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Sostenibilità, a Padova seconda tappa del road show di...
Sostenibilità, a Padova seconda tappa del road show di Federlegnoarredo
Il Road show Fla Plus organizzato da FederlegnoArredo per incontrare gli imprenditori del legno-arredo e presentare loro il progetto sulla sostenibilità sviluppato dalla federazione volto a supportarli con servizi e strumenti innovativi per mantenere la competitività dell’intero settore
Dopo Pesaro, fa tappa a Padova il Road show Fla Plus organizzato da FederlegnoArredo per incontrare gli imprenditori del legno-arredo e presentare loro il progetto sulla sostenibilità sviluppato dalla federazione volto a supportarli con servizi e strumenti innovativi per mantenere la competitività dell’intero settore. L’appuntamento si è tenuto oggi, giovedì 30 novembre, alle ore 10, a Le Village by CA Triveneto, dove il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, insieme al direttore di Symbola, Domenico Sturabotti, hanno illustrato il percorso di sostenibilità intrapreso fino ad oggi e gli obiettivi a breve e lungo termine. La mattinata è stata l’occasione anche per spiegare nel dettaglio e nell’operatività, su quattro tavoli tematici, i servizi integrati messi a disposizione degli associati all’interno della piattaforma digitale Fla Plus.
“Essere sui territori a spiegare ai nostri associati il valore della sostenibilità, fornire loro gli strumenti affinché la transizione ecologica sia un’opportunità e non una difficoltà – spiega il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin - è uno degli obiettivi che ci siamo dati come federazione e che crediamo di aver interpretato al meglio, proprio con il Road show e con la piattaforma FLA Plus. È un percorso ma abbiamo il dovere di intraprenderlo, soprattutto in un momento di congiuntura economica così complesso che non è certo il presupposto migliore per pensare a una chiusura d’anno positiva. Tutti gli indicatori sono lì a dirci che nonostante l’inflazione sia in calo, i tassi di interesse restano alti con le conseguenti difficoltà di accesso al credito per famiglie e imprese. Con un rallentamento, se non addirittura una frenata, dei consumi generali. Lo dimostrano ampiamente anche i dati sulla produzione industriale nazionale che nei primi nove mesi del ’23 ha segnato un -5,4% per il mobile e un -13,7% per il legno".
"Il fatturato del mobile fino ad agosto ’23 può dirsi stazionario con -1,8%, ma dovuto prevalentemente all’aumento dei prezzi: stante questa situazione - conclude Feltrin - anche il mio Veneto che oggi ci ospita non può dirsi estraneo a un quadro in cui il Pil italiano è fermo nel terzo trimestre e gli indicatori del quarto sono in ulteriore rallentamento. Come Federazione, anche nel dialogo con le istituzioni, siamo impegnati a individuare tutti gli strumenti che possano aiutare le nostre imprese ad affrontare situazioni così complesse e mutevoli, non rinunciando mai a investire sulla sostenibilità e a fare ricerca per essere sempre più competitivi. Il road show sui territori per presentare Fla Plus va proprio in questa direzione”.
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Lavoro, Rosina (UniCatt): “In Italia occupazione...
"Svantaggio competitivo per non valorizzazione di giovani e donne"
“Nel report, se noi guardiamo l'occupazione maschile, siamo poco sotto rispetto alla media europea mentre per la popolazione femminile, nella fascia 25-49 anni, siamo 15 punti sotto la media. E i dati Istat mostrano che nel 2023, rispetto al 2022, non c'è stato alcun miglioramento nel divario di occupazione tra le donne con figli e senza figli. Significa che l'Italia si trova con un doppio svantaggio competitivo rispetto ai paesi con cui ci confrontiamo in Europa. Il primo è il rapporto squilibrato tra vecchie e giovani generazioni, con l'indebolimento della forza lavoro che rischia di frenare la crescita economica e di rendere più complicata la sostenibilità sociale. L'altro svantaggio è il forte sottoutilizzo dei giovani e delle donne che, da un lato ci priva di valorizzazione di queste competenze e, dall'altro, va ad alimentare ulteriormente la bassa natalità”. Lo ha detto Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, Dirigente del “Center for Applied Statistics in Business and Economics”, intervenendo questa mattina, a Milano, all’evento di presentazione dello studio ‘Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità’, di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D.
“In tutto il mondo Occidentale, anche in Cina, le nuove generazioni - spiega Rosina - sono sistematicamente di meno rispetto alle generazioni precedenti. Ma in Europa possiamo riconoscere tre gruppi di paesi. Il primo, a cui appartengono anche Francia e Svezia, grazie a politiche solide, lungimiranti, ha fatto in modo che il numero medio di figli non scendesse troppo sotto la media dei 2 per donna. Nel secondo gruppo, dove c’è la Germania, ci sono paesi che, dopo essere scesi su valori sotto la soglia 1,5 hanno corso ai ripari e invertito la tendenza investendo in politiche per la famiglia. Poi c’è un terzo gruppo di paesi, in cui c'è l'Italia, con un crollo verticale della natalità da cui non sono più risaliti. L'Italia è da 40 anni sotto 1,5 figli per donna, l'Europa è adesso a 1,5 e si sta preoccupando. Ma nel nostro Paese le dinamiche degli ultimi anni sono andate ulteriormente peggiorando: da 1,24 adesso è 1,2”.
A questo si aggiunge il fatto che l’Italia ha la maggior percentuale di giovani Neet (Not in Education, Employment or Training): “Ci batte solo la Romania - sottolinea il demografo - E se un giovane è nella condizione di Neet, come fa a formare una propria famiglia avere dei figli, diventare autonomo? Continuerà a rinviare continuamente questa scelta. Abbiamo quindi un doppio problema: pochi giovani, li sottoutilizziamo perché non investiamo su di loro e, di conseguenza, si produce ulteriore denatalità che va a indebolire la forza lavoro futuro, oltre che a penalizzare l'occupazione femminile".
