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Salute e Benessere

Pressione alta, il ruolo del Dna: lo studio

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Maxi-studio internazionale apre a diagnosi di precisione, cure su misura e all'identificazione di nuovi bersagli terapeutici

Uno sfigmomanometro per misurare la pressione - FOTOGRAMMA

La pressione alta dipende certo dai cattivi stili di vita, ma sulla probabilità di ammalarsi di ipertensione - un fattore di rischio chiave per le patologie cardiovascolari - pesa anche il Dna. In un maxi studio sui dati di oltre un milione di persone, il più grande mai condotto finora sull'argomento, ricercatori e collaboratori dei National Institutes of Health-Nih americani hanno scoperto oltre 2mila regioni del genoma umano (loci genomici) legati alla pressione sanguigna, comprese 113 nuove regioni. Il lavoro è pubblicato su 'Nature Genetics' e secondo gli autori permetterà di capire meglio come viene regolata la pressione del sangue, nonché di identificare possibili bersagli per nuovi farmaci.

"Il nostro studio aiuta a spiegare una percentuale molto maggiore di differenze tra la pressione sanguigna di due persone rispetto a quanto precedentemente noto", afferma Jacob Keaton, sezione Informatica sanitaria di precisione del National Human Genome Research Institute (Nhgri), primo autore della ricerca alla quale hanno contribuito più di 140 scienziati di oltre 100 università, istituti e agenzie governative. I ricercatori sono riusciti anche a calcolare un punteggio di rischio poligenico, che combina gli effetti di tutte le varianti genomiche presenti in una persona, per prevederne la pressione e il pericolo ipertensione. "Conoscere il rischio di un paziente di sviluppare ipertensione potrebbe portare a trattamenti su misura, che hanno maggiori probabilità di essere efficaci", sottolinea Keaton.

Tra i nuovi loci genomici scoperti, molti si trovano in geni che svolgono un ruolo nel metabolismo del ferro, confermando precedenti evidenze secondo cui alti livelli di ferro possono contribuire alle malattie cardiovascolari, precisano gli autori. Gli scienziati hanno inoltre confermato l'associazione tra pressione sanguigna e varianti del gene Adra1A, che codifica per un recettore cellulare detto adrenergico, già target di farmaci per la pressione. Ecco perché gli autori ritengono che altre varianti genomiche individuate nella nuova ricerca potrebbero diventare bersagli farmacologici per sviluppare nuove terapie.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Riparte bollettino caldo ministero Salute, la circolare

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Caldo termometro - Canva

Ripartono i bollettini caldo del ministero della Salute. E' quanto dispone una circolare firmata dal direttore generale Prevenzione Francesco Vaia e indirizzata Comuni, Regioni e Protezione civile. Il Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, sotto la guida del ministero e del Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie (con la collaborazione tecnica del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio - Asl Roma 1), consente il coordinamento centrale delle attività locali di prevenzione e l'attivazione del Sistema nazionale di previsione/allerta per le ondate di calore, denominato Heat Health Watch Warning System. Quest'ultimo strumento che consente di modulare gli interventi di prevenzione in base ai livelli di rischio climatico sarà attivo da oggi, lunedì 20 maggio, fino al 20 settembre (e qualora persistano condizioni di rischio, livello 2 e 3, il bollettino di allerta sarà inviato anche durante il periodo dal 21 al 30 settembre) nei capoluoghi di Regione e nei Comuni con oltre 200.000 abitanti.

Le città incluse nel Sistema sono 27: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. I bollettini sono consultabili sul portale ministeriale nell'area dedicata alle ondate di calore. Come negli anni precedenti, il programma di attività prevede l'elaborazione giornaliera del bollettino città specifico, l'invio al Centro di riferimento locale competente per gli interventi di prevenzione socio-sanitari e la pubblicazione sul sito web del ministero della Salute per l'informazione generale alla popolazione, informa la circolare.

Nel bollettino saranno indicati i consueti 4 livelli di rischio: livello 0, nessun rischio; livello 1, rischio basso previsto per le successive 24-72 ore; livello 2, rischio elevato previsto per le successive 24-72 ore; livello 3, condizioni di rischio elevato persistenti per 3 o più giorni consecutivi per le successive 24-48 ore.

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, si ricorda infine nella circolare, il servizio sanitario deve essere preparato in relazione al verificarsi di possibili emergenze sanitarie associate alle ondate di calore. "Nel mese di giugno verrà condotta una survey che raccoglierà informazioni sulle attività programmate a livello locale" e "raccomandazioni per la salute in risposta al caldo saranno disponibili nell’area dedicata del portale ministeriale". Saranno operativi anche un Sistema di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nelle aree urbane, basato sul Sistema rapido di rilevazione della mortalità giornaliera (Sismg) e in alcune strutture sentinella sarà operativo anche un Sistema di sorveglianza in tempo reale degli accessi al pronto soccorso. Entrambi i sistemi consentiranno un monitoraggio tempestivo degli effetti sulla salute in presenza di condizioni climatiche avverse.

