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Sostenibilità

A Milano il più grande fotovoltaico sui tetti d’Italia, al...

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A Milano il più grande fotovoltaico sui tetti d’Italia, al primo posto in Europa

L’impianto coprirà circa il 35% del fabbisogno energetico di Fiera Milano per il quartiere espositivo di Rho

Pannello solare su tetto - Canva

A Milano è stato installato il più grande e potente impianto fotovoltaico d’Italia realizzato sui tetti, il più potente in Ue, ma anche uno dei primi dieci al mondo.

L’infrastruttura milanese, nata dalla collaborazione tra A2A e Fondazione Fiera attraverso la joint venture Fair Renew, comprende circa 50.000 pannelli fotovoltaici distribuiti su una superficie di 330.000 metri quadrati, equivalente a 45 campi da calcio.

Dall’impianto di Rho Fiera Milano ci si attende una produzione annua di 21,6 GWh, energia sufficiente per alimentare circa 7.800 famiglie. Un risparmio, in termini ambientali, di oltre 9.800 tonnellate di CO2 ogni anno.

Nell’ultimo decennio, l’acceso dibattito sulla transizione energetica ha dato poche certezze ma due punti fermi: occorre proseguire e accelerare il passaggio all’energia sostenibile; le energie rinnovabili sono l’unico canale in grado di conciliare le esigenze ambientali con i risultati economici.

Sostenibilità e investimenti

L’impianto, con una potenza di 18 MWp, consentirà di coprire il 35% circa del fabbisogno energetico di Fiera Milano per il quartiere espositivo di Rho, mentre l’energia residua verrà immessa in rete. La collocazione dell’impianto sul tetto della Fiera offre il decisivo vantaggio di non occupare terreno agricolo, a pochi giorni dal decreto agricoltura e dall’accordo sull’agrivoltaico. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, durante la presentazione della nuova infrastruttura, ha sottolineato che in Lombardia “si fanno sempre importanti accordi e sinergie che consentono di realizzare grandi obiettivi come questo che va nella direzione della sostenibilità, che non deve essere vista solo come un dovere, ma come un’opportunità”.

Il costo totale dell’impianto è stato di circa 15 milioni di euro. Cifre importanti, ma non irraggiungibili se ci si colloca bene nel mercato. Un concetto espresso anche dalle parole di Francesco Conci, amministratore delegato e direttore generale della società fieristica, per cui il l’impianto fotovoltaico di Rho Fiera Milano rappresenta “una grande opportunità in quanto elemento di posizionamento della nostra azienda, che ha inserito il tema della sostenibilità come seconda dimensione di crescita e di sviluppo all’interno del Piano strategico”.

Una scelta presa anche per attrarre gli investimenti giusti. La direzione sostenibile intrapresa dall’azienda rappresenta “un criterio qualificante per attrarre e ospitare grandi manifestazioni itineranti” per Francesco Conci, che aggiunge: “crediamo fortemente che essa possa essere un vantaggio competitivo e un fattore chiave per guidare la crescita del business”.

Il primato in Ue

Con una produzione annua di circa 22 GWh, l’impianto di Fiera Milano si posiziona al primo posto tra quelli dei quartieri fieristici europei per rendimento, superando città come Barcellona (5,9 GWh), Stoccarda (4,3 GWh) e Monaco (2,7 GWh). Una conferma di quanto si possa fare bene, anche in Italia.

Dal 2020, il 100% dell’energia elettrica utilizzata da Fiera Milano Congressi per il Centro Congressi Allianz MiCo a Milano proviene da fonti rinnovabili, garantita dai relativi certificati di origine. Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, ha sottolineato: “La realizzazione di questo impianto rientra negli investimenti del piano industriale che prevede, tra le sue rotte strategiche, le iniziative e i progetti volti a sostenere la transizione ecologica dei quartieri espositivi e congressuali, investendo in infrastrutture e soluzioni altamente sostenibili e innovative”.

Il progetto rientra negli obiettivi previsti dal nuovo piano di sostenibilità integrato 2024-2027 di Fiera Milano. Tra i 30 obiettivi del piano di sostenibilità integrato c’è proprio l’impegno ad aumentare la percentuale di energia elettrica da fonti rinnovabili dal 38% al 70%. Il presidente Pazzali ha aggiunto che l’impianto consentirà di rendere quasi del tutto autonoma la gestione energetica delle gare delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 che si svolgeranno nei Padiglioni della Fiera.

Fasi di realizzazione

I lavori di costruzione dell’impianto sono iniziati nel 2020 e si sono svolti in tre fasi.

