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Silent Reading Party, perché si posano gli smartphone e si legge in silenzio?

Sui tetti delle città, dall’America all’Italia, si leggono libri in rigoroso silenzio. Lontani dal traffico cittadino, senza distrazioni come gli smartphone o altri dispositivi digitali, con gli amici di una vita: questo il fenomeno denominato ‘Silent Reading Party’. Si tratta di uno dei passatempi che maggiormente sta spopolando nelle città italiane e non solo. Nati a New York come “incontri letterari” ai quali prendere parte, questo fenomeno dimostra una grande resistenza della lettura di un libro come passatempo ed è sintomatico di nuove abitudini che Millennials e Gen Z stanno sviluppando dopo la pandemia. Vediamo in cosa consiste.

Silent Reading Party

I Silent Reading Party sono degli eventi ai quali si partecipa in silenzio, portando con sé un libro da leggere in compagnia di altre persone. La moda si è diffusa negli Stati Uniti per liberarsi dall’alienazione degli smartphone che, per lavoro o passatempo, assorbono sempre più il nostro tempo. Una valida alternativa, quindi, ai dispositivi digitali è stata quella di riunire gruppi di amici, poi sconosciuti grazie a piattaforme e social network, in modo da condividere insieme una passione: la lettura di un libro, qualsiasi esso sia, in tranquillità.

Ma quali sono i benefici del leggere in compagnia? Eccone alcuni:

Arricchimento Linguistico:
La lettura condivisa facilita l’esposizione a un linguaggio arricchito e promuove lo sviluppo di abilità di ascolto, ortografia, comprensione della lettura e vocabolario.
Abilità Fondamentali di Alfabetizzazione:
La lettura condivisa stabilisce abilità fondamentali di alfabetizzazione.
Empatia:
Condividere letture differenti e gusti opposti contribuisce ad aumentare stima e empatia nei confronti delle diversità.
Riduzione dello Stress:
Leggere rilassa. Ricerche internazionali dimostrano che la lettura riduce lo stress in modo efficace quanto lo yoga.
Biblioterapia:
La lettura viene prescritta per la depressione, un trattamento noto come biblioterapia che contribuisce a tenere allenata la mente contro pensieri negativi.
Curiosità
Longevità: Le persone che leggono regolarmente libri hanno un rischio del 20% in meno di morire nei successivi 12 anni rispetto alle persone che non leggono o che leggono periodici.

La lettura in compagnia può essere un’esperienza molto gratificante che non solo migliora alcune abilità tecniche, ma soprattutto quelle umane.

Il mercato del libro in Italia

L’editoria italiana, tra alti e bassi, dimostra una grande resilienza. La percentuale di persone che ha letto almeno un libro per piacere, ossia al di fuori di contesti quali scuola o lavoro, è calata dell’1% passando dal 40,8% al 39,1% nel 2022. La media si assesta su quattro libri l’anno.

E mentre i lettori sono sempre meno, l’editoria di romanzi o saggistica, nel 2022, valeva circa 1,670 miliardi di euro: con un calo del 2,3% rispetto al 2021. Negli anni della pandemia, pare che gli italiani abbiano comprato, secondo stime Istat, 13 milioni di libri in più. Nel 2023, ad esempio, le vendite ammontavano a 1697 miliardi di euro, con una crescita dello 0,8% rispetto al 2022. Le librerie fisiche restano le preferite dai consumatori. Gli acquisti online, infatti, si sono ridotti del 41,5%. E il 14% dei libri in commercio oggi è auto pubblicato.

