Ultima ora
Attacco a Iran, Nyt: “Israele ha cambiato piani e...
Attacco a Iran, Nyt: “Israele ha cambiato piani e limitato risposta”
Secondo il New York Times, la rappresaglia di Tel Aviv sarebbe dovuta essere molto più ampia
Era molto più ampio, ed includeva anche obiettivi militari vicino Teheran, il piano di risposta originale con cui Israele intendeva 'punire' l'Iran per l'attacco lanciato con droni e missili nella notte tra il 13 ed il 14 aprile. Lo scrive il New York Times, citando funzionari israeliani e occidentali a condizione di anonimato, secondo i quali aerei da combattimento dello Stato ebraico hanno lanciato "un numero limitato di missili" da diverse centinaia di chilometri a ovest dell'Iran, e anche piccoli droni d'attacco, noti come quadricotteri, "per confondere le difese aeree iraniane". Un singolo missile ha colpito una batteria antiaerea nell'Iran centrale, che probabilmente faceva parte del sistema di difesa aerea S-300 schierato a protezione dell'impianto nucleare di Natanz.
Un altro missile è esploso a mezz'aria. Secondo un funzionario israeliano, sarebbe stato distrutto dall'Aeronautica militare "una volta che è diventato chiaro che il primo aveva raggiunto il suo obiettivo, per evitare di causare troppi danni". Secondo una fonte occidentale, invece, l'esplosione sarebbe stata causata semplicemente da "cattivo funzionamento".
Il giornale statunitense sostiene, tuttavia, che Israele inizialmente aveva programmato l'attacco per il 15 aprile, ma ha rinunciato all'ultimo per il timore che Hezbollah potesse "aumentare in modo significativo l'intensità dei suoi attacchi nel nord di Israele". Lo Stato ebraico non ha rivendicato ufficialmente il contrattacco, anche se molti dei suoi leader hanno lasciato intenderne la responsabilità, mentre l'Iran ha minimizzato la portata della risposta.
Cronaca
Auto, convegno finale a Courmayeur conclude la Coppa delle...
Grand Tour di 1600 chilometri lungo la dorsale alpina
Si è concluso il Grande Viaggio Alpino della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia 2024. Al termine di questo Grand Tour di 1600 chilometri lungo la dorsale alpina, che ha toccato tutte e 7 le nazioni della macroregione, lungo il quale i 30 equipaggi in gara si sono sfidati in 90 Prove Cronometrate e 18 Prove di Media, è arrivato il momento di tirare le fila.
La mattinata si è aperta alle 9:30 con le premiazioni: vincenti Stefano Ginesi e Susanna Rohr con una Fiat 508 S Balilla del 1934; al secondo posto l’equipaggio belga Decremer-Mertens con la loro Aston Martin Db2 del 1951 e, sul terzo gradino del podio, sono saliti Carrara e Consoli con una Jaguar XK 120 Ots del 1953. Dopodiché, ha avuto inizio il Convegno finale che ha restituito il senso dell’itinerario tematico delle tappe sede dei talk, in occasione delle quali, una squadra di esperti scelta da 1000 Miglia che ha viaggiato a bordo di 8 auto storiche a seguito del convoglio, ha incontrato le istituzioni e i rappresentanti di buone pratiche locali. Alberto Piantoni, CEO di 1000 Miglia Srl, ha presentato così il progetto: “Portare le macchine d’epoca sulle Alpi per parlare di sostenibilità di primo acchito sembrava da pazzi. Ma l’audacia di 1000 Miglia oggi non riguarda più la velocità, è audacia di pensiero: con questo progetto abbiamo voluto creare una rete fra le comunità alpine, che hanno una riserva di valori importante che abbiamo voluto raccontare con l’aiuto di queste vetture, capolavori di tecnica e design. Le località hanno risposto con entusiasmo e ci hanno aperto anche le porte dei loro centri pedonali”. Due le macroaree tematiche che sono state approfondite dai numerosi ospiti intervenuti sul palco: “Tracce di coscienza di luogo e buone pratiche nella piattaforma alpina” e a seguire “Gli scenari e le grandi sfide della piattaforma alpina”.
Questa edizione della Coppa delle Alpi resterà un unicum e nel 2025 la gara tornerà ad essere disputata in inverno. La parte di Think Tank prenderà una strada indipendente, memore di quello che questo viaggio ha lasciato. Paesaggi, voci, valori, la coscienza di un cambiamento urgente racchiuso in un’immagine rimasta impressa negli occhi dei partecipanti: quella della mer de glace dal Rifugio Montenvers o, meglio, quello che ne resta.
Sport
Giro d’Italia 2024, Narvaez vince la prima tappa ed è...
La prima tappa partita da Venaria Reale, con arrivo a Torino dopo 140 chilometri e la salita sul Colle della Maddalena
L'ecuadoriano Jhonatan Narváez si impone sul traguardo di Torino in volata nella prima tappa del Giro d'Italia 2024 partita da Venaria Reale, con arrivo a Torino dopo 140 chilometri e la salita sul Colle della Maddalena. Il corridore della Ineos-Grenadiers è la prima maglia rosa del Giro.
La prima tappa si è conclusa con uno sprint a tre dopo le prime sfide in salita che alla fine si è aggiudicato Narvaez davanti al tedesco Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe) e allo sloveno Tadej Pogacar (Uae Team Emirates), protagonista di un incredibile recupero nel finale. Domani la seconda frazione, la San Francesco al Campo-Santuario di Oropa (Biella) di 161 chilometri.
Esteri
Allarme 007 Ucraina: “Russia potrebbe prendere paesi...
A lanciare l'allarme è il numero due dei servizi segreti militari ucraini (Gur), il generale Vadim Skibitsky
La Russia sta avanzando sul campo di battaglia ucraino e potrebbe "prendere i Paesi baltici in sette giorni" se gli alleati di Kiev non intensificano il loro sostegno. A lanciare l'allarme è il numero due dei servizi segreti militari ucraini (Gur), il generale Vadim Skibitsky.
"I russi prenderanno i Paesi baltici in sette giorni. Il tempo di reazione della Nato è di dieci giorni", ha dichiarato Skibitsky in un'intervista a The Economist.
"Il coraggio e i sacrifici dell'Ucraina hanno dato all'Europa diversi anni di margine di manovra e hanno eliminato la minaccia immediata rappresentata dalle truppe aeree e dai marines russi per almeno un decennio", ha aggiunto. La questione ora è se l'Europa "restituirà il favore e sosterrà l'Ucraina".