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A Ravenna incontro con SO.CREM. Bologna per avere tutte le risposte sulla cremazione dei defunti

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Il 17 maggio SO.CREM. Bologna riceve su appuntamento le persone interessate, la direttrice Alice Spiga: “Occasione per approfondire la conoscenza di una pratica di sepoltura ormai scelta da una persona su tre in Italia”

Bologna, 7 maggio 2024. “La nostra Associazione riceve ogni giorno moltissime domande sul tema della cremazione – racconta Alice Spiga, direttrice di SO.CREM Bologna – per questo continuiamo a fare informazione su questo argomento”.

Scrivendo articoli sul tema della cremazione, aggiornando costantemente il sito di SO.CREM. Bologna, che contiene anche una specifica area con tutte le domande più comuni e le relative risposte, ma anche organizzando convegni, dibattiti e varie giornate formative sul tema. Il prossimo appuntamento si terrà il 17 maggio, quando la direttrice Spiga sarà ospite dell’impresa funebre ILLUXIT, con sede a Ravenna (viale Vincenzo Randi, 4), per rispondere alle domande su che cos’è la cremazione e come funziona, dove si possono conservazione o disperdere le ceneri (e come inoltrare la relativa richiesta). Ma anche su cosa significa essere soci di SO.CREM Bologna e come diventarlo, e molto altro ancora. L’associazione avrà infatti a disposizione uno spazio attrezzato per ricevere chiunque abbia domande e curiosità sul tema della cremazione. Si riceve solo su appuntamento, contattando lo 05441691422 oppure lo 051241726.

Un’occasione importante per sciogliere quesiti sulla cremazione, un tema che riscuote sempre più interesse. E per avere informazioni operative sul funzionamento di questa opzione, sulle norme che la regolamentano e sui costi da sostenere. In tanti si rivolgono ogni giorno a SO.CREM Bologna: sia persone direttamente interessate, sia parenti e amici che si informano per conto terzi.

Cremazione, le finalità di SO.CREM Bologna dal 1889

Favorire la conoscenza ed aumentare la sensibilità verso i temi della morte e del post-mortem è una delle finalità che SO.CREM Bologna persegue sin dal 1889, quando è stata fondata. Una delle più antiche società di cremazione in Italia. “Una finalità – spiega ancora la direttrice Spiga – che perseguiamo accanto a quella di supportare operativamente le persone che scelgono di farsi cremare una volta defunte o le loro famiglie. Per noi queste attività, quella operativa e quella di sensibilizzazione, sono entrambe molto importanti, perché è anche attraverso l’azione culturale che tanti pregiudizi sono oggi caduti, con una persona su tre che ormai in Italia, anche a seguito del riconoscimento formale da parte della Chiesa, sceglie la cremazione come forma di sepoltura”.

Pratica di sepoltura riconosciuta dalla Chiesa

Spesso le domande riguardano proprio la posizione della Chiesa a proposito della cremazione. Un aspetto sul quale la direttrice Spiga fa chiarezza: “Sin dall’anno 1963, la Chiesa Cattolica ha riconosciuto la legittimità della pratica crematoria, purché non venga scelta per motivi contrari alla dottrina cristiana. Parere ribadito in tempi più recenti tramite la divulgazione dell’Istruzione Ad resurgendum cum Christo, dove si ribadisce, tra l’altro, che ‘la cremazione del cadavere non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l’oggettiva negazione della dottrina cristiana sull’immortalità dell’anima e la risurrezione dei corpi’”.

Come avviene la cremazione: regole, tempi e costi

Del resto la pratica della cremazione viene utilizzata sin dall’antichità e ad ogni latitudine. “Oggi - spiega la direttrice Spiga - questo procedimento di sepoltura che consiste nella riduzione in cenere del cadavere viene eseguito in appositi forni crematori. Per motivi igienico sanitari (oltre che economici), a meno di situazioni eccezionali, il corpo viene cremato nel polo crematorio più vicino al luogo di decesso, evitando quindi lunghi e costosi trasporti, insieme alla cassa utilizzata”.

I tempi sono piuttosto rapidi, anche se possono variare in base ad alcune condizioni, tra cui il numero di decessi. In genere, comunque passa circa una settimana dal momento del decesso a quello della cremazione. “Quello che ripetiamo - avverte però Spiga – è che non è importante richiedere un servizio veloce, ma pretendere qualità”.