“Smartphone vietati”

Non è una novità, quella dei Silent reading party. Anzi, in molte città italiane da anni si organizzano privatamente eventi di questo tipo, accogliendo su terrazze, tetti, balconi, biblioteche e librerie, persone appassionate di lettura e che sono felici di posare il cellulare per qualche ora. In Italia, si stima che le persone passino circa il 35,57% del loro tempo, o in media 4,8 ore al giorno, davanti agli schermi dei telefoni cellulari. Le attività più comuni svolte con il cellulare sono:

Comunicazione: Messaggi di testo, chiamate, e-mail e l’uso di applicazioni di messaggistica come WhatsApp o Telegram.
Social Media: L’uso di piattaforme social come Facebook, Instagram, Twitter e TikTok.
Intrattenimento: Guardare video, ascoltare musica, giocare a giochi mobile.
Navigazione Web: Ricerca di informazioni, lettura di notizie, controllo delle previsioni meteo.
Applicazioni Educative: Utilizzo di app per l’apprendimento o il miglioramento di abilità.
Shopping Online: Acquisti online e gestione del conto bancario.

Queste attività possono variare a seconda dell’età e delle preferenze personali dell’utente. Con l’aumentare dell’età si nota una certa resistenza all’uso dei cellulari. Ma anche tra i giovanissimi stanno cambiando le abitudini.

Nuove abitudini per Gen Z e Millennial

Le nuove abitudini dei giovani, in particolare della Generazione Z (nati tra il 1996 e il 2010), sono caratterizzate da una serie di tendenze emergenti. Nati in nell’era digitale, utilizzano quotidianamente piattaforme come Instagram e TikTok. Ma molti prediligono l’uso di videogiochi, o piattaforme di gaming o interazioni video come Twitch e Youtube.

Sempre più interessati a Cultura e Ambiente, è la generazione che ha dimostrato maggior interesse verso il cambiamento climatico. Cresce il numero di giovani che sceglie un’alimentazione a base vegetale, anche se non del tutto vegana. Uno su tre non teme il giudizio, quando si tratta di parlare dei propri problemi piscologici. Durante la pandemia, infatti, la salute degli adolescenti è stata quella maggiormente colpita. Il 14% investe già in borsa e fa affari con criptovalute e bitcoin. Ed è la generazione che risulta meno interessata all’alcol rispetto a quelle precedenti.

Non molto differente è l’insieme di abitudini dei Millennial. Nello specifico, risulta che siano coloro i quali trascorrono maggior tempo in famiglia, prediligendo sport e videogiochi. I social network preferiti sono Facebook e Twitter e risultano essere i più interessati alla lettura di libri tra le generazioni più giovani. Le differenze maggiori tra le due sono l’approccio al lavoro, con quest’ultimi che danno più valore alla collaborazione e interazione sociale, rispetto alla Gen Z che preferisce lavorare in modo indipendente.

Queste tendenze possono variare a seconda del contesto culturale e sociale, ma rappresentano alcune delle abitudini emergenti tra i giovani di oggi.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Decreto flussi 2025, oggi ultimo click day: basterà a...

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Lavoratori Agricoli Canva

Il Decreto Flussi 2025 ha aperto una nuova fase di ingresso per i lavoratori extracomunitari in Italia, con un particolare focus sui settori agricolo e turistico-alberghiero. Il 12 febbraio 2025 segna il terzo appuntamento di un processo complesso, che ha visto il coinvolgimento di migliaia di lavoratori provenienti da Paesi con cui l’Italia ha accordi di cooperazione. Ma cosa significa realmente il “click day” per i settori stagionali, e come le dinamiche di domanda e offerta di lavoro stanno cambiando nel contesto italiano?

La struttura del decreto flussi 2025

Il Decreto Flussi è una delle principali politiche migratorie italiane per la gestione dei flussi di lavoratori extracomunitari, regolando l’ingresso di lavoratori stagionali e non stagionali provenienti da Paesi che vantano accordi bilaterali con l’Italia. Ogni anno, il decreto stabilisce un numero massimo di ingressi, che varia a seconda delle necessità economiche e produttive del Paese. Il 2025 ha visto una serie di novità, con l’introduzione di un processo di gestione delle domande sempre più digitalizzato e la possibilità di precompilare le istanze in anticipo.

