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Elezioni Sardegna, Todde: “Primarie questione...
Elezioni Sardegna, Todde: “Primarie questione pretestuosa, regole e metodi sono chiari”
"Democrazia partecipativa è una cosa seria, non si improvvisa". E annuncia: "Mi dimetterò da deputata se vinco e se perdo, questa è una maratona"
"Le primarie sono una questione totalmente pretestuosa". Così all'AdnKronos Alessandra Todde (M5S), candidata del centrosinistra alla Regione Sardegna, chiarisce la sua posizione su una questione che ha scatenato non poche polemiche. "Per organizzarle e condividere modalità e tempi (online, offline, miste, centri con specifico numero abitanti ecc) sarebbe stato necessario prevederle non meno di un anno fa. E nonostante tutto ciò, il tema è stato dibattuto a lungo all’interno del tavolo di coalizione e dei singoli partiti. La maggior parte delle sigle di centrosinistra, comprese alcune di quelle uscite subito dopo l’individuazione del mio nome, hanno deciso insieme quale strada percorrere, senza ingerenze esterne", precisa Todde.
"La democrazia partecipativa è una cosa seria e non può essere improvvisata - continua Todde - Nessuna delle sigle si è detta contraria per principio alle primarie, ma è stato sottolineato quanto fosse importante dotarsi di criteri precisi per la scelta del candidato o della candidata. Infatti, sono stati scelti in modo partecipato e condiviso da tutti i criteri a cui doveva corrispondere la candidata o il candidato".
"Chi si è chiamato fuori, nascondendosi dietro le primarie ha deciso di non accettare il metodo democratico individuato dalla nostra coalizione, composta da partiti e movimenti che non sono circoli ristretti, perché hanno regole di democrazia interna che li rende rappresentativi dei loro iscritti. Non si può da un lato scegliere una classe dirigente per poi far finta che regole e metodi e percorsi democratici non servono a nulla".
"Soru vuole comandare e imporsi"
"Mi sembra evidente che il fatto per cui Soru è uscito dal Pd è perché il suo partito, con delle regole democratiche e accettate da un tavolo di coalizione oltre che con tutti i passaggi politici necessari tra direzioni, segreterie e assemblee, non ha individuato lui come profilo. Quindi più che da paladino della democrazia, mi sembrano atteggiamenti tipici di un uomo che vuole comandare su tutto e tutti imponendosi anche quando sarebbe più opportuno non farlo", dice Todde.
"Le faccio una provocazione: nella coalizione di Soru il metodo della scelta del candidato governatore è stata fatta con le primarie? No. Quindi, le regole valgono sempre per gli altri e mai per se stessi? - evidenzia Todde - È chiaro che si dovrebbe ricucire nel nome dell'unità, non certo nel nome della continuità. Faccio un invito: discutiamo del programma, di cosa fare per la Sardegna, confrontiamoci sui temi. Ma con regole chiare e precise che non ci obblighino a fermarci, ma ci lancino uniti verso la vittoria".
"Soru con Renzi va in continuità con la giunta Solinas"
Ad Alessandra Todde, nella corsa alla Regione Sardegna, Soru ha preferito aprire ad alleanze che secondo la candidata del centrosinistra, ex vice presidente del Movimento, “lo pongono in continuità con la giunta Solinas”. A chi si riferisce e cosa sta succedendo? "È tutto pubblico - risponde Todde - Soru ha ricevuto aperture da parte di Italia Viva che esprime in giunta l'assessore Anita Pili. Un partito che governa con Solinas e che quindi sostiene la destra al governo della Regione. Soru ha l'endorsement di Luigi Cucca, segretario regionale di Azione, l'uomo che Solinas voleva come segretario generale nella sua giunta. Nomina bloccata per incompatibilità".
"La coalizione di Soru passa da partiti indipendentisti a forze europeiste, da partiti a favore del nucleare a partiti contrari, da chi postava sui social l’attacco di Hamas ad Israele (Liberu) a chi sostiene Israele. Soru dice di essere alternativo a questa giunta ma si imbarca chi lavora in totale continuità con Solinas. Noi siamo l’unica reale alternativa a questa giunta e alla destra che ci sta governando in Sardegna", afferma Todde.
"Mi dimetterò da deputata se vinco e se perdo, questa è una maratona"
Todde, se non dovesse vincere le elezioni, lascerà il Parlamento per restare in Sardegna come consigliera? "Si. Resterò qui. È la mia terra, la mia gente, il mio popolo. La mia non è una sfida per i prossimi due mesi. Ma una maratona che deve cambiare realmente la Sardegna. Un progetto per i prossimi vent’anni", risponde all'AdnKronos l'esponente del M5S.
"Dalla Sardegna partirà un segnale che arriverà fino a Palazzo Chigi - continua Todde - All’incoerenza di questa destra rispondiamo con i fatti, con determinazione e voglia di cambiamento. La destra sta levando la voce a chi purtroppo ne aveva già poca. Noi gliela vogliamo ridare". Se invece dovesse vincere? "Se vinceremo, mi dimetterò da deputata e farò la Presidente. Se perderemo, farò la consigliera regionale", chiarisce.
