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In Sardegna migliora il saldo delle imprese ma non il tasso...
In Sardegna migliora il saldo delle imprese ma non il tasso di natalità
Per poter dare uno sguardo d'insieme alla situazione delle imprese in Sardegna sono da considerare diversi indicatori. A cominciare dal numero di imprese. A fine 2023 nell’isola risultano 144.389 aziende attive (170.683 aziende registrate), secondo i dati Infocamere – Movimprese, con 7.893 nuove iscrizioni e 6.330 cessazioni, dunque con un saldo positivo di 1.563 aziende. Saldo che risulta migliore di diverse regioni, tra cui Emilia-Romagna e Piemonte.
Il numero complessivo di imprese attive è in leggero calo rispetto ai due anni precedenti, ma in aumento rispetto a quanto registrato negli anni dal 2014 al 2020. Il tasso di natalità delle imprese nel 2023 è al 5,5% (la media nazionale è al 6,1%), come nel 2020 e rappresenta il più basso dal 2012. Il tasso di mortalità delle imprese è al 4,4%, più contenuto rispetto alla media italiana che è al 5,3%, ma in crescita negli ultimi tre anni. Il medesimo indicatore è invece in calo rispetto a quanto registrato dal 2012 al 2020.
Del totale di imprese attive (144.389), 34.116 sono imprese artigiane, con un'incidenza del 23,6%. A sottolineare una parziale ripresa dell'imprenditoria artigiana sull'Isola, il tasso di natalità di tale tipologia di impresa che si attesta al +6,1% su base annua, il secondo più elevato degli ultimi 10 anni. Anche se per numero complessivo le imprese artigiane attive sono diminuite di oltre 5 mila unità dal 2012 ad oggi.
Settore edile in crescita, commercio in calo
I settori trainanti sono i servizi al primo posto con oltre 44 mila imprese attive sul totale di 144.389, al secondo posto il commercio con quasi 35 mila imprese, al terzo posto agricoltura e pesca con 34,5 mila imprese attive.
In fatto di nuove imprese, il tasso di natalità maggiore riguarda il settore edile e costruzioni con +4,5% nel 2023, mentre il settore del commercio ha registrato il più elevato valore di aziende che hanno chiuso l'attività, con un tasso di mortalità del 4,9%.
Sotto l'aspetto della forma giuridica, il panorama delle imprese in Sardegna vede nel 2023 oltre la metà del totale (56,4%) di ditte individuali, il 25% ha forma di società di capitali, il 14,9% società di persone. Il rimanente 3,7% è costituito da altre forme di società, tra cui cooperative e consorzi.
Tasso di sviluppo contenuto, ma superiore alla media
Dall'analisi dei dati di InfoCamere il tasso di sviluppo complessivo delle imprese presso le camere di commercio in Sardegna nel 2023 è pari all'1,1%, superiore alla media italiana (0,8%) e al quarto posto a livello regionale alle spalle di Lazio (2,1%), Lombardia (1,3%) e Campania (1,3%).
Se confrontato con gli ultimi due anni, il dato regionale del tasso di sviluppo è in calo rispetto al 2022 quando era all'1,6% e soprattutto rispetto al 2021 quando era al 2,2%. Rispetto all'ultimo decennio, l'attuale tasso di sviluppo delle imprese (1,1%) è inferiore solo a quelli registrati nel 2016 (1,3%) e nel 2017 (1,5%).
Tra i settori produttivi, le costruzioni hanno performance più dinamiche con +0,9%, mentre gli altri comparti hanno tutti segno negativo, in particolar modo il commercio -2% rispetto al 2022. In ogni caso, si tratta di un'involuzione più contenuta rispetto a quanto registrato nei singoli settori a livello di media nazionale.
10 mila ditte individuali perse in 12 anni
Il tessuto produttivo dell'Isola è caratterizzato da una netta maggioranza di ditte individuali. Complessivamente nel 2023 sono 92.290 quelle attive, contro 28.712 società di capitali, 19.124 società di persone e 4.263 altre forme.