La prima fase è stata completata nell’aprile 2022, ha visto la consegna di 12 sezioni su un’area di 200.000 metri quadrati, con una potenza di 8,2 MWp e una produzione annua di circa 10 GWh. Nella seconda fase sono state aggiunte altre cinque sezioni su 60.000 metri quadrati, con una potenza di 4 MWp e una produzione di circa 5 GWh. Questa fase si è conclusa nel febbraio di quest’anno. L’ultima ha segnato il completamento dell’opera, inaugurata a maggio 2024, con l’aggiunta di quattro sezioni per una potenza complessiva di 5,8 MWp e una produzione di 7 GWh per una potenza totale di 18 MWp.

Sostenibilità e innovazione

Il progetto di Milano Fiera è l’esempio concreta delle potenzialità dell’Italia, particolarmente favorita anche dalla natura in termini di vento e di sole e quindi di energie rinnovabili. Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A ha dichiarato: “L’impianto di Fiera Milano, al momento un unicum in Italia, costituisce un modello replicabile per la trasformazione urbana. Continueremo a lavorare per affrontare le sfide del futuro, consolidando il nostro impegno nel settore delle energie rinnovabili.”

Nel corso del 2023, in Italia le rinnovabili sono cresciute come mai nell’ultimo decennio arrivando a coprire il 43,8% della domanda di energia, ben oltre le medie della Ue, anche se al di sotto delle altre potenze europee. La crescita si è registrata anche nei primi mesi del 2024.

C’è il rischio però che ci sia mossi tardi. Rallentare non è tuttavia un’opzione, servirebbe solo ad acuire il gap rispetto a un mondo che cambia. Nonostante il ritardo sugli obiettivi 2023, le emissioni di anidride carbonica in Ue e in America sono effettivamente diminuite, come ricordato all’Adnkronos dal prof. Piero Lionello (qui per capire perché è “normale” che l’Europa si riscaldi di più).

Gli obiettivi Ue e le prospettive future

L’obiettivo fissato da Bruxelles è ottenere il 70% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030. Per raggiungerlo, la produzione eolica e solare italiana dovrà crescere del 17% all’anno, rispetto al 13% circa del 2023. A prima vista non un gap rilevante, ma c’è un fattore da considerare: se aumentare la produzione di energia rinnovabile all’inizio, quando nessuna risorsa è stata ancora utilizzata, è piuttosto “facile”, farlo quando alcune risorse (per esempio i luoghi dove installare gli impianti) sono già utilizzate è molto più complicato. Quindi un’accelerazione del 4% in sei anni richiede un cambio di marcia.

“Questo progetto è un importante traguardo tecnologico per lo sviluppo delle rinnovabili e una conferma del ruolo chiave di A2A a favore della transizione energetica del Paese. Una infrastruttura in linea con la strategia del nostro Piano Industriale al 2035, che prevede investimenti pari a 22 miliardi di euro destinati anche allo sviluppo e al potenziamento delle reti, essenziali per accompagnare le nostre città nel percorso verso la decarbonizzazione”, ha dichiarato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A.

Mai come in questo momento storico diventa essenziale stimolare gli investimenti in questo settore per favorire la transizione ecologica e creare nuove opportunità di business, come nel caso dell’adeguamento dei padiglioni in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2026.

La sfida della transizione ecologica dell’Italia e dell’Ue passa soprattutto da progetti ambiziosi e particolarmente innovativi, in grado di decarbonizzare il processo di produzione e garantire un buon rendimento economico agli investitori.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

L’idea arredamento nelle filosofie zen per essere più...

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L'idea arredamento nelle filosofie zen per essere più felici

In collaborazione con WEB BRAND

Qual è la vostra idea di arredamento ideale per la vostra casa?

Non è certo un segreto che, quando si vive o si è prossimi a trasferirsi in una nuova dimora, è fondamentale essere circondati da uno stile che ci rappresenti e rendere l'ambiente domestico il più accogliente possibile.

Il Filosofo Heidegger diceva che: “l’uomo abita quando ha la capacità di orientarsi all’interno di uno spazio”.

Questi pensieri sono la genesi della connessione tra arredamento e felicità, un tema sempre più presente e rilevante nel design moderno.

Diversi studi e filosofie affermano che l'ambiente domestico ha una forte influenza sul benessere delle persone.

Questa constatazione è supportata da Intercasa Arredamenti, mobilificio a Torino e azienda rivenditrice (nazionale) di arredamenti di prestigio. Ogni giorno, questa impresa, contribuisce a creare ambienti che rispecchiano filosofie come quella del “Koselig”, dell’"Hygg" e delle idee zen di Emanuele Coccia.