Il meccanismo del “click day” è centrale in questo processo. Si tratta di una giornata dedicata, durante la quale i datori di lavoro e i lavoratori interessati possono inviare le loro domande tramite il portale online del Ministero dell’Interno. Le istanze vengono accolte in tempo reale, ma la concorrenza per le quote disponibili è feroce, rendendo ogni operazione cruciale. Il sistema informatico, benché avanzato, ha mostrato delle criticità, come l’overbooking delle quote disponibili, che evidenzia come la domanda sia spesso superiore all’offerta, creando inevitabili disagi.

Il settore agricolo

Il settore agricolo italiano è da sempre una colonna portante dell’economia, contribuendo in modo significativo al PIL del Paese e alla sua reputazione internazionale, grazie soprattutto al Made in Italy. Tuttavia, la crisi di manodopera che colpisce questo settore è ormai un problema strutturale. Ogni anno, le aziende agricole italiane, che impiegano circa un milione di lavoratori, si trovano a fronteggiare una carenza di circa 100mila unità per le attività stagionali di raccolta. La difficoltà di reperire lavoratori stagionali, soprattutto nei mesi cruciali della raccolta, rende necessaria una gestione dei flussi migratori più efficiente.

Le quote annualmente assegnate per l’ingresso di lavoratori agricoli attraverso il Decreto Flussi sono spesso insufficienti a coprire tutte le esigenze del settore. Questo gap tra domanda e offerta ha portato a un’escalation di fenomeni illegali come il caporalato, che danneggiano sia i lavoratori che le imprese. Un altro aspetto critico riguarda la gestione del tempo: spesso i lavoratori arrivano a stagione di raccolta già finita, e questo ritardo crea inutili complicazioni per le aziende agricole.

Il settore turistico-alberghiero

Il settore turistico-alberghiero, insieme a quello agricolo, è uno dei principali destinatari delle quote previste dal Decreto Flussi per i lavoratori stagionali. Questo settore vive di una stagionalità che coincide con i picchi di afflusso turistico, che variano in base alle diverse zone geografiche e alle condizioni climatiche. La domanda di lavoratori stagionali è quindi fortemente legata alla stagione turistica, con una richiesta annuale che, seppur alta, non è sempre in grado di soddisfare il fabbisogno reale.

Le difficoltà del settore sono amplificate dalla scarsità di lavoratori italiani disponibili a ricoprire queste posizioni, nonostante l’alto numero di disoccupati. La stagionalità del lavoro in hotel, ristoranti, e altri servizi turistici non è più una novità, ma ciò che cambia è la tipologia di lavoratori richiesti, che deve adattarsi ai nuovi standard tecnologici e alle esigenze di un turismo sempre più digitale e internazionale. Il Decreto Flussi, purtroppo, non è ancora in grado di rispondere appieno alle nuove sfide di un settore che, pur essendo tra i più importanti per l’economia nazionale, soffre di un sistema di selezione e ingresso di manodopera inefficiente.

Le criticità del sistema

Il Ministero dell’Interno, attraverso il portale online dedicato, è il fulcro della gestione del Decreto Flussi. Tuttavia, la procedura di invio delle domande, pur essendo altamente digitalizzata, ha dimostrato di essere vulnerabile a disservizi tecnici e a una forte concentrazione delle richieste nei giorni di “click day”. La digitalizzazione del processo, se da un lato ha semplificato l’accesso alle domande, dall’altro ha generato un sistema molto competitivo, in cui chi arriva in ritardo rischia di non riuscire ad accedere alle quote previste.

Inoltre, nonostante il miglioramento delle procedure negli ultimi anni, molti lavoratori si trovano ad affrontare difficoltà burocratiche non indifferenti, che riguardano tanto l’ottenimento dei visti quanto l’assegnazione delle quote. Il sistema dei click day, che funziona tramite una selezione automatica, non tiene conto delle effettive necessità delle imprese agricole e turistiche, né delle tempistiche di arrivo dei lavoratori. In molti casi, infatti, le aziende si trovano a dover affrontare un’inadeguatezza del sistema che non consente loro di ricevere i lavoratori al momento giusto.

