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Sostenibilità

Energia, italiani poco consapevoli su opportunità...

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Energia, italiani poco consapevoli su opportunità transizione

E' quanto emerge dallo studio di Fondazione Maire presentato durante i lavori della Cop 28

Energia, italiani poco consapevoli su opportunità transizione

Gli italiani conoscono la transizione energetica, ma sono ancora poco consapevoli delle opportunità offerte in tema di benefici occupazionali e opportunità di inclusione femminile. E' quanto emerge dallo studio di Fondazione Maire, la fondazione del gruppo Maire, presentato durante i lavori della Cop 28 all’interno di una tavola rotonda condotta da Ilaria Catastini, direttrice generale, Fondazione Maire e Nando Pagnoncelli, Presidente, Ipsos Italia. I contenuti, realizzati con il contributo di Ipsos, si basano su 1.700 interviste condotte in 10 Paesi (Italia, UK, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Cina, India, Algeria, Stati Uniti, Cile).

Gli italiani dimostrano un ottimo livello di conoscenza della transizione energetica: il 97% ne ha almeno sentito parlare mentre il 60% dichiara una certa familiarità con il tema. Così come negli altri paesi occidentali (UK e USA), in Italia la transizione energetica non rappresenta necessariamente una priorità assoluta (57%) ma è sicuramente considerata un’area di impegno cruciale (41%). In aggiunta, risulta inferiore rispetto agli altri paesi la consapevolezza dei benefici occupazionali e dell’inclusione femminile che si potrebbero generare.

In effetti, nel nostro Paese, solo il 37% del campione si dichiara consapevole dell’impatto positivo della transizione energetica sull’occupazione, mentre lo è il 55% dei sauditi, il 63% degli indiani, il 67% degli algerini e il 53% dei cileni. Inoltre, il 18% degli italiani intervistati ne conosce l’impatto positivo sull’inclusione delle donne a fronte del 46% dei sauditi, il 51% degli indiani, il 32% degli algerini e il 36% dei cileni. Ciononostante, anche in Italia emerge un bisogno di formazione specifica, anche se la percezione dell’importanza e dell’urgenza di questa è mediamente inferiore.

Al contrario, sono i paesi del Medio Oriente, insieme ad Algeria e Cile, ad avvertire una maggiore necessità di concentrarsi sul fronte della formazione delle competenze. Il timore, però, è che i progressi fatti marcino a un passo troppo lento rispetto a quello della trasformazione. Gli italiani considerano il proprio paese più indietro nel percorso di decarbonizzazione rispetto ad altri, superati in questo solo da Cile, Algeria, Turchia. Gli sforzi di governo e di imprese private sono percepiti come meno adeguati rispetto a tutti gli altri paesi della ricerca.

Ma quali sono le competenze richieste a questi futuri professionisti della transizione energetica? Variano da paese a paese, ma è chiaro che competenze tecniche e trasversali, hard skill e soft skill debbano convergere e siano cruciali.L'enfasi sulla creatività (nel Regno Unito, in Algeria, in Arabia Saudita, in India e negli Emirati Arabi Uniti), sulla capacità di risoluzione dei problemi (in Italia, Turchia, Arabia Saudita, Cina, Stati Uniti e Cile), sul pensiero critico (nel Regno Unito) e sulle capacità analitiche segnala la necessità di nuovi professionisti con una mentalità diversa.

Saranno, quindi, multidisciplinari e flessibili, umanisti gli ingegneri che prenderanno le redini di questa nuova trasformazione. Secondo la Fondazione Maire, l'utilizzo della tecnologia è importante quanto lo sviluppo di nuove soluzioni ed è necessaria una risposta tecnica più ampia ai cambiamenti climatici, che si concentri sia sul modo in cui le persone utilizzano la tecnologia, i prodotti e le infrastrutture, sia sulla progettazione di tecnologie di nuova generazione, prodotti e servizi a basse emissioni di carbonio.

Per affrontare la transizione energetica e il passaggio al Net Zero, secondo Fabrizio Di Amato, presidente del gruppo Maire e della Fondazione Maire, "dobbiamo abbracciare il concetto di 'ingegnere umanista' come nuovo agente di trasformazione. Queste persone sapranno navigare nella complessità e trovare soluzioni che includano l'innovazione tecnologica, l'attenzione alle esigenze economiche, ambientali e sociali e gli aspetti culturali. Il nostro Gruppo in prima persona si impegna nella formazione e coinvolgimento delle nuove generazioni che saranno l’effettivo motore del cambiamento".

