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Masterchef 13, prima puntata: il giudice ombra e gli 11 cuochi amatoriali

Davanti a Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli e al commissario esterno di cui non si conosce l'dentità è iniziata la lunga sfilata di aspiranti concorrenti: ecco chi ha conquistato l’ambito grembiule bianco con su cucito il proprio nome, simbolo della certezza di un posto nella Masterclass

I giudici di Masterchef

MasterChef Italia riparte con successo. E' andata in onda ieri sera, giovedì 14 dicembre, la prima puntata della 13esima edizione del cooking show Sky Original. L’affiatatissimo trio formato da Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, tre giudici e chef stellati che sfida dopo sfida hanno il compito di individuare il nuovo MasterChef italiano, hanno scelto gli 11 concorrenti. Cresce l'attesa per il temutissimo 'giudice ombra', "colui che tutto vede e che tutto sa": un commissario esterno che, nascosto dietro una parete, ha osservato in segreto i cuochi amatoriali nel corso delle loro preparazioni. Davanti a loro è iniziata una lunga sfilata di aspiranti concorrenti, e già in undici hanno conquistato l’ambito grembiule bianco con su cucito il proprio nome, simbolo della certezza di un posto nella Masterclass.

Chi sono gli 11 concorrenti

I primi a conquistare l’ambito grembiule sono stati Antonio, di origine siciliana e ora a Monaco di Baviera, che ha conquistato i giudici con la sua Passeggiata in terra sicula, filetto di maiale su salsa d’arancia con mandorle tostate; Eleonora, cameriera toscana che ha presentato ai giudici le sue Vele di baccalà, ravioli di baccalà e porri su salsa di asparagi al profumo di limone; Anna, farmacista di 62 anni, che ha preparato Il Baccalà del Monsignore, un piatto dedicato allo zio, con olive, capperi, peperoni cruschi e prezzemolo. E ancora, pronti per la Masterclass anche Nicolò, nato a Napoli e ora a Roma, che ha convinto i tre giudici con Ricordo, calamarata con pesce spada e pomodorini confit su crema di melanzane; Deborah, romana, che ha proposto Verdure a modo mio, varietà di verdure in brodo vegetale con estratto di rapa rossa; Sara, 24enne delle provincia di Pavia, che ha portato Senza confini, tortelli ripieni di zucca, amaretti e mostarda su fonduta con riduzione di vino, nocciole e prosciutto.

Grembiule bianco anche per Chù, 22 anni del Madagascar ora a Parma, che con coraggio ha portato a MasterChef un dolce dal nome Grazie Papà, in omaggio a suo padre adottivo, che consisteva in un pan di spagna con crema pasticciera al limone, crema chantilly e scorze di limone disidratate; Andrea, un ragazzo di origine cinese che ha proposto Chaou Zhou con Sapa alla griglia, ravioli cinesi ripieni di pancetta, ciauscolo, cipollotto, zenzero e sapa su salsa di aceto e soia; Lorenzo, abruzzese, con Alla cieca, risotto con chutney di mela Granny Smith condita e guanciale croccante; Alberto con Tanto va l’anatra nell’orto che ci lascia la zampina, petto d’anatra con la sua riduzione, verdure caramellizzate e crema di topinambur; e Valeria, campionessa di surf romana, che ha convinto i tre giudici con un piatto di mare, L’intramontabile vongola, tagliolini fatti a mano con sugo di vongole al profumo di limone.

Ascolti, miglior esordio delle ultime tre edizioni

La nuova edizione del programma ha segnato il migliore kick off degli ultimi 3 anni. Ieri sera su Sky Uno/+1 e on demand, Il primo episodio ha segnato 888mila spettatori medi e il 3,7% di share, con 1.330.683 contatti e il 67% di permanenza, in crescita del +7% rispetto al primo episodio della stagione precedente; a seguire, il secondo ha raggiunto 676mila spettatori medi, con il 4% di share, 1.072.442 contatti e il 63% di permanenza, in salita del +9% rispetto all’omologo di dodici mesi fa. Nel complesso la media serata è di 782mila spettatori medi ovvero +8% rispetto alla stagione precedente, con il 3,84% di share, 1.201.563 contatti unici e una permanenza al 65%.

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“Una ‘merla’ con il collare'”: la...

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il papà di 'Striscia la notizia' parla della presunta pubblicità occulta di gioielli da parte della conduttrice a 'Belve': "Si è fatta male da sola"

Francesca Fagnani  - (Fotogramma)

''A me Francesca Fagnani sta simpatica e la trovo molto brava. Ritengo da sempre che la tv non sia una finestra sul mondo, ma sul mercato, e voglio dimostrarlo. La Fagnani indossa i gioielli senza citare il brand, perché non può, allora il brand, sui suoi canali, la ringrazia per averli indossati e lei mette 'mi piace'. Ma non lo dico io, lo dice l’Ordine dei giornalisti: i giornalisti non possono fare pubblicità''. Sul numero di 'Chi' in edicola domani Antonio Ricci, il papà di 'Striscia la notizia' parla della presunta pubblicità occulta di gioielli da parte della conduttrice a 'Belve', evidenziata dal Tg satirico.

