Salute e Benessere
Una guida per la menopausa, conoscenza contro tabù e...
Una guida per la menopausa, conoscenza contro tabù e pregiudizi
La menopausa è un evento fisiologico, tuttavia è spesso oggetto di tabù e pregiudizi. Barriere culturali che il progetto “Menopausa, la guida” intende abbattere con la diffusione di informazioni e conoscenze medico-scientifiche volte ad aumentare nelle donne la consapevolezza del proprio corpo e dei suoi cambiamenti. 'Menopausa, la guida' è un progetto innovativo ideato e prodotto da Studiomaker, casa di produzione audiovisiva indipendente specializzata nella divulgazione scientifica, con il patrocinio di Federfarma. L’iniziativa - promossa dall’assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale e presentata in Campidoglio - è realizzata in collaborazione con la Fondazione Policlinico Agostino Gemelli di Roma attraverso un comitato scientifico guidato da Giovanni Scambia, professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma e direttore scientifico, Fondazione Policlinico Gemelli Irccs.
Il progetto si avvale di più linguaggi e strumenti di comunicazione per essere di supporto alle donne in questa lunga fase della vita ponendosi come veicolo di conoscenza e sensibilizzazione contro la disinformazione e i pregiudizi. Su un portale dedicato saranno pubblicati i primi video di approfondimento su alcuni degli aspetti che caratterizzano la menopausa. I contenuti del portale saranno progressivamente implementati in concomitanza dell’evoluzione del progetto. La guida sarà divulgata attraverso la rete delle 19mila farmacie diffuse sul territorio nazionale. Le farmacie aderenti al progetto saranno riconoscibili dalla vetrofania “Farmacia amica della menopausa” e i farmacisti, opportunamente formati, forniranno informazioni e consigli mirati.
Successivamente, attraverso l’esposizione di una locandina corredata di QR code, le farmacie agevoleranno l’accesso ai contenuti multimediali della Guida, che saranno contestualmente diffusi sui canali di comunicazione dei partner.
“Menopausa, la guida è un progetto che abbiamo voluto fortemente realizzare per rispondere a un bisogno tangibile nel contesto della salute femminile in Italia - afferma Laura Ricci, fondatrice e produttrice di Studiomaker - La menopausa è una fase naturale e ineluttabile della vita di ogni donna, ma spesso è circondata da tabù e disinformazione. Il nostro progetto, oltre a informare, vuole promuovere un vero cambiamento culturale, superando pregiudizi e credenze associati alla menopausa”.
“Il Policlinico Gemelli, e in particolare il Dipartimento Scienze della Salute della Donna, del Bambino e di Sanità Pubblica, negli ultimi anni si è sempre più interessato ai temi della salute della donna, creando dei percorsi di diagnosi e cura personalizzati in relazione alle differenti età e patologie – ha spiegato iGiovanni Scambia - Questa guida sulla menopausa rappresenta un’interessante messa a punto dei temi relativi a questa età della vita, utile per rendere le pazienti edotte riguardo gli aspetti fondamentali da conoscere".
“Come Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute abbiamo voluto offrire un'occasione preziosa per parlare di menopausa che è ancora accompagnata da tanti pregiudizi e mancanza di corrette informazioni perché possa essere vissuta nel migliore dei modi. L’obiettivo - sostiene l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale Barbara Funari - è fornire alle donne strumenti adeguati per acquisire maggiore consapevolezza sui rischi per la salute e sulle cure possibili. La menopausa è un evento biologico, una fase naturale che purtroppo ancora oggi non viene spesso affrontata con il giusto approccio medico ed emotivo. Per questo è importante avere incoraggiato una riflessione sulle percezioni da parte delle donne riguardo la menopausa, per favorire una maggiore conoscenza e accettazione anche con le cure adeguate”.
“Migliorare la qualità della vita delle donne durante la menopausa incide positivamente sul benessere psicofisico complessivo, riducendo il carico di disagi e i relativi costi sanitari. Una gestione corretta della menopausa contribuisce a rendere la popolazione femminile più sana, attiva e produttiva e di riflesso determina una riduzione dei costi a carico del Ssn - afferma il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia - Questo progetto rientra pienamente nelle attività della farmacia di comunità, presidio sanitario di prossimità sempre aperto e accessibile, che offre una gamma sempre più ampia di servizi agli oltre 3 milioni di donne che quotidianamente la frequentano".
