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Salute e Benessere

Attività fisica regolare fa bene più a lei, stessi benefici...

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Attività fisica regolare fa bene più a lei, stessi benefici con meno sforzo

Attività fisica regolare fa bene più a lei, stessi benefici con meno sforzo

Sudare in palestra con costanza e regolarità ripaga degli sforzi più le donne che gli uomini. In termini di benefici per la salute, infatti, è lei a trarre il vantaggio maggiore dall'esercizio fisico. E' quanto emerge da uno studio osservazionale supportato dai National Institutes of Health (Nih) statunitensi, che svela un 'gender gap' nei frutti della fatica fisica, stavolta tutto a favore delle quote rosa. E non è un 'premio' da poco: a parità di movimento, con la stessa regolarità, il rischio di morte prematura o di eventi cardiovascolari fatali è significativamente più basso per le donne rispetto agli uomini, anche quando le donne fanno meno sforzo.

I risultati - pubblicati sul 'Journal of the American College of Cardiology' - si basano su un'analisi prospettica dei dati di oltre 400mila adulti statunitensi di età compresa tra 27 e 61 anni, da cui è emerso nell'arco di 2 decenni che le donne 'sportive' avevano il 24% in meno di probabilità rispetto a chi non faceva esercizio fisico di sperimentare morte per qualsiasi causa, mentre gli uomini avevano il 15% di probabilità in meno. Le donne avevano anche un rischio ridotto del 36% di infarto, ictus o altri eventi cardiovascolari fatali, mentre gli uomini avevano un rischio ridotto del 14%. "Ci auguriamo che questo studio aiuti tutti, in particolare le donne, a capire che sono predisposte a ottenere enormi benefici dall'esercizio fisico - evidenzia Susan Cheng, cardiologa esperta di salute cardiovascolare femminile, Smidt Heart Institute al Cedars-Sinai, Los Angeles - E' un modo incredibilmente potente per vivere più sano e più a lungo. Le donne in media tendono a fare meno esercizio degli uomini e si spera che questi dati ispirino un numero maggiore di loro ad aggiungere ulteriore movimento alle loro vite".

I ricercatori hanno trovato un collegamento tra le donne che sperimentano una maggiore riduzione del rischio di morte e tutti i tipi di esercizio: un'attività aerobica moderata, come la camminata veloce; un esercizio fisico vigoroso, come prendere lezioni di spinning o saltare la corda; l'allenamento per la forza. Nel dettaglio, si è scoperto che per un'attività fisica aerobica moderata il rischio ridotto di morte si stabilizzava sia per gli uomini che per le donne a 300 minuti, o 5 ore, a settimana. A questo livello di attività le donne e gli uomini hanno abbattuto il rischio di morte prematura rispettivamente del 24% e del 18%. Tendenze simili sono state osservate con 110 minuti di vigoroso esercizio aerobico settimanale, correlato a una riduzione del rischio di morte del 24% per le donne e del 19% per gli uomini.

Un altro elemento che viene evidenziato dagli scienziati è che le donne hanno ottenuto gli stessi benefici degli uomini, ma in tempi più brevi. Per l'esercizio aerobico moderato, hanno raggiunto quota -18% nel livello di rischio nella metà del tempo necessario per gli uomini: 140 minuti o meno di 2,5 ore a settimana, rispetto ai 300 minuti per gli uomini. Con un vigoroso esercizio aerobico, le donne hanno raggiunto una riduzione del rischio del 19% con soli 57 minuti a settimana, rispetto ai 110 minuti necessari agli uomini. Questo vantaggio si applicava anche agli esercizi settimanali di allenamento della forza. Le donne e gli uomini che hanno partecipato a questo tipo di esercizi avevano un rischio di morte ridotto rispettivamente del 19% e dell'11% rispetto a chi non li faceva. Le donne che hanno svolto allenamenti di forza hanno riscontrato una riduzione ancora maggiore del rischio di decessi legati a cause cardiovascolari: un rischio ridotto del 30%, rispetto all'11% per gli uomini.