Ciò detto, il numero di ditte individuali è in costante calo dal 2012 al 2023, si passa da 102.590 ditte individuali nel primo anno della serie a 92.290 dell'ultimo anno, con una diminuzione di oltre 10 mila unità.
Nel cagliaritano sono attive il 38,4% delle ditte individuali, il 30,1% nel sassarese, il 21,6% nel nuorese, il 10,6% nell'oristanese. Per quanto riguarda le società di capitali, quasi la metà del totale sono attive a Cagliari e provincia (46,1%), il 37,9% sono attive a Sassari, l'11% a Nuoro, il 4,9% a Oristano.
Numero di società in aumento a Sassari
Analizzando i dati provinciali per forma giuridica di impresa, nel 2023 la Sardegna segna un tasso di crescita pari a 0,91% con performance più elevate per le società di capitale +3,43% rispetto all'anno precedente. In calo invece le società di persone -0,81%.
A livello di singole province, Sassari ha il tasso di crescita più positivo per le ditte individuali (+0,81%) rispetto al +0,29% della media regionale e +1,48% per altre forme societarie, il doppio della percentuale media delle altre province sarde.
Oristano, invece, si distingue per il tasso di crescita più elevato (+3,60%) per le società di capitale. Il crollo del numero di società di persone è più marcato a Cagliari con -1,89% su base annua, oltre un punto percentuale più elevato della media regionale.
Imprese artigiane: i trend per comparto economico
Del totale di 34.116 imprese artigiane attive in Sardegna nel 2023, 13.067 operano nel settore edile e delle costruzioni, 11.384 negli “altri servizi” che comprendono trasporti, alloggio e ristorazione, sanità, servizi professionali e molti altri, 6.906 nell'industria in senso stretto, 2.540 nel commercio, 189 nel settore agricoltura, pesca e silvicoltura, oltre a 30 imprese non classificate.
Il numero complessivo delle imprese artigiane (34.116) risulta in leggero aumento rispetto al 2022 (34.001) ma in calo pressoché costante dal 2012 quando si raggiunse 39.761 il numero più elevato negli anni recenti. In sintesi, negli ultimi 12 anni si sono perse oltre 5 mila realtà imprenditoriali artigiane.
Come per l'indicatore generale, anche per le imprese artigiane cresce il numero nel comparto edile con un incremento costante a partire dal 2019. Al contrario, risultano in calo continuo dal 2012 al 2023, anno dopo anno, i settori del commercio e “altri servizi”, in linea con la diminuzione generale del numero di aziende artigiane in Sardegna. (segue)
Nuove imprese digitali: Sardegna terza in Italia
Nel 2023 sono aumentate del 5,6% le imprese artigiane digitali in Sardegna, un dato di oltre 2 punti superiore alla media nazionale (+3,3%) che pone la Regione al terzo posto assoluto per crescita in questo settore, alle spalle di Veneto (+6,6%) e Lazio (+5,9%), dati Ufficio Studi Confartigianato Imprese Sardegna su analisi dati Istat.
Performance di questo livello non si registravano dal lontano 2012 quando la crescita raggiunse il 3,6%. Anche a livello di province e città metropolitane i numeri premiano le imprese digitali sarde, specie quelle di Cagliari, al terzo posto assoluto con +6,8%. Nella top 10 delle province anche Sassari con una crescita del 4,6%.
Dati particolarmente interessanti che sottolineano una propensione verso l'innovazione degli imprenditori sardi del settore artigianale, che pur devono affrontare importanti gap legati alle infrastrutture, all'energia e alle questioni fiscali. (segue)
Iniziative regionali per le imprese e il lavoro
Una delle più recenti iniziative messe in campo dalle istituzioni regionali è quella dei Job Day, eventi dedicati all'incontro tra domanda e offerta di lavoro, oltre che alla formazione, con iniziative specifiche dedicate a imprese, lavoratori e studenti. Tra febbraio e marzo 2024 sono previsti 6 eventi nelle principali città sarde.