Anche i costi possono variare, ma sono generalmente più contenuti rispetto alle tradizionali esequie. “Dipende – spiega la direttrice Spiga - dal polo crematorio in cui si viene cremati, che stabilisce le tariffe per i cittadini del proprio comune e di quelli limitrofi. Indicativamente, la cremazione di un adulto può costare tra i 500 e i 700 euro. A questa cifra vanno aggiunti l’acquisto della cassa, il trasporto con il carro funebre, la vestizione (cioè la composizione del corpo all’interno della cassa, operazione svolta dalle imprese funebri) e bolli/sigilli/tasse. A seconda dei desideri del defunto e della sua famiglia - chiarisce - vanno poi naturalmente aggiunti i costi per fiori, santini, cerimonia (laica o religiosa), necrologio. Per avere un preventivo complessivo, ci si può rivolgere a un’impresa funebre operante sul proprio territorio”.

La normativa

Anche se la normativa che regolamenta la cremazione in Italia è chiaramente definita, alcuni aspetti operativi e burocratici consigliano di affidarsi ad associazioni come SO.CREM Bologna per agevolare e semplificare le pratiche. Secondo quanto espresso dalle norme in materia (legge n. 130/2001 e legge n. 19/2004), l’autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto della volontà espressa dal defunto attraverso disposizione testamentaria o appunto tramite l’iscrizione, certificata dal rappresentante legale, ad associazioni riconosciute che abbiano tra i propri fini statutari quello della cremazione dei cadaveri dei propri associati, come SO.CREM Bologna. Iscrizione che vale anche contro il parere dei familiari. In mancanza di disposizione testamentaria, la volontà alla cremazione del defunto può essere espressa dal coniuge o, in difetto, da tutti i parenti più prossimi, firmando in presenza le autorizzazioni. “Situazione quest’ultima – chiarisce Spiga – che può creare spiacevoli contenziosi o difficoltà burocratiche qualora il defunto non abbia parenti diretti o ce ne sia anche uno solo contrario alla cremazione o irreperibile. Ecco perché l’iscrizione ad un’associazione riconosciuta come SO.CREM Bologna è la via più chiara e immediata per far rispettare la volontà della persona defunta, sollevando i parenti dalle adempienze burocratiche. Tutti aspetti – conclude la direttrice di SO.CREM. Bologna – che potranno essere discussi e approfonditi, insieme ad altri, il 17 maggio a Ravenna”.

Contatti: https://www.socrem.bologna.it/

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Festival Regionale dell’Economia Civile, conclusi i lavori...

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Festival Regionale dell’Economia Civile, conclusi i lavori a Rieti: dialogo tra istituzioni, associazioni e territorio per un nuovo paradigma economico

Roma, 18 maggio - Si è conclusa, dopo tre giorni di lavoro a Rieti, la prima edizione del Festival Regionale dell’Economia Civile, tappa del percorso di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2024, promossa da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzata e progettata con NeXt (Nuova Economia per Tutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzata grazie all’impegno del Comitato locale di Rieti coordinato da Campagna Sabina.

Luca Raffaele (Direttore NeXt Economia e membro del Comitato promotore del Festival Nazionale dell’Economia Civile) ha dichiarato: «È importante dare continuità a questo tipo di eventi, cercando di capire anche e soprattutto l’impatto che effettivamente hanno per le strategie di sviluppo locale. Questo primo Festival Regionale può rappresentare l’occasione di elaborare e sperimentare il primo modello di Distretto di Economia Sociale e Civile in Italia, che possa rendere stabile il lavoro di co-programmazione e co-progettazione svolto dalle organizzazioni pubbliche e private di un territorio. Ciò può generare nuove filiere produttive a impatto sociale, a partire dall’utilizzo di strumenti di finanza sociale e di Patti di Comunità».

Per Laura Ciacci (Coordinatrice Comitato Locale di Rieti) «essere i primi a portare questo tipo di rassegna è motivo di soddisfazione, soprattutto comprendendo che eventi del genere possono svolgere un ruolo fondamentale nel portare nelle diverse realtà una visione nuova e innovativa, come quella dell’economia sociale e civile. Per aumentare la partecipazione sul territorio lanceremo con il Festival nazionale una call per coinvolgere e valorizzare tutte le buone pratiche di economia sociale e civile presenti nella provincia di Rieti».

