Connect with us

Esteri

Egitto, al-Sisi pregusta la vittoria alle presidenziali ma...

Published

on

Egitto, al-Sisi pregusta la vittoria alle presidenziali ma l’economia rischia di rovinarla

Ancora in corso il voto dall'esito scontato: affluenza al 45%. I seggi resteranno aperti fino alle 19

Al Sisi - Palazzo Chigi

Terzo e ultimo giorno di votazioni in Egitto dove da domenica si svolgono le elezioni presidenziali dall'esito scontato, con la conferma del terzo mandato per Abdel Fattah al-Sisi. I seggi stamane hanno aperto alle 9 ora locale (le 8 in Italia) e chiuderanno alle 19. In crescita rispetto alle precedenti consultazioni è stata finora l'affluenza alle urne, stimata dalla Commissione elettorale al 45% dopo due giorni di votazioni. Significa che dei circa 67 milioni di potenziali elettori, finora si sono recati ai seggi oltre 30 milioni. Nelle due precedenti elezioni presidenziali, nel 2018 e nel 2014, l'affluenza fu rispettivamente del 41% e del 47% e in entrambe al-Sisi aveva vinto con il 97% dei consensi. L'affluenza alle urne dipenderà probabilmente da "quante risorse saranno destinate a corrompere o costringere le persone a partecipare", ha affermato Timothy Kaldas, vice direttore del Tahrir Institute for Middle East Policy.

Già nelle prossime ore è atteso l'annuncio della vittoria del presidente, salvo un improbabile ballottaggio. Gli altri candidati avranno comunque diversi giorni per presentare ricorso, dato che i risultati ufficiali sono attesi il 18 dicembre. Il vincitore resterà in carica sei anni. Si tratta delle prime elezioni presidenziali da quando il referendum costituzionale, approvato nel 2019, ha aperto la strada ad al-Sisi per rimanere in carica fino al 2030.

Il ruolo egiziano e la guerra a Gaza

L'Egitto arriva al voto in un momento economico delicato e in un contesto regionale di tensione altissima, con la guerra nella vicina Striscia di Gaza e migliaia di palestinesi accalcati al valico di Rafah. I contraccolpi della guerra stanno oscurando le presidenziali: la causa palestinese resta un argomento altamente infiammabile per l'opinione pubblica egiziana e il regime deve oscillare tra la fermezza nei confronti di Israele e la sua alleanza strategica con lo Stato ebraico, senza essere visto come complice delle sofferenze dei palestinesi. Non è un caso che la crisi di Gaza sia stata al centro dell'unico comizio elettorale di al-Sisi, salito sul palco il 23 novembre allo stadio del Cairo. E mentre tutte le televisioni del Paese sono sintonizzate sulle immagini della devastazione nell'enclave palestinese, il voto appare a molti egiziani come un non-evento.

Per gli analisti la guerra è stata un'utile distrazione per al-Sisi, attirando tutta l'attenzione dei commentatori politici e dell'opinione pubblica. Ha inoltre lucidato la sua immagine a livello internazionale. In questi mesi il presidente egiziano ha vestito i panni del capo di Stato corteggiato dai leader mondiali che si sono in successione recati al Cairo per chiedere i suoi buoni uffici su questioni spinose: dall'esfiltrazione dei cittadini stranieri da Gaza al rilascio degli ostaggi fino all'organizzazione della risposta umanitaria. Su quest'ultimo punto, L'Egitto critica apertamente i blocchi israeliani che ostacolano la distribuzione degli aiuti umanitari, ma mantiene uno stretto controllo sugli ingressi e sulle uscite da Rafah. Il presidente egiziano "ha tratto enormi benefici da questa situazione", ha commentato il giornalista dissidente, Khaled Dawoud.

La crisi economica

Secondo gli osservatori, se al-Sisi intende fare della crisi di Gaza il suo cavallo di battaglia, è anche per evitare di parlare della crisi ritenuta la sfida più grande per il Paese: il peggioramento senza precedenti dell'economia egiziana. L'Egitto con i suoi 105 milioni di abitanti sta sprofondando nel debito estero e deve far fronte ad una grave carenza di valuta forte. L'inflazione è superiore al 35% ed è ancora più alta per il settore alimentare. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rinviato due revisioni di un programma di prestiti da 3 miliardi di dollari dopo che le autorità egiziane non sono riuscite a realizzare le riforme richieste ed alcune agenzie ritengono l'Egitto il secondo Paese al mondo con maggiori probabilità di default sul pagamento del debito, dopo l'Ucraina.

