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Netanyahu: “Iran aspetti nostra risposta”....

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Netanyahu: “Iran aspetti nostra risposta”. Teheran: “Pronti a usare armi mai utilizzate prima”

Lo spiegano alla Cnn un funzionario dell'Amministrazione Usa e una fonte dell'intelligence americana. Teheran: "Risposta sarà dolorosa, pronti a usare arma che non abbiamo mai usato". Gantz: "Sceglieremo noi quando e dove colpire"

Esercito israeliano - Afp

Sarà "ristretta e limitata" la risposta militare di Israele al lancio di droni e missili dall'Iran, ma colpirà l'interno del territorio iraniano. Lo hanno dichiarato un funzionario autorevole dell'Amministrazione Usa e una fonte dell'intelligence americana alla Cnn, sottolineando che Israele ritiene di dover rispondere a quello che è un attacco senza precedenti da parte dell'Iran. In ogni caso, Israele non ha detto agli Stati Uniti ufficialmente quali potrebbero essere i suoi piani e quando potrebbe attaccare, ha detto l'alto funzionario dell'Amministrazione Usa citato dall'emittente.

"Speriamo che ci diano qualche avvertimento in modo da essere pronti a proteggere il nostro personale, non solo militare, ma diplomatico in tutta la regione", ha detto il funzionario citato a condizione di anonimato. "Non c'è alcuna garanzia che ci daranno un avvertimento e sanno che quando lo faranno probabilmente esprimeremo nuovamente la nostra obiezione'', ha aggiunto.

Ma se Israele non rispondesse, ha aggiunto il funzionario, gli Stati Uniti sono ''fiduciosi che ci sarà una riduzione della tensione'' e la situazione tornerebbe allo status quo. ''Ma ogni ulteriore mossa ora apre una serie di altre possibilità, alcune delle quali sono piuttosto spaventose'', ha aggiunto l'alto funzionario.

L'Iran dovrà aspettare "nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l'attacco, proprio come ha fatto fare a Israele", ha intanto detto ieri il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Ma se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, la risposta dell'Iran sarà "immediata, più forte e più ampia", ha dichiarato dal canto suo il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. E, al minimo attacco agli interessi iraniani, ha affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, risponderebbe in modo non solo ampio ma "doloroso".

Non solo. Il Comitato per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che Teheran è "pronto a usare un'arma che non abbiamo mai usato". Nella stessa dichiarazione, Amouei ha affermato che Israele dovrebbe considerare i suoi prossimi passi e "agire con saggezza".

Gantz: "Israele sceglierà quando e dove colpire"

Israele sceglierà quando e dove rispondere all'attacco scenografico dell'Iran di sabato scorso. Lo ha sottolineato il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, durante un evento organizzato dal quotidiano Israel Hayom.

"L'Iran è un problema globale e regionale, ed anche una minaccia per Israele. Pertanto il mondo dovrebbe agire contro di esso militarmente e imporgli sanzioni per fermare la sua aggressione", ha affermato l'ex capo di Stato maggiore, precisando di averne discusso "con alti funzionari dell'Amministrazione americana".

Gantz ha quindi sottolineato che Israele risponderà all'Iran "con saggezza strategica nel luogo, nel momento e nel modo che sceglierà. E non è questa la sede per approfondire".

Media: in arrivo nuove sanzioni Usa contro Iran

Il segretario al Tesoro americano Janet Yellen sta preparando nuove sanzioni da imporre all'Iran in seguito al suo attacco senza precedenti contro Israele, scrive Axios, anticipando che Yellen annuncerà le nuove sanzioni durante la conferenza annuale del Fondo monetario internazionale che si terrà nelle prossime ore a Washington. Yellen, inoltre, inviterà i presenti alla conferenza a intraprendere passi simili.

Il Tesoro americano, secondo Yellen, ''non esiterà a lavorare con i nostri alleati per usare la nostra autorità sanzionatoria per continuare a interrompere l’attività maligna e destabilizzante del regime iraniano''.

Usa: "Israele potrebbe colpire obiettivi al di fuori dall'Iran"

Gli Stati Uniti ritengono dal canto loro che la risposta di Israele sarà probabilmente limitata e potrebbe concentrarsi su obiettivi chiave al di fuori dell'Iran. Lo hanno detto alla Nbc quattro funzionari statunitensi, secondo i quali la mancanza di gravi danni causati da Teheran potrebbe indurre Gerusalemme a cercare una risposta meno aggressiva. Invece di colpire direttamente l’Iran in risposta – cosa che, gli alleati di Israele hanno avvertito, metterebbe la regione in una spirale di guerra totale – i funzionari dicono alla Nbc che Israele potrebbe colpire i rappresentanti dell’Iran, come le sue milizie in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano.

