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Gaza, Biden: “Israele accetti tregua unilaterale....

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Gaza, Biden: “Israele accetti tregua unilaterale. Netanyahu? Sta sbagliando”

Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas: "Sono dei martiri". Gallant smentisce Netanyahu su Rafah: "Non c'è data per l'operazione"

Macerie a Gaza

Tre figli del capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sono stati uccisi in un raid compiuto da Israele sul campo profughi di Shati, a Gaza City. Lo ha indicato al-Jazeera, precisando che nel raid oltre ai tre figli - Hazem, Amir e Mohammed - sono morti anche almeno quattro nipoti di Haniyeh.

"Ringrazio Dio per questo onore che mi ha concesso con il martirio dei miei tre figli e di alcuni nipoti", ha dichiarato Haniyeh, confermando la morte dei suoi familiari. Sottolineando che i suoi figli "sono rimasti con la nostra gente nella Striscia di Gaza e non hanno lasciato" l'enclave, Haniyeh - che da tempo vive in Qatar - ha affermato che "tutte le famiglie di Gaza hanno pagato un prezzo pesante con il sangue dei loro figli, e io sono uno di loro". "Con questo dolore e sangue creiamo speranze, un futuro e libertà per il nostro popolo, la nostra causa e la nostra nazione", ha aggiunto.

"L'uccisione dei miei figli non cambia la richiesta di cessate il fuoco da parte di Hamas" ha aggiunto . "Non scenderemo a compromessi e non ci arrenderemo, non importa quanto grandi debbano essere i nostri sacrifici", ha evidenziato Haniyeh, riferendosi sempre ai negoziati in corso al Cairo. "Non ci sottometteremo al ricatto praticato dall'occupazione perché i popoli che si arrendono non saranno risparmiati".

"Le minacce dell'occupazione di invadere Rafah non spaventano il nostro popolo né la nostra resistenza. Non ci ritireremo e continueremo il nostro cammino per liberare Gerusalemme e Al-Aqsa", ha aggiunto.

I figli e i nipoti di Haniyeh sono stati uccisi da un missile che ha centrato l'auto sulla quale viaggiavano. Lo ha riferito al Jazeera, secondo cui stavano andando al campo profughi al Shati, a ovest di Gaza City, per andare a festeggiare l'Eid al Fitr, la festa che conclude il Ramadan, insieme ad alcuni parenti.

Idf: "Uccisi figli di Haniyeh, erano operativi pronti ad attentati"

Le Forze di difesa israeliane (Idf) e lo Shin Bet hanno confermato l'uccisione dei tre figli di Haniyeh, dicendo che erano "operativi militari" pronti a condurre attacchi terroristici. Amir Haniyeh era il comandante di uno squadrone dell'ala militare di Hamas, mentre Hazem e Mohammad Haniyeh operativi di rango più basso, hanno riferito gli israeliani. Secondo le Idf, erano "in procinto di condurre attività terroristiche nella parte centrale di Gaza" quando sono stati colpiti.

Media: "Netanyahu non informato in anticipo piani raid contro figli Haniyeh"

Il gabinetto di guerra israeliano non ha discusso di un piano per uccidere i figli di Ismail Haniyeh e il premier Benjamin Netanyahu non ne era stato messo al corrente in anticipo. Lo hanno riferito l'emittente Kan ed il sito Walla, dopo il raid a Gaza nel quale sono stati uccisi tre dei figli del leader di Hamas e tre nipoti.

Cnn: Hamas non riesce a rintracciare 40 ostaggi per accordo

Hamas ha dichiarato di non essere al momento in grado di identificare e rintracciare i 40 ostaggi israeliani necessari per la prima fase dell'accordo del cessate il fuoco. Lo riporta la Cnn citando due fonti, una delle quali israeliana, che sollevano i timori che il numero degli ostaggi morti sia superiore a quello finora noto.

Secondo la proposta dei negoziatori nelle prima sei settimane di tregua, Hamas dovrebbe rilasciare 40 ostaggi, tra i quali donne, uomini anziani e malati, in cambio della scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi. Ma secondo le fonti della Cnn, Hamas ha detto ai mediatori internazionali, Qatar e Egitto, di non avere 40 ostaggi in vita che corrispondono a questi criteri.