Al-Sisi attribuisce agli shock esterni, come la pandemia e la guerra in Ucraina, la causa dei crescenti problemi economici del Paese, ma gli analisti sostengono che il controllo militare su ampie fasce dell'economia, insieme alla massiccia spesa pubblica in progetti infrastrutturali - tra cui una nuova capitale da 58 miliardi di dollari nel deserto fuori il Cairo - stiano prosciugando le casse dello Stato e soffocando la crescita. Intanto la povertà è in aumento, le interruzioni di corrente sono diventate una spiacevole abitudine negli ultimi mesi, il prezzo dei dollari sul mercato nero continua a salire e molti egiziani temono un'imminente svalutazione monetaria, richiesta dal Fmi e attesa all'inizio del prossimo anno, una volta che al-Sisi avrà consolidato il suo potere.

Il voto 'democratico'

Imparando dagli errori delle ultime elezioni presidenziali - che all'epoca furono denunciate come "una farsa" dalle organizzazioni egiziane e internazionali per i diritti umani - questa volta le autorità egiziane hanno cercato di dare una parvenza di democrazia. Se alle scorse consultazioni al-Sisi si era 'scontrato' con Moussa Mostafa Moussa, un architetto sconosciuto prestato alla politica, in queste elezioni compete con ben tre candidati, nessuno dei quali tuttavia appare in grado nemmeno lontanamente di impensierirlo. Il fatto, inoltre, che tutti i suoi sfidanti non siano militari ha indotto molti egiziani a dubitare sulla loro reale forza. Le forze armate, l'istituzione da cui è emerso ogni leader egiziano in epoca moderna - ad eccezione dell'ex presidente dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi, che è stato estromesso con la forza dall'esercito nel 2013 - ha dimostrato di non essere disposto a cedere il potere a un governo civile.

Chi sono gli altri candidati

I tre candidati ammessi sono Farid Zahran, del Partito Socialdemocratico di sinistra e all'opposizione (forse il più conosciuto), Abdel-Sanad Yamama, che rappresenta il Partito Wafd e Hazem Omar, candidato del Partito Repubblicano Popolare. Tutti e tre i partiti hanno fatto parte del blocco pro-Sisi durante le ultime elezioni parlamentari. Omar, un imprenditore del turismo, è stato nominato da al-Sisi al Senato egiziano nel 2020. Yamama ha elogiato al-Sisi in una recente intervista televisiva e l'anno scorso ha chiesto un emendamento alla Costituzione per onorare il ruolo avuto da al-Sisi nelle proteste anti-Fratelli musulmani del 2013 che precedettero il colpo di Stato. Zahran, invece, ha criticato il governo e ha condotto una campagna per porre fine alla censura dei media. Ma è visto come una figura dell'opposizione relativamente moderata che non oltrepassa i limiti imposti dalle autorità.

Sulla regolarità del processo elettorale pesa molto il fatto che l'unico serio sfidante di al-Sisi, Ahmed al-Tantawy, ex deputato ed ex capo del partito di sinistra Karama (Dignità), sia stato costretto a rinunciare alla sua candidatura poche ore prima della scadenza dei termini. Gruppi per i diritti umani e testimoni hanno riferito che ai sostenitori di al-Tantawy sia stato impedito di entrare negli uffici dei notai per presentare le firme richieste per la sua candidatura. Secondo Hossam Bahgat, direttore dell'Iniziativa egiziana per i diritti personali, uno dei pochi gruppi per i diritti umani che continua ad operare nel paese, "delinquenti pagati" hanno aggredito i suoi sostenitori. Al-Tantawy ed i membri della sua campagna sono stati a loro volta incriminati il mese scorso con accuse ritenute da gruppi per i diritti umani come politicamente motivate. L'oppositore è libero in attesa del processo, ma decine di volontari della sua campagna restano in custodia cautelare.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Usa, sparatoria in North Carolina: uccisi 4 poliziotti

Published

on

Altri 4 sono rimasti feriti mentre cercavano di eseguire due mandati di arresto a Charlotte

Il luogo di un omicidio  - (Afp)

Quattro membri delle forze dell'ordine sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco e quattro sono rimasti feriti mentre cercavano di eseguire due mandati di arresto a Charlotte, nella Carolina del Nord. Lo ha riferito la polizia.