I numeri del 2024 e del 2025 parlano chiaro: la quota di lavoratori stagionali che arriva effettivamente a lavorare nei campi è solo una parte di quella che viene richiesta. Coldiretti, infatti, stima che solo il 70% dei lavoratori richiesti sia effettivamente arrivato a lavorare nei campi nel 2024. E questo nonostante l’elevata domanda. Un’alternativa potrebbe essere una gestione diretta dei flussi migratori, come proposto da Coldiretti, che suggerisce di coinvolgere maggiormente le associazioni datoriali e di rendere i processi più trasparenti e sicuri. Inoltre, sarebbe opportuno riformare la formazione all’estero, fornendo ai lavoratori competenze specifiche per le nuove tecnologie agricole, come la gestione dei droni e delle tecniche di Agricoltura 4.0, con un approccio che favorisca anche la qualità del lavoro e la sicurezza.

Il programma di formazione, attivato in collaborazione con organizzazioni internazionali, come la Filiera Italia e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, sta cercando di risolvere un problema fondamentale: la mancanza di manodopera qualificata. Il progetto prevede la formazione di lavoratori nei Paesi d’origine, superando il concetto che l’agricoltura richieda solo braccianti. In questo modo, si cerca di creare una nuova figura professionale, capace di integrare la tradizionale forza lavoro agricola con le competenze richieste dalle tecnologie avanzate.

In Egitto, Marocco e Costa d’Avorio, per esempio, il progetto ha già avuto inizio con l’educazione di lavoratori in grado di operare in un ambiente agricolo sempre più digitalizzato. Questo approccio innovativo potrebbe rappresentare la chiave per risolvere la crisi di manodopera, introducendo nel mercato un lavoro specializzato che va ben oltre il semplice concetto di “bracciante”. La sfida più grande, però, rimane la capacità del sistema italiano di adattarsi a questi cambiamenti, garantendo una continua evoluzione delle politiche migratorie e dei programmi formativi.

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Jovanotti a Sanremo 2025, 58 anni solo sulla carta. Qual è...

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Jovanotti Carlo Conti Gianmarco Tamberi Sanremo 2025 Fotogramma Ipa

Ma quanti anni ha Jovanotti?

In tanti se lo sono chiesti dopo la scintillante esibizione dell’artista nella prima serata di Sanremo 2025. Un’ondata di energia che ha travolto tutti i presenti al Festival e i 12,6 milioni di spettatori a casa. Jovanotti è entrato in azione al ritmo de “L’ombelico del mondo”, quasi come un camaleonte nella distesa di tamburi festanti davanti al palco dell’Ariston.

È stato chiaro sin da subito che la sua esibizione sarebbe stata un inno al ritmo, all’energia e alla vita, elementi che ha portato sul palco di Sanremo accanto a Carlo Conti e Gianmarco Tamberi.

“Le canzoni non devono essere belle, devono essere stelle, illuminare la notte, far ballare la gente”, canta nel brano “Le Canzoni” del 2017. Si può dire che ha mantenuto la parola, sia per l’outfit total gold, sia perché la gente l’ha fatta ballare, eccome!

A vederlo, sembra lo stesso del 1989, quando saliva sul palco dell’Ariston presentando “Vasco”, nella sua unica partecipazione a Sanremo come concorrente. Da allora sono passati 36 anni e tutti si chiedono come faccia a mantenere la stessa energia di un ragazzino nonostante i suoi 58 anni (è nato il 27 settembre 1966).