''Ci raccontano un sacco di favole - continua - conosco questo mondo e c’è sempre qualcuno che trae vantaggio. Può essere anche che uno crei vantaggio ad altri senza saperlo, ma allora non sei una 'belva', sei una 'merla' con il collare...''. In merito al futuro di 'Striscia' Ricci dice: ''Pensavo che prima o poi sarebbe finita e, invece, ce n’è sempre una, ci si diverte. Questo è un periodo florido: Vannacci, Fassino, Fagnani, non ci si annoia mai''.

Sulla sua fama 'diabolica', Ricci confessa: ''Io mi considero santo. C’è da dire, però, che anche il diavolo si considera santo. I miei bersagli? Sono sicuro che me li mandi Dio... Chi prendiamo di mira può redimersi. Ho letto che Flavio Insinna, di cui mandammo dei fuorionda infuocati, ha detto che era su una via strana, ha ripensato a un certo modo di vedere il lavoro. Mi fa piacere pensare di potergli credere''.

E infine sul 'pandoro gate' commenta: ''A Chiara Ferragni ha fatto più male chi l’ha denunciata per il pandoro o il video in cui lei stessa in tuta parla di un errore di comunicazione? Devi pensarci prima, se non sei obnubilato dici: 'Io, comunque, devolvo subito una cifra all’ospedale, poi vediamo come andrà la vendita dei pandori', non sto ad aspettare la decisione dell’Antitrust. Perché se lo fai solo dopo essere stata sanzionata, non basterà nemmeno un milione di euro per ricomprarti l’integrità''.

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Venditti: “Musica pop entri in Costituzione, senza De...

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Il cantautore romano lancia la proposta e il governo apre: "Giusto sostenerla"

Antonello Venditti e Gennaro Sangiuliano

Antonello Venditti vuole la musica pop in Costituzione. Il cantautore ospite oggi, 7 maggio, del Mic per la presentazione del suo tour che celebra i 40 anni di ‘Notte prima degli esami’ lancia la proposta. “C’è un lungo avvicinamento perché la musica popolare contemporanea entri in Costituzione. È l’unica arte non riconosciuta dal governo. Abbiamo bisogno di questo, di essere riconosciuti, di dare dignità a De André e a Geolier, perché senza questa musica questo Paese non sarebbe stato come è, malgrado tutto unito”.

“Questo sogno - dice Venditti seduto al fianco del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi - dovrebbe diventare realtà: preferirei essere ricordato per quello che diventerà una legge dello Stato piuttosto che per le canzoni che ho scritto. Perché le canzoni stanno lì, ma le leggi si devono ancora scrivere”.

Dal cantautore romano arriva poi una piccola stilettata ai recenti David di Donatello: “Quando vedi i David di Donatello ci rimani male perché vedi che la musica non ha niente di natura sociale, che riguardi lo stato della nostra vita - affonda Venditti - Ma non per me, per tanti che non avranno 'una fantastica storia che è la vita' se manca l’appoggio della cultura”.

L'apertura del governo

La proposta viene accolta dal sottosegretario Mazzi: “L’idea di un presidio costituzionale mi è piaciuta molto, ho detto ‘stai a vedere eh Antonello sta anticipando i tempi’. Così chiamato l’avvocato Bardo che ha dato una traccia giuridica a questa idea e io ho pensato che fosse giusto dare seguito a questa proposta e sostenerla”.

Pronto un disegno di legge

Il processo legislativo per far entrare la musica leggera nella Costituzione è “complicato ma fino a un certo punto - spiega Venditti alla stampa - Perché una volta che si riconosce il principio, come è stato per lo sport, la stessa direttrice ci porta dritto lì. Abbiamo elaborato proprio un disegno di legge portato avanti dall’avvocato Luca Pardo - prosegue - Studiando i principi che ci dovranno portare a far entrare la musica cosiddetta leggera in Costituzione. Poi basta che le forze politiche lo approvino".

La pressione dei talent e la tutela dei talenti

E alla domanda se abbia provato a parlarne con altri colleghi, l’artista risponde secco: “Impossibile. Purtroppo l’Italia dei talent, delle multinazionali non ti permette un dialogo approfondito. Molti non sanno neanche di che si parla, non sentono questo problema. Ormai il condizionamento è profondo”. Venditti cita il caso Sangiovanni, che ha stabilito un momentaneo stop per le troppe pressioni mentali: “Basta pensare a talenti come Sangiovanni, questi si giocano la vita. Loro purtroppo hanno già l’idea che sono a scadenza, che saranno superati dal nuovo, è un precariato intellettuale e morale e spirituale che porta al suicidio e all’angoscia”.