Intorno alle 13,30 ora locale, la US Marshals Fugitive Task Force stava eseguendo i mandati di arresto per possesso di un'arma da fuoco da parte di un criminale. L'uomo, successivamente identificato dalle autorità come Terry Clark Hughes, Jr, 39 anni, avrebbe iniziato a sparare durante la fuga, colpendo diversi agenti.

Gli agenti intervenuti sul posto hanno chiesto rinforzi immediati. Il sospettato avrebbe continuato a sparare mentre arrivavano altri agenti. Hughes sarebbe uscito dalla residenza con un'arma da fuoco. Gli agenti hanno successivamente sparato sul sospettato, che è stato dichiarato morto sul posto.

Continue Reading

Esteri

Israele, media: “Possibile invasione Rafah senza...

Published

on

I carri armati israeliani sarebbero schierati al confine con Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la controversa offensiva. Hamas via da Egitto, tornerà con risposta su proposta cessate il fuoco

Tank israeliani al confine con Gaza - (Afp)

Il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), il tenente generale Herzi Halevi, avrebbe approvato i piani finali per un'azione militare nel sud di Gaza, a Rafah, e nei campi profughi del centro della Striscia si legge su timesofisrael.com. Nelle prossime 48-72 ore o ci sarà un accordo sugli ostaggi o l'inizio dell'invasione secondo il sito di notizie Ynet che non cita però alcuna fonte.

I carri armati israeliani sarebbero schierati al confine con Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la controversa offensiva, considerata da Israele come l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas dalla Striscia, nonostante gli avvertimenti di un disastro umanitario se i civili non saranno allontanati dal pericolo.

Il piano per Rafah

I piani tattici che entrano nel vivo dei combattimenti sono stati completati negli ultimi giorni, riferisce Ynet. Includono un'invasione graduale che può essere interrotta o ritardata in caso di progressi nei colloqui con gli ostaggi.

Hamas lascia Egitto, tornerà con risposta su proposta cessate il fuoco

Intanto la delegazione di Hamas, in Egitto per colloqui sul cessate il fuoco a Gaza, ha lasciato il Cairo. Lo ha annunciato la Tv egiziana Al Qahera, aggiungendo che i rappresentanti del gruppo palestinese torneranno con una risposta sulle proposte ricevute. Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato al canale televisivo saudita Asharq News che "c'è un'atmosfera diversa e condizioni diverse questa volta".

Ad Hamas è stato offerto un cessate il fuoco di 40 giorni e il rilascio "potenzialmente" di "migliaia" di prigionieri palestinesi in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani ancora a Gaza, ha reso noto il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, durante una riunione del World Economic Forum a Riad. All'organizzazione palestinese è stata fatta "un'offerta molto generosa di un cessate il fuoco prolungato di 40 giorni, il rilascio di potenzialmente migliaia di prigionieri palestinesi in cambio del rilascio di questi ostaggi", ha detto Cameron.

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, si è intanto detto "fiducioso" riguardo alla nuova proposta di tregua. "La proposta ha tenuto conto delle posizioni di entrambe le parti e ha cercato di ottenere moderazione", ha dichiarato Shoukry, mentre una delegazione di Hamas è arrivata al Cairo per colloqui. Oggi al Cairo dovrebbe arrivare una delegazione israeliana per ulteriori colloqui sugli ostaggi.

Continue Reading

Esteri

“Ucraina entrerà nella Nato”, la promessa di...