Jovanotti, l’età e la resilienza come filosofia di vita

Tralasciamo gli aspetti scontati come una corretta alimentazione e una costante attività fisica: chiunque sa che queste abitudini contribuiscono a vivere meglio e più a lungo. Lo stesso Jovanotti ha più volte parlato dell’importanza di un’alimentazione equilibrata, senza eccessi, e della necessità di ascoltare il proprio corpo.

Ma l’aspetto più affascinante di Jovanotti è il suo approccio alla vita. Il 15 luglio 2023, mentre era in vacanza a Santo Domingo con sua moglie, Jovanotti ha avuto un grave incidente in bicicletta mentre percorreva una strada tra le canne da zucchero. L’incidente, causato da un dissuasore di velocità non visto, gli è costato diverse fatture e poteva avere conseguenze molto più gravi. Il 15 luglio 2023 Jovanotti ha subito un grave incidente in bicicletta mentre pedalava per le strade di Santo Domingo insieme a sua moglie, Francesca Valiani.

Le conseguenze sono state serie e sarebbero potute essere ancora più gravi, come spiegato dal cantante al Corriere della Sera: “Ero sull’ambulanza con la gamba storta, i medici pronti per la rianimazione… Più avanti ho capito che ho rischiato di morire veramente. Di setticemia. In sala operatoria ho preso un batterio che ha complicato tutto, si stava rosicchiando l’osso e per questo avevo la gamba più corta. Lo hanno scoperto a Milano i medici dell’Humanitas: nella seconda operazione ho perso 4 litri di sangue, è stato un Vietnam”.

Eppure, Jovanotti non si è abbattuto. Passato il periodo difficile, sistemate le diverse fratture e dopo aver “reimparato a camminare”, Lorenzo Cherubini ha avuto la forza di definire quell’esperienza “un dono”, un’opportunità per rallentare, riflettere e rinascere con ancora più forza. Questa capacità di trasformare gli ostacoli in occasioni di crescita è una caratteristica comune a molte persone che mantengono un’energia inesauribile con il passare degli anni.

Gli effetti della mentalità positiva sulla salute

La psicologia positiva conferma che il modo in cui interpretiamo gli eventi della vita influisce direttamente sul nostro benessere fisico. Secondo studi della Harvard Medical School, una mentalità ottimista non solo aiuta a vivere meglio, ma può addirittura rallentare l’invecchiamento cellulare, riducendo i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e migliorando la salute cardiovascolare.

Altri studi supportano l’idea che la mentalità positiva abbia effetti benefici sull’invecchiamento cellulare e sulla salute generale:

  • Allungamento dei telomeri: alcune ricerche suggeriscono che interventi psicologici e stili di vita sani possono influenzare la lunghezza dei telomeri, strutture protettive sul Dna che tendono ad accorciarsi con l’età. Uno studio del Dott. Dean Ornish indica che i telomeri possono allungarsi con uno stile di vita corretto, ritardando l’invecchiamento cellulare. Analogamente Dott.ssa Epel ha ipotizzato che la meditazione mindfulness può portare all’allungamento dei telomeri, rallentando l’invecchiamento cellulare;
  • Influenza sullo stress ossidativo e l’infiammazione: essere gentili, ottimisti e grati può innescare processi che proteggono i telomeri contrastando lo stress ossidativo e l’infiammazione, fattori che contribuiscono all’accorciamento dei telomeri e all’invecchiamento precoce. “Sono un ragazzo fortunato, perché mi hanno regalato il mondo, sono fortunato perché non c’è niente che ho bisogno”, canta Jovanotti a proposito di gratitudine;
  • Autoripazione: “Io penso positivo perché son vivo e finché son vivo”, è forse la frase che meglio esprime la filosofia di vita di Jovanotti. E anche un segreto della sua vitalità, appunto. La scienza ha dimostrato che una mentalità positiva aiuta gestire meglio le situazioni stressanti e questo può, a sua volta, rallentare il processo di invecchiamento cellulare con un effetto positivo sull’attività della telomerasi, l’enzima che “ripara” i telomeri.