Daniele Sinibaldi (Sindaco di Rieti) ha detto: «La sfida che dobbiamo lanciare e che stiamo cercando di fare anche come amministrazione comunale è quella di iniziare un percorso serio su questo tema, coinvolgendo tutti gli attori del territorio, perché è necessario un reale cambio di paradigma. Non può naturalmente limitarsi come percorso alle iniziative culturali, ma ha bisogno di trovare un terreno di concretezza. Per questo motivo ci proponiamo volentieri di impegnarci insieme al comitato locale del festival e a chiunque voglia essere partecipe di questo processo».

Claudia Chiarinelli (Assessore Sviluppo Economico e Lavori Pubblici Comune di Rieti): «Rieti deve essere orgogliosa di aver ospitato questo evento pre-festival, ma ancor di più deve saper fare tesoro di ciò che questa tre giorni lascia. Confronti, dibattiti e conferenze che hanno lanciato un messaggio chiaro: il tessuto cittadino può e deve cogliere, comprendere la necessità di fare sistema, fare rete ad ogni livello coniugando l’iniziativa privata con quella pubblica, istituendo un tavolo istituzionale di lavoro dedicato all’economia sociale e civile».

LINEE GUIDA PER L’ECONOMIA SOCIALE E CIVILE

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Festival Regionale dell’Economia Civile, il ruolo...

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Festival Regionale dell’Economia Civile, il ruolo dell’economia sociale e civile nel futuro dell’Europa

Roma, 18 maggio 2024 - Proseguono, a Rieti, i lavori del Festival Regionale dell’Economia Civile, che vuole coinvolgere le comunità locali in tutte le componenti della società civile come attori di economia sociale e civile per dare prospettive di miglioramento.

Di territori e visione futura, si è parlato nel corso del dibattito pubblico tenutosi a Palazzo Aluffi – Polo Universitario di Rieti, Sabina Universitas. Andrea Ferrante (Biodistretto Amerina e delle Forre) ha dichiarato: «Lavoriamo per ricordare che cibo è diritto e non una merce, è un servizio alla comunità. Il Lazio è l’unica regione italiana dove l’area metropolitana fa 4/5 della popolazione regionale, per cui purtroppo spesso si ha una visione alquanto Roma-centrica, ma l’Italia è fatta anche di quei piccoli territori fondamentale anche per l’economia sociale».

«Slow Food come associazione no profit si trova perfettamente ad agio nell’ambito dell’economia sociale. Mi viene in mente il tema a noi molto caro dell’agricoltura sociale, dove si ha la possibilità di far incontrare due realtà da sempre vicine ma che i recenti sviluppi dell’agro-industria hanno sempre più disgiunto» ha dichiarato Luigi Pagliaro (Presidente di Slow Food Lazio).

Enza Bufacchi (Direttrice CNA Rieti) ha spiegato: «La CNA già oggi nella sua azione favorisce questi processi con le sue iniziative progettuali. Penso al progetto “Vivaio”, una piccola incubatrice di impresa con cui stiamo facendo moltissimo orientamento alla creazione di impresa per poi accompagnare nel percorso alcune delle persone che arrivano a raggiungere il proprio obiettivo».

Si è poi parlato di action plan europeo, con Paola Ferrara (Sustainability Manager Confcooperative e Direttrice Coopermondo) che ha dichiarato: «Con questo Festival stiamo cercando di contaminare un’economia che per algoritmi e per far quadrare i bilanci tende troppo a mettere al centro il profitto trascurando però gli aspetti più sociali ed umani dell’economia stessa. Si deve tornare a considerare l’uomo in quanto tale, non solamente come strumento economico».

Gianluca Salvatori (Segretario Generale Euricse, osservatore task force ONU economia sociale e solidale): «Lo scopo con cui è nata l’UE era il consolidamento di uno spazio di libero mercato, libera circolazione ecc. Negli ultimi 15 anni, però, abbiamo vissuto un filotto di crisi che hanno smentito la teoria secondo cui il mercato è capace di risolvere ogni problema, inducendo le autorità internazionali a rivedere il proprio impianto ideologico, introducendo l’idea che è possibile un nuovo tipo di economia guidato dagli obiettivi sociali».