Published

on

Visita a sorpresa a Kiev del segretario generale dell'Alleanza Atlantica: "Sto lavorando duramente per garantire che diventi membro". Il punto sulle armi e la reazione del presidente ucraino

Zelensky accoglie Stoltenberg a Kiev - Fotogramma

"Il posto giusto per l'Ucraina è nella Nato. L'Ucraina diventerà membro della Nato. Il lavoro che stiamo intraprendendo ora vi mette su un percorso irreversibile verso l'adesione alla Nato". Lo ha ribadito il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, ieri a Kiev a fianco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Gli alleati - ha aggiunto - hanno già concordato di pianificare un maggiore ruolo della Nato nel coordinamento dell'assistenza alla sicurezza e all'addestramento per l'Ucraina. Credo che abbiamo bisogno anche di un importante impegno finanziario pluriennale, per sostenere il nostro supporto e dimostrare che il nostro sostegno all'Ucraina non è a breve termine e ad hoc, ma a lungo termine e prevedibile. Mosca deve capire che non può vincere e non può aspettare che ci stanchiamo", ha detto Stoltenberg.

"Credo davvero che il posto che spetta all'Ucraina sia nella Nato e quindi sto lavorando duramente per garantire che l'Ucraina diventi membro di questa alleanza". Ma "per prendere quella decisione abbiamo bisogno che tutti gli alleati siano d'accordo. Abbiamo bisogno del consenso, non della maggioranza, in realtà dell'accordo di 32 alleati. Non mi aspetto di raggiungere questo accordo entro il vertice di luglio", ha poi ribadito.

"Spero davvero - ha proseguito - che riusciremo a dimostrare che stiamo avvicinando l'Ucraina all'adesione, e che arrivi il prima possibile il giorno in cui avremo l'Ucraina membro a pieno titolo. Nel frattempo dovremmo garantire che l'Ucraina diventi il più interoperabile possibile, che l'Ucraina sia pienamente conforme a tutti gli standard Nato", in modo che "quando ci saranno le condizioni politiche l'Ucraina diventerà immediatamente membro". "State certi che stiamo lavorando sodo - ha continuato - abbiamo preso alcune decisioni importanti a Vilnius, dove abbiamo eliminato quello che chiamiamo piano d'azione per l'adesione, trasformando il percorso verso l'adesione da un processo in due fasi a un processo in una fase, in cui è stato creato il Consiglio Nato-Ucraina. Abbiamo anche concordato un grande programma di interoperabilità, garantendo che, una volta soddisfatte le condizioni politiche, l’Ucraina possa diventare immediatamente membro" dell'Alleanza, ha spiegato.

Gli alleati della Nato, ha poi riconosciuto Stoltenberg, "non hanno mantenuto ciò che avevano promesso" all'Ucraina. "Gli Stati Uniti hanno trascorso mesi senza concordare un pacchetto per l’Ucraina e gli alleati europei non hanno consegnato la quantità di munizioni promessa".

"Ciò ha avuto gravi conseguenze sul campo di battaglia - ha proseguito - la mancanza di munizioni ha consentito ai russi di avanzare". "La mancanza di una linea di difesa aerea ha reso possibile che più missili russi colpissero gli obiettivi - ha detto ancora - la mancanza di capacità" di tiro a lunga gittata "ha permesso ai russi di concentrare più forze. Ora ne vediamo le conseguenze. E' estremamente importante che nelle ultime due settimane abbiamo assistito ad alcuni cambiamenti molto importanti: il grande annuncio degli Stati Uniti di 61 miliardi di dollari è davvero significativo; il Regno Unito ha annunciato il suo pacchetto più grande di sempre, comprese le difese aeree e milioni di munizioni; molti altri alleati si fanno avanti con diversi tipi di annunci. Ora la nostra responsabilità è garantire che questi annunci si trasformino in consegne reali, consegne fisiche o armi e munizioni, il più presto possibile".

"Di questo lavoro logistico - ha continuato - l'attuazione pratica della consegna di munizioni e armi all'Ucraina, è responsabile il comandante delle forze Usa in Europa. Sono in contatto regolare con lui ed è molto consapevole dell'urgenza: fanno tutto il possibile per assicurarsi che gli annunci si trasformino in consegne il più rapidamente possibile, perché il tempo conta, ogni giorno conta. Dobbiamo essere onesti e dobbiamo renderci conto che, quando non consegniamo, quando ritardiamo le forniture, è una questione di vita o di morte, che ha conseguenze reali. Quando non otteniamo i risultati che dovremmo, sono gli ucraini che ne pagano il prezzo", ha sottolineato ancora.

