Israele, affermando di aver colpito soldati dell'Idf a Birkat Risha, vicino a Zar'it. L'esercito israeliano ha confermato che durante l'attacco è stato lanciato un razzo.

Gantz: "Creare amministrazione internazionale a Gaza"

In visita a Washington, dove ha incontrato la vice presidente americana Kamala Harris e il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, il leader del Partito di Unità nazionale e membro del gabinetto di guerra Benny Gantz "ha insistito sull'importanza di agire oggi per creare un'amministrazione internazionale in cooperazione con i Paesi della regione per promuovere i processi di normalizzazione". Lo ha riferito il suo ufficio, citato da Haaretz.

Vendevano segreti al Mossad, 7 arresti in Turchia

Arrestate in Turchia sette persone, tra cui un ex capo della polizia, con l'accusa di aver venduto informazioni al Mossad, il servizio segreto israeliano. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Anadolu, precisando che si tratta della terza operazione contro presunte spie al soldo di Israele in Turchia dall'inizio dell'anno. Su X il ministro dell'Interno Ali Yerlikaya ha riferito che l'operazione è stata condotta da unità dell'antiterrorismo e dell'intelligence e che nelle abitazioni dei sette sono stati rinvenuti cimici, pistole, droga e materiale digitale. Tra gli arrestati anche l'ex capo della polizia Hamza Turhan Ayberk, accusato di essere a capo di un gruppo, che comprende dipendenti pubblici, che raccoglieva informazioni per il Mossad su persone e società mediorientali in Turchia. Tra gennaio e febbraio sono già state arrestate 41 persone con l'accusa di legami con i servizi israeliani.

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Ucraina, Kiev chiede ‘istruttori’ Nato. Usa...

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Il quadro del New York Times: l'Ucraina chiede aiuto per l'addestramento sul proprio suolo

Combattimenti in Ucraina

I paesi membri della Nato si avvicinano all'invio di truppe in Ucraina. L'obiettivo dell'Alleanza è mandare istruttori per addestrare le forze armate di Kiev impegnate da oltre 2 anni nella guerra contro la Russia. E' lo scenario che prospetta il New York Times, evidenziando che la decisione che potrebbe avvicinare Stati Uniti e Europa ad un coinvolgimento più diretto nel conflitto.

La richiesta di Kiev alla Nato

Il quotidiano americano fa riferimento ad una richiesta esplicita avanzata dall'Ucraina. Nelle ultime settimane, la situazione sul campo è peggiorata decisamente per il paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky, costretto a fare i conti con la carenza di uomini e in attesa dell'arrivo di tutte le armi che gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare con l'ok al maxi pacchetto da 61 miliardi di dollari.

Kiev, quindi, ha chiesto agli Usa e alla Nato aiuto determinante per l'addestramento di 150mila nuove reclute, destinate a rinforzare i reparti al fronte in tempi brevi. Kiev, come è noto, ha da poco varato una nuova legge che consente di mobilitare decine di migliaia di uomini di 25-26 anni. Alla richiesta, secondo il New York Times, gli Stati Uniti finora hanno risposto in maniera negativa. Il quadro però è destinato a cambiare, come afferma il generale Charles Q. Brown Jr., Capo di Stato maggiore congiunto delle Forze armate : "Ci arriveremo nel tempo".

Ora, aggiunge rispondendo ai reporter nel volo verso Bruxelles, inviare personale significherebbe "mettere in pericolo un gruppo di istruttori Nato" e costringerebbe a usare sistemi di difesa per proteggere i tranier e non vitali infrastrutture in aree critiche del paese.

L'apertura di Macron, le posizioni di Estonia e Lituania

Nell'ambito della Nato, oltretutto, gli Usa sarebbero chiamati a contribuire alla difesa da eventuali attacchi nei confronti degli istruttori: vorrebbe dire, in sostanza, coinvolgimento nella guerra. Finora, gli Usa hanno partecipato ad attività di addestramento degli ucraini in America, in Polonia e in Germania. Il trasferimento dei reparti di Kiev all'estero, però, rallenta le operazioni. Contemporaneamente, l'addestramento condotto autonomamente dall'Ucraina non si starebbe rivelando particolarmente efficace.