Che si tratti di case moderne o di case di lusso, l’obiettivo è sempre quello di promuovere la felicità nelle persone attraverso l’arredamento.

Ma facciamo un passo indietro:

Cosa sono esattamente le filosofie del Koselig e dell'Hygg? Le idee del filosofo Coccia a cosa si riferiscono? Intercasa Arredamenti ci illustrerà, di seguito, dettagli interessanti su come la scelta dell'arredamento della propria casa non sia solo una questione estetica, ma anche un modo per creare un ambiente che incoraggi la felicità.

L'idea arredamento e felicità secondo la filosofia Koselig

Qualunque sia la vostra idea di arredamento per la vostra casa, essa ha un unico scopo: creare spazi in cui ci si senta a proprio agio, felici e in armonia.

Il termine "Koselig" può essere tradotto "accogliente" o "confortevole" e ha l'obiettivo di riflettersi nella progettazione arredamenti e spazi, così da stimolare il benessere grazie a elementi semplici ma significativi.

L'idea arredamento del Koselig spesso include l'uso di materiali naturali come legno, lana e cotone, che non solo aggiungono texture e profondità agli spazi, ma evocano anche un legame con la natura.

La palette dei colori tende ad essere morbida e terrosa, con tonalità che vanno dal bianco crema ai marroni caldi, passando per i verdi muschio e i blu tenui.

L'illuminazione gioca un ruolo importante nella creazione di un ambiente Koselig: luci soffuse, candele e lampade a bassa intensità contribuiscono a creare un'atmosfera rilassante e "pasti" che ci riconnettono con la "cucina della nonna".

Gli arredamenti interni sono spesso arricchiti da oggetti esclusi e ricordi di famiglia, che aggiungono un tocco di personalità e storia.

La filosofia Hygge per arredamenti zen

La filosofia Hygge, originaria della Danimarca, è un concetto che celebra il comfort, l'intimità e il piacere dei piccoli piaceri quotidiani.

Avere un' idea arredamento "Hygge" significa creare un'atmosfera felice e godersi momenti di tranquillità, spesso in compagnia di amici, familiari e buone relazioni.

Questo stile di vita si riflette profondamente negli arredamenti interni, con l'obiettivo di promuovere la "connessione umana". Gli interni Hygge sono caratterizzati da una combinazione di semplicità e calore.

Vengono spesso usati colori neutri, un'illuminazione soffusa con le candele, mobili confortevoli e con pochissimi (ma importanti) oggetti: poltrone e tappeti soffici, plaid e cuscini morbidi, così da creare un ambiente sereno e accogliente.

La casa e la felicità secondo Emanuele Coccia

Il filosofo Emanuele Coccia, nel suo saggio "Filosofia della casa. Lo spazio domestico e la felicità", sostiene che all'interno della propria dimora debba esistere armonia tra persone e oggetti, un equilibrio fondamentale per il proprio benessere psicologico.

L'idea d’arredamento di una casa è un'espressione emotiva e simbolica, che con il tempo rifletterà la nostra identità e le nostre relazioni.

La disposizione degli oggetti, l'arredamento e l'atmosfera generale della casa contribuiscono a creare un ambiente di pace e serenità, essenziale per il nostro equilibrio mentale e per coltivare un profondo senso di appartenenza e conforto.

In sintesi, l'arredamento della nostra casa deve rispecchiare profondamente la nostra identità! Per questo motivo, non deve imitare altri gusti, non deve seguire le tendenze del momento, né tanto meno essere “bisbigliato” da altri.

L'arredamento zen, un quadro generale dei suoi benefici

L'arredamento zen si ispira ai principi della filosofia zen giapponese, promuovendo spazi minimalisti, ordinati e armoniosi volti a favorire la meditazione e la calma interiore.

Durante la pandemia, quando tutti abbiamo riscoperto il senso dello “stare in casa", l'idea di avere un arredamento più zen ha guadagnato molta popolarità. Questo ha aiutato da un lato ad affrontare un periodo storico difficile e imprevedibile, e dall'altro a migliorare lo stato emotivo delle persone.

L'arredamento zen non è stato adottato solo nelle case di lusso o negli spazi moderni, ma anche in uffici, aziende, saloni di bellezza e sale riunioni, creando ambienti di lavoro più sereni e produttivi. Questo approccio ha portato benefici concreti, come una maggiore concentrazione e una riduzione dello stress, dimostrando come un ambiente ben progettato possa contribuire significativamente al benessere generale.

I materiali, il design e la qualità giocano sempre un ruolo importante, per questo affidarsi ad esperti del settore è sempre un’idea vincente, oltre che un buon investimento a lungo termine.