Per Leonardo Pofferi (Direttore Ufficio Confcooperative Bruxelles): «Avremo presto nuovi interlocutori politici a livello europeo, cui chiederemo di consolidare il percorso fino ad oggi percorso, ribadendo che la direzione intrapresa verso la tutela dei diritti all’interno dell’economia non deve e non può essere variata».

Vanessa Pallucchi (Portavoce Forum Terzo Settore): «Tutto il mondo del terzo settore, dal volontariato alle fondazioni, svolge e ha svolto in questa transizione - fortemente caratterizzata da un liberalismo capitalista - un grande ruolo di equilibrio e tutela rispetto alla questione sociale. Se alcune questioni importanti, per esempio quelle legate alla disabilità, hanno assunto una posizione centrale, molto si deve ai cittadini attivi e alla loro capacità di essere corpo unito».

Daniela Freddi (Responsabile del Piano per l’Economia sociale, città metropolitana di Bologna): «In questo momento il focus deve essere sull’economia sociale, finora troppo trascurata. La politica al riguardo deve essere sì guidata dalle Pubbliche Amministrazioni ma allo stesso tempo deve essere capace di coinvolgere tutti gli attori presenti sul territorio, prendendone in considerazione i naturali rapporti di competizione ma costruendo contestualmente un perimetro in cui quegli stessi soggetti possano riuscire a collaborare».

Monica di Sisto (Vice Presidente Fairwatch): «Si avverte la necessità di uscire da un’ottica in cui si presta attenzione solamente all’economia finanziaria e delle grandi imprese volte solo al profitto, per recuperare una visione più vicina alle piccole realtà imprenditoriali operanti nei territori, rimettendo così al centro la persona rispetto al guadagno».

Simona De Giorgio (Coordinatrice del Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino e della piattaforma progettuale Torino Social Impact): «Per favorire lo sviluppo dell’economia sociale e civile le P.A. devono dialogare con tutte le componenti del territorio, partendo da quelle produttive a quelle associazionistiche e anche le altre P.A. come il settore bancario o della ricerca. Il tema è favorire la nascita di ecosistemi e sicuramente questo Festival è un passo avanti in questa direzione».

Giovanni Betti (Ufficio Federcasse di Bruxelles): «Il nostro tentativo è stato quello di porre davanti alla Commissione e alle istituzioni europee, a pochi mesi dalla pubblicazione dell’Action Plan, la necessità di dare maggiore attenzione al tema dell’economia sociale anche tramite un maggiore sostegno a quelle imprese che scelgono di correre un maggiore rischio magari scegliendo di non delocalizzare e cercando un tipo di sviluppo sostenibile».

Leonardo Tosti (Vicepresidente Camera di Commercio Rieti-Viterbo): «Il primo passo da fare per avviarsi verso un’economia più civile e sostenibile è quello di acquisire più consapevolezza come consumatori, partendo dal considerare con maggiore meticolosità l’intera filiera che accompagna il prodotto dall’inizio del processo di produzione fino ad arrivare al termine dell’utilizzo».

Il Festival Regionale dell’Economia Civile è una tappa del percorso di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile2024 ed è promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia perTutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzato grazie all’impegno di Campagna Sabina.

IL PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL

https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/festival-regionale-delleconomia-civile

LINEE GUIDA PER L’ECONOMIA SOCIALE E CIVILE

https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/linee-guida-per-uneuropa-sociale-civile-e-partecipata/

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Festival Regionale dell’Economia Civile:focus su territori...

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Festival Regionale dell’Economia Civile:focus su territori e visione europea

Roma, 18 maggio 2024 - Seconda giornata di lavori per il Festival Regionale dell’Economia Civile in corso a Rieti, tappa del percorso di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2024, promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia per Tutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzato grazie all'impegno di Campagna Sabina.

Dopo una mattinata di incontro con le scuole, nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con il panel “Strategie per lo sviluppo locale sostenibile, partecipato e civile”, nel corso del quale si sono susseguiti interventi di rilievo.

Leonardo Becchetti (Direttore Festival Nazionale Economia Civile e Co-fondatore NeXt Economia) ha dichiarato: «La comunità sociale economica è composta da grandi aree urbane, ma anche da tantissime realtà interne che, con la crisi demografica, sono a rischio. Qui le popolazioni, troppo spesso, non sono al centro dell’attenzione e soffrono di una diseguaglianza di rappresentazione. Fare un Festival di questo tipo a livello regionale è importante, perché certifica l’attenzione dell’economia civile ai problemi del territorio».

