Economia
Green fashion: la moda sostenibile per ridurre l’impatto...
Green fashion: la moda sostenibile per ridurre l’impatto ambientale
In collaborazione con Gruppo Florence
La sostenibilità è un concetto sempre più importante nella nostra realtà, sia a livello di scelte personali che di strategie aziendali, per generare risultati migliori e garantire un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Si tratta di un tema che negli ultimi anni è entrato anche nel mondo della moda, responsabile non solo di emissioni di gas serra e di produzione di rifiuti, ma anche della dispersione di microplastiche nei mari. La moda green è un nuovo modo di intendere la moda, che punta a ridurre l'impatto negativo sull'ambiente, a promuovere condizioni etiche migliori e ad essere socialmente responsabile in ogni fase (sviluppo, produzione, distribuzione e vendita), stimolando anche il consumo consapevole e senza sprechi.
Moda green: come le Aziende stanno puntando su una moda più sostenibile
Ad oggi sono sempre di più le Aziende del fashion, tra cui Gruppo Florence, che si stanno muovendo nella direzione della moda green attuando azioni concrete verso la sostenibilità. Tutto questo avviene anche in risposta a un problema sempre più dilagante che vede la moda come un settore a grande impatto ambientale (produce tra l’8% e il 10% delle emissioni globali di CO2, secondo un rapporto ONU di alcuni anni fa).
Il primo cambiamento riguarda l’innovazione tessile, con una scelta di materie prime e materiali alternativi, naturali, riciclabili ed ecologici, che alimentano un’economica circolare che mira a ridurre i rifiuti e a massimizzare il riutilizzo e il riciclo. Altro cambiamento sta investendo la tecnologia, con strumenti e macchinari più efficienti e capaci di promuovere processi produttivi meno dannosi e impattanti e più sostenibili, di ridurre il consumo di risorse naturali e di promuovere pratiche di gestione dei rifiuti più responsabili e meno inquinanti.
Anche la consapevolezza dei consumatori nei comportamenti di acquisto è fondamentale: per questo le Aziende della moda stanno mettendo in campo pratiche per sensibilizzare i clienti verso scelte di prodotti più sostenibili. Infine, moda green significa anche sviluppare condizioni di lavoro più etiche e dignitose.
I benefici di una moda più sostenibile
Quello della moda sostenibile è un percorso virtuoso e di stampo green che rende le procedure trasparenti, i processi produttivi meno impattanti e le condizioni di lavoro più favorevoli, con notevoli benefici per la società e per il pianeta.
Il primo è sicuramente un minor impatto per l’ambiente: azzerando le fonti di inquinamento (materiali tossici e non riciclabili, spreco di sostanze naturali, ciclo di produzione con emissioni, ecc.) e favorendo l’economia circolare, il riutilizzo e il riciclo, si preserva l'ecosistema, si mitiga l'impatto negativo e si promuove il risparmio delle risorse naturali.
Interessante è anche la spinta verso l’innovazione, con la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, nuovi materiali e nuovi processi, più efficienti e sostenibili, che creano nuove opportunità professionali, permettono la crescita del settore e generano un miglioramento sociale ed economico molto importante.
In questo nuovo scenario, anche le condizioni lavorative migliorano, diventando etiche e sicure lungo l'intera catena di produzione grazie a salari più equi, orari di lavoro migliori e un ambiente di lavoro più sicuro.
La moda green rende anche i consumatori più consapevoli, informati e attenti nelle loro scelte e offre una riduzione dei costi nel medio e lungo periodo grazie a una gestione totale più efficiente e sostenibile.
Economia
Sud Italia baricentro delle strategie di crescita
Secondo la nuova edizione del Mediterranean sustainable development index (Msdi), indice progettato da The European House Ambrosetti, è la terza regione più attrattiva tra 22 Paesi del Mediterraneo
Il Sud è la terza regione più attrattiva tra 22 Paesi del Mediterraneo, tanto che, nel periodo 2018-2021, la presenza delle multinazionali estere è aumentata del 41 per cento. Così certifica la nuova edizione del Mediterranean sustainable development index (Msdi), indice progettato da The European House Ambrosetti per misurare l’attrattività e la competitività dei territori. I dati sono contenuti nel Libro bianco sul Sud Italia presentato da The European House Ambrosetti in occasione della giornata di apertura del Forum 'Verso Sud. La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo', che si svolge a Sorrento.
