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25 aprile, al via presidio pro Palestina in piazza Duomo:...
25 aprile, al via presidio pro Palestina in piazza Duomo: “Resistenza si difende”
I giovani manifestanti pro Palestina hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza. Carica della polizia. Dieci le persone accompagnate in questura
Sono dieci le persone accompagnate in questura "per gli opportuni provvedimenti", a causa dei disordini avvenuti in piazza Duomo in occasione della manifestazione per il 25 Aprile. Lo rende noto la questura di Milano.
Due i momenti di tensione: il primo davanti al Mc Donald's, dove un gruppo di giovani pro Palestina ha cercato di sfondare il cordone creato dai City Angels a protezione dello spezzone della Brigata ebraica, al grido di "fuori i sionisti dal corteo. Qui ci sono stati alcuni minuti di scontri fisici, in cui sono state scagliate sedie contro i baschi e contro i giornalisti. Tra i bersagli anche il cane di un passante, sollevato da terra per il collare e brandito contro la folla.
Altre tensioni sono avvenute intorno alle 16.30 nel cuore della piazza, dove un gruppo di giovani filo palestinesi, giunti in Duomo ore prima dell’arrivo del corteo ufficiale, ha tentato di sfondare la barriera con le transenne predisposta a protezione del palco. “Immediatamente intervenuti contingenti delle forze dell'ordine che hanno contenuto il gruppo”, riferisce la questura.
Al dispositivo di ordine pubblico predisposto dal questore Giuseppe Petronzi hanno partecipato gli agenti della polizia di stato, insieme a carabinieri, guardia di finanza e polizia locale, con la collaborazione di Amsa e Atm. L'azienda di trasporto pubblico ha provveduto alla sospensione temporanea della circolazione di alcune linee di tram e del salto fermata delle stazioni della metropolitana di Duomo e San Babila.
Un ragazzo che sfilava con la Brigata ebraica è stato ferito a un braccio durante l’aggressione da parte dei militanti pro Palestina. "I nostri amici della religione di pace non gradivano la presenza della Brigata ebraica e della stella di David e hanno pensato di aggredire, come di consueto per la religione di pace", ha commentato con sarcasmo la vittima, Riccardo, mentre veniva medicata la ferita ancora sanguinante che ha al braccio. Non è chiaro come gliel'abbiano procurata, una delle ipotesi - ha spiegato il giovane - è che possa essere stato uno dei bastoni sfilati dalle bandiere israeliane e usati dai militanti pro Palestina durante l'assalto.
Clima teso sin dall'inizio della manifestazione. Un gruppo di contestatori, con bandiere palestinesi, prima della partenza ha urlato 'Fuori i sionisti dal corteo' e 'Fuori Israele dalla Palestina'. Al passaggio più delicato in piazza San Babila, il punto dove il corteo fa una curva e in cui in passato la Brigata ebraica è stata contestata, si sono levati alcuni isolati fischi, ma anche applausi.
Insieme alla Brigata ebraica ha sfilato anche la comunità ucraina, con lo striscione "Cessi il fuoco chi l'ha iniziato" e "Sì alla difesa, no alla resa".
In piazza Duomo i manifestanti hanno occupato tutta l'area transennata davanti al palco. La fila più estrema di transenne è rivestita di manifesti che inneggiano alla resistenza palestinese. Anche la statua di Vittorio Emanuele II, al centro della piazza, è stata avvolta da una grande bandiera palestinese, nonostante la tripla fila di transenne posta a difesa del monumento.
Accanto alle bandiere palestinesi, anche quelle delle sigle che hanno aderito alla manifestazione: tra gli altri, Unione sindacale di base, Potere al popolo, collettivo universitario Cambiare rotta.
In piazza anche i centri sociali e le realtà antagoniste, come la rete 'Dax resiste'. 'Netanyahu assassino' e 'Intifada fino alla vittoria' gli slogan che hanno accompagnato l'entrata in piazza, dove è stato esibito un grande striscione: 'Fuori i genocidi dalla storia'. Un altro manifesto usa le parole scelte dalla Brigata ebraica 'Ora e sempre la democrazia si difende', mutandole in 'Ora e sempre la resistenza si difende'.