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Sostenibilità

Al via ‘TakeBack Remed’, iniziativa pilota per recupero...

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Torino, Parma e, a breve, Bologna le città interessate dalla sperimentazione

Al via ‘TakeBack Remed’, iniziativa pilota per recupero penne iniettive

Da rifiuto a risorsa, nuova vita per i dispositivi medici preriempiti usati per le terapie contro diabete, obesità e malattie rare, che diverranno materie prime seconde grazie al completo riciclo. Al via a Torino, Parma e, a breve, Bologna, la fase pilota del progetto 'TakeBack: ReMed', l’iniziativa per la raccolta e il riciclo dei device preriempiti per iniezione, promossa per la prima volta in Italia da Novo Nordisk, azienda attiva nel campo delle malattie croniche non trasmissibili e delle patologie rare.

Dalle ‘penne’ monouso a oggetti di uso comune, come sedie e complementi d’arredo, il percorso diventa un modello di raccolta e riciclo del tutto innovativo, per trasformare un dispositivo medico usato da rifiuto a risorsa. Sono oltre 1 milione, infatti, le ‘penne’ preriempite usate per le terapie contro diabete, obesità e malattie rare, che ogni anno sono utilizzate dai cittadini torinesi, parmigiani e bolognesi e che, fino a ieri, finivano in discarica mentre ora, grazie al progetto 'TakeBack: ReMed', torneranno a nuova vita. 'TakeBack: ReMed' s'inserisce nell’impegno globale che Novo Nordisk ha assunto nel campo della sostenibilità con 'Circular for zero', iniziativa globale che si pone l’obiettivo di raggiungere un impatto ambientale zero entro il 2045.

Sperimentato con successo in Brasile, Francia, Danimarca e Regno Unito, 'TakeBack: ReMed' ora arriva in Italia con sperimentazioni che interesseranno Torino, Parma e, a breve, Bologna dopo l’approvazione del progetto in giunta comunale. A conferma dell’importanza che progetti come questo hanno sull’ambiente in termini di risparmio di CO2, ci sono i dati che arrivano dalle esperienze già avviate in altri paesi: nel Regno Unito, ad esempio, si è ottenuto un risparmio del processo di smaltimento pari a circa il 90% passando da 26g a 3g di CO2.

“Novo Nordisk lega indissolubilmente l’impegno per il miglioramento della qualità di vita delle persone con l’innovazione e la sostenibilità, perché siamo convinti che il valore terapeutico dei nostri farmaci debba essere sempre associato anche al loro impatto ambientale", spiega Marco Salvini, Sr director External affairs di Novo Nordisk Italia. "L’obiettivo è raggiungere un impatto ambientale zero entro il 2045. Portiamo avanti in tal senso una strategia che ragiona in ottica Planetary Health. Promuoviamo la riduzione dei consumi e delle emissioni, il riciclo dei rifiuti e lo sviluppo di prodotti riutilizzabili all’interno di un’economia circolare che copre tutta la filiera dalla produzione alla distribuzione. Grazie alla collaborazione con le Istituzioni e gli attori del territorio è possibile creare le condizioni per fare la differenza e promuovere azioni, concrete, virtuose e veramente sostenibili come 'TakeBack: ReMed'", aggiunge.

La sperimentazione, partita a Torino e Parma e in fase di avvio nelle prossime settimane a Bologna, si svilupperà grazie a un accordo con Federfarma che promuove l’adesione delle farmacie cittadine e fornirà i dati di raccolta. In questi presidi, i cittadini troveranno il kit per la raccolta composta da buste di raccolta delle penne utilizzate che saranno distribuite ai cittadini. Ogni busta potrà contenere tra le 10 e le 15 penne e si stima una previsione di risposta di restituzione da parte della cittadinanza del 25%. Le penne raccolte saranno poi trasferite in Danimarca per completare il ciclo di recupero. Grazie a diverse partnership locali, infatti, Novo Nordisk raccoglie, stocca e spedisce le penne usate in Danimarca, per poi trasformarle in materie prime seconde utilizzate per la creazione di oggetti di uso comune, come sedie, lampade, vasi e molto altro. Le penne monouso adesso sono riciclabili fino all’85%. Insomma, un modello chiaro di economia circolare applicato al settore sanitario e farmaceutico, che, grazie all’impegno di Novo Nordisk e alla collaborazione delle municipalità coinvolte, partirà dalle città pilota per poi estendersi anche in altre città italiane.

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Sostenibilità

Coca-Cola Hbc Italia, 70 milioni di euro di investimenti in...