La curiosità intellettuale come motore della giovinezza

Un altro pilastro è la passione per la conoscenza. Lungo il suo percorso artistico e umano, Jovanotti ha studiato culture diverse, sperimentato nuovi generi musicali e si è immerso in discipline che vanno dalla letteratura alla scienza. La sua capacità di apprendere continuamente non è solo un tratto distintivo della sua carriera, ma anche un elemento chiave della sua vitalità.

Diversi studi neuroscientifici confermano che la curiosità stimola il cervello a creare nuove connessioni sinaptiche, mantenendolo giovane e reattivo. Un’indagine condotta dall’University of California ha evidenziato come le persone che continuano ad apprendere nuove competenze nel corso della vita presentino un declino cognitivo significativamente più lento rispetto a chi smette di mettersi in gioco intellettualmente. Come ampiamente dimostrato dai ricercatori, cambiare spesso abitudini e sperimentare nuovi interessi aiuta il cervello a rimanere elastico, migliorando la capacità di problem solving e riducendo il rischio di malattie neurodegenerative.

La curiosità ha trovato campo anche nella musica di Jovanotti che non si è mai fossilizzato su un’unica direzione: ha spaziato dall’hip-hop al pop, dalla world music alla musica elettronica, mantenendo sempre un approccio eclettico.

Il potere delle relazioni umane

Un altro elemento che gioca un ruolo fondamentale nella vitalità di Jovanotti è la sua capacità di creare e mantenere relazioni autentiche. Che si tratti del rapporto con il pubblico, con i suoi collaboratori o con la famiglia, la sua vita è permeata da una rete sociale solida e stimolante.

Il senso di connessione con gli altri ha un impatto diretto sulla longevità e sulla qualità della vita.

Un dato interessante è che avere forti legami sociali può aumentare le probabilità di sopravvivenza a lungo termine del 50%. Questo impatto è paragonabile, se non superiore, a quello di fattori di rischio ben noti come il fumo, l’eccessivo consumo di alcol, l’inattività fisica, l’obesità e l’inquinamento atmosferico. Uno studio dell’Università di Harvard, che ha seguito i partecipanti per oltre 30 anni, ha rilevato che gli individui con relazioni soddisfacenti avevano il 50% di possibilità in più di vivere più a lungo rispetto a quelli che si sentivano soli o isolati. La solitudine, d’altra parte, è stata collegata ad un aumento del 31% della probabilità di sviluppare demenza.

Alcune citazioni “vitali” di Jovanotti

“Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo!” Penso positivo (1994);
“La notte ha il suo profumo, la strada il suo odore, la vita ha un suo ritmo, la vita ha il suo motore!”
Serenata rap (1994);
“Corri ragazzo corri, che qui tutto si trasforma!” L’ombelico del mondo (1995);

“Oh, vita! Oh, vita! Non la spegnere mai!” Oh, vita! (2017)
“Vado, non so dove, ma ci sono dentro!” Tutto l’amore che ho (2010)

L’elenco potrebbe essere quasi infinito, come l’energia che l’artista ha portato nella prima serata di Sanremo 2025, come nel 1989. D’altronde, che sarebbe stato un eterno ragazzo dovevamo capirlo dal suo nome d’arte.

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Calciatrici 2024-2025, il primo album Panini dedicato alle...

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Presentazione album Panini Calciatrici

L’attesa è finita. Dopo decenni di album pieni di campioni maschili, Panini ha lanciato il primo album cartaceo interamente dedicato alle calciatrici. 48 pagine, 332 figurine con i ritratti delle giocatrici della Serie A Femminile EBay e della Serie B, con una sezione speciale per la Nazionale, che parteciperà ai prossimi Europei di luglio: sono i numeri di ‘Calciatrici 2024-2025’.

