Cultura
Innovatec ha completato il finanziamento del restauro della...
Innovatec ha completato il finanziamento del restauro della Casa del Podestà a Lonato del Garda
Questo impegno ha reso possibile la conservazione e la valorizzazione di una parte fondamentale del patrimonio storico e artistico
Il Gruppo Innovatec, società quotata all’Euronext Growth Milan di Borsa Italiana, attraverso la sua controllata Haiki+, ha recentemente completato il finanziamento del restauro della Casa del Podestà di Lonato del Garda, con un importante contributo che ha permesso il totale recupero della sala più importante della Casa del Podestà: la Galleria. Questo impegno ha reso possibile la conservazione e la valorizzazione di una parte fondamentale del patrimonio storico e artistico dell'area, un museo la cui grande rilevanza è riconosciuta dalla Regione Lombardia.
Grazie al restauro è stato possibile scoprire il vero autore di tre strappi da affresco monumentali: non Floriano Ferramola (come tradizionalmente si credeva), ma il celebre pittore bresciano Girolamo Romanino, risalenti al 1509 circa, rivelando un importante capitolo della storia dell'arte, non solo locale. Gli interventi conservativi, coordinati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, sono stati eseguiti con cura e precisione. L'affidamento a professionisti del settore, tra cui Luisa Marchetti per gli affreschi e Carla Valzelli con Annalisa Belloni per le decorazioni delle pareti, ha garantito la riscoperta e la preservazione di straordinari reperti artistici.
I lavori di restauro avviati grazie al significativo contributo di Haiki+ hanno consentito anche il recupero e messa in sicurezza delle preziose facciate policrome della Casa del Podestà e del portale di ingresso, struttura in stile rinascimentale le cui superfici erano originariamente colorate con vistose tonalità di colore, purtroppo impoverite a causa della lunga esposizione agli agenti atmosferici. L’edificio denominato “Casa del Podestà” perché sede originaria del podestà veneto di Lonato, durante il periodo di governo della Serenissima Repubblica di Venezia, è dichiarato “Monumento nazionale” dal 1912.
Nel contesto di questo ambizioso progetto, il Gruppo Innovatec ha contribuito inoltre alla pubblicazione "Uomini d’arme e Stemmi", un’opera realizzata anche grazie al supporto del Ministero della Cultura e che rappresenta un'indagine approfondita sulla storia e la simbologia degli stemmi presenti nella Casa del Podestà, offrendo la possibilità di ammirare i dettagli e la ricchezza delle tradizioni araldiche locali. La pubblicazione si propone di esplorare l'importanza storica degli stemmi delle più importanti casate bresciane che hanno garantito un podestà a Lonato tra il XV e il XVI secolo, nonché di analizzare il contesto storico e sociale in cui essi sono stati realizzati. La pubblicazione offre una prospettiva unica che collega la storia degli stemmi al concetto moderno di sostenibilità, evidenziando l'importanza di preservare le radici storiche mentre si abbracciano nuove sfide.
"Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo per restituire alla collettività importanti monumenti artistici. Attraverso questo progetto, abbiamo voluto non solo conservare il passato, ma anche creare un ponte tra la tradizione e la sostenibilità - ha commentato Flavio Raimondo, Amministratore Delegato di Haiki+ - La pubblicazione 'Uomini d’arme e Stemmi', inoltre, è un'autentica celebrazione della storia e della simbologia che permea la Casa del Podestà. Il nostro obiettivo è continuare a promuovere la collaborazione tra imprese e cultura con particolare attenzione ai territori dove operiamo, dimostrando un impegno tangibile nella preservazione del patrimonio artistico e storico per le generazioni future".
Giovanna Nocivelli, Direttore della Fondazione Ugo Da Como, ha dichiarato: "La collaborazione con le società del Gruppo Innovatec ha reso possibile un intervento di restauro di grande rilevanza per la Casa del Podestà. La pubblicazione 'Uomini d’arme e Stemmi' è una testimonianza preziosa della profonda connessione tra storia, cultura e sostenibilità, che racconta il valore intrinseco del nostro patrimonio". La pubblicazione, inserita nella collana "I Quaderni della Fondazione", è arricchita da approfondimenti storici, fotografie dettagliate degli stemmi restaurati e contributi degli studiosi coinvolti nel processo di ricerca.