Inoltre, aggiunge Di Amato, "una attenzione specifica la rivolgiamo alle potenzialità che l’innovazione sul tema della transizione energetica ha in termini di inclusione del talento femminile. Tutti questi aspetti sono prioritari per il nostro piano strategico con l’obiettivo di generare un impatto positivo sia attraverso le nostre tecnologie sia attraverso l'attività della nostra fondazione. Le competenze che possiamo creare oggi faranno la vera differenza per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti per il 2050".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

Sostenibilità e inclusività attraverso lo sport, al via VI...

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Il progetto biennale di Gruppo Cap

Yuri Santagostino, presidente di Gruppo Cap

Sostenibili, diversi e inclusivi. Sono i tre pilastri della sesta edizione di Valori in Campo, il progetto biennale di Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, che ha l’obiettivo di valorizzare lo sport come veicolo per promuovere valori fondamentali nella formazione dei giovani e giovanissimi, accompagnandoli nella loro crescita umana e culturale. Un investimento da 160mila euro destinato a finanziare i migliori progetti delle società sportive presenti nel territorio milanese secondo tre diverse categorie: Sostenibilità, Inclusione, Diversità e Pari Opportunità. È già possibile candidare le proprie proposte, c’è tempo fino al 15 giugno 2024.

“Giunto alla sesta edizione e con oltre dieci anni di storia alle spalle, Valori in Campo è uno dei nostri progetti più longevi e sicuramente uno dei più importanti - spiega Yuri Santagostino, presidente di Gruppo Cap - L’obiettivo è quello di affiancare le tante realtà sportive del territorio nella formazione di giovani atleti in modo che diventino cittadini consapevoli, dotati delle conoscenze necessarie per affrontare le sfide ambientali, culturali e sociali. Per questo abbiamo scelto di indicare tre nuovi ambiti, che si inseriscono nella strategia dell’azienda che cerca di promuovere la parità di genere, l’inclusività e la diversità come valore in ogni ambito, sia all’interno dell’azienda, sia presso i partner e gli stakeholder. La promozione dell'educazione ambientale e civica tra i giovani per noi è un investimento nel futuro sostenibile della Città metropolitana di Milano, e un contributo alla costruzione di una società più inclusiva, aperta e accogliente”.

Il nuovo bando, che avrà come sempre durata biennale (2024-2026), offre la possibilità a tutte le società sportive del territorio della Città metropolitana di Milano di proporre progetti in tre diverse categorie: Sostenibilità, con focus su temi quali l’educazione ambientale, la riduzione dell’impatto ambientale delle attività svolte e nei luoghi in cui si svolgono, e la promozione di pratiche sostenibili; Inclusione, con progetti che attraverso l'attività sportiva si pongono l’obiettivo di creare un ambiente accogliente, sia dal punto di vista sociale, sia culturale, sia dell’accessibilità; Diversità e Pari Opportunità, con focus sulla riduzione del gender gap, sul superamento degli stereotipi di genere e sull’empowerment femminile.

L’obiettivo è promuovere la cultura della diversità e della sostenibilità, condividendo con le nuove generazioni del territorio del milanese i principi dell’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals) che si traducono in valori quali rispetto, passione, fiducia, comunità, partecipazione, diversità, inclusione, integrazione, legalità.

Il bando prevede un budget di 160mila euro per il biennio 2024-2026, che sarà suddiviso tra i progetti selezionati. La scadenza per candidare i progetti a Valori in Campo è fissata per il 15 giugno 2024, mentre il 2 agosto 2024 verranno proclamati i vincitori. Per tutte le informazioni, per scaricare i materiali per partecipare al bando e per candidare i propri progetti: https://acquisti.gruppocap.it/web/bandi_avvisi/home.shtml.

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Sostenibilità

Eventi climatici estremi, le nostre case sono al sicuro?