Il tema dell'invio di soldati Nato in Ucraina è tornato d'attualità con le recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che da febbraio prospetta un'ipotesi che non può essere esclusa a priori. "Nulla può essere escluso", ha detto Macron, evidenziando in ogni caso che l'invio sarebbe legato a due condizioni imprescindibili: lo sfondamento della linea del fronte da parte della Russia e l'esplicita richiesta da parte di Kiev.

Lo scenario è stato scartato in maniera esplicita da quasi tutti gli altri leader: Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha detto e ripetuto che nessun soldato americano metterà piede in Ucraina.

In Europa, alcuni paesi hanno assunto una linea diversa, in particolare dopo l'annuncio di Vladimir Putin: il presidente russo dieci giorni fa ha preannunciato esercitazioni con armi nucleari, che potrebbero anche andare in scena al confine con l'Ucraina.

A stretto giro a Lituania non ha escluso l'invio di truppe per favorire l'addestramento delle forze armate ucraine. L'Estonia si è spinta oltre, prospettando la presenza di propri soldati nell'Ucraina occidentale, lontano dal fronte e dal cuore del conflitto, per consentire a Kiev di aumentare il numero di uomini in prima linea.

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Ucraina, Nato: “Russia non ha numeri per sfondare a...

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Il generale Cavoli, comandante delle forze Nato in Europa: "Gli ucraini reggeranno"

Bombe su Kharkiv (Afp)

I russi non hanno "né i numeri né la capacità per una svolta strategica" in Ucraina nella nuova fase cruciale della guerra caratterizzata dall'offensiva nella regione di Kharkiv. Parola di Christopher Cavoli, il generale americano comandante supremo delle forze della Nato in Europa, che ha fatto il punto dopo una riunione del Comitato militare dell'Alleanza a Bruxelles.

Il quadro: la Russia non può sferrare un maxi attacco

"So che i russi non hanno i numeri necessari per una svolta strategica - ha dichiarato Cavoli -. Non hanno l'abilità e la capacità di farlo, di operare sulla scala necessaria per sfruttare qualsiasi svolta per un vantaggio strategico". Ma, ha poi riconosciuto, "hanno la capacità di fare progressi locali e ne hanno fatti alcuni".

La valutazione del generale deriva da "contatti molto stretti con i nostri colleghi ucraini, e sono fiducioso che manterranno la linea", ha aggiunto. Nonostante la Russia stia premendo lungo i fronti con l'Ucraina e abbia recentemente lanciato un attacco contro Kharkiv, Cavoli ha detto di non essere sicuro che si tratti di un'offensiva estiva su larga scala da parte di Mosca.

Putin e la zona cuscinetto

In effetti, analisti e esperti ipotizzano che le manovre nella regione di Kharkiv mirino a creare una 'zona cuscinetto', a cui ha fatto più volte riferimento anche il presidente russo Vladimir Putin. La Russia, con le penetrazioni compiute nell'ultima settimana, ha aumentato la distanza tra l'artiglieria ucraina e i propri territori, limitando le possibilità di raid di Kiev.

L'obiettivo 'minimo' russo, insomma, sarebbe a portata di mano e questo spiegherebbe anche il rallentamento delle operazioni nelle ultime ore. Il generale, con un approccio prudente, ha sottolineato che "per capire se un'offensiva è stata fermata o meno ci vuole un po' di tempo".

Non va sottovalutata poi la capacità ucraina di arginare le azioni nemiche, grazie anche alle armi e ai mezzi in arrivo dagli Usa. Cavoli ha evidenziato che, dopo il varo del pacchetto di aiuti militari da 61 miliardi di dollari per Kiev, gli ucraini stanno ricevendo "grandi quantità di munizioni, grandi quantità di sistemi di difesa aerea a corto raggio e grandi quantità di veicoli blindati".

Dal canto suo, il presidente del Comitato militare della Nato, l'ammiraglio Rob Bauer, ha affermato che, sebbene la Russia abbia fallito nel suo tentativo di schiacciare l'Ucraina, non dovrebbe essere sottovalutata. Negli oltre due anni di combattimenti, Mosca è migliorata in settori come la logistica e la produzione industriale "dove sta effettivamente avanzando più velocemente di noi in Europa e in Nord America".