"Credo in nuovo centrosinistra che stiamo costruendo"
"Credo nel nuovo centro sinistra che stiamo costruendo in Sardegna con tante forze al tavolo - spiega - Dobbiamo ridare una speranza alla nostra isola che per colpa di questa giunta è diventata un deserto. Dalla Sardegna può partire un vento di cambiamento che potrà influenzare anche gli altri contesti in cui si andrà a votare"
"Noi lavoriamo non solo ad una ripartenza, ma ad un reale cambiamento - sottolinea Todde - Sono consapevole delle cose da fare e sono felice dei miei compagni di viaggio. All’arroganza dell’Io, anteponiamo il Noi. Ai disastri portati avanti da Loro, proponiamo le nostre ricette. Oggi più che mai, è il momento del noi".
"Priorità? Un ospedale pediatrico per i nostri bambini"
"Le priorità per la Sardegna e i sardi sono sanità, trasporti, lavoro, infrastrutture e istruzione. Ci sono tante battaglie da condurre ma soprattutto ci sono tante cose da fare. Lotta a povertà, spopolamento e dispersione scolastica. Sanità accessibile per tutte e tutti e non solo a chi ha i soldi. Lavoro per i sardi e investire su formazione e giovani. Infrastrutture perché bisogna rinascere e nodo trasporti perché i sardi non devono più vivere in una prigione a cielo aperto dove muoversi e spostarsi è impossibile. Una fra tutte: un ospedale pediatrico per i nostri bambini che devono potersi curare in Sardegna. Me lo chiedono le mamme e i papà. Ed io lo farò", assicura Todde.
"Lunedì voteremo Appendino vicepresidente M5S"
"Con Conte e tutto il M5S siamo una famiglia e una meravigliosa comunità. Mi sono dimessa da vicepresidente per poter rappresentare al meglio la coalizione del 'Noi'. Lunedì voteremo per Chiara Appendino. Un’amica e bravissima collega. Mi ha sempre sostenuto ed io oggi sostengo lei", dice Todde, che nell'avviare la sua corsa alla Regione Sardegna ha deciso di dimettersi dall'incarico di vicepresidente del Movimento 5 Stelle.
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Il leader del Movimento 5 Stelle all'Adnkronos: "Sì alla proposta di La7, confronto a due lede il principio di parità, la Rai fa in tempo a ripensarci". Anche la Lega dice sì
Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana lancia il confronto tv per le elezioni Europee 2024 tra tutti i leader il 5 e 6 giugno. "D'intesa con i vertici di La7 - scrive Mentana sui suoi profili social - ufficializzo la proposta di due confronti televisivi tra i leader delle liste in lizza per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno. I confronti avranno luogo mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle 21.20: prendendo l'ultimo sondaggio Swg divulgabile, quello del 23 maggio, riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori. Questa la proposta, attendiamo le risposte".
La prima adesione è di Conte
E la prima adesione arriva a stretto giro dal leader del M5S Giuseppe Conte attraverso l'Adnkronos. "Accetto la proposta del direttore Enrico Mentana di partecipare a un confronto tra tutti i leader in vista del voto del 8 e 9 giugno. È una modalità - sottolinea Conte - che rispetta il principio di parità tra le forze politiche e non regala a nessuno indebiti vantaggi. Ringrazio lui e La7 per offrire alla politica un confronto plurale e coerente con lo schema delle elezioni europee, che prescindono come noto da ogni dinamica di coalizione e di maggioranza/opposizione".
"La proposta de La7 - va avanti l'ex premier - offre alle forze politiche la possibilità del confronto con la presidente del Consiglio, cosa che in un confronto solo a due e riservata unicamente a una singola forza politica lede il principio di parità. La Rai è ancora in tempo per fare altrettanto, ed anche in quel caso ovviamente il MoVimento 5 Stelle ci sarà. Non ci sottraiamo mai al confronto purché avvenga nel rispetto delle regole e dei cittadini".
Il sì della Lega
''Matteo Salvini è disponibile a fare confronti ovunque e con chiunque, con serietà e regole chiare'', fa sapere la Lega, dopo l'offerta di Enrico Mentana.
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Premierato, la bocciatura di Liliana Segre: “Aspetti...
L'allarme della senatrice: "Drastico declassamento a danno del Capo dello Stato, stravolti gli equilibri dei poteri"
Liliana Segre boccia il premierato. La senatrice a vita è intervenuta oggi in Aula durante la discussione generale sulla riforma costituzionale denunciando "vari aspetti allarmanti, non posso tacere", ha affermato.
Con il premierato avremmo "un drastico declassamento a danno del capo dello Stato, non solo privato di fondamentali prerogative, ma costretto a guardare dal basso all'alto un premier forte dell'investitura popolare", ha scandito.
Con il premierato, ha proseguito Segre, "il partito o la coalizione vincente sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia".
Insomma con questa riforma avviene uno "stravolgimento profondo che ci espone a problemi maggiori, non è facilmente comprensibile il motivo di questa scelta".
"Sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo - ha sottolineato la senatrice a vita - si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto 'premierato'".
"Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan 'scegliete voi il capo del governo'. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate", ha concluso Segre tra gli applausi dell'opposizione.