Cultura
Libri, Santo Versace alla Lum per presentare...
Martedì 21 maggio alle 11, presso l’Aula Aldo Rossi dell’Università Lum, a Casamassima (Ba), Santo Versace presenterà agli studenti il volume da titolo: 'Fratelli. Una famiglia italiana'. Nell’ambito dell’evento l’imprenditore, cui verrà conferito il Sigillo Accademico, terrà una lectio magistralis su 'La famiglia, l’impresa, la crescita'. L’intervento, moderato dal giornalista Vito Marinelli, sarà introdotto da Antonello Garzoni, Rettore della Lum ed Economista Aziendale e da Pasquale Lettieri, critico d’arte.
Santo Versace, fratello di Donatella e di Gianni che è stato uno dei più celebri stilisti del mondo fondatore dell'omonima casa di moda, scomparso nel 1997, è presidente della Fondazione Santo Versace, ente filantropico nato per sostenere e aiutare le persone che vivono in condizioni di fragilità e di disuguaglianza sociale.
Cultura
A Milano va in scena l’assenza nelle Polaroid di...
Sabato 18 maggio l'apertura negli spazi dell'Opificio della Fotografia
Fra le forme di fotografia analogica la Polaroid si afferma anno dopo anno fra le più tenaci, per longevità ed espressività. Lo conferma la mostra 'Ai lembi dell'assenza' che il polaroider romano Patrizio Cipollini inaugura sabato 18 maggio presso l'Opificio della Fotografia, uno degli spazi più stimolanti di Milano, in collaborazione con Casa Museo Spazio Tadini. E' un percorso attraverso 140 polaroid che propone al pubblico uno sguardo intimo e riflessivo sul tema - appunto - dell'assenza ma che punta a stimolare anche una riflessione critica sulla relazione tra la fotografia istantanea e il concetto stesso di assenza, esaltato da una immagine istantanea che - a differenza del digitale - si afferma sotto gli occhi dei soggetti in una forma 'fisica', ma poi inevitabilmente si deteriora nel tempo con i soggetti che possono addirittura scomparire, e quindi risultare completamente assenti. Insomma, la Polaroid piace per la sua istantanea (ma lenta rispetto al digitale) matericità e, nel tempo, può trasformarsi invece in una concreta mancanza.
Come si spiega nella nota di presentazione "l'assenza in questa mostra a volte è giocata come negazione della presenza umana, come per esempio nella serie sui sex toys, i papaveri, i pontili e i dittici architettonici o naturali; a volte si muove tra soggetti viventi in spazi quasi astratti o vuoti; altre si veste di forme e posizioni erotiche mancanti della figura completa; altre ancora abita polaroid deteriorate nel tempo in cui quasi tutto o tutto è scomparso. Si propone di esplorare narrazioni personali quanto sociali, ricordando la complessità e la profondità delle relazioni umane".
“Ai lembi dell’assenza” si inserisce in un contesto ampio di riflessione: come evidenziato da alcuni teorici come Rosalind Krauss e Geoffrey Batchen, l'assenza nelle immagini fotografiche si trasforma in una sorta di presenza silenziosa, che parla delle nostre esperienze umane con un'intensità senza tempo.
"Molti lavori di fotografi americani del XX secolo, come Robert Mapplethorpe, Nan Goldin o Sally Mann solo per citarne alcuni, hanno aperto nuove prospettive sull'espressione emotiva, l'utilizzo della bellezza come strumento estetico ed emotivo e l'enfasi sulla fotografia come oggetto fisico. Questi elementi hanno influenzato profondamente la fotografia contemporanea, aprendo spazi di riflessione sul tempo, l’erotismo, la mortalità, l'intimità, la bellezza, l’assenza”. - scrive l’ideatrice e curatrice della mostra Federicapaola Capecchi - Da qui siamo partiti io e Patrizio Cipollini. Per mesi abbiamo indagato e navigato insieme la mia idea, ispirata dal suo corpo di lavoro di 30 anni e abbiamo trovato molte strade da percorrere … infatti credo questa sarà la prima mostra di una serie”.