Il 18 gennaio 2024 è stato approvato dalla Giunta regionale il piano di sostegno alle imprese, alla valorizzazione del lavoro femminile e alle categorie più fragili che prevede 735 di euro di fondi regionali per il triennio 2024-2026 e di ulteriori 744 milioni del Fondo Sociale europeo a supporto delle imprese per creare e sostenere l'occupazione, l'istruzione, la formazione di competenze, l'inclusione, i cantieri occupazionali.
Per sostenere le imprese artigiane, sostenere l'occupazione giovanile qualificata e ridurre il rischio di estinzione di determinati mestieri, la Regione Sardegna ha di recente proposto un avviso pubblico per la concessione di incentivi a favore dell'assunzione di apprendisti nelle imprese artigiane. Il contributo è riservato alle sole imprese artigiane con sede legale e operativa in Sardegna.
Spettacolo
Concerto primo maggio, Cosmo con bandiera palestinese
Spunta anche un quasi topless nello show
Cosmo con la bandiera palestinese sul palco del concerto del primo maggio al Circo Massimo. Il cantante, protagonista di una delle ultime esibizioni dello show, porta la bandiera sul palco durante l'esecuzione del brano Tristan Zarra. La performance è particolarmente 'vivace', spunta anche un quasi-topless. "Che avete combinato?", chiosa BigMama, rivolgendosi all'artista. "Ti sei liberato sicuramente, sei un grande", aggiunge congedando Cosmo.
Esteri
Ucraina, F-16 in arrivo. Russia: “Servono più armi...
Si avvicina il 'debutto' dei jet attesi da Kiev. Shoigu chiede un ulteriore sforzo alla macchina bellica di Mosca
La Russia ha bisogno di nuove armi per la guerra, l'Ucraina si prepara ad accogliere gli F-16. Grandi manovre tra Mosca e Kiev in una fase cruciale del conflitto, tra piani di nuovi attacchi e strategie che cambiano.
L'Ucraina, dopo circa 5 mesi con le spalle al muro, aspetta l'arrivo delle armi che gli Stati Uniti hanno inserito nel pacchetto da 61 miliardi di dollari recentemente approvato dal Congresso. Da Washington, che ha già inviato missili a lungo raggio Atacms, arriverà anche una fornitura speciale del Pentagono con sistemi Patriot. Kiev, quindi, potrà contrastare con nuovi strumenti la probabile offensiva che la Russia si appresta a sferrare tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. Le forze ucraine, costrette a razionare per mesi le munizioni, potranno adottare un atteggiamento e di conseguenza una strategia differente.
Il quadro potrebbe cambiare in maniera nei prossimi giorni per l'arrivo sulla scena di un nuovo 'protagonista'. L'Ucraina si prepara a salutare l'arrivodei jet F-16 dopo la Pasqua ortodossa, che viene celebrata domenica 5 maggio.
A fare riferimento alla data è Ilya Yevlash, portavoce dell'aviazione di Kiev. "Stiamo aspettando", dice - come riportano media ucraini e come rilancia Newsweek - e annuncia che gli aerei potrebbero 'debuttare' "dopo Pasqua". Da mesi i piloti si addestrano per sfruttare i caccia, forniti in particolare da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio.
Non è chiaro, a questo punto, quale sarebbe l'impatto degli F-16 sugli equilibri in campo. Nelle scorse settimane, un'anonima fonte militare ucraina ha evidenziato a Politico che "gli F-16 servivano nel 2023, non vanno bene per il 2024". Il governo olandese nei mesi scorsi ha preannunciato l'invio degli aerei "nel secondo trimestre del 2024". A marzo, il Belgio si è impegnato a consegnare i velivoli entro la fine dell'anno. "Quest'anno, più di uno squadrone di F-16 comincerà ad arrivare in Ucraina con piloti e addetti alla manutenzione", una delle ultime comunicazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin.