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I dati di una ricerca Sara Assicurazioni

Rain-storm-storyblocks

Alluvioni, grandinate, frane, trombe d'aria, incendi dovuti alla siccità e alle temperature record, sono alcuni degli eventi climatici estremi sempre più ricorrenti e riconducibili al cambiamento climatico in atto. Infatti, nel 2023 sono stati registrati a livello nazionale ben 378 eventi climatici estremi, il 22% in più rispetto all'anno precedente secondo i dati resi noti da Legambiente. In particolare, alluvioni ed esondazioni sono aumentate del 170% negli ultimi 12 mesi, causando miliardi di danni all'agricoltura, alle aziende, alle infrastrutture e, non ultime, alle abitazioni. Proprio per questo, il livello di attenzione dei cittadini su tali tematiche si è decisamente alzato: oggi, 8 italiani su 10 sono più sensibili alle questioni legate al clima. Non solo, anche un senso di insicurezza aleggia tra la popolazione: solo il 16% considera la propria casa al sicuro dagli eventi climatici estremi e il 42% si dichiara fortemente preoccupato che con l'intensificarsi di tali fenomeni la propria abitazione possa subire dei danni anche piuttosto rilevanti nel prossimo futuro. Sono questi alcuni dei dati più significativi di una recente ricerca dell'Osservatorio Sara Assicurazioni. Una crescente preoccupazione che spinge quasi un italiano su tre (32%) a pensare di trasferirsi in una zona più sicura, anche se il 20% ritiene che i fenomeni meteo estremi ormai possano colpire ovunque e che, quindi, non vi sia un'area del Paese meno esposta di un'altra. A tale proposito, Ispra segnala che il 94% dei comuni italiani è a potenziale rischio di frane, alluvioni o erosione costiera.

Cosa fare per ridurre i rischi?

Gli italiani interpellati dalla ricerca sopra citata hanno provato a dare una risposta su come affrontare e ridurre i rischi derivanti dagli eventi climatici estremi sempre più ricorrenti. In primo luogo, per il 40% degli interpellati, sono necessari interventi per la messa in sicurezza del territorio nazionale e per il contenimento del rischio idrogeologico. Il 33% indica come possibile rimedio il miglioramento della sicurezza degli edifici esistenti. Per il 23% è fondamentale investire in tecnologia, specie in termini di funzione preventiva, ad esempio attraverso l'utilizzo di sensori di allerta. Per cercare di contrastare i possibili effetti del cambiamento climatico, inoltre, il 60% degli italiani si dichiara disposto a valutare una polizza di assicurazione sulla propria casa, mentre il 40% non lo ritiene una soluzione. Tra le principali motivazioni di coloro che non stipulerebbero una polizza sulla casa, il 27% riguarda la scarsa conoscenza dei prodotti assicurativi, il 21% il fatto di dover sostenere spese ulteriori. Proprio la questione economica, ovvero la volontà di tutelarsi finanziariamente in caso di danni da eventi climatici, è la motivazione principale tra coloro che invece valuterebbero una polizza sulla casa.

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Sostenibilità

Sostenibilità in Europa, un trittico di misure per un...

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Imballaggi, inquinamento atmosferico e sostenibilità aziendale al centro della strategia europea

Bandiera dell'Unione europea che si riflette sul Parlamento europeo

L'Unione Europea si sta preparando a fare un grande balzo verso un futuro più sostenibile con una serie di nuove misure volte a ridurre l'impatto ambientale, promuovere la qualità dell'aria e garantire una maggiore responsabilità aziendale. Le recenti decisioni del Parlamento europeo riguardo agli imballaggi, all'inquinamento atmosferico e alla sostenibilità aziendale rappresentano una svolta significativa nel cammino verso un'economia più verde e più responsabile.

Imballaggi sostenibili

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato nuove misure per rendere gli imballaggi più sostenibili e ridurre i rifiuti nell'UE. Questo regolamento, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, si propone di affrontare il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, promuovendo, nel contempo, l'economia circolare e uniformando le leggi del mercato interno. Le norme includono obiettivi ambiziosi di riduzione degli imballaggi entro il 2030, il 2035 e il 2040, con particolare attenzione alla riduzione dei rifiuti di imballaggio in plastica. Inoltre, si prevede di limitare lo spazio vuoto negli imballaggi e di ridurre al minimo peso e volume.

