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Lega, Bossi: “Nuovo leader? Serve attenzione a questione settentrionale”
"Salvini? Non l'ho sentito. Giorgetti? Non voglio fare il suo nome per non massacrarlo"'

"Non mi pare che Matteo Salvini abbia mostrato attenzione per la questione settentrionale, ma serve andare in quella direzione. Servirebbe qualcuno che abbracci la questione e la porti avanti con determinazione". Umberto Bossi risponde così alle domande dei cronisti, in un breve incontro nel giardino della sua villetta, a Gemonio, in occasione del 40esimo anniversario di fondazione della Lega.
A chi gli chiede se potrebbe trattarsi di Giancarlo Giorgetti, risponde sorridendo: "Non voglio dire Giorgetti per non massacrarlo". Quindi aggiunge: "L'ho sentito ieri sera, oggi è in Lussemburgo, tornerà stasera". Quanto a Salvini, dice: "Lui non l’ho sentito. Devo dire la verità -aggiunge- mi aspettavo che senza dire niente comparisse". Ma evidentemente non è successo.
"Se rifarei tutto ciò che ho fatto? Beh qualche errore l'ho fatto; sembrerà strano ma qualche errore l'ho fatto anche io. Errori che però mi vengono perdonati", dice Bossi.
"All'inizio -ricorda il Senatur- abbiamo certamente fatto un grande sforzo; del resto erano momenti molto diversi. Allora, con la Lega Veneta e l'Uopa-Unione Ossolana per l'autonomia, eravamo in tutto il Nord, tutti uniti per l'autonomia. Si trattava di segni chiari per chi aveva un minimo di capacità politica di fare analisi per capire che le cose stavano cambiando. O altrimenti per sempre ci sarebbe stata la Democrazia Cristiana, con il gioco che era di Bettino Craxi, che prima era stato con il Pci e aveva fatto il centrosinistra, poi è andato con la Dc e logicamente il Pci è affondato". E' proprio "partendo da questo sistema di potere che noi nascemmo. Da allora -aggiunge- molte cose si sono sviluppate, ma oggi c'è bisogno di un'altra spallata per cambiare in meglio le cose".
“Questo governo purtroppo non ha soldi e senza soldi diventa difficile fare le cose. Quando governi devi dare delle risposte, dei risultati: oggi è davvero molto difficile”, sottolinea il Senatur. “Oggi -osserva - c’è la necessità di un programma che la gente approvi, perché se la base non approva il programma non vai da nessuna parte. Guardiamo ad esempio la sanità: in Lombardia era un fiore all’occhiello; oggi questo è un problema che tocca tutti”. Tuttavia, avverte, “secondo me qualcuno tra quelli che sono stati messi fuori dalla Lega potrebbe essere capace di portare il Paese in quella direzione".
La risposta di Salvini
"Alle critiche di Umberto Bossi sono abituato da trent'anni, ne parlo anche nel mio libro che uscirà a fine aprile. Le ascolto con attenzione e gratitudine, rispondo solo che vederlo in salute è il miglior regalo per questa festa", dice Matteo Salvini.
Castelli e l'omaggio a Bossi
"Ringrazio tutti voi che siete qui rivolgendo subito un pensiero Padania libera!", dice l'ex ministro Roberto Castelli. "Non devo spiegarvi perché siamo qui oggi -aggiunge-; qui ci sono coloro i quali non hanno mai dimenticato il nostro 'grande capo', che sono sempre stati vicini a lui e che oggi vogliono rendere omaggio a colui che ha trasformato le nostre coscienze e i nostri cuori, oltre che l'Italia".
"L'Italia -dice Castelli- non è più la stessa; questo Paese, benedetto e disgraziato a seconda di come lo si voglia interpretare, non è più lo stesso dopo che Bossi è arrivato e si è affacciato alla scena politica italiana. Un uomo da solo, e io lo posso testimoniare perché ho vissuto tutto il cammino della Lega insieme a quest'uomo, che ha cominciato da zero, forte e solo con la suola delle proprie scarpe, delle proprie idee e del suo carisma eccezionale. Nessun altro è come lui. E con queste cose è riuscito a trasformare le nostre coscienze e i nostri cuori".

Politica
Ilaria Salis a Che tempo che fa: “Mio processo è...