Come spiega il Sole 24 Ore, Forum Ambrosetti calcola 14 miliardi di valore aggiunto in più e 240mila nuovi posti di lavoro se il Sud fosse allineato al Centro-Nord come incidenza del valore aggiunto delle multinazionali estere. O anche, 70 milioni di turisti stranieri in più e una spesa turistica aggiuntiva di 67 miliardi se il Sud d’Italia fosse allineato al benchmark di Spagna e Grecia. Come fa rilevare il Libro Bianco, nel confronto nazionale i numeri risultano ancora modesti, ma vanno censite 92mila imprese impegnate nelle produzioni manifatturiere (un quarto delle 365mila a livello nazionale).
Trend positivi riguardano le esportazioni manifatturiere meridionali, nel 2023 in crescita del 35%, e l’economia del mare: la filiera del Sud Italia conta più di 110 mila imprese (48,8% del totale nazionale), più di 332 mila occupati (36,4% del totale nazionale) e genera 15,7 miliardi di valore aggiunto (30,0% del totale nazionale). Un’opportunità chiave per promuovere l’attrattività del Sud Italia è connessa alla Zes. E lo sono anche le infrastrutture energetiche in costruzione (il gasdotto da Israele all’Europa, il Trans-Adriatic Pipeline). Ma il Sud è anche hub mediterraneo di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili (rappresenta il 39,1% di tutta l’energia rinnovabile prodotta in Italia nel 2022). E in particolare l’eolico off shore può avere interessanti sviluppi.
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Pari opportunità, protocollo intesa Consulenti...
Annunciato da De Luca dal palco del Festival
"Abbiamo firmato questo protocollo per fare azioni concrete, come sempre facciamo. Porteremo nei territori attraverso le nostre articolazioni tante attività per la promozione delle pari opportunità". Così dal palco del Festival del Lavoro il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca, ha annunciato la firma di un protocollo di intesa con la consigliera nazionale di parità, Filomena D'Antini, che ha replicato con "un ringraziamento al presidente per avere accolto la nostra proposta e per lo spazio che il Consiglio nazionale ha sempre dato alle pari opportunità".
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Festival lavoro, De Luca: “In 15 anni cresciuto in...
Così il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro chiudendo dal palco la quindicesima edizione del Festival del lavoro a Firenze
"Il Festival nei 15 anni è cresciuto in modo esponenziale, non sta a me giudicare ovviamente l'organizzazione, la partecipazione. Noi siamo molto soddisfatti, siamo soddisfatti dei contenuti, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci come professionisti con tutte le parti sociali, con la politica di destra, di sinistra, di centro, di ogni tipo di idee, che sono state portate anche da accademici, da partecipanti alla società civile. Una serie di ragionamenti e riflessioni che poi hanno portato a un pensiero finale, che è quello che noi stiamo maturando già da tempo: non si può stare fermi senza formarsi, non si può aspettare che il mondo cambi rispetto alle nostre esigenze". Così Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, traccia con Adnkronos/Labitalia un bilancio della quindicesima edizione del Festival del lavoro conclusosi poco fa alla Fortezza da Basso a Firenze.
E De Luca ha spiegato che "quello che è stato, il mondo che è stato, che molti di noi hanno vissuto, in cui si cominciava un lavoro e si finiva esattamente quello stesso lavoro dopo 30-40 anni di attività, non c'è più". "Oggi c'è bisogno di formazione continua, di adeguamento delle proprie capacità. L'intelligenza artificiale accelererà questo processo, alcune figure scompariranno, altre nasceranno, ma la cosa importante è che ognuno non si fermi perché se non ti formi sei fuori".
"Da questi tre giorni - ha sottolineato- abbiamo avuto un monito che ci aiuterà a guardare avanti: chi si ferma si perde, chi si forma si salva, non c'è possibilità diversa, con l'Ia non avremo altre possibilità". "Abbiamo avuto -ha sottolineato- quasi mille studenti alternati nei 3 giorni per seguire il nostro orientamento. Il futuro è oggi, l'intelligenza artificiale la nostra categoria sta già applicando, nei nostri studi".
"Una categoria come quella dei consulenti del lavoro, che è certamente quella più all'avanguardia, farà grande tesoro di questi tre giorni. Grazie delle emozioni che ci avete regalato", ha continuato.