Così “ci perdono tutti - chiarisce Rosina - I giovani e le donne perché non trovano un contesto dove poter essere pienamente valorizzati e realizzarsi dal punto di vista professionale dei propri progetti di vita. Ci perdono le famiglie perché se hai un figlio a carico fino ai 30 anni diventa un costo e, se non c'è la conciliazione tra lavoro e famiglia, ed entra un solo reddito, se hai dei figli avrai un solo reddito, condizione che espone al rischio di povertà. Ci perde poi il sistema del paese perché questi squilibri demografici producono minor crescita, dinamismo economico e difficoltà di sostenibilità sociale. E ci perdono le aziende perché possono far meno leva sul capitale umano delle nuove generazioni e delle donne”.
L’Italia ha “bisogno di mettere in relazione positiva economia e demografia - osserva il demografo - Dobbiamo consentire alle persone di mettere assieme il proprio lavoro con i tempi dei progetti e delle scelte di vita. Su questo mancano gli strumenti e le politiche di cui gli altri paesi si sono dotati per tempo. Altrove si è fatto in modo che i servizi per l'infanzia e i nidi fossero un diritto. Noi arriviamo al 30% di copertura nella fascia 0-2 anni. È una percentuale che è migliorata perché sono diminuiti i bambini a parità di posti disponibili, eprchè nascono meno figli. L'obiettivo europeo adesso è il 45%. Paesi come la Svezia e la Francia, sono sopra il 50%”.
Poi c'è il tema dei congedi di paternità. “Noi abbiamo 10 giorni di congedo di paternità: come possiamo pensare di sbloccare i freni culturali di questo paese di riequilibrare anche le opportunità femminili e di genere se c'è questo squilibrio che continua a permanere tra congelo di maternità di 5 mesi e congelo di paternità di 10 giorni?- domanda Rosina - Altri paesi stanno equiparandoli e questo migliora anche lo sviluppo dei codici di cura paterni nei confronti dei figli e costituire un contesto relazionale più positivo anche di coppia, oltre che favorire poi l'occupazione femminile”. Infine, le aziende, possono “sicuramente puntare sul part time. I dati mostrano che in Italia oltre la metà del part time è imposto. Abbiamo bisogno di sbloccare un paese - conclude - che ha grandi potenzialità”.
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Lavoro, D’Avenia: “E’ luogo del mettere...
Così lo scrittore Alessandro D'Avenia, intervenendo all'evento intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding
"I vostri figli fanno 13 anni di scuola e ne escono con una perplessità persino sul se fare o meno un'università e quale università fare. Il punto è proprio questo, li abbiamo trattati da assenti. Immaginatevi se a partire dai sei anni noi chiedessimo a questi bambini, e poi ragazzi, di giustificare la loro presenza nel mondo. Se la domanda fosse perché sei venuto al mondo, che è la domanda fondamentale, a cui se non sappiamo rispondere non possiamo dare vita a nessun altro perché non provoca vocazioni, non provoca vita a chi non ha vita in sé e ha vita in sé solo chi occupa il suo posto nel mondo, a proposito di lavoro. Ed è bello che la parola lavoro, nella mia terra, Terronia, si dica travagliu, travaglio, che è il termine che utilizziamo per il parto, cioè quindi c'è un'idea che se tu fai bene il tuo lavoro, ma soprattutto se il lavoro fa del bene a te, tu nasci e fai nascere attorno a te il mondo. Il lavoro è il luogo del mettere al mondo il mondo". Così lo scrittore Alessandro D'Avenia, intervenendo all'evento intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding in collaborazione con Valore D.
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Lavoro, Violini (Fondaz.Gi Group): “Affrontare...
Così la presidente Fondazione Gi Group, intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding in collaborazione con Valore D
"Questo studio e questo evento rappresentano una tappa di sviluppo nel nostro lavoro di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding nella linea di impegno per il lavoro sostenibile che è la nostra definizione di fondazione. Parlare di sostenibilità riferita al lavoro è qualcosa per noi di molto concreto, il nostro Manifesto dice che il lavoro sostenibile è sicurezza e legalità nell'ambito del lavoro, occupabilità delle persone lungo il corso di tutta la vita, superare il più possibile gli ostacoli che tengono le persone fragili fuori dal mercato del lavoro. E tutto ciò nella salvaguardia delle risorse per le generazioni future. Per me questo in sintesi significa lavorare bene è un grande bene, è molto più grande del valore economico del lavoro. Per questo esserci dedicati al lavoro sostenibile è stato un passo naturale". Così Chiara Violini, presidente Fondazione Gi Group, intervenendo all'evento 'Donne, lavoro e sfide demografiche' di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding in collaborazione con Valore D, con la presentazione dell'omonimo studio.
"Quello di oggi -ha spiegato- è il secondo grande studio che abbiamo avviato. Il primo lo abbiamo fatto a settembre scorso sui giovani, l'altro grande tema del nostro Paese. Abbiamo quindi cercato di leggere il tema dell'occupazione femminile con la natalità perchè non possiamo permetterci di affrontare questa problemi in modo separato. Le correlazioni non sono banali, lo studio ce lo fa capire e aiuta a individuare le best practice per potere arrivare a un cambiamento. Anche questo studio applica un visione allargata, ad altri Paesi europei, e con oggi possiamo avere un ulteriore passo di quella trasformazione che è dentro la nostra missioni di fondazione", conclude.