Maurizio Aletti (Direttore Generale di Federlus) ha sottolineato come «le banche di credito cooperativo svolgono un ruolo significativo contro lo spopolamento bancario. Molti istituti lasciano i territori perché, dal loro punto di vista, sono meno redditizi. Le banche di credito cooperativo, al contrario, cercando di mantenere i presidi territoriali per i soci ed i clienti delle comunità locali e nel lazio tale azione è significativa».

Pinuccia Niglio (Prefetto di Rieti) ha dichiarato: «La sicurezza non è lontana dalla felicità, dalla società felice. È evidente, d’altronde, la coincidenza tra gli scopi dell’economia sociale e civile e gli obiettivi principali della nostra Costituzione. Le Istituzioni, non va dimenticato, hanno il dovere di rimuovere ciascuno ostacolo che impedisca la piena realizzazione della persona».

Per Cristina De Luca (Presidente CSV Lazio) «il volontariato è uno di quei soggetti presenti sul territorio che devono lavorare in ottica di relazione tra di loro, superando steccati un tempo ideologici, per permettere maggiore consapevolezza verso l’impegno gratuito che pone al centro la persona, anche superando le disuguaglianze. Il volontariato irradia l’impegno del singolo rendendolo impegno comunitario, il tutto riuscendo a tenere lo sguardo a presente e congiuntamente al futuro».

Stefania Mancini (Presidente Assifero) ha ricordato come ci siano «centinaia di migliaia di fondazioni ed enti filantropici in Europa. Le Fondazioni al momento sono dall’UE comprese nel piano di azione dell’economia sociale come soggetti strategici e non solo finanziatori grazie a uno straordinario processo di lettura dei territori. Le cosiddette Fondazioni di comunità a livello territoriale sono una prassi molto interessanti da considerare in questo quadro, poiché vivono esclusivamente se avallate dai soggetti che rappresentano i diritti degli abitanti del territorio e dagli abitanti stessi. Le Fondazioni non di comunità, invece, hanno il diritto e il dovere di aiutare le organizzazioni locali, comprese quelle di volontariato, svolgendo un ruolo altrettanto importante per i territori».

«In Italia si è accentrato tutto nelle grandi città, soprattutto a livello di sviluppo economico. Tutto ciò ha depauperato le aree interne, che si sono impoverite demograficamente. Come Regione Lazio vogliamo dare nuova linfa alle aree interne» ha dichiarato Manuela Rinaldi (Assessore Lavori Pubblici, Politiche di Ricostruzione, Viabilità, Infrastrutture, Regione Lazio).

Dal territorio, il focus si è spostato all’internazionalità con il panel “L’economia sociale e civile in Europa”. «L’economia sociale guarda a soggetti aggregati e strutturati, ponendosi obiettivi concreti. Se parliamo di economia civile, però, dobbiamo avere un respiro più ampio e un orizzonte dove non c’è chi sta dentro e chi sta fuori. In economia civile le persone provano a sentirsi parte di una comunità con un legame più profondo con l’idea dei territori e il benessere collettivo» ha detto Francesca Coleti (Responsabile Terzo Settore ed economia sociale ARCI Nazionale).

Per Paolo Dalla Sega (Manager Culturale Greccio 2023, Curatore Piano di politiche culturali Trento 2034) «bisogna insegnare ai territori che si raggiungono più risultati in logica di rete. Questo è il fondamento dell’economia sociale e civile: tenere insieme mondi che viaggiano separati, perché insieme si raggiungono traguardi più importanti. Nelle aree interne il protagonismo si traduce troppo spesso in particolarismo. Bisogna superare questi sentimenti irrazionali e cominciare a crescere insieme, condividendo obiettivi».

Silvia Stilli (Portavoce AOI Cooperazione E Solidarietà Internazionale) ha evidenziato come «l’economia civile in Italia è un dato caro e assodato se parliamo del suo valore. Purtroppo non per la sua diretta applicazione. A livello europeo, invece, c’è differenza e siamo ancora un po’ indietro. Il nostro Paese ha più senso di comunità per sviluppare economie più sostenibili che siano di giustizia sociale, di felicità e benessere complessivo».

IL PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL

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