Esteri
Ucraina, Zelensky: “Cacceremo Putin”. Russia...
Il presidente ucraino: "Cacceremo quel pazzo". Mosca assedia Chasiv Yar, base per la nuova offensiva
"Vladimir Putin è pazzo, lo cacceremo dall'Ucraina". Nella fase cruciale della guerra con la Russia, Volodymyr Zelensky prova a tenere alto il morale e a mantenere nel mirino l'obiettivo sempre dichiarato: respingere gli invasori e mantenere l'integrità territoriale della Russia. Le parole del presidente ucraino arrivano in un momento particolarmente critico.
Le forze di Mosca premono lungo la linea del fronte e nel Donetsk assediano la roccaforte di Chasiv Yar, snodo determinante per il controllo della regione e per l'eventuale organizzazione di una più ampia offensiva, che esperti e analisti attendono tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate.
La caduta di Chasiv Yar è "questione di tempo", ha ammesso Vadym Skibitsky, numero 2 dell'intelligence della Difesa ucraina, che all'Economist ha delineato un quadro complessivo poco incoraggiante per Kiev: vincere la guerra, ha detto in sintesi, è quasi impossibile e l'unico modo per porre fine al conflitto è il negoziato.
La trattativa con Mosca, però, al momento non è un'ipotesi concreta. La Russia ha detto e ripetuto che non considera Zelensky un interlocutore. L'ultimo segnale in tal senso è arrivato nelle ultime ore: il presidente ucraino è stato formalmente inserito nella lista dei ricercati dal ministero dell'Interno russo. E' stata aperta un'inchiesta penale nei confronti di Zelensky ai sensi di un articolo del codice penale russo, che non viene però specificato.
Il messaggio di Zelensky
"Putin non vuole la pace, è pazzo. Ogni giorno il suo Stato fa cose nuove per dimostrarlo. E per battere questo male, per vincere la guerra, abbiamo bisogno della massima unità del mondo. I risultati si ottengono insieme", dice Zelensky nel suo quotidiano messaggio.
"La Russia - sottolinea - può solo essere costretta a lasciare l'Ucraina da sola. E questo accadrà. La nostra forza lo farà sicuramente accadere. La forza del nostro popolo, la nostra forza militare, la forza della nostra unità con il mondo, la forza dei nostri partner, la forza della nostra diplomazia". L'Ucraina punta sul Summit per la pace in programma a giugno in Svizzera per preparare il terreno ad un'eventuale soluzione diplomatica della crisi. Il vertice "si terrà e dovrà avere successo, a prescindere da quanto cercheranno di sabotarlo", dice riferendosi all'evento a cui la Russia non è invitata.
Zelensky, intanto, spiega che Oleksandr Syrskyi, il Comandante delle Forze armate ucraine, ha fatto un lungo rapporto sulla situazione. Anche il capo dell'intelligence della Difesa ucraina Kyrylo Budanov ha tenuto una relazione. "Siamo consapevoli di tutti gli aspetti della situazione attuale", dice il presidente, che annuncia l'abbattimento di un aereo Su-25 nella regione di Donetsk.
Russia avanti nonostante le perdite record
"Vorrei dedicare una menzione speciale ai soldati della 110a brigata meccanizzata separata per aver abbattuto un altro Su-25 russo nell'oblast di Donetsk", dice. "Nonostante la dura pressione russa, nonostante tutte le difficoltà della situazione, ora i nostri soldati stanno distruggendo gli invasori", afferma.
E in effetti la Russia accusa pesanti perdite, che però rallentano ma non frenano la macchina bellica affidata al ministro della Difesa Sergei Shoigu. Ogni giorno poco meno di 900 soldati russi vengono uccisi o feriti sul campo di battaglia in Ucraina, come rileva l'intelligence britannica che monitora quotidianamente il conflitto. Con un 'serbatoio umano' praticamente illimitato, Mosca può permettersi di riversare al fronte risorse senza soluzione di continuità.