Il suo progetto potrebbe essere dunque utile anche in questo senso: “Ci sono ragazzi che sono stati costretti a cambiare, nati in un modo e che si trovano in un altro. Perché non c’è una rete costituzionale che difenda questi ragazzi e la loro sanità mentale, che li porti a vedere la musica in un altro modo, ovvero come un’occasione. Oggi l’occasione sono Sanremo e un talent. Può mai essere?”. Per questo “ci vogliono anche i finanziamenti. Oggi i biglietti dei concerti costano 100 euro. Crei una disparità enorme, ci sono le classi, questo è inammissibile”. Perché non è affatto vero che, come qualcuno ha detto, “con la musica non si mangia - scandisce Venditti - La musica contemporanea popolare dà da mangiare a tutti gli altri mondi. Il cinema ha tutti gli onori e noi tutti gli oneri”, attacca.

Siparietto col ministro Sangiuliano: "Pur di ascoltarlo andai alla Festa dell’Unità"

Grandi complimenti al cantautore romano dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, arrivato - con leggero ritardo - al Mic: "Pur di ascoltare le sue canzoni da giovane sono andato persino alla festa dell’Unità a Napoli", rivela. “È un artista onesto intellettualmente, ha scritto brani portatori di grandi valori”, aggiunge il ministro. Venditti gli va incontro, tra i due nasce un siparietto. “Perché parli al passato?”, dice l’artista dandogli del tu. “C’è un grande futuro davanti”, dice Sangiuliano tra gli applausi.

“L’Italia deve essere libera”, aggiunge Venditti. “Assolutamente -risponde Sangiuliano - Libera, democratica e plurale”. Venditti di rimando: “Sono felice di aver fatto la tua conoscenza”, perché “dobbiamo riuscire a trovare la nostra forza nel sorridere, con la durezza non si arriva da nessuna parte. Lo scontro continuo, i partiti, sono sovrastrutture. Noi nasciamo liberi di sceglierci i nostri amici, il nostro genere, la nostra religione”. E conclude: “Spero di aver superato oggi tutte le sovrastrutture tra me e voi. La mia parte l’ho fatta, ora tocca a voi”.

Venditti e il mondo in guerra

Rispondendo poi alle domande degli studenti, Antonello Venditti parla anche di attualità. “Non è una bella prospettiva cantare un mondo pieno di guerre. La mia generazione si interessava a quello che succedeva anche agli altri, ma qui mi pare che si parla di guerra o di pace a seconda che tocchi o meno i propri interessi. Noi avevamo un’idea internazionalista, globalista del mondo”. Lo dice Antonello Venditti rispondendo stamane alle domande degli studenti alla presentazione del tour che celebra i 40 anni da ‘Notte prima degli esami’ al Mic.

“Anche perché - scandisce Venditti- tutti gli Stati sono terroristi, è un fallimento di tute le istituzioni internazionali, a partire dall’Onu e non riusciamo a mettere ordine. Sarà dura fare una sintesi ma ci vuole buona volontà, quindi chi fa la pace per primo vince. Perché segna un principio: comincia a dare la mano invece di dare un cazzotto e vedi che le cose cambiano”, afferma il cantautore.

I cortei e la polizia

L'autore di 'Qui' parla poi anche dei cortei degli studenti. "La polizia deve accompagnare le manifestazioni invece di opporvisi. In un Paese democratico - scandisce - questo è un confine che non deve esistere. La polizia non deve stare da nessuna parte, deve accompagnare la libertà, se la manifestazione è autorizzata la deve accompagnare e difendere".

"Qualsiasi libertà va difesa - ricorda Venditti - Alla fine c’è sempre qualcuno che decide come deve andare la cosa, tante volte ci sono poteri esterni che creano una serie di impicci. Ma la democrazia non è scontro”. “Non ci vuole tanto a capirlo - conclude - Ma per applicare queste piccole regole poi però ci vuole tanto".

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Baby Gang in carcere inizia lo sciopero della fame

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Lo staff del rapper sulle sue storie di Instagram: ''Protesta contro censura che lo sta colpendo nel modo più subdolo e violento''

Baby Gang

''Ba by Gang da oggi ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la censura che lo sta colpendo nel modo più subdolo e violento''. Lo rende noto il suo staff sulle storie di Instagram del rapper. Mouhib Zaccaria, in arte Baby gang, era stato arrestato il 3 maggio scorso dai carabinieri della stazione di Calolziocorte, nel lecchese, in esecuzione di un’ordinanza della corte d'appello di Milano di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella della custodia in carcere. L'aggravamento trae origine da una serie di violazioni alle prescrizioni cui era sottoposto.

"Ascoltare la radio è uno dei pochi sollievi nella giornata di un carcere - si legge sulle storie di Instagram del rapper - Baby ci ha fatto sapere che sentire i suoi pezzi girare in radio lo sta aiutando a sopportare questa assurda detenzione''. Baby Gang, ancora tramite il suo staff, fa sapere che ''ringrazia tutti i suoi fan per il supporto'', conclude su Instagram.

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