Il regolamento vieta determinati tipi di imballaggi di plastica monouso a partire dal 2030, come quelli utilizzati per frutta e verdura fresche, cibi e bevande consumati in bar e ristoranti, monoporzioni e borse di plastica ultraleggera. Inoltre, si vieta l'utilizzo di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli imballaggi alimentari al di sopra di determinate soglie, per proteggere la salute dei consumatori.

Al fine di promuovere il riutilizzo e il riciclo, sono previsti obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030 per imballaggi di bevande, imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e per il trasporto. I distributori finali dovranno offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare i propri contenitori e offrire il 10% dei prodotti in formato riutilizzabile entro il 2030.

Le nuove norme prevedono che tutti gli imballaggi (ad eccezione di alcune categorie) siano riciclabili sulla base di criteri rigorosi e stabiliscono obiettivi minimi di contenuto riciclato per gli imballaggi di plastica. Infine, entro il 2029, il 90% dei contenitori in metallo e plastica monouso dovrà essere raccolto separatamente mediante sistemi di deposito cauzionale e restituzione o altre soluzioni per raggiungere l'obiettivo di raccolta.

Miglioramento della qualità dell'aria

Il Parlamento europeo ha poi approvato un accordo politico provvisorio volto a migliorare la qualità dell'aria nell'Unione Europea e a ridurre i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità. Questa direttiva, approvata con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni, stabilisce limiti e obiettivi più rigorosi entro il 2030 per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato (PM2.5, PM10), il biossido di azoto (NO2) e l'anidride solforosa (SO2). Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere un posticipo massimo di dieci anni per il raggiungimento degli obiettivi 2030, a condizione che siano soddisfatte specifiche condizioni.

In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, le persone colpite dall'inquinamento atmosferico avranno il diritto di intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento per danni alla salute. Inoltre, saranno istituiti più punti di campionamento della qualità dell'aria nelle città e gli indici di qualità dell'aria diventeranno comparabili, chiari e disponibili al pubblico, contribuendo così a una maggiore trasparenza e consapevolezza.

Le prossime tappe prevedono l'adozione formale della legge da parte del Consiglio, la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e l'entrata in vigore 20 giorni dopo, seguita dall'applicazione da parte dei Paesi dell'UE entro due anni.

Con l'inquinamento atmosferico ancora la principale causa ambientale di morte prematura nell'UE, con circa 300mila morti premature all'anno, questa direttiva risponde alla necessità urgente di adottare misure più ambiziose per raggiungere l'obiettivo "inquinamento zero" entro il 2050, in linea con il piano d'azione sull'inquinamento zero proposto dalla Commissione.

Sostenibilità aziendale

Il Parlamento europeo ha infine approvato nuove norme che pongono l'accento sulle responsabilità delle aziende nel ridurre il loro impatto negativo sull'ambiente e sui diritti umani. La direttiva sul dovere di diligenza è stata votata con 374 voti favorevoli, 235 contrari e 19 astensioni, rappresentando un importante passo avanti nella regolamentazione delle attività aziendali.

La direttiva richiede alle imprese e ai loro partner lungo la catena di approvvigionamento di prevenire, fermare o mitigare le ripercussioni negative delle loro attività sull'ambiente e sui diritti umani. Tra gli esempi citati vi sono la schiavitù, il lavoro minorile, lo sfruttamento dei lavoratori, la perdita di biodiversità, l'inquinamento e la distruzione del patrimonio naturale.

Le nuove norme si applicheranno alle società madri e alle imprese dell'UE con oltre 1 000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di EUR, nonché ai franchising nell'Unione con un fatturato di oltre 80 milioni di EUR, di cui almeno il 22,5% proveniente da diritti di licenza. Anche le società madri, le imprese e i franchising di paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell'UE saranno coinvolti.

La direttiva prevede l'adozione di un approccio basato sul rischio e la definizione di un piano di transizione per allineare i modelli di business alla soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale fissata dall'accordo di Parigi.

In caso di violazione delle norme, gli Stati membri dovranno sanzionare le imprese con ammende fino al 5% del loro fatturato netto mondiale e garantire il risarcimento delle vittime.

Le prossime tappe includono l'approvazione formale del Consiglio, la firma e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE, seguite da un periodo di due anni per l'attuazione da parte degli Stati membri. Con questa legge, il Parlamento risponde alle richieste dei cittadini europei per un'economia più sostenibile e responsabile, in linea con le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa.

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