Le polaroid in mostra sono sia cicli che immagini indipendenti. Durante l'apertura della mostra - che si chiude il 16 giugno - Patrizio Cipollini tiene due workshop: il primo è 'Lift Off' in calendario il 25 e 26 maggio, il secondo “Instant … stereo e 3d” si terrà il 15 e 16 giugno.
Cultura
‘Ostiawood’, il primo romanzo di Daniele Orazi:...
Il racconto del patinato mondo del cinema che può essere una giungla, attraverso gli occhi di Andy, personaggio che ha vissuto un’adolescenza travagliata nella Ostia degli anni Ottanta
Il protagonista si chiama Adriano Schroeder, ma tutti lo chiamano Andy, e ama il suo lavoro: l’agente cinematografico. Nel suo primo romanzo 'Ostiawood', Daniele Orazi racconta il patinato mondo del cinema che può essere una giungla, attraverso gli occhi di Andy, personaggio che ha vissuto un’adolescenza travagliata nella Ostia degli anni Ottanta. Andy, cresciuto da albino tra criminalità e bullismo, ha accumulato una notevole collezione di traumi. Tuttavia, il passato appartiene al passato: oggi è il rispettato e ammirato fondatore della W, un’agenzia che rappresenta attori e attrici famosi ed emergenti.
Il libro "è ispirato anche a quello che mi è successo nella vita, sia privata che professionale. C’è tanto di quello che ho vissuto e visto negli anni Ottanta", racconta all'Adnkronos Orazi, da 35 anni nel mondo del cinema come manager. Ed è proprio la passione per il suo lavoro che lo ha spinto in questa nuova avventura di scrittore: "In maniera un po' divertente e comica ho pensato di far conoscere meglio questa professione intorno alla quale c'è sempre un alone di mistero".
Iniziamo con il chiarire che "l’agente non è l’ufficio stampa ma è un ruolo specifico che ha bisogno di essere riconosciuto. Oggi, rispetto al passato, è una professione un po’ più nota anche grazie alla serie 'Call My Agent' di Sky" ma sono ancora tanti i falsi miti da sfatare. Uno fra tutti? "Che si guadagnano tanti soldi. Non è così. Per essere precisi: prendiamo il 10% degli importi degli artisti", risponde Orazi.
Il protagonista del romanzo è l'agente di alcuni artisti che, spiega l'autore, "rappresentano un po' i cliché del cinema che noi tutti conosciamo. C'è la giovane starlet , l'attore impegnato e la vecchia diva, ognuno con le sue esigenze e i suoi capricci". La forza di Andy "sta nel riconoscere che quei capricci in realtà, in quel momento preciso rappresentano per l'artista una questione di vita o di morte". L’agente "sta nel mezzo: deve capire l’artista e le esigenze del mercato puntando sempre al risultato, ovvero la performance. L’obiettivo è sempre quello di illuminare l’arte".
'Ostiawood', dunque, è una commedia scritta da chi il mondo del cinema lo conosce davvero e il messaggio "che mi piacerebbe arrivasse è per i giovani, ovvero che le cose si ottengono se dietro c'è lavoro e costanza. Se il nostro protagonista è riuscito ad emergere da un quartiere periferico e svantaggiato degli anni 80, diventando un uomo di successo allora ci può riuscire chiunque ma bisogna veramente volerlo. Dietro a dei grandi risultati c'è sempre tanto sacrificio", ricorda Orazi. I diritti d’autore saranno devoluti alle associazioni non-profit Every Child Is My Child e Pen Paper Peace. (di Loredana Errico)