Nonostante tutti i benefici per la salute derivanti dall'esercizio fisico per entrambi i gruppi, tuttavia, solo il 33% delle donne e il 43% degli uomini nello studio hanno soddisfatto lo standard per l'esercizio aerobico settimanale, e solo il 20% delle donne e il 28% degli uomini hanno completato una sessione settimanale di allenamento per la forza. "Anche una quantità limitata di esercizio fisico regolare può fornire grandi benefici, e questo è particolarmente vero per le donne", puntualizza Cheng. "Prendersi regolarmente del tempo per fare esercizio, anche se si tratta solo di 20-30 minuti di esercizio intenso un paio di volte alla settimana, può offrire molto più guadagno di quanto si possa immaginare".

"Questo studio indica che non esiste un approccio unico per l'esercizio fisico - conclude Eric J. Shiroma, del National Heart, Lung, and Blood Institute (Nhkbi) - Le esigenze e gli obiettivi di attività fisica di una persona possono cambiare in base all'età, allo stato di salute e al programma, ma il valore di qualsiasi tipo di esercizio è inconfutabile". Gli autori precisano che molteplici fattori, comprese le variazioni di anatomia e fisiologia, possono spiegare le differenze nei risultati tra i sessi. Ad esempio, gli uomini hanno spesso una maggiore capacità polmonare, un cuore più grande, una maggiore massa magra e una percentuale maggiore di fibre muscolari a contrazione rapida rispetto alle donne. Di conseguenza, le donne possono utilizzare ulteriori richieste respiratorie, metaboliche e di forza per eseguire lo stesso movimento e, a loro volta, ottenere maggiori benefici per la salute.

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Estate 2023 la più calda in 2mila anni. Spoiler: quella...

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La conferma da uno studio sugli anelli degli alberi pubblicato su Nature: mai così caldo dai tempi dell'Impero romano

Caldo record -

Ce la ricordiamo tutti come un'estate rovente, caratterizzata da un susseguirsi di lunghe ondate di calore. E infatti, secondo gli scienziati, l'estate 2023 è stata la più calda degli ultimi duemila anni nell'emisfero settentrionale. Quasi quattro gradi in più dell'estate più fresca dello stesso periodo. A fare il calcolo, utilizzando le informazioni sul clima del passato custodite negli anelli degli alberi anno dopo anno nel corso di due millenni, sono riusciti gli scienziati dell'Università di Cambridge e dell'Università Johannes Gutenberg di Magonza, dimostrando l'eccezionalità dell'estate scorsa. Il 2023 era già stato segnalato come l'anno più bollente mai registrato, ma le prove strumentali risalgono nella migliore delle ipotesi solo al 1850. Ora i ricercatori sono andati molto più indietro, concludendo che, anche tenendo conto delle variazioni climatiche naturali nel corso di centinaia di anni, l'estate scorsa è la più calda dai tempi dell'Impero Romano, superando di mezzo grado Celsius gli estremi della variabilità climatica naturale.

"Quando si guarda a un arco di storia così lungo, si può vedere quanto sia drammatico il recente riscaldamento globale - sottolinea il coautore del lavoro, Ulf Büntgen, del Dipartimento di geografia di Cambridge - Il 2023 è stato un anno eccezionalmente caldo e questa tendenza continuerà a meno che non riduciamo drasticamente le emissioni di gas serra".

I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, dimostrano anche che nell'emisfero settentrionale l'accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali è già stato violato.

I dati disponibili sugli anelli degli alberi, incrociati con le prime registrazioni strumentali della temperatura, rivelano che la maggior parte dei periodi più freddi degli ultimi 2.000 anni, come la 'piccola era glaciale' nel VI secolo e quella all'inizio del XIX secolo, sono seguiti a grandi eruzioni vulcaniche ricche di zolfo. Queste eruzioni emettono enormi quantità di aerosol nella stratosfera, innescando un rapido raffreddamento della superficie. L'estate più fredda degli ultimi duemila anni risale al 536 d.C., dopo una di queste eruzioni, con una temperatura di quasi 4 gradi C in meno rispetto allo scorso anno.

La maggior parte dei periodi più 'hot' in questi 2mila anni possono essere attribuite all'influenza di El Niño, ma negli ultimi 60 anni il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra ha causato un aumento di questi eventi, con mesi estivi sempre più caldi. Si prevede che l'attuale evento di El Niño continui fino all'inizio dell'estate 2024, che con tutta probabilità batterà nuovi record di temperature.