Sulla copertina ci sono 10 atlete, una per ogni squadra di Serie A: Manuela Giugliano (Roma, unica italiana candidata al Pallone d’Oro), Cristiana Girelli (Juventus), Vero Boquete (Fiorentina), Michela Cambiaghi (Inter), Nadia Nadim (Milan), Eleonora Goldoni (Lazio), Benedetta Orsi, (Sassuolo), Eli Del Estal (Como Women), Paola Di Marino (Napoli Femminile) e Cecilia Re (Sampdoria).

Le calciatrici avevano già avuto delle loro figurine nella stagione 2002-2003, ma erano relegate in un paio di pagine all’interno dell’album maschile. Negli anni successivi, le cose erano anche peggiorate: era rimasta infatti una misera figurina prestampata che nemmeno si poteva attaccare sull’album. Fino al 2022-2023, quando Panini ha sondato il terreno realizzando una prima edizione solo digitale, che ora viene seguita dal cartaceo: finalmente anche le atlete hanno un vero e proprio album.

Cappelletti: “Il calcio femminile sta diventando sempre più importante”

La novità è stata presentata la scorsa settimana durante un evento presso l’Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton di Roma. Presenti il presidente della FIGC Gabriele Gravina, la presidente della Divisione Serie A Femminile Professionistica Federica Cappelletti e il direttore mercato Italia di Panini Alex Bertani, oltre al commissario tecnico della Nazionale Femminile Andrea Soncin, al capodelegazione della Nazionale maschile Gianluigi Buffon, a quella della Nazionale femminile Chiara Marchitelli, al presidente AIAC Renzo Ulivieri e alle calciatrici protagoniste del primo storico album, una per ogni squadra.

“Dopo 64 edizioni dell’album maschile, avere finalmente l’album dedicato alle calciatrici è un’emozione grande”, ha commentato Cappelletti sottolineando come l’iniziativa sia “la dimostrazione che il calcio femminile sta crescendo molto e sta diventando sempre più importante”. Cappelletti, insieme a Gravina, ha simbolicamente attaccato la prima figurina della collezione ‘Calciatrici’ sull’album.

La polemica sul raccoglitore rosa

L’iniziativa è stata accolta da tutte le parti con favore e soddisfazione, ma anche con una polemica: infatti, è stato scelto il rosa per colorare la scritta, il logo e lo sfondo del raccoglitore e le bustine delle figurine. Una decisione che ricalca gli stereotipi che associano il rosa al femminile, tanto più in confronto con l’album Calciatori 2024-2025 che sfoggia una maschia ed energetica copertina nera e gialla.

Intanto l’album è introvabile, e i prezzi salgono

Polemiche a parte, c’è soprattutto una domanda che potrebbe sorgere spontanea: ma qualcuno questo album lo comprerà? Ebbene, nonostante da molti il calcio sia considerato come roba da maschi, oggi come oggi l’album è esaurito on line e scarseggia nelle edicole. Non solo, ma si è già scatenata la caccia alle figurine più rare, e c’è già chi sta rivendendo l’album completo su eBay a 119,9 euro. Per la cronaca, si tratta di un prezzo allineato alla controparte maschile che però ha 721 figurine. Anche lo starter pack, che comprende l’album vuoto e 4 pacchetti da 5 figurine, messo in vendita dalla Panini a 4,5 euro ma ora introvabile, viene rivenduto tra i 17,99 e i 19,99 euro.

Insomma, il mercato del collezionismo non ha fatto distinzioni di genere.

Il problema del professionismo femminile

I collezionisti e gli appassionati dunque avranno il loro daffare, ma per il calcio in rosa questo è un momento storico, perché contribuisce alla lotta per l’affermazione del professionismo femminile. Le calciatrici infatti sono diventate professioniste al pari (più o meno) dei colleghi uomini da poco, dal campionato 2022/23, e per la Serie A.