Gli appelli alla moderazione

Gli appelli alla moderazione si sono moltiplicati dopo l'attacco senza precedenti dell'Iran a Israele, nel timore che il confronto possa infiammare ulteriormente le tensioni in Medio Oriente e portare i due nemici giurati sull'orlo della guerra. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz - durante una visita in Cina - ha chiesto a Israele di contribuire a smorzare la situazione e di non gettare via il successo ottenuto intercettando quasi tutti i droni e missili lanciati sul Paese.

"Faremo tutto ciò che è in nostro potere per evitare una fiammata, un'escalation", ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron all'emittente BFMTV. Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito lunedì pomeriggio per la seconda volta in 24 ore e ha valutato diverse possibili risposte all'attacco, secondo quanto riportato dai media, ma inizialmente non era chiaro se fosse stata presa una decisione. Alcune delle opzioni sono di natura minore, mentre altre sono più intense, ha riferito l'emittente televisiva israeliana Channel 12, secondo cui Israele cerca una risposta che sia dolorosa per l'Iran senza scatenare una guerra regionale.

Cosa intende fare Israele

Il gabinetto, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, si è riunito per quasi tre ore, valutando le possibili risposte agli attacchi aerei, che sono arrivati a seguito di un attacco al complesso dell'ambasciata iraniana a Damasco che si ritiene sia stato effettuato da Israele e nel quale sono stati uccisi diversi comandanti di alto livello. Netanyahu ha dichiarato in una riunione privata con i ministri del suo partito Likud che l'attacco missilistico dell'Iran deve essere seguito da una risposta intelligente, secondo quanto riportato dalla stazione radio Kan. Secondo il rapporto, l'Iran dovrebbe aspettare nervosamente di vedere quando arriverà il contraccolpo, come ha fatto Israele prima dell'attacco nella tarda serata di sabato.

L'emittente ha riferito, citando un alto funzionario, che Israele ha promesso di informare gli Stati Uniti prima di lanciare un contrattacco, per dare alle truppe statunitensi nella regione il tempo di prepararsi a un'eventuale rappresaglia iraniana. Domenica il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva esortato Netanyahu a "pensare attentamente e strategicamente ai rischi di escalation", secondo un alto funzionario del governo statunitense.

Israele non ha altra scelta che colpire, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un colloquio telefonico con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, rende noto Axios citando fonti. Israele, ha detto Gallant, non può consentire che missili balistici siano lanciati sul suo territorio senza risposta. E non può consentire l'equazione per cui l'Iran risponde con un attacco diretto ogni volta che Israele colpisce obiettivi in Siria. Austin ha quindi espresso quanto già Joe Biden aveva detto a Netanyahu, sulla necessità di fare il possibile per evitare ulteriore escalation.

All'interno del governo israeliano, ci sono richieste di un'azione rapida e dura, in particolare da parte di politici dell'estrema destra. Gli integralisti, tuttavia, non sono rappresentati nel gabinetto di guerra. "La cosa migliore da fare nel caso di Israele è riconoscere che questo è stato un fallimento per l'Iran", ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico David Cameron a Times Radio. Sebbene Israele abbia il diritto di rispondere a un attacco di questo tipo, ha detto che la Gran Bretagna vuole anche evitare un'escalation e sta esortando il Paese a "pensare con la testa oltre che con il cuore".

Israele si prepara dunque a rispondere all'Iran, una decisione caldeggiata dai vertici di governo ed esercito che non vedono "altra scelta". Una risposta che tuttavia non sarà "di pancia" ma studiata con "saggezza", ha assicurato Netanyahu, che tuttavia non detta i tempi.

Anche i leader occidentali hanno lanciato un monito a Teheran. Il primo attacco diretto dell'Iran contro Israele è stata una "terribile escalation" che non avrebbe dovuto avere luogo, ha detto il tedesco Scholz. Il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha sottolineato nei colloqui con il capo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano, Zachi Ha-Negbi, "la necessità di moderazione da parte di tutte le parti del conflitto in Medio Oriente, al fine di prevenire la sua escalation", hanno riferito le agenzie di Stato russe.

Il ministro degli Esteri iraniano Hussein Amirabdollahian, nel frattempo, ha descritto l'attacco del suo Paese a Israele come una questione di "legittima difesa" durante i colloqui con diversi suoi omologhi. In una telefonata con il capo della politica estera dell'Ue Josep Borrell, Amirabdollahian ha nuovamente criticato l'attacco del 1° aprile al complesso dell'ambasciata iraniana in Siria, che ha causato sette morti, tra cui due alti comandanti. Israele non ha negato la responsabilità dell'attacco aereo. Amirabdollahian ha dichiarato che l'Iran "non ha altra scelta che punire il regime sionista come parte della sua legittima difesa", si legge in un comunicato del suo ministero. Secondo il suo ministero, Amirabdollahian ha parlato anche con i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Siria, India, Qatar, Egitto e Malta.

