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Mourinho e ha dato tutto quello che poteva, De Rossi...
Mourinho e ha dato tutto quello che poteva, De Rossi incognita e scommessa
Lo 'Special one' più condottiero che allenatore sul campo, Ddr per non rompere l'incantesimo
José Mourinho resterà nella storia della Roma. Come un grandissimo del calcio che ha dato tutto quello che ha saputo e potuto dare a una squadra e a una città con cui si è identificato dal primo all'ultimo giorno, fino all'esonero. Ora è arrivato un altro pezzo, ancora più ingombrante, di storia della Roma: Daniele De Rossi è insieme una grande incognita, per aver allenato solo pochi mesi in serie B, ma anche una scommessa, per lui e per la squadra che porta nella vene. La Roma deve ripartire da quello che lascia un'icona del calcio come Mourinho e da quello che può portare un'altra icona come Ddr. Con una sostanziale differenza, uno ha allenato 30 anni e l'altro 3 mesi, ma anche con la consapevolezza che uno si porta dietro molto passato e l'altro ha tutto il futuro davanti.
Mou, quello che resta: l'uomo che ha rifondato il romanismo
Non è un allenatore qualunque che viene esonerato, è un uomo simbolo di un romanismo ritrovato e che non va disperso. Merito indiscutibile quello di aver riavvicinato una parte dei tifosi che mancavano all'appello, facendo dello stadio Olimpico un'arena sempre e comunque piena, non solo di spettatori ma anche di una passione totale, quasi identitaria. Roma, si dice da sempre, è una piazza difficile per fare calcio. Mourinho è stato l'allenatore che più di quelli che hanno vinto, Capello, o convinto, Spalletti, è stato capace di prendersi la piazza. L'ha capita, l'ha saputa riempire e sobillare, esercitando tutto il carisma che chiunque nel mondo del calcio, a partire da detrattatori e avversari, gli hanno sempre riconosciuto.
Mou, quello che è mancato: i limiti di un grande gestore di campioni
Diversa l'analisi del Mourinho allenatore. In due anni e mezzo, sono pochissime le partite che la Roma ha giocato con contenuti tecnici e tattici che andassero oltre una generosa predisposizione alla battaglia sportiva, peraltro sparita in diversi momenti chiave, o ai lampi dei pochi campioni sui quali ha potuto contare, Dybala più di Lukaku. L'equivoco di fondo è stata la scelta di affidare a un grande allenatore, che ha avuto sempre bisogno di grandi giocatori nella sua carriera per vincere tutto quello che ha vinto, rose di giocatori normali che avrebbero avuto bisogno di una guida che insegnasse calcio. Così come non ha aiutato una gestione della società, con evidenti lacune manageriali e di comunicazione, che lo ha lasciato sostanzialmente solo. Restano, sul piano dei risultati, una Conference League vinta, una finale di Europa League e due campionati e mezzo mediocri.
Ddr, l'unico nome possibile per non rompere l'incantesimo
Scegliere Daniele De Rossi vuol dire per la Roma correre un rischio oggettivo, per la pochissima esperienza in panchina, ma anche investire, più emotivamente che economicamente, sull'unico nome disponibile capace di non rompere l'incantesimo nel rapporto con i tifosi. Ddr ha, per la sua storia con la maglia della Roma, per quello che è stato e per quello che rappresenta, un'apertura di credito nel solco del romanismo. Potrà fare bene o male ma sarà sempre e comunque dalla parte della Roma e dei suoi tifosi. Chi lo conosce scommette sulle sue potenzialità da allenatore e lo ritiene capace di prendere in mano la situazione anche da un punto di vista tecnico-tattico. Solo il campo potrà dire se sarà così o meno. Quello che da subito, ora, si può dire è che i Friedkin hanno fatto con De Rossi la scelta più digeribile dalla piazza e meno rischiosa. Male che va c'è il rischio di bruciare un giovane e promettente allenatore, rischio che lo stesso De Rossi ha accettato consapevolmente di correre. Bene che va, la Roma trova l'allenatore giusto per andare oltre Mourinho. (Di Fabio Insenga)
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Parma promosso in Serie A, basta 1-1 a Bari
Emiliani tornano nella massima serie dopo 3 anni
Dopo tre anni di Purgatorio, il Parma torna in Serie A. Con l'1-1 al San Nicola di Bari, i gialloblù si portano a +7 sul Venezia, conquistando la promozione matematica a due giornate dalla fine del campionato di Serie B. Succede tutto nella ripresa. Gli uomini guidati da Fabio Pecchia si portano in vantaggio con Bonny, al 50'. Il Bari si riporta in parità al 68' con Di Cesare. Il risultato non cambia e il Parma può festeggiare in anticipo il ritorno nella massima categoria.
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Sinner si ritira da Atp Madrid, non giocherà i quarti di...
Non scenderà in campo giovedì 2 maggio nei quarti di finale contro il canadese Felix Augier-Aliassime
Jannik Sinner si ritira dall'Atp Masters 1000 di Madrid. L'azzurro, testa di serie numero 1, non scenderà in campo giovedì 2 maggio nei quarti di finale contro il canadese Felix Augier-Aliassime, che quindi passa direttamente in semifinale. Il numero 2 del ranking Atp, vittorioso martedì negli ottavi di finale contro il russo Karen Khachanov, nel match di terzo turno contro il russo Pavel Kotov aveva accusato un problema all'anca destra.
"Mi dispiace molto ritirarmi dal prossimo match qui a Madrid", dice il 22enne azzurro. "L'anca mi ha dato fastidio questa settimana e lentamente il dolore è aumentato. Seguendo il consiglio dei medici, abbiamo deciso che la scelta migliore fosse quella di non giocare per evitare di peggiorare la situazione", aggiunge. "Nei prossimi giorni farò altri esami e seguirò le indicazioni degli specialisti per il recupero", dice ancora.
Sinner quest'anno ha giocato già 30 match, con 28 vittorie e 2 sconfitte. L'altoatesino ha trionfato all'Australian Open, a Rotterdam e a Miami. La stagione sulla terra rossa europea è cominciata con la semifinale raggiunta nel Masters 1000 di Montecarlo. Dopo lo stop di Madrid, il calendario prevede l'appuntamento al Foro Italico di Roma per gli Internazionali d'Italia, in calendario dall'8 al 19 maggio.
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Rublev batte Alcaraz, sorpresa nei quarti di Madrid
Il russo elimina lo spagnolo, detentore del titolo
Andrei Rublev batte Carlos Alcaraz nei quarti di finale dell'Atp Masters 1000 di Madrid. Il russo, testa di serie numero 7, sconfigge lo spagnolo, testa di serie numero 2 e campione nel 2022-2023 con il punteggio di 4-6, 6-3, 6-2 in 2 ore di gioco. Rublev aspetta in semifinalelo statunitense Taylor Fritz, testa di serie numero 12, che supera l'argentino Francisco Cerundolo, numero 21 del tabellone, per 3-6, 6-1, 6-3.
Rublev intanto si gode la vittoria più prestigiosa nella prima parte della stagione. "Credo che il servizio mi abbia salvato più volte nel match. E' stato determinante mantenere la calma in tutta la partita, non ho detto una parola anche se stavo perdendo. E' stato fondamentale servire ancora meglio nel finale dell'incontro. All'inizio non ci sono riuscito, ma poi sono salito di livello", dice il russo, capace di piazzare 30 colpi vincenti e di comandare, spesso e volentieri, gli scambi contro uno dei migliori specialisti del rosso.