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Covid, aumenta rischio cardiovascolare nei 3 anni dopo...
Lo studio condotto dall'Irccs San Raffaele in collaborazione con La Sapienza e Federico II
L'aumento del rischio cardiovascolare che si registra per i pazienti Covid-19 potrebbe non essere limitato alla fase acuta dell'infezione, ma estendersi nel tempo, almeno per 3 anni. Sono questi i risultati dello studio, pubblicato su 'Cardiovascular Research', condotto dai ricercatori dell'Irccs San Raffaele di Roma in collaborazione con colleghi delle università di Roma Sapienza e Federico II di Napoli. L'indagine è stata realizzata su un campione di circa 229mila pazienti, tra cui circa 32mila che hanno avuto una diagnosi molecolare di Covid-19, in una regione - la Campania - a rischio cardiovascolare moderato secondo la classificazione europea Score.
Rischio infarto e ictus
Diversi studi, su un numero limitato di persone ospedalizzate, hanno dimostrato che l'infezione da Sars-CoV-2 è molto spesso associata allo sviluppo di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari. L'importanza di questo nuovo lavoro sta nel fatto che prende in esame una popolazione reale di grandi dimensioni. Coinvolge infatti persone provenienti da un database dei medici di medicina generale della Asl 1 di Napoli, seguite per 3 anni, durante la pandemia nel periodo 2020-22, e confrontate con una popolazione pre-pandemia derivata dallo stesso database nel periodo 2017-19. "I risultati hanno dimostrato che il gruppo infettato dal virus ha avuto circa il doppio dei casi di infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e miopericarditi", ha spiegato Massimo Volpe, responsabile del Centro per la diagnosi e cura dell'ipertensione arteriosa e delle complicanze cardiovascolari del San Raffaele, tra i firmatari dello studio.
Un rischio aumentato, insomma, che "nella popolazione colpita dal virus pandemico si protrae per almeno 3 anni. La rilevante ricaduta clinica e sociale impone quindi un'attenzione particolare nei confronti dei soggetti colpiti dal Covid-19 che devono essere seguiti nel tempo, per il possibile sviluppo di malattie cardiovascolari", ha aggiunto Volpe. I ricercatori, in base ai risultati dello studio, invitano quindi alla pianificazione di un follow-up più lungo per i pazienti con Covid-19, per prevenire e gestire tempestivamente possibili eventi cardiovascolari e cerebrovascolari gravi.
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Ospedale del futuro, Petralia (Fiaso): “Con...
Al congresso Aiic, 'digitalizzazione e Ai per una presa in cura unitaria'
Il futuro dei nostri ospedali "parte qui e ora, da ciascuno di noi che ci aspettiamo di essere presi in cura, prima ancora che essere curati. Gli ospedali non sono stati sempre soltanto luoghi di auspicabile guarigione, di cura di malattie, ma sono nati come luoghi di accoglienza, di ospitalità per viandanti e pellegrini. Con l'avanzare della tecnologia e della scienza sono diventati percorsi, spazi, prospettive di presa in carico e di cura", e in questo "un ruolo importante è giocato dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale". Così Paolo Petralia, vicepresidente vicario Fiaso e direttore generale Asl 4 Liguria, questa mattina a Roma, ha descritto l'evoluzione dell'assistenza ospedaliera al Convegno nazionale dell'Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic) in corso nella Capitale fino a sabato.