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Ingegneri clinici, ‘convegno Aiic di riferimento su...

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In chiusura dell’evento, ‘siamo la casa dell’innovazione di sistema’

Ingegneri clinici, 'convegno Aiic di riferimento su tecnologie per Ssn'

“E’ stata un’edizione che ha superato ogni nostra aspettativa, che ha trasformato il Convegno Aiic nell’autentico palcoscenico del confronto sulle tecnologie della salute e sullo sviluppo del Servizio sanitario nazionale in chiave realmente innovativa”. Così Umberto Nocco, presidente dell’Associazione italiana ingegneri clinici, ha concluso il 24.esimo appuntamento della professione. I numeri - si legge in una nota - sono lusinghieri: oltre 2.600 presenti, quasi 48 sessioni con oltre 160 relatori, 12 corsi di formazione (con 900 iscritti), oltre 110 aziende presenti con le loro soluzioni tecnologiche.

“Ma al di là delle cifre - commenta Lorenzo Leogrande, presidente del Convegno - ci portiamo a casa la consapevolezza di quanto il nostro evento sia diventata la ‘casa dell’innovazione di sistema’, cioè il luogo in cui si comprende come le tecnologie entrano a far parte della quotidianità operativa di ingegneri clinici, clinici, operatori e professionisti di tutto il Ssn”. E “non dimentichiamo - conferma Stefano Bergamasco, coordinatore del Comitato Scientifico - che è stato accolto pienamente il richiamo alla necessità di creare un eco-sistema digitale, per evitare che gli investimenti e le progettualità siano fini a se stessi ed incapaci di imprimere un reale cambio di passo qualitativo alle risposte di salute sempre più necessarie in un tempo di più vaste cronicità e di nuovi approcci di prossimità”. L’ultimo atto del Convegno Aiic è stato l’annuncio dell’appuntamento 2025, che si terrà a Napoli e sarà incentrato - il titolo verrà messo a punto nei prossimi mesi dal Consiglio Direttivo - sulle problematiche-criticità-opportunità legate a transizione verde, sostenibilità e nuova cultura organizzativa del sistema salute.

Durante l’evento è stato presentata la prima bozza del Manifesto ‘La Telemedicina che vorrei’, messo a punto da Aiic e dalla Società italiana di telemedicina (Sit). E’ un documento in 10 punti che definisce una piattaforma di riferimento etico-professionale per tutto il sistema della telemedicina. I valori proposti sono: visione, etica, inclusività, formazione, controllo, interoperabilità, scienza, diritto, architettura, sicurezza. Per Emilio Chiarolla, componente del direttivo Aiic e promotore del Manifesto, “l'applicazione del Decreto ministeriale 77 e i progetti del Pnrr stanno generando una svolta epocale per la presa in carico dei pazienti, con la telemedicina che diventa tassello indispensabile in un processo di nuova presa in carico nel territorio per raggiungere tutti i pazienti in maniera capillare. I contenuti del nostro Manifesto - continua - partono dai principi etici e tengono conto delle questioni infrastrutturali e tecnologiche, ma anche delle professioni e della modalità di cooperazione tra professionisti diversi a beneficio ovviamente dei pazienti. Gli ingegneri clinici” sono “trasversali a tutte le attività per la messa a terra delle progettualità della telemedicina, sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo”.

Aggiunge Antonio Vittorino Gaddi, presidente Sit: “Il Manifesto della telemedicina è fondamentale perché viviamo in un sistema sanitario universalistico unico al mondo, che vorrebbe portare la tecnologia più avanzata e la telemedicina a tutti i cittadini, a tutti i pazienti, e in tutti gli ospedali nei prossimi anni. Ma questo può essere fatto solo se tutte le forze del Paese concorrono: medici, ingegneri clinici, ed anche la giurisprudenza e gli esperti di etica, di sociologia, di antropologia, di informatica e di tutte le discipline che devono concorrere a creare la telemedicina del futuro”. Il Manifesto è stato condiviso durante il Convegno da varie realtà professionali e scientifiche - Fnopi, Fno, Tsr, Pstrp, Ordine degli Avvocati di Roma, Lega Coop Sociali, Confindustria Dispositivi medici, Sihta, Antev, Card, Antab - ed ora sarà revisionato ed ampliato.