"Se ci fossero stati degli elementi a sostegno delle accuse, il processo si sarebbe concluso molto prima"

"Si dovrebbe trovare un altro modo rispetto al carcere per sistemare i rapporti con la giustizia. Il mio processo in Ungheria? E' un processo politico". Ilaria Salis, europarlamentare di AVS, ospite di Che tempo che fa si esprime così oggi rispondendo alle domande di Fabio Fazio.
L'elezione all'Europarlamento congela il processo in corso in Ungheria per l'aggressione a militanti neonazisti. Salis rischia fino a 24 anni di carcere. "Io ho fatto 15 mesi di carcere preventivo, senza che sia stato portato nessun elemento. Se ci fossero stati degli elementi a fondamento di queste accuse, il processo si sarebbe concluso molto prima. Per il governo ungherese, questo è un processo politico. Sono stata bersaglio di dichiarazioni pesanti anche da parte del premier Orban, vengo descritta come una delinquente, una terrorista che merita una pena esemplare", aggiunge. "Io sono stata liberata e il processo è stato sospeso nel momento in cui sono stata eletta. La situazione è ancora aperta perché l'Ungheria ha pensato di chiedere al Parlamento la revoca", afferma ancora.
"Io ho iniziato a visitare le carceri del Nord Italia e il carcere è sempre carcere, ed è fatto per annientare l'essere umano. Si dovrebbe trovare un altro modo per sistemare i rapporti con la giustizia, come in passato è stato fatto con la schiavitù", dice.
Salis affronta il tema delle occupazioni: "Alcune volte mi stupisco come una certa parte di giornali e politica riesca a stravolgere la realtà, dal trasformare chi si occupa delle persone che non hanno casa a dire che invece queste persone occupano quindi tolgono la casa ad altri", dice. "Ci sono case di edilizia popolare che sono fatte proprio per essere assegnate a persone che ne hanno bisogno, ma il sistema non funziona. Quindi le persone che non hanno casa, da soli o con i movimenti, entrano nelle case che sono lasciate abbandonate, ma sono dei palazzi pubblici fatti apposta per quello".
Politica
Visibilia, oggi Santanchè in Aula per mozione M5S. Fratelli...

Fonti: "Nessun segnale di isolamento, decisione in coerenza con la volta precedente". La ministra: "Sono tranquilla"

Il caso Daniela Santanchè torna al centro del dibattito politico. Oggi alla Camera dei deputati, alle 14, avrà inizio la discussione generale sulla mozione di sfiducia, presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti della ministra del Turismo, rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali in merito alla vicenda Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato.
L'esponente di Fratelli d'Italia, secondo quanto confermato dal suo entourage, oggi sarà in Aula per assistere alla discussione. Ma salvo sorprese dell'ultimo minuto non dovrebbe vedere nessun collega di partito alzarsi dai banchi della maggioranza per prendere la parola in sua difesa.
La scelta di Fratelli d'Italia
All'interno del gruppo di FdI a Montecitorio - rivelano all'Adnkronos fonti parlamentari meloniane - si sarebbe a lungo dibattuto nei giorni scorsi sull'opportunità di far intervenire o meno un esponente del primo partito della maggioranza per respingere le accuse delle opposizioni (che continuano a chiedere a gran voce le dimissioni di Santanchè) e ribadire la fiducia nell'operato della ministra, che da settimane si trova nell'occhio del ciclone. Alla fine, però, i vertici del gruppo avrebbero optato per la scelta di non esporsi in discussione generale.
La motivazione, spiega una fonte di peso di FdI alla Camera, è che anche in occasione della precedente mozione contro Santanchè (presentata ad aprile 2024 sempre dal M5S e sottoscritta da tutte le opposizioni a eccezione di Iv) nessun deputato di Fratelli d'Italia era intervenuto a sostegno dell'imprenditrice nella parte iniziale della discussione. "Abbiamo fatto una valutazione. E il rischio che questo 'silenzio' potesse essere letto come un isolamento della ministra, come un voler lasciarla sola, è stato valutato. Ma non è assolutamente questo il motivo della scelta", viene rimarcato all'Adnkronos delle stesse fonti: "Si è deciso di agire in questo modo - si sottolinea in FdI - in coerenza con la volta scorsa".
Santanchè: "Sono tranquilla"
In generale all'interno del partito si continua a registrare una certa freddezza sul caso Santanchè. Sia la premier Giorgia Meloni che il presidente del Senato Ignazio La Russa (grande amico e 'sponsor' della ministra) hanno invitato pubblicamente la 'Santa' a valutare la sua situazione giudiziaria e a ponderare bene la compatibilità dei suoi impegni ministeriali con la necessità di difendersi all'interno di un processo spinoso. Dal canto suo, la ministra ha sempre ostentato grande sicurezza ribadendo la volontà di proseguire il suo lavoro al ministero: "E' evidente che se il mio presidente del Consiglio mi chiedesse di dimettermi io non avrei dubbi", ha dichiarato lo scorso 29 gennaio. Oggi a Milano a margine dell'inaugurazione della Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, Santanchè fa sapere di essere tranquilla e di non nutrire alcuna preoccupazione per l'udienza del 20 marzo del processo Visibilia.
Le opposizioni
La mozione di sfiducia di oggi sarà un banco di prova anche per la compattezza delle opposizioni. L'orientamento del Pd sarebbe quello di non sottoscrivere la mozione dei 5 Stelle, ma di votarla in Aula. Alleanza Verdi-Sinistra invece firmerà il testo dei pentastellati, oltre a sostenerlo col voto. Dal gruppo di Italia Viva fanno sapere: "La mozione la votiamo di sicuro, sulla firma stiamo invece valutando".
Fonti di Azione spiegano invece all'Adnkronos che non sottoscriveranno l'iniziativa M5S "perché siamo contrari alle mozioni di sfiducia, che hanno il solo effetto di rafforzare con un voto parlamentare la persona che si vuole sfiduciare. Dopodiché - aggiungono - abbiamo già votato la sfiducia a Santanchè e la rivoteremo. Ma sarà come al solito un boomerang...". (di Antonio Atte)
Politica
Foibe, Meloni: “Omaggio alle vittime, ricordare è...

Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per commemorare gli eccidi delle foibe e l'esodo delle popolazioni di origine giuliano-dalmata

Si celebra oggi 10 febbraio 2025 il Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e l'esodo delle popolazioni di origine giuliano-dalmata. "Una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata. Ricordare è un dovere di verità e giustizia, per onorare chi ha sofferto e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. L’Italia non dimentica", scrive il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su X. Sul social la premier pubblica anche un video della sua visita alla Foiba di Basovizza del 10 febbraio 2024.
Omaggio anche dal Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana: "Ricordare le vittime delle foibe e l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati significa rendere omaggio ai nostri connazionali e a chi ha subito ingiustizie e sofferenze indicibili sotto il peso della dittatura comunista e della ferocia titina. La memoria di questi tragici eventi rappresenta un dovere collettivo per il presente e il futuro. Esprimiamo profonda gratitudine a chi, con costanza, impegno e determinazione, ha difeso e custodito il ricordo negli anni, mantenendolo vivo per le nuove generazioni. Con sentimenti di vicinanza, ci stringiamo alle famiglie delle vittime e degli esuli, perché la loro storia non venga mai dimenticata e sia monito per il futuro".
“Oggi, nel Giorno del Ricordo, l’Italia rende omaggio alle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata", dichiara il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “È un dovere istituzionale e morale commemorare chi ha sofferto e ha pagato con la vita o con l’esilio il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Questa giornata non è solo un momento di memoria, ma un impegno a preservare la verità storica e a trasmetterla alle future generazioni. Il dramma delle foibe e le sofferenze di chi fu costretto a lasciare la propria terra sono ferite che appartengono all’intera Nazione e che non possono essere dimenticate". “Oggi celebriamo anche la resilienza e il coraggio degli esuli - conclude il titolare del Viminale - , che hanno saputo ricostruire le loro vite senza mai rinunciare alla propria identità. Hanno trasformato il dolore in una testimonianza di speranza e di forza, contribuendo con la loro cultura e il loro lavoro alla crescita del nostro Paese. Ricordare significa anche riaffermare i valori della libertà, della democrazia e del rispetto della dignità umana, affinché le tragedie del passato siano monito per il presente e per il futuro.”
Sui social il ministro per le Riforme e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati ricorda che "le Foibe sono una pagina buia del nostro passato. La memoria è un patrimonio indispensabile per non perdere il legame con la storia. Non può avere colore politico né pregiudizi ideologici. Ricordare è un dovere collettivo che ci unisce nel rispetto della verità e della dignità di ogni vittima affinché la storia sia un monito per il futuro, per costruire una società fondata sulla giustizia, la pace e il rispetto reciproco". Così