In una conversazione con il suo omologo russo Sergei Lavrov, il ministro degli Esteri iraniano ha avvertito di una dura risposta in caso di rappresaglia da parte di Israele. "Qualsiasi aggressione da parte di Israele o dei suoi sostenitori incontrerà una risposta più forte di prima" avverte, a quanto riporta Iran Observer, il portavoce delle forze armate iraniane. Che, rivolgendosi ai leader occidentali, ha aggiunto che Teheran non cerca di ampliare il conflitto ma che "taglierà ogni mano" che oltrepasserà i limiti.

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Cronaca

Tir si ribalta e schiaccia auto in A10, due morti e 4 feriti

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Gravissimi due dei feriti nell'incidente mortale tra Sanremo e Arma di Taggia in direzione Genova

Incidente - Fotogramma

Due morti e quattro feriti, di cui due gravissimi, sull'Autostrada dei Fiori per un incidente verificatosi intorno alle 17.30 tra Sanremo e Arma di Taggia in direzione Genova. Un tir si è ribaltato schiacciando un'auto contro un altro camion. Sul posto, il 118 con sei ambulanze, due automediche e due elicotteri: il Drago dei Vigili del fuoco e il Grifo.

A quanto fa sapere la concessionaria, "sono in atto le operazioni per il soccorso dei restanti feriti e per liberare i mezzi che nella tratta interessata dall’incidente sono rimasti bloccati: interventi complessi che richiedono la partecipazione anche di tutte le forze di soccorso e che non si prevede termineranno a breve". Si è dunque dovuta istituire "un’uscita obbligatoria per i veicoli leggeri diretti verso Genova presso lo svincolo di Sanremo con rientro possibile allo svincolo di Arma di Taggia; i mezzi pesanti non potendo percorrere la SS 1 Aurelia nel tratto in questione sono fatti stazionare presso l’autoporto di Ventimiglia".

Per aggiornamenti in tempo reale sulla viabilità si raccomanda di consultare i pannelli a messaggio variabile, le mappe interattive pubblicate sul sito internet di www.autostradadeifiori.it e sui canali informativi WhatsApp e Telegram A10 di Autostrada dei Fiori. È inoltre possibile ricevere informazioni in tempo reale sul traffico anche consultando la pagina Facebook della concessionaria.

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Spettacolo

Roberto Bolle alla direzione della compagnia della Scala?...

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Apertura dell'etoile: "Sarebbe sicuramente un grande onore e un privilegio"

Roberto Bolle - Fotogramma

"Ancora non lo so, sarebbe sicuramente un grande onore e un privilegio perché la Scala è anche la mia casa, un teatro a cui sono legatissimo... vedremo, potrei farci un pensiero”. Così Roberto Bolle – che questa sera vedremo nello show 'Viva la Danza' in prima serata su Rai1 - ha risposto ospite a 'La Vita in Diretta' alla domanda del conduttore Alberto Matano, che gli faceva presente che si fa il suo nome come direttore della Compagnia di Balletto del Teatro alla Scala. "Tutti i ballerini ti incitano a farlo ma tu hai sempre declinato, lo farai anche quest’anno alla scadenza del mandato?", ha chiesto Matano. Incassando "un'apertura" da parte dell'étoile.

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Esteri

TikTok, von der Leyen: “Bandirlo in Ue? Non lo...

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La presidente della Commissione Europea: "Ne conosciamo esattamente la pericolosità"

TikTok - Fotogramma /Ipa

"Non è escluso". Così la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, candidata di punta del Ppe, risponde, a Maastricht durante il dibattito tra gli Spitzenkandidaten, alla domanda se l'Ue possa valutare di "vietare" TikTok, come si preparano a fare gli Usa, se ByteDance non disinvestirà completamente entro un anno. "La Commissione - continua - è stata la prima istituzione al mondo a vietare TikTok sui nostri telefoni aziendali. Quindi, per essere molto chiari, conosciamo esattamente la pericolosità di TikTok".

Il destino di TikTok negli Usa

Il destino negli Stati Uniti di Tik Tok è quanto mai incerto dopo che il Congresso ha approvato la legge, che Joe Biden oggi firmerà, che potrebbe portare a un bando del social media che ha 170 milioni di utenti nel Paese se la società proprietaria cinese, ByteDance, non troverà un acquirente americano entro nove mesi. Il presidente, prevede ancora la legge, potrebbe allungare di altri 90 giorni la scadenza.