La cosa non è banale, perché solo con questo passaggio le atlete possono avere contributi previdenziali, versamenti Irpef e tutele in caso di maternità o di infortunio. Insomma, solo così è possibile farne una professione invece di rimanere limitati al dilettantismo.

Fino alla stagione 2022/23 infatti le calciatrici potevano stipulare accordi della durata massima di 12 mesi, quindi con minori garanzie, e con un tetto ingaggi di 30.658 euro lordi a stagione. Nel 2022, Assocalciatori e Figc hanno fissato il salario minimo a 26mila euro lordi all’anno, sulla base delle cifre di partenza per la Serie C maschile.

La novità ha avuto però delle conseguenze, in particolare un aumento del 60% dei costi dei club rispetto al pre-professionismo, costi che non sono sempre rientrati nonostante l’aumento dei ricavi commerciali (+50%), di quelli dei diritti televisivi (+40%) e i contributi federali. C’era perciò bisogno di un aiuto e per questo era stato istituito il fondo per il professionismo e per lo sport femminile.

Ma nell’ultima legge di bilancio i fondi per il professionismo femminile sono stati completamente azzerati, dagli 11 milioni di euro inizialmente previsti. Una decisione che ha fatto infuriare Carolina Morace, allenatrice di calcio ed ex calciatrice italiana, che a dicembre 2024 scriveva su Instagram: “La maggioranza di destra ha bocciato l’emendamento per rifinanziare il fondo per lo sport professionistico femminile, ma ciò che manca davvero è la visione. Ad accedervi in precedenza era stata la sola FIGC, ma in tre anni non è stato fatto nulla per rendere il calcio femminile sostenibile: nessuna strategia su sponsor, diritti tv e pubblico negli stadi”.

Non si può tacere d’altronde che il calcio maschile, come altri sport, genera molti più guadagni, grazie soprattutto a investimenti e sponsor. Un livello che per il calcio femminile è impensabile raggiungere, almeno in tempi brevi e senza una strategia che coinvolga diversi attori, compresa la politica. Uno dei nodi fondamentali infatti è che investitori e sponsor, e spesso anche i tifosi, considerano il calcio femminile inferiore a quello maschile. Un pregiudizio condiviso con gli altri sport e diffuso anche fuori dall’Italia.

Ma senza strategie efficaci per incentivare la visibilità dello sport femminile alla pari della controparte maschile, il settore non diventerà mai sostenibile.

Gravina: “riconoscibilità è un elemento chiave per la crescita”

Un tema riconosciuto e sottolineato anche da Gravina, presidente della FIGC, che, durante la presentazione del nuovo album, ha affermato: “È una giornata bellissima per l’intero movimento calcistico italiano, perché posiziona il calcio giocato dalle ragazze in una percezione diversa e migliore rispetto a soli sei anni fa”.

“La Federazione sta investendo tanto in questo settore (professionismo, aumento delle tesserate, processo di autonomia verso una Lega indipendente, ecc…), ma questi investimenti devono camminare di pari passo con l’aumento della visibilità e l’accordo con Panini va in questa direzione. D’altronde la riconoscibilità è un elemento chiave per la crescita e l’espansione di qualsiasi settore, soprattutto quando si punta a nuovi modelli di riferimento”, ha concluso.

L’album Panini ‘Calciatrici’ può sembrare una piccola cosa, ma in realtà rientra pienamente in questo solco: da una parte sancisce il riconoscimento della crescita del calcio femminile, dall’altro contribuisce a renderlo popolare e a dargli pari dignità rispetto al classico sport maschile.

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Il tennista azzurro è in attesa della sentenza definitiva del Tas Manca sempre meno alla sentenza del Tas di Losanna,...

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In Qatar, l'azzurra cede in due set contro la tennista lettone Doha amara per Jasmine Paolini. L'azzurra, numero 4 del...

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Antonio Zappi è tornato sull'episodio del primo gol nerazzurro Inter-Fiorentina continua a far discutere. Il gol del vantaggio nerazzurro, viziato...