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Artigiano in Fiera, la Provenza protagonista nel Padiglione...
Artigiano in Fiera, la Provenza protagonista nel Padiglione Francia
Il Dipartimento delle Bocche del Rodano (Provenza francese) si presenta ad Artigiano in Fiera 2023 per promuovere le eccellenze del proprio territorio dal punto di vista turistico e artigianale: una zona della Francia ricca di tradizioni e savoir-faire, dove l’ospitalità e la convivialità degli abitanti e delle imprese artigiane permettono di scoprire e apprezzare il patrimonio provenzale.
L’inaugurazione ufficiale è avvenuta oggi alla presenza di una delegazione del Dipartimento delle Bocche del Rodano condotta dalla Consigliera Delegata agli Affari Europei, Anne Rudisuhli, accompagnata dal team “Relazioni internazionali e affari europei”, dal Presidente della Camera di Commercio Italiana per la Francia (con sede a Marsiglia), Domenico Basciano, e dalla Vice-Console Generale di Francia a Milano, Rachel Caruhel, ha inaugurato l’Area Provenza accompagnata dal Presidente di GeFi Gestione Fiere Spa, Antonio Intiglietta, ideatore e organizzatore di Artigiano in Fiera.
In particolare, quest’anno, nel Padiglione Francia – Pav. 5, organizzato dalla Camera di Commercio italiana per la Francia (con sede a Marsiglia), è presente Provence Tourisme, Agenzia di Sviluppo Turistico dell’area delle Bocche del Rodano. Obiettivo: promuovere le destinazioni del territorio con il supporto dagli Uffici del Turismo di Aix-en-Provence e La Ciotat. Il 2024 si prospetta un anno frizzante e vibrante per la Provenza: una vitalità che si esprimerà attraverso la gastronomia, la cultura e le attività all'aria aperta nel cuore di una natura particolarmente ricca. La “Gastronomia Marsiglia Provenza”, al suo sesto anniversario, inizierà il 2024 con le cene preistoriche: un viaggio culinario unico nel cuore della replica della grotta di Cosquer, cui seguiranno in estate le ‘cene insolite’ e lo ‘Street food festival’, un appuntamento popolare dedicato alla gastronomia del Mediterraneo.
Sotto i riflettori ci saranno gli artisti Mucha e Pierre Bonnard all'Hôtel de Caumont, a Aix-en-Provence, ma soprattutto sarà l'anno di Paul Cézanne in vista della riapertura nel 2025 della tenuta Jas de Bouffan dove visse e dipinse per quarant’anni, tra il 1859 e il 1899. E ancora: le gare di vela e otto partite di calcio a Marsiglia nell’ambito dei Giochi Olimpici estivi. Insomma, tante occasioni per scoprire e riscoprire 280 chilometri di costa delle Bouches-du-Rhône e il famoso Parco Naturale delle Calanques.
Tutti da scoprire sono cinque artigiani provenzali d’eccezione presenti al Padiglione 5 di Artigiano in Fiera 2023. Si parte da un viaggio culinario grazie ai salumi e formaggi con erbe aromatiche con La Palette à Fromages de Luynes, passando dalle tipiche “olive al cioccolato” di Dragées Reynaud di Aubagne. Per poi lasciarsi trasportare dal profumo del sapone di Marsiglia e della lavanda grazie ai due saponifici presenti La Savonnerie Aubagnaise e Savonnerie Forte. Infine, la bigiotteria golosa de Les Fantaisies de Sophie e il suo universo dedicato all’infanzia grazie a decorazioni di Natale e a luci notture per le camerette dei bambini.
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Lavoro, Rosina (UniCatt): “In Italia occupazione...