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Pubblicato il 20° Rapporto di Sostenibilità

Coca-Cola Hbc Italia, 70 milioni di euro di investimenti in sostenibilità per il 2024

Oltre 70 milioni di euro di investimenti in Italia per il 2024 nelle fabbriche e lungo la catena del valore. Ad annunciarlo Coca-Cola Hbc Italia, il principale imbottigliatore di prodotti a marchio The Coca-Cola Company sul territorio nazionale, che ha pubblicato oggi 'Celebriamo insieme il mondo di domani', il suo 20° Rapporto di Sostenibilità, revisionato da Deloitte&Touche e redatto secondo i parametri di rendicontazione internazionale Gri Standards (Global Reporting Initiative).

“Dal 2004 mettiamo nero su bianco gli impegni e i traguardi raggiunti in tema di sostenibilità, consapevoli della responsabilità che abbiamo nei confronti di consumatori, clienti, partner, istituzioni e delle comunità in cui operiamo - dichiara Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs&Sustainability Director di Coca-Cola HBC Italia - Con oltre 2mila dipendenti, più di 1300 fornitori e 6 stabilimenti produttivi in 5 regioni, siamo parte dell’economia italiana e del suo tessuto sociale e, se messi nelle possibilità di farlo senza l'aggravio di tassazioni penalizzanti, continueremo a promuovere con trasparenza il nostro modo di fare business sostenibile, nelle fabbriche e lungo l’intera catena del valore, come dimostrano le cifre investite in Italia nel 2024”.

Dei 70 milioni di euro previsti nel 2024, circa 20 sono dedicati a innovazioni nelle fabbriche, in ambiti quali salute e sicurezza delle persone, efficienza idrica ed energetica, mobilità green e circolarità degli imballaggi. Gli investimenti vanno anche a favore della sostenibilità della filiera, come ad esempio gli 11 milioni dedicati all’acquisto di nuovi strumenti di vendita eco-friendly, come frigovetrine, per più di 100mila bar, pizzerie, ristoranti e supermercati in Italia. La sostenibilità per Coca-Cola si sviluppa in tre direzioni: ambiente, persone e comunità e si concretizza con progetti e risultati rendicontati all’interno del rapporto, consultabile su www.lanostraricetta.it.

AMBIENTE: circolarità degli imballaggi e riduzione delle emissioni - Dal 2023 tutte le bottiglie in plastica per le bibite dell’azienda sono in 100% plastica riciclata (rPet)1 grazie alla fabbrica di Gaglianico (BI) che ogni anno trasforma fino a 30mila tonnellate di Pet riciclato in nuove bottiglie per le bibite dell’azienda in Italia. Con il programma del Gruppo Coca-Cola Hbc NetZeroby40, lanciato nel 2021, l’azienda si impegna ad azzerare le emissioni di CO2 negli Scope 1, 2 e 3 entro il 2040. Nel 2023, Coca-Cola HBC Italia ha ridotto del 38% l’intensità di emissioni in Scope 1 e Scope 2 Market Based rispetto al 2010. Tutte le fabbriche di produzione bibite dell’azienda e lo stabilimento di imbottigliamento acqua Fonti del Vulture a Rionero in Vulture (PZ) sono certificati livello Gold Alliance for Water Stewardship, che riconosce una gestione responsabile della risorsa idrica.

PERSONE: benessere delle persone e valorizzazione dei talenti - Nel 2022 Coca-Cola HBC Italia ha ottenuto la certificazione per la parità di genere da parte di Idem, che ha riconosciuto il percorso avviato verso una maggiore valorizzazione dei talenti al femminile. Nel 2023, l’azienda vanta oltre il 40% di donne in posizioni manageriali. L’azienda vuole garantire un miglior equilibrio tra vita privata e professionale: già nel 2013 aveva introdotto la monotimbraura e, nel 2014, il remote working.

COMUNITÀ: supporto alle comunità locali e ai giovani - Sono numerosi i progetti portati avanti con le associazioni non governative locali e nazionali a supporto delle comunità con cui Coca-Cola Hbc Italia opera. La collaborazione con Banco Alimentare ha reso possibile, già solo negli ultimi 7 anni, la distribuzione di oltre 14 milioni di pasti a persone in condizioni di fragilità economica e sociale, anche grazie al contributo dei dipendenti come volontari. Attraverso il programma #YouthEmpowered l’azienda mette a disposizione dei giovani studenti corsi, workshop e mentorship con i manager di Coca-Cola Hbc Italia, per supportarli nel passaggio tra scuola e mondo del lavoro; tra il 2018 e il 2023 sono stati formati più di 250.000 under 30.

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