Analisti ed esperti del settore americani ritengono però che in realtà potrebbero passare anche diversi anni prima che il possibile bando possa entrare in vigore, non solo perché ByteDance, come è scontato, avvierà una battaglia legale, invocando la violazione del primo emendamento che sancisce la libertà di espressione, che dovrà probabilmente passare tutti i gradi di giudizio, contro la misura.

La legge, bisogna ricordare, ha ottenuto un vasto sostegno bipartisan alla luce delle preoccupazioni del fatto che la proprietà cinese del social media così diffuso, e forte a livello sia economico che culturale negli Usa, possa essere utilizzato dal governo cinese per raccogliere dati sugli americani.

I congressisti non si sono fatti dissuadere dalle proteste arrivate ai loro uffici e centralini da parte di utenti di Tik Tok arrabbiati, o dalla campagna pubblicitaria avviata negli ultimi giorni dal social per garantire il sistema di sicurezza dei dati. E anche il fatto che Tik Tok ha denunciato che il Congresso abbia usato "un importante pacchetto di aiuti all'estero" per "coprire un divieto che calpesterà il diritto di espressione di 170 americani".

Secondo Isaac Boltannsky, della società di servizi finanziari Btig, il ricorso di ByteDance potrà arrivare entro il prossimo autunno e il caso arriverà di fronte alla Corte d'appello di D.C., ed a questo punto il conto alla rovescia dei nove mesi di scadenza sarà messo in pausa. Dopo la sentenza della Corte d'appello, la parte sconfitta sicuramente ricorrerà alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Questo significherebbe - spiega ancora Boltansky a Nbcnews - che il bando sarà bloccato ancora per un anno, rinviando la sua possibile entrata in vigore al 2026.

ByteDance non userà solo l'argomento in aula dell'incostituzionalità della misura, ma anche porterà avanti una campagna di lobbying, già avviata, per sottolineare come il bando avrà una ricaduta su settori chiave dell'economia, presentando studi che affermano che nel 2023 Tik Tok ha contribuito con 24, 2 miliardi al Pil Usa. E per fare questo può contare su un esercito di influencer: "dobbiamo fare rumore in modo che non ci tolgano la nostra voce", ha scritto sul social @dadlifejason che ha 13,8 milioni di follower.

Per quanto riguarda la ricerca di un possibile acquirente americano, che secondo la legge permetterebbe al social di continuare ad operare, anche su questo fronte lo scenario è complesso. Se grandi società Tech amerebbero mettere le mani sulla piattaforma, secondo Boltansky l'amministrazione Biden - per non parlare dei repubblicani, Donald Trump in testa, che odiano Big Tech - non ha interesse ad espandere ulteriormente il potere e l'influenza dei grandi social americani.

Nei mesi scorsi si era parlato della possibilità che emergessero nuovi attori, come la cordata che Steve Mnuchin, ex Goldman Sachs ed ex ministro del Tesoro di Trump, a marzo aveva detto che aveva intenzione di mettere insieme per comprare TikTok. E' stato riportato anche, dal Wall Street Journal, che l'ex Ceo di Activision, Bobby Kotick, starebbe cercando partner per l'acquisto.

C'e' poi la questione del prezzo: se ByteDance, che possiede altre società, vale centinaia di miliardi di dollari, Tik Tok varrebbe molto meno soprattutto, sottolineano gli esperti, se messo in vendita senza il suo prezioso algoritmo di raccomandazione. Ma è improbabile che ByteDance accetti qualsiasi tipo di vendita, con il governo cinese che anche mantiene questa posizione, considerando l'algoritmo del social un asset di sicurezza. E senza questo TikTok diventa molto meno attraente per i potenziali acquirenti.

La posizione di TikTok sulla legge Usa

"Questa legge incostituzionale impone il ban di TikTok e intendiamo contestarla in sede giudiziaria. Crediamo che i fatti e le normative vigenti siano dalla nostra parte e per questo avremo la meglio. Abbiamo investito miliardi di dollari per garantire la sicurezza dei dati degli utenti statunitensi e per proteggere la nostra piattaforma da influenze e manipolazioni esterne. L'attuazione di questo ban avrebbe effetti devastanti, compromettendo le attività di 7 milioni di imprese e limitando la libertà di espressione di 170 milioni di americani. Nonostante la sfida legale in corso, continueremo a investire e a innovare, assicurando che TikTok resti un luogo sicuro dove americani di ogni provenienza possano condividere le loro storie, trovare allegria e lasciarsi ispirare".

La società madre cinese di TikTok, ByteDance, ha intanto comunicato di non avere intenzione di vendere negli Usa. "Le notizie dei media stranieri secondo cui ByteDance sta esplorando la vendita di TikTok non sono vere", ha affermato la società con sede a Pechino in una dichiarazione su Toutiao, una piattaforma di social media di sua proprietà popolare nella Cina continentale.

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