La Russia ha bisogno di altre armi
Rispetto all'Ucraina, finora la Russia ha potuto esibire e sfruttare una netta superiorità in termini di uomini, munizioni e mezzi. Mosca riversa soldati al fronte senza soluzione di continuità, con minima attenzione alle perdite umane. Il tema delle armi a disposizione, per quantità e qualità, comincia però a diventare un argomento da affrontare. Ad accendere i riflettori sul tema è il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, che chiede uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. Gli accordi con altri paesi - la Corea del Nord per l'artiglieria, l'Iran per i droni - sono fondamentali ma non bastano.
"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e alla luce delle esigenze illustrate dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, l'Ucraina inizia a ricevere le armi dagli Usa e da altri paesi della coalizione occidentale. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.
Esteri
Gaza, Hamas: “Oggi risposta a Israele su...
Netanyahu e Gallant: guerra non finisce anche se si raggiunge intesa
Hamas risponderà oggi alla proposta per il cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi rapiti in Israele nell'attacco del 7 ottobre. I colloqui per una tregua tra Israele e Hamas sono in stato avanzato ma le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra nella Striscia di Gaza debba essere passo integrante dell'accordo. "Molto probabilmente" oggi, se Dio vuole che i mediatori riceveranno una risposta", dichiara Hamas in merito ai tempi di una risposta sulla proposta.
Blinken: "Progressi reali verso accordo"
A tessere la tela della diplomazia, nelle ultime ore, contribuisce soprattutto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in Israele incontra il premier Benjamin Netanyahu. I progressi sono "reali e significativi", dice Blinken. Un segnale incoraggiante è rappresentato dalla decisione di Israele di aprire il valico di Erez per far arrivare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza.
L'esercito israeliano afferma che circa 30 camion con cibo e forniture mediche dalla Giordania sono entrati oggi nel nord della Striscia attraverso il valico. I camion sono stati sottoposti ad una "attenta ispezione di sicurezza", fanno sapere le forze di difesa (Idf). Il passaggio era stato attaccato e gravemente danneggiato durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre, l'Idf sostiene di aver effettuato lavori per consentire il transito dei camion.
Netanyahu: guerra non finisce anche se c'è accordo
"Un progresso reale e importante", ripete Blinken. Netanyahu, però, nell'incontro con il numero 1 della diplomazia a stelle e strisce ribadisce che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza. "Israele farà tutto il possibile per il ritorno degli ostaggi ma si sta preparando per l'operazione a Rafah", sottolinea anche il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant.
La Colombia interrompe rapporti con Israele
Blinken avverte i leader israeliani che un'operazione a Rafah in questo momento diminuirebbe le possibilità di raggiungere un accordo e avrebbe un impatto sugli sforzi statunitensi per promuovere la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. Secondo un rapporto del Guardian, Riad sta attualmente promuovendo un accordo di cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti che esclude la normalizzazione dei legami con Israele, a causa dei continui combattimenti a Gaza.
Le operazioni militari condizionano anche i rapporti tra Israele e la Colombia, che interromperà le relazioni con lo stato ebraico, come annuncia il presidente del paese sudamericano, Gustavo Petro. Perentoria la replica del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che stigmatizza la posizione "antisemita e piena di odio". "La storia ricorderà che Gustavo Petro decise di schierarsi accanto ai mostri più vili che la storia abbia mai conosciuto", scrive Katz su X, "che bruciarono neonati, uccisero bambini, violentarono donne e rapirono civili innocenti". "I rapporti tra Colombia e Israele sono sempre stati cordiali", continua Katz, "e nessun presidente antisemita pieno di odio cambierà la situazione".