Secondo una delle due fonti dell'emittente, l'incapacità, o la non volontà, di Hamas di dire ad Israele quali ostaggi sarebbero rilasciati, vivi, è il principale ostacolo alla realizzazione dell'accordo. Con Hamas apparentemente non in grado di rintracciare 40 ostaggi che rientrano nelle categorie fissate, gli israeliani stanno spingendo affinché nella prima fase vengano rilasciati anche ostaggi maschi più giovani, compresi i militari, precisa la fonte israeliana.

Durante questi mesi di negoziati dall'ultimo cessate il fuoco, Israele ha ripetutamente chiesto una lista degli ostaggi e notizie sulle loro condizioni. Hamas da parte sua ha sostenuto di aver bisogno di una sospensione dei combattimenti per essere in grado di rintracciare e riunione gli ostaggi, lo stesso argomento usato a novembre quando entrò in vigore la prima tregua durata una settimana.

La maggioranza dei quasi 100 ostaggi che si ritengono ancora in vita si ritiene che siano militari dell'Idf o giovani uomini. Hamas intende tentare di usare questo gruppo in una fase successiva dei negoziati per cercare di negoziare più concessioni, compreso il rilascio di prigionieri palestinesi più importanti e la cessazione completa del conflitto.

Aiuti a Gaza, Israele apre nuovo valico

L'esercito israeliano sta attualmente stabilendo un nuovo valico di frontiera per agevolare la consegna degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Lo riporta la radio dell'esercito dello Stato ebraico, secondo cui lo Stato ebraico "in questa fase rinuncia ad aprire il valico di Erez, temendo che venga bloccato dai manifestanti israeliani". L'esercito israeliano, secondo l'emittente, spera che l'ubicazione del nuovo valico, che sarà costruito nel nord di Gaza, ma in una posizione meno centrale, renderà difficile per i manifestanti bloccare l'ingresso degli aiuti nell'enclave palestinese.

Rafah, Gallant smentisce Netanyahu: "Non c'è data per operazione"

Il ministro della Difesa israeliano smentisce le parole del premier Banjamin Netanyahu. Yoav Gallant ha detto al suo omologo americano Lloyd Austin che Israele non ha deciso esattamente quando invaderà il distretto meridionale di Rafah, a Gaza, secondo fonti citate dal The Times of Israel e Haaretz.

La dichiarazione del ministro della Difesa israeliano è in conflitto con le precedenti affermazioni di Netanyahu secondo cui Israele ha già fissato una data per l’operazione e "nessuna forza al mondo ci fermerà". Il piano annunciato da Israele di invadere Rafah, dove sono ammassati circa 1,4 milioni di palestinesi sfollati, ha suscitato il timore di una catastrofe umanitaria. Un’invasione porterebbe a "una catastrofe insondabile, un disastro umano oltre ogni immaginazione", ha avvertito Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nei territori palestinesi occupati con sede a Rafah.

Diversa la versione del leader dell'opposizione e ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz: "Entreremo a Rafah e torneremo a Khan Yunis: le nostre capacità superano quelle di tutti i nostri nemici in Medio Oriente", ha dichiarato da Sderot, secondo quanto riporta l'emittente Kan.

Biden: "Israele accetti tregua unilaterale di 6-8 settimane"

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto a Israele di accettare unilateralmente un cessate il fuoco della durata da sei a otto settimane. Lo ha detto lo stesso Biden nel corso di una intervista all'emittente Univision, segnalando un cambiamento rispetto al precedente legame tra una tregua a Gaza e il rilascio di alcuni degli ostaggi che Hamas tiene nella Striscia. "Quello che chiedo è che gli israeliani domandino semplicemente un cessate il fuoco, consentano per le prossime sei, otto settimane l'accesso totale a tutto il cibo e le medicine" di cui ha bisogno la popolazione di Gaza, ha detto Biden.

"Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti a impegnarsi - ha aggiunto Biden -. Sono pronti a trasportare questo cibo e penso che non