"E' vero che il clima cambia continuamente, ma il riscaldamento nel 2023, causato dai gas serra, è ulteriormente amplificato dalle condizioni di El Niño, quindi ci ritroviamo con ondate di calore più lunghe e severe e periodi prolungati di siccità", ha affermato Jan Esper, autore principale dello studio e professore dell'Università Gutenberg di Magonza in Germania. "Se si guarda al quadro generale, si vede quanto sia urgente ridurre immediatamente le emissioni di gas serra", rimarca. La ricerca è stata in parte sostenuta dal Consiglio europeo della ricerca.

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Oliva (Anmco), ‘nostro 55esimo congresso tra nuove terapie...

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A Rimini dal 16 al 18 maggio, con focus su valvulopatie, ipercolesterolemia, insufficienza cardiaca e simulazioni di metodiche diagnostiche

Oliva (Anmco), ‘nostro 55esimo congresso tra nuove terapie e prevenzione’

Con i suoi oltre 6mila iscritti, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) si ritroverà a Rimini dal 16 al 18 maggio per l’annuale congresso, appuntamento giunto alla sua 55esima edizione, con accento su novità terapeutiche e prevenzione secondaria. “Al centro dei lavori i trattamenti oggi disponibili per le valvulopatie, con gli interventi percutanei sempre più frequenti – spiega all’Adnkronos Salute Fabrizio Oliva, presidente nazionale Anmco – per l’insufficienza cardiaca, per l’ipercolesterolemia e l’amiloidosi, patologia non così 'rara', caratterizzata da un accumulo di aggregati proteici anomali che si depositano in diversi tessuti del corpo, con conseguente danno d'organo”.

“Tanti i temi trattati ed ampia la partecipazione scientifica fra gli opinion leader nazionali ed internazionali – sottolinea Oliva - che si ritroveranno a Rimini per il più importante momento divulgativo annuale vocato, fra le altre cose, alla migliore valorizzazione del ruolo centrale e attivo della Cardiologia italiana nel nostro Servizio sanitario nazionale. Il Congresso Anmco è un’occasione imperdibile per il miglior aggiornamento circa i grandi temi della cardiologia in materia di prevenzione, della cura e della ricerca, grazie ad un programma scientifico esteso e con contributi anche delle maggiori società scientifiche cardiologiche internazionali, come l’American Heart Association (Aha), l’American College of Cardiology (Acc) e la Società Europea di Cardiologia (Esc)”.

Durante i lavori “ci saranno moltissime sedute di simulazione di metodiche diagnostiche ed interventistiche per i giovani cardiologi che così potranno apprendere sul campo – aggiunge Oliva – come si posiziona, ad esempio, un catetere all'interno del sistema vascolare. Inoltre, il congresso sarà anche e soprattutto l’occasione di presentare i dati di tre nostri studi osservazionali, uno è EyeShot su sindromi coronariche acute; uno sull’insufficienza cardiaca e uno sulla prevenzione secondaria". Il congresso Anmco "si conferma, come ogni anno, incontro aperto e ricco di stimoli, testimoniando appieno l’impegno che da sempre Anmco spende per sostenere la crescita e la formazione dei cardiologi ospedalieri. Non solo, questo appuntamento - conclude - rappresenta il momento di maggiore sintesi nel panorama dei congressi medico-scientifici italiani essendo in grado di catturare l’interesse e la partecipazione anche da parte dei decisori e degli stakeholder che possono offrire il proprio contributo, insieme ai tanti clinici previsti, nei diversi momenti specifici suddivisi in sessioni, focus e tavole rotonde”.

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Farmaceutica: IAI Academy, 16 giovani talenti su patologie...