Al convegno si è fatto anche il punto sull’attuazione del Pnrr relativa all’installazione di 3.136 grandi apparecchiature su tutto il territorio nazionale. In una sessione dedicata, Nocco ha presentato “i dati Consip che mostrano come sia stato raggiunto il primo milestone del 2022 sulla pubblicazione dei bandi di gara. La tempestività delle procedure e dell’accordo quadro sono stati aspetti vincenti. Oggi, il residuo delle apparecchiature da acquisire è limitato a quelle oggetto di ricorso e quindi questo primo dato è confortante”. Però, prosegue Nocco, “c’è da riflettere sul fatto che, se a livello geografico la percentuale di acquisto è superiore al 90%, la percentuale di collaudato – e quindi funzionante – è solo del 37%. Pensare di colmare il 60% mancante da qui a fine anno è una sfida improba, su cui dobbiamo confrontarci”. Le difficoltà affrontate nelle installazioni sono molte, ha detto Nocco, “e tra queste non possiamo dimenticare il fatto che si sta sostituendo un parco macchine di enorme importanza mentre l’ospedale lavora: occorre gestire un allestimento senza provocare disagi e limitando i ritardi alle erogazioni di prestazione. Sicuramente - ha osservato - occorre una riflessione sugli aspetti burocratici e amministrativi: l’impressione è che il sistema di rendicontazione sia troppo complicato. La percezione è che ci sia un’attenzione maniacale su dettagli, ed una carenza di attenzione sulla capacità operativa, a cui si aggiunge una bulimia burocratica che incide sui ritardi”.

Concludendo la sessione sul Pnrr, Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, ha sottolineato che “Milestone e target europei sono stati raggiunti a marzo, mentre sono stati poi rimodulati alcuni target intermedi che riguardano la stipula di contratto per l’assistenza primaria e per le interconnessioni aziendali. La nostra personale percezione è che gli ostacoli odierni all’implementazione del Pnrr siano soprattutto le differenze regionali, la carenza di personale sanitario e le carenze nell’attuazione del sistema nazionale di telemedicina”.

La transizione green - anche nella sua incidenza sulla cultura Hta - sarà il tema centrale del Convegno 2025, ma già a Roma il tema è stato affrontato con alcuni degli esperti riconosciuti di settore. Leogrande intervenendo nella specifica sessione, ha ricordato che l’Health Technology Assessment “è una valutazione multidisciplinare che affronta tutte le dimensioni, da quella clinica a quella tecnica, quella legata alla sicurezza ed anche quella legata anche alla sostenibilità. Oggi, quando si parla di sostenibilità non ci si riferisce più solo all’equilibrio economico, ma si attivano anche altri concetti che fanno riferimento proprio alla transizione green ed all'economia circolare. Come Aiic e come sistema-sanità vogliamo e dobbiamo affrontare questi temi perché riteniamo che, da un punto di vista valutativo, devono essere dei nuovi punti di osservazione che favoriscano la diminuzione dell’impatto dei prodotti e dei rifiuti della sanità sull’ambiente”.

Impatto che Marco Rossi, Fondazione policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, Roma, ha declinato nell’ambito dell’anestesia citando ad esempio il propofol, agente ipnotico, e la necessità di una miglior gestione della sua eliminazione. “Più in generale – ha affermato Rossi - nel nostro ambito la sostenibilità è considerata ormai valore imprescindibile. Non a caso poche settimane fa è stato presentato il documento di consenso della Società europea di anestesia che evidenzia come l’impiego di farmaci e dispositivi deve ripercorre i concetti della circolarità. Serve un avanzamento culturale complessivo a cui tutti insieme dobbiamo contribuire”.

A conclusione di sessione, Marco Marchetti di Agenas ha ricordato che l’Agenzia sta implementando il Piano nazionale Hta presentato nello scorso novembre, ed ha già portato alla riformulazione della cabina di regia. “Nel frattempo dobbiamo far crescere la cultura e la competenza nella valutazione delle tecnologie. Abbiamo previsto, a tale proposito, una lista dei centri collaborativi che dovrà essere aggiornata annualmente. E per incrementare il livello culturale sulle valutazioni Hta, a brevissimo usciremo con un avviso per la formazione di base e avanzata. Nella prima prevediamo di formare circa 2.000-2.500 operatori l’anno con corsi Ecm, mentre per la formazione avanzata, diretta alle università, prevediamo Borse di studio per i corsi abilitanti”.

Tra le riflessioni importanti emerse dal 24.esimo Convegno Aiic non poteva mancare quella su cui professionisti, istituzioni e aziende si stanno confrontando da tempo: l’innovazione e la sostenibilità possono coesistere o sono destinate ad un dialogo tra sordi? Mentre si attende la pronuncia sul tema Payback, Massimo Giuseppe Barberio, Coordinatore Gruppo di lavoro dei diagnostici di Assobiotech, ha dichiarato che “i tempi sono maturi per accelerare una spinta interna alle organizzazioni che operano nel mondo della Salute” per far “emergere tra gli obiettivi condivisi anche quelli legati alla sostenibilità. Diventa necessario coniugare sostenibilità e appropriatezza, usando come collante le tecnologie innovative che contribuiscono ad aumentare le possibilità di cura per un numero sempre maggiore di pazienti e nel contempo riducono significativamente il costo complessivo di gestione di determinate patologie.”