Per Stoltenberg, ''la situazione è difficile, ma non è troppo tardi perché l'Ucraina prevalga'' sulla Russia. Il segretario generale ha poi sottolineato che ''è importante tornare di nuovo a Kiev e incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky''.

Su 'X' Stoltenberg ha poi promesso che ''è in arrivo un ulteriore sostegno''. Inoltre ''la Nato si sta impegnando a lungo termine, mettendo l'Ucraina su un percorso irreversibile verso l’Alleanza'', ha scritto in un post.

Zelensky: "Meritiamo ingresso nella Nato". E torna a chiedere armi

"Potrebbe diventare un momento di forza per l'Alleanza, oppure no. E' qui che si deciderà se un nemico dell'Alleanza sarà in grado di vietare il rafforzamento della Nato", le parole del presidente ucraino Zelensky, al fianco di Stoltenberg, con il pensiero al vertice dell'Alleanza previsto a luglio a Washington. L'Ucraina, ha incalzato, "merita di essere invitata nella Nato".

"Lo meritiamo per la nostra forza, la nostra difesa di valori comuni e la nostra importanza per il futuro dell'intera comunità euro-atlantica", ha insistito Zelensky nelle dichiarazioni diffuse dalla presidenza.

"Forniture rapide" di armi "significano letteralmente stabilizzazione delle prime linee" perché la Russia "si prepara a un'ulteriore offensiva" ha poi detto Zelensky, sottolinea la presidenza ucraina, che ha osservato come la Russia stia cercando di sfruttare la situazione mentre l'Ucraina attende le forniture dai partner e prosegue il conflitto iniziato con l'invasione russa del 24 febbraio 2022.

Il leader ucraino ha fatto esplicito riferimento a munizioni di "artiglieria calibro 155, armi a lungo raggio, sistemi di difesa area e prima di tutto i sistemi Patriot" per raggiungere l'obiettivo di "distruggere le ambizioni terroristiche della Russia". "L'esercito russo si prepara a un'ulteriore azione di offensiva - ha incalzato nelle dichiarazioni diffuse dalla presidenza - E insieme con gli alleati dobbiamo fermare l'offensiva russa".

"Ucraina e Nato hanno raggiunto il livello più alto nelle relazioni dalla nostra indipendenza, ma non ancora il più alto possibile", ha poi scritto su X dopo l'incontro. "E' esattamente di questo - aggiunge - che abbiamo parlato con Stoltenberg. Abbiamo parlato anche del contrasto all'aggressione russa, dell'ulteriore cooperazione tra Ucraina e Nato e delle modalità per unire davvero i nostri sforzi". Zelensky ha poi concluso ringraziando Stoltenberg per "il sostegno all'Ucraina" e per "questa visita".

Nella serata il presidente ucraino è poi tornato sulla richiesta di Patriot. "I regolari attacchi missilistici russi, così come gli sforzi dell'occupante per distruggere più posizioni ucraine possibile, possono essere fermati. E i piani offensivi russi possono essere sventati", ha scritto, denunciando su X che "diverse persone sono state uccise a Odessa e molte sono rimaste ferite" in un raid missilistico, mentre a Kharkiv è stata colpita con un attacco aereo. Ma per fermare la Russia, ha aggiunto, "la forza ucraina deve essere sostenuta da un supporto sufficiente da parte dei partner: i Patriot devono arrivare in Ucraina adesso e le armi con una portata sufficiente per distruggere i russi".

Continue Reading

Ultime notizie

Esteri2 ore ago

Usa, sparatoria in North Carolina: uccisi 4 poliziotti

Altri 4 sono rimasti feriti mentre cercavano di eseguire due mandati di arresto a Charlotte Quattro membri delle forze dell'ordine...

Esteri2 ore ago

Israele, media: “Possibile invasione Rafah senza...

I carri armati israeliani sarebbero schierati al confine con Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la...

Politica2 ore ago

Due miliardi fermi nei cassetti, l’ira di Schifani...

Nei cassetti della Regione siciliana restano fermi circa due miliardi di euro, fondi che la Regione doveva versare entro lo...