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Indagine Emg Different, 55% universitari interessato a biotech ma 51% non ne conosce profili professionali

Farmaceutica: IAI Academy, 16 giovani talenti su patologie infiammatorie e autoimmuni

Hanno in media 26 anni i 16 giovani talenti selezionati mediante il progetto dell'IAI (Inflammation and Auto Immune disease) Academy di Incyte, azienda biofarmaceutica globale. La task force di giovani talenti - spiega una nota - andrà a consolidare la nuova Business unit dedicata alle patologie infiammatorie e autoimmuni, che ha l'obiettivo di trasformare il paradigma di trattamento nell'ambito di malattie dermatologiche in cui persiste un elevato di bisogni insoddisfatti (unmet need), quali vitiligine, dermatite atopica e idrosadenite suppurativa.

"Il progetto dell'IAI Academy nasce dalla consapevolezza che oggi realtà come Incyte hanno un ruolo più ampio e articolato, che si estende oltre i confini dell'azienda - commenta Onofrio Mastandrea, vicepresidente e General Manager di Incyte Italia - Il concetto di responsabilità sociale si traduce nella capacità di generare un valore condiviso, che impatta anche la comunità in cui l'azienda opera. L'IAI Academy è un esempio concreto di come sia possibile riunire la dimensione del business con quella sociale: attraverso l'ingresso in azienda di questi giovani talenti abbiamo aumentato la nostra competitività e, al tempo stesso, contribuito a facilitare l'incontro tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro. Incyte è un'azienda orientata al futuro - continua - crediamo fortemente nel potenziale delle nuove generazioni e nell'importanza di investire sullo sviluppo dei giovani talenti. Questo progetto ribadisce il nostro impegno, che desideriamo portare avanti insieme alle istituzioni e all'accademia".

Con questo modello di talent acquisition, Incyte vuole inoltre contribuire ad avvicinare le nuove generazioni al biotech, un settore in forte crescita e ricco di opportunità professionali di cui, tuttavia, sembra non esserci sempre piena consapevolezza al termine dei percorsi di formazione. Un'indagine commissionata da Incyte e condotta da Emg Different, società di ricerche di mercato del gruppo Adnkronos, ha esplorato la percezione delle aziende biotech in ambito life science su circa 300 giovani laureati e laureandi in facoltà scientifiche con una media di 23 anni di età. Oltre la metà degli intervistati (55%) ha confermato il proprio interesse a intraprendere un percorso professionale nel settore, motivato soprattutto dalla possibilità di contribuire alla salute pubblica e migliorare la vita delle persone. A fronte di ciò, il 51% del campione non ha mostrato familiarità con le figure professionali operanti all'interno di un'azienda biotech e addirittura il 73% non ha saputo citare spontaneamente alcun ruolo professionale in questo settore.

La collaborazione tra aziende e università è fondamentale per aiutare i giovani ad acquisire maggiore consapevolezza e garantire un'integrazione crescente tra formazione e lavoro, specialmente in settori altamente specializzati come quello delle biotecnologie applicate alla salute. Su questo tema, Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale Università Campus Bio-Medico di Roma, uno dei poli accademici d'eccellenza per l'interdisciplinarità delle scienze, che ha risposto alla call to action lanciata da Incyte, osserva: "La mission dell'Università Campus Bio Medico di Roma è legata fortemente all'idea di una formazione integrale. Puntiamo a formare non solo generazioni di validi professionisti nei campi della medicina, della salute e delle life science, ma anche ad accompagnare le nostre studentesse e i nostri studenti nel loro percorso di crescita personale e avvicinamento al mondo del lavoro. La partnership con Incyte Italia si inserisce proprio in questo solco, promuovendo l'incontro tra domanda e offerta di competenze e permettendo di esprimere a pieno il potenziale dei nostri talenti".

Questa sfida, per essere vinta, non può prescindere dal sostegno delle istituzioni. Come afferma l'onorevole Marta Schifone, membro della XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati e promotrice della legge 187/2023 sull’istituzione della Settimana Stem (Science, technology, engineering and mathematics), "a pochi mesi dall'approvazione della legge, veder crescere l'attenzione attorno ai percorsi universitari e professionali in materie scientifiche e tecnologiche mi riempie di orgoglio. Scuola, università, istituzioni e imprese - conclude - devono intensificare la loro collaborazione per promuovere l'acquisizione e la valorizzazione di queste competenze, fondamentali per guidare il progresso scientifico e per affrontare le sfide di oggi e di domani".

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