Si tratta di "un modello di ospedale che sempre di più va verso il territorio - continua Petralia - e di territorio che va verso l'ospedale in una logica di circolarità e non di esclusività", che supera il concetto di "integrazione ospedale-territorio. Abbiamo bisogno di parlare di un percorso per le persone, di una presa in cura unitaria e che vada dall'ospedale al setting assistenziale intermedio e al domicilio, in una logica di continuità di assistenza e cura". Oltre ad essere un luogo "bello", nell'ospedale del futuro "non si è costretti a dover condividere la camera con altre persone e, grazie alla tecnologia", ci sarà "la virtualizzazione dei posti letto - spiega l'esperto - e non sarà più necessario dover dormire in ospedale per essere curati" perché, con la condivisione dei dati, "l'assistenza sarà fornita al bisogno, a domicilio". A livello tecnologico, "l'intelligenza artificiale potrà affiancare e sostenere gli operatori, ma anche i pazienti nell'esperienza di permanenza in ospedale per ottenere risposte che sono avanzate dal punto di vista dei contenuti clinici, ma anche sostenibili e gradevoli dal punto di vista della modalità con cui vengono erogati".
A fronte di un patrimonio edilizio ospedaliero spesso obsoleto, "possiamo immaginare, nel tempo, di riuscire" a lavorare per trasformare gli edifici attuali in "building adeguati in termini di struttura - conclude Petralia - che risparmino energia, che siano green, automatizzati, efficienti dal punto di vista dei percorsi, ma anche degli spostamenti, in una logica che dal monoblocco ritorna a padiglioni piccoli, immersi nel verde, capaci di essere flessibili nel loro utilizzo, come la pandemia ci ha insegnato".
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Ospedale del futuro, l’esperto: “Flessibile,...
Al congresso Aiic, 'organizzazione per intensità di cura'
"L'ospedale del futuro dovrà essere flessibile, modulare - anche perché, ci ha insegnato il Covid, ci può essere necessaria una riconfigurazione rapida dei posti letto - molto digitale, con intelligenza artificiale, senza reparti, con pochi professionisti" supportati al meglio, "in modo che il lavoro che adesso viene fatto da tanti in futuro venga fatto da pochi, e accogliente", con "tanto verde". Lo ha detto Giovanni Guizzetti, ingegnere clinico e direttore sociosanitario Asst Ovest Milanese, intervenendo questa mattina alla sessione dedicata all'ospedale del futuro, durante il Convegno nazionale dell'Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic), a Roma fino al 18 maggio.
"Per capire quale possa essere il futuro dell'ospedale - continua Guizzetti - dobbiamo capire qual sarà il futuro di tutte le assistenze sanitarie del cittadino e, quindi, anche come si arriverà alla trasformazione della sanità domiciliare e la sanità territoriale. L'ospedale del futuro dovrebbe essere un ospedale in cui, ad esempio, il paziente cronico non accede, se non in casi rarissimi". Tra le novità più importanti, spicca il fatto che non ci sarà una differenziazione fra un reparto e l'altro, ma in base all'intensità di cura. E servirà più contatto con la natura, quindi aree verdi, perché "questo, è dimostrato ampiamente, contribuisce anche al maggior benessere del paziente". Nell'ospedale del futuro "ci saranno molte camere singole", almeno la metà dei posti letto, "non solo per un maggiore comfort del paziente - precisa Guizzetti - ma anche perché questo permette di controllare meglio le infezioni ospedaliere. Soprattutto sarà un ospedale molto digitale, in cui le applicazioni di intelligenza artificiale senz'altro supporteranno tutto il processo di diagnosi e cura. Si è citato addirittura un ospedale senza posti letto, perché l'ospedale diventa il concentratore della sanità domiciliare, di pazienti che sono monitorati a casa loro e gestiti centralmente da una struttura in cui, professionisti multidisciplinari, gestiscono il paziente che si trova, invece, a domicilio".
La trasformazione "in realtà è già in corso - avvisa l'esperto - Non ce ne stiamo accorgendo, ma nel mondo ci sono già degli esempi. In Italia abbiamo tanti, troppi ospedali piccoli, che costano molti soldi di gestione e non permettono agli ospedali più avanzati di poter essere adeguatamente supportati. Certo, resta la necessità di avere una prossimità dell'ospedale, ma se consideriamo" l'evoluzione tecnologica e l'aumento "dei trasporti con mezzi a guida autonoma", è facile intuire che "anche l'accesso al luogo di cura, anche in modo autonomo", sarà una realtà.