"È probabile che il tasso di vittime della Russia aumenti ancora nei prossimi due mesi, con la ripresa delle operazioni offensive nell'Ucraina orientale", afferma l'intelligence britannica. "Questo segue una leggera diminuzione del ritmo delle operazioni negli ultimi due mesi, dopo la caduta di Avdiivka", aggiunge. Dall'inizio della guerra sono state registrate più di 465mila perdite russe, con una media, quest'anno, di 899 al giorno, tra morti e feriti.
Esteri
Studente italiano arrestato a Miami, incaprettato da polizia
Secondo La Nazione, un 25enne originario di Spoleto arrestato in Florida
Arresto choc a Miami per uno studente italiano. E' quanto riferisce il quotidiano 'La Nazione' sul proprio sito. Il 25 enne, che era in Florida per frequentare un Master alla Florida International University, riferisce il giornale, è stato sbattuto a terra dalla polizia di Miami e gli è stato premuto il volto contro l’asfalto con il ginocchio dell’agente contro il collo. Una volta in una cella di transito alla stazione di polizia di North Miami Beach, in quattro, riferisce 'La Nazione', lo hanno incaprettato per 13 minuti sottoponendolo all’Hogtie restraint.
Con una cinghia hanno legato i piedi alle manette dietro la schiena e tirato, fino a quando lo studente italiano di 25 anni di origine di Spoleto, li ha supplicati di smettere perché si sentiva letteralmente spezzare. 'Please, please, please' sarebbero state le parole pronunciate con un filo di voce tra lacrime e strazi indicibili.
Le scene di violenza, riferisce il giornale, sono state riprese dalle bodycam indossate dagli agenti, anche quella all’interno della stazione di polizia, che il legale americano dello studente italiano è riuscito ad ottenere dalla procura solo il 12 aprile nell'ambito del processo, di fatto terminato con l’ammissione al Pti (Pre trail intervention), una sorta di programma rieducativo.
Una storia che è iniziata la notte tra il 24 e il 25 febbraio scorso ma che la famiglia dello studente voluto denunciare solo ora che il giovane ha accettato il programma disposto dal giudice che farà decadere i quattro capi di imputazione per resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio. Accuse per le quali il 25enne era stato arrestato nel corso di un intervento notturno in un locale da agenti fuori servizio". Cosa sia accaduto esattamente quella notte - scrive il quotidiano - sarà materia di indagine: la famiglia vuole sporgere formale denuncia per gli abusi, le dichiarazioni non corrispondenti alla verità e rese sotto giuramento, l’arresto illegittimo e le torture subite dal giovane e appellarsi al Quarto emendamento". I poliziotti scriveranno di essere intervenuti nel bar in cui si trovava lo studente perché il ragazzo avrebbe creato problemi nel locale tanto da essere sbattuto fuori e di essersi opposto all’arresto, facendo resistenza agli agenti perché rivoleva indietro i 500 dollari spesi.
Sport
Gp Miami, Verstappen in pole position con Red Bull davanti...
L'olandese della Red Bull parte davanti a Leclerc e Sainz
Max Verstappen in pole position con la Red Bull nel Gp di Miami davanti alle Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz. Il pilota olandese, campione del mondo e leader del Mondiale 2024 di Formula 1, dopo aver vinto la Sprint completa il suo super-sabato con il miglior tempo nelle qualifiche. Verstappen conquista la pole, la 38esima della carriera e la sesta in altrettante gare quest'anno, con un giro in 1'27''241.
L'olandese precede la Ferrari del monegasco Leclerc (+0''141) che, dopo il secondo posto nella Sprint, completa la prima fila sulla griglia del Gp in programma domenica 5 maggio. Lo spagnolo Sainz, con l'altra rossa, chiude con il terzo tempo (+0''214) e apre la seconda fila in cui sarà affiancato dalla Red Bull del messicano Sergio Perez.
In terza fila le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri, seguite dalle Mercedes di George Russell e Lewis Hamilton. In quinta fila, a completare la top ten, la Haas di Nico Hulkenberg e la RB di Yuki Tsunoda.