"Svantaggio competitivo per non valorizzazione di giovani e donne"
“Nel report, se noi guardiamo l'occupazione maschile, siamo poco sotto rispetto alla media europea mentre per la popolazione femminile, nella fascia 25-49 anni, siamo 15 punti sotto la media. E i dati Istat mostrano che nel 2023, rispetto al 2022, non c'è stato alcun miglioramento nel divario di occupazione tra le donne con figli e senza figli. Significa che l'Italia si trova con un doppio svantaggio competitivo rispetto ai paesi con cui ci confrontiamo in Europa. Il primo è il rapporto squilibrato tra vecchie e giovani generazioni, con l'indebolimento della forza lavoro che rischia di frenare la crescita economica e di rendere più complicata la sostenibilità sociale. L'altro svantaggio è il forte sottoutilizzo dei giovani e delle donne che, da un lato ci priva di valorizzazione di queste competenze e, dall'altro, va ad alimentare ulteriormente la bassa natalità”. Lo ha detto Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, Dirigente del “Center for Applied Statistics in Business and Economics”, intervenendo questa mattina, a Milano, all’evento di presentazione dello studio ‘Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità’, di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D.
“In tutto il mondo Occidentale, anche in Cina, le nuove generazioni - spiega Rosina - sono sistematicamente di meno rispetto alle generazioni precedenti. Ma in Europa possiamo riconoscere tre gruppi di paesi. Il primo, a cui appartengono anche Francia e Svezia, grazie a politiche solide, lungimiranti, ha fatto in modo che il numero medio di figli non scendesse troppo sotto la media dei 2 per donna. Nel secondo gruppo, dove c’è la Germania, ci sono paesi che, dopo essere scesi su valori sotto la soglia 1,5 hanno corso ai ripari e invertito la tendenza investendo in politiche per la famiglia. Poi c’è un terzo gruppo di paesi, in cui c'è l'Italia, con un crollo verticale della natalità da cui non sono più risaliti. L'Italia è da 40 anni sotto 1,5 figli per donna, l'Europa è adesso a 1,5 e si sta preoccupando. Ma nel nostro Paese le dinamiche degli ultimi anni sono andate ulteriormente peggiorando: da 1,24 adesso è 1,2”.
A questo si aggiunge il fatto che l’Italia ha la maggior percentuale di giovani Neet (Not in Education, Employment or Training): “Ci batte solo la Romania - sottolinea il demografo - E se un giovane è nella condizione di Neet, come fa a formare una propria famiglia avere dei figli, diventare autonomo? Continuerà a rinviare continuamente questa scelta. Abbiamo quindi un doppio problema: pochi giovani, li sottoutilizziamo perché non investiamo su di loro e, di conseguenza, si produce ulteriore denatalità che va a indebolire la forza lavoro futuro, oltre che a penalizzare l'occupazione femminile".
Così “ci perdono tutti - chiarisce Rosina - I giovani e le donne perché non trovano un contesto dove poter essere pienamente valorizzati e realizzarsi dal punto di vista professionale dei propri progetti di vita. Ci perdono le famiglie perché se hai un figlio a carico fino ai 30 anni diventa un costo e, se non c'è la conciliazione tra lavoro e famiglia, ed entra un solo reddito, se hai dei figli avrai un solo reddito, condizione che espone al rischio di povertà. Ci perde poi il sistema del paese perché questi squilibri demografici producono minor crescita, dinamismo economico e difficoltà di sostenibilità sociale. E ci perdono le aziende perché possono far meno leva sul capitale umano delle nuove generazioni e delle donne”.
L’Italia ha “bisogno di mettere in relazione positiva economia e demografia - osserva il demografo - Dobbiamo consentire alle persone di mettere assieme il proprio lavoro con i tempi dei progetti e delle scelte di vita. Su questo mancano gli strumenti e le politiche di cui gli altri paesi si sono dotati per tempo. Altrove si è fatto in modo che i servizi per l'infanzia e i nidi fossero un diritto. Noi arriviamo al 30% di copertura nella fascia 0-2 anni. È una percentuale che è migliorata perché sono diminuiti i bambini a parità di posti disponibili, eprchè nascono meno figli. L'obiettivo europeo adesso è il 45%. Paesi come la Svezia e la Francia, sono sopra il 50%”.