La Russia, ha continuato, è riuscita a mettere insieme ulteriori forze, "ma la qualità delle truppe è inferiore a quella delle truppe con cui hanno iniziato il conflitto" a causa del numero di ufficiali "che sono stati uccisi all'inizio della guerra" e, quindi, non sono in grado di addestrare nuovi soldati.

Zelensky a Kharkiv: "Ci servono i Patriot"

Dai vertici dell'Ucraina arrivano informazioni ambivalenti. Le dichiarazioni del presidente Volodymyr Zelensky passano dall'annuncio di progressi sul campo, con lo stop imposto all'avanzata russa, al grido d'allarme perché "la situazione è molto seria, non possiamo permetterci di perdere Kharkiv". Il leader si esprime con queste parole in particolare ad Abc News dopo il suo arrivo nella seconda città ucraina, che è di nuovo messa a rischio dall'avanzata russa.

Zelensky, visto il quadro complesso, ha annullato viaggi in Spagna e Portogallo. A Kiev ha da poco ricevuto il segretario di Stato americano Antony Blinken che ha annunciato l'invio di altre armi per due miliardi di dollari. "Il dialogo va bene, ma ora abbiamo bisogno di aiuto", la chiosa di Zelensky che ha lasciato trapelare, secondo l'intervistatore, il senso di frustrazione. "Tutto quello di cui abbiamo bisogno sono di due sistemi di Patriot - ha aggiunto - e la Russia non sarà in grado di occupare Kharkiv".

Ministro Interno ucraino accusa Russia: "Esecuzioni di civili a Vovchansk"

Intanto, però, le forze di Mosca lasciano il segno in maniera drammatica. Vere e proprie "esecuzioni" di civili da parte delle forze russe nella città di confine di Vovchansk, nella regione nordorientale di Kharkiv, sono state denunciate dal ministro dell'Interno ucraino, Igor Klymenko, in un post su Telegram.

"Le truppe russe stanno facendo prigionieri i civili", ha proseguito il ministro, secondo cui "secondo rapporti dell'intelligence" le forze russe a Vovchansk "non hanno permesso l'evacuazione degli abitanti locali: hanno iniziato a rapire le persone e a portarle negli scantinati". "Uno degli abitanti di Vovchansk ha cercato di scappare a piedi, si è rifiutato di seguire gli ordini degli invasori ed è stato ucciso dai russi", ha aggiunto Klymenko, secondo cui la polizia regionale ha aperto un'indagine per "crimini di guerra".

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Pagati per dimagrire, il ‘metodo’ per...

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Lo studio è stato condotto su tre gruppi di uomini

Un obeso (Fotogramma/Ipa)

I soldi fanno i miracoli, anche contro l'obesità. E' quanto ha scoperto uno studio, condotto dall’Università scozzese di Stirling, da cui emerge che offrire incentivi finanziari è efficace nell’aiutare gli uomini a perdere peso.

“La ricerca ha dimostrato che offrire incentivi in denaro era un modo popolare ed efficace per aiutare gli uomini a perdere peso" ha detto il professor Pat Hoddinott dell’Unità di ricerca dell’Università di Stirling. "Questa iniziativa rappresenterebbe una soluzione a basso costo da offrire al servizio sanitario nazionale per agli uomini con problemi di obesità".

Lo studio

Sono stati 585 uomini con il problema dell'obesità che hanno preso parte alla ricerca. Tre gruppi, provenienti da Scozia, Inghilterra e Irlanda del Nord. Al primo gruppo sono state offerte 400 sterline pari a poco più di 466 euro se fossero riusciti a dimagrire, ai secondi solo messaggi di incoraggiamento e ai terzi nulla. L'obiettivo era perdere il 5% del proprio peso in tre mesi, il 10% in sei e mantenere per 12 mesi quello che avevano perso. La ricerca ha rilevato che dopo un anno gli uomini che ricevevano sia messaggi di testo che l’opportunità di ricevere denaro perdevano più peso.

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