Dal suo punto di vista Fernanda Gellona, direttore generale Confindustria Dispositivi medici, ha evidenziato che “sull’accesso all’innovazione tecnologica, noi abbiamo visto con grande favore l'ingresso e la definizione del Piano nazionale Hta che, per la valutazione delle innovazioni tecnologiche è, noi riteniamo, lo strumento giusto. Però, a fianco di questo Piano, ci deve essere anche la certezza che poi, ad esempio, un'innovazione che abbia avuto un parere positivo, trovi spazio nei Lea”.

Sull’argomento il presidente Nocco ha concluso: “La sostenibilità dell’innovazione va ripensata. Spesso ci fermiamo all'aspetto puramente economico perché è quello probabilmente più comprensibile a tutti, però ci sono tanti driver che controllano l'innovazione e quindi è chiaro che la sostenibilità non è solo da pensare in chiave economica, ma è anche di processo, perché ogni nuova tecnologia comporta modifiche ai processi che vogliono dire cambiare il modo di lavorare, magari avere più risorse umane oppure modificare il loro modo di lavorare, e quindi formazione. Occorre pertanto entrare in una chiave culturale differente in cui finalmente concordiamo tutti sul fatto che il driver dell'innovazione tecnologica sia multidisciplinare e comprenda pertanto i molti fattori - economici e non solo - che danno nuovo significato alla parola sostenibilità”.

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Salute e Benessere

Controllo qualità farmaci, a Merck Italia gli About Pharma...

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Con un progetto sull’Intelligenza artificiale

Controllo qualità farmaci, a Merck Italia gli About Pharma Digital Awards

Merck Italia, affiliata italiana di Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, è stata premiata nel corso della cerimonia conclusiva degli About Pharma Digital Awards, svoltasi giovedì scorso presso l’Allianz Cloud di Milano, con il Progetto “L’Intelligenza Artificiale per l’analisi del controllo qualità”, nella categoria 'Trasformazione Digitale e Industria 4.0'. Il progetto - riporta una nota - presentato dal team del sito Merck di Guidonia Montecelio, consiste in un prototipo che utilizza l’Intelligenza artificiale (Ia) per migliorare il controllo di qualità (Qc) dei farmaci.

Il Qc è un processo fondamentale per un’azienda farmaceutica, al fine di garantire la sicurezza e l’efficacia dei farmaci prodotti, che parte dal controllo delle materie prime, fino al prodotto finito, utilizzando varie tipologie di analisi, compresa la cromatografia, utilizzata per separare, identificare e quantificare le diverse componenti un farmaco. La proposta di Merck Italia vede l’utilizzo del'Ia, in particolare quella basata sul 'deep learning', al fine di minimizzare l’attuale variabilità nell’analisi dei dati e garantire maggiore consistenza nei risultati.

Merck Italia è arrivata, inoltre, in finale con altri quattro progetti, nelle categorie Digital in Esg, Ricerca clinica, 'Digital health partnership e Telemedicina. La presenza in categorie così eterogenee - riferisce la nota- testimonia il presidio da parte di Merck Italia di tutte le fasi della catena del valore nel mondo healthcare: dal supporto alla ricerca e alla pratica clinica in collaborazione con i professionisti della salute, alla proposta di soluzioni di digital health per migliorare l’interazione medico-paziente, fino alla sostenibilità a favore delle comunità e dei territori in cui l’azienda opera.

“Questo premio, e i bei piazzamenti in diverse categorie, ci rendono felici e ci riempiono di orgoglio – dichiara Ramón Palou de Comasema, Presidente e Amministratore delegato Healthcare di Merck Italia – perché valorizzano la nostra presenza integrata in tutte le fasi della filiera healthcare. Si tratta di un riconoscimento che premia la nostra volontà di essere sempre pionieri dell’innovazione farmaceutica, e arriva in una settimana speciale per noi, in cui abbiamo celebrato i 50 anni proprio del nostro sito di R&D di Guidonia, un’eccellenza per la nostra organizzazione italiana e per l’intero gruppo Merck”.

Giunti alla loro 11esima edizione, gli About Pharma Digital Awards, vedevano quest’anno 19 categorie all’interno delle quali era possibile presentare i progetti, valutati da una giuria composta da 48 esperti secondo tre criteri: originalità dell’idea e innovatività dell’approccio; capacità di coinvolgimento degli stakeholder e rispetto delle tempistiche e raggiungimento degli obiettivi.

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