Poi c'è il tema dei congedi di paternità. “Noi abbiamo 10 giorni di congedo di paternità: come possiamo pensare di sbloccare i freni culturali di questo paese di riequilibrare anche le opportunità femminili e di genere se c'è questo squilibrio che continua a permanere tra congelo di maternità di 5 mesi e congelo di paternità di 10 giorni?- domanda Rosina - Altri paesi stanno equiparandoli e questo migliora anche lo sviluppo dei codici di cura paterni nei confronti dei figli e costituire un contesto relazionale più positivo anche di coppia, oltre che favorire poi l'occupazione femminile”. Infine, le aziende, possono “sicuramente puntare sul part time. I dati mostrano che in Italia oltre la metà del part time è imposto. Abbiamo bisogno di sbloccare un paese - conclude - che ha grandi potenzialità”.
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Lavoro, D’Avenia: “E’ luogo del mettere...
Così lo scrittore Alessandro D'Avenia, intervenendo all'evento intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding
"I vostri figli fanno 13 anni di scuola e ne escono con una perplessità persino sul se fare o meno un'università e quale università fare. Il punto è proprio questo, li abbiamo trattati da assenti. Immaginatevi se a partire dai sei anni noi chiedessimo a questi bambini, e poi ragazzi, di giustificare la loro presenza nel mondo. Se la domanda fosse perché sei venuto al mondo, che è la domanda fondamentale, a cui se non sappiamo rispondere non possiamo dare vita a nessun altro perché non provoca vocazioni, non provoca vita a chi non ha vita in sé e ha vita in sé solo chi occupa il suo posto nel mondo, a proposito di lavoro. Ed è bello che la parola lavoro, nella mia terra, Terronia, si dica travagliu, travaglio, che è il termine che utilizziamo per il parto, cioè quindi c'è un'idea che se tu fai bene il tuo lavoro, ma soprattutto se il lavoro fa del bene a te, tu nasci e fai nascere attorno a te il mondo. Il lavoro è il luogo del mettere al mondo il mondo". Così lo scrittore Alessandro D'Avenia, intervenendo all'evento intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding in collaborazione con Valore D.
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Lavoro, Violini (Fondaz.Gi Group): “Affrontare...
Così la presidente Fondazione Gi Group, intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding in collaborazione con Valore D
"Questo studio e questo evento rappresentano una tappa di sviluppo nel nostro lavoro di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding nella linea di impegno per il lavoro sostenibile che è la nostra definizione di fondazione. Parlare di sostenibilità riferita al lavoro è qualcosa per noi di molto concreto, il nostro Manifesto dice che il lavoro sostenibile è sicurezza e legalità nell'ambito del lavoro, occupabilità delle persone lungo il corso di tutta la vita, superare il più possibile gli ostacoli che tengono le persone fragili fuori dal mercato del lavoro. E tutto ciò nella salvaguardia delle risorse per le generazioni future. Per me questo in sintesi significa lavorare bene è un grande bene, è molto più grande del valore economico del lavoro. Per questo esserci dedicati al lavoro sostenibile è stato un passo naturale". Così Chiara Violini, presidente Fondazione Gi Group, intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding in collaborazione con Valore D, con la presentazione dell'omonimo studio.
"Quello di oggi -ha spiegato- è il secondo grande studio che abbiamo avviato. Il primo lo abbiamo fatto a settembre scorso sui giovani, l'altro grande tema del nostro Paese. Abbiamo quindi cercato di leggere il tema dell'occupazione femminile con la natalità perchè non possiamo permetterci di affrontare questa problemi in modo separato. Le correlazioni non sono banali, lo studio ce lo fa capire e aiuta a individuare le best practice per potere arrivare a un cambiamento. Anche questo studio applica un visione allargata, ad altri Paesi europei, e con oggi possiamo avere un ulteriore passo di quella trasformazione che è dentro la nostra missioni di fondazione", conclude.