Cronaca2 ore ago

Alejandra Rodriguez, bellezza senza età, a 60 anni a Miss...

Ha infranto gli stereotipi legati all’età in Argentina ed ora punta a Miss Universo. Sta facendo il giro del mondo...

Spettacolo3 ore ago

Sanremo 2025, Carlo Conti sempre più vicino? Gli indizi

Il conduttore: "Il 74,1% di Amadeus irreplicabile, io non arriverei alle 2 di notte" Ha condotto Sanremo 2015-16-17. Non sarebbe...

Cronaca3 ore ago

Padova, ritrovata la 15enne scomparsa da casa da giorni

Rintracciata dopo che aveva chiamato la mamma per rassicurarla: era in un paese vicino a Camposampiero, dove vive Jensare Ajdari,...

Esteri4 ore ago

“Ucraina entrerà nella Nato”, la promessa di...

Visita a sorpresa a Kiev del segretario generale dell'Alleanza Atlantica: "Sto lavorando duramente per garantire che diventi membro". Il punto...

Cronaca4 ore ago

Vaccini in formato cerotto efficaci e sicuri per i bimbi,...

Su Lancet i risultati del confronto tra siringa e patch per l'anti-morbillo e rosolia Vaccinarsi con un cerotto, senza aghi...

Economia4 ore ago

Dichiarazione redditi, precompilata 2024 al via con nuovo...

Niente più righi e codici ma percorso guidato Precompilata ai nastri di partenza con il nuovo 730 semplificato. Dal pomeriggio...

Spettacolo4 ore ago

Concerto primo maggio Roma, artisti e scaletta: orario e...

Circa 50 i cantanti che saliranno sul palco, tra cui Achille Lauro, Ultimo, Tananai e Rose Villain. La conduzione è...

Spettacolo4 ore ago

Concerto 1 maggio a Roma, come arrivare al Circo Massimo...

Orario festivo potenziato per permettere agli spettatori del concertone di recarsi all'evento con la rete di trasporto pubblico Manca poco...

Esteri10 ore ago

Ostaggi e tregua a Gaza, Israele attende risposta Hamas....

Cosa prevede l'ultima proposta di Tel Aviv, Egitto fiducioso sui negoziati. Blinken: "Unico ostacolo all'accordo è Hamas" E' previsto per...

Salute e Benessere11 ore ago

Scoperto interruttore che spegne il grasso bruno...

Allo studio contro l'obesità, scienziati al lavoro per una strategia che lo attivi in modo sicuro con dei farmaci E'...

Sport11 ore ago

Sinner contro Khachanov oggi, come vedere ottavi Madrid in...

L'azzurro alle prese con un problema all'anca: "Niente di grave, vedremo" Jannik Sinner contro Karen Khachanov negli ottavi di finale...

Politica12 ore ago

Vannacci: “Statista è un uomo di Stato, quindi...

Il generale a Quarta Repubblica: "Lo dice l'enciclopedia Treccani. Classi differenziate per disabili? Mai detto" "Prima definizione di statista è...

Esteri12 ore ago

Ucraina, Russia perde 18mila disertori: fuga dal fronte sud

Secondo Kiev, aumentano le diserzioni tra l'esercito invasore La Russia alle prese con migliaia di disertori nella guerra in Ucraina....

Politica13 ore ago

Sondaggio politico, Fratelli d’Italia scende e Pd sale

In calo il M5S, passo avanti della Lega Fratelli d'Italia scende, il Pd sale, il M5S perde. Il sondaggio Swg...

Sport13 ore ago

Sinner agli ottavi di Madrid, Kotov battuto in 2 set:...

L'azzurro supera il russo al terzo turno ma non è in condizioni ottimali. Lo aspetta la sfida con Khachanov che...

Cronaca13 ore ago

Tir si ribalta e schiaccia auto in A10, due morti e 4 feriti

Gravissimi due dei feriti nell'incidente mortale tra Sanremo e Arma di Taggia in direzione Genova Due morti e quattro feriti,...

Spettacolo14 ore ago

Roberto Bolle alla direzione della compagnia della Scala?...

Apertura dell'etoile: "Sarebbe sicuramente un grande onore e un privilegio" "Ancora non lo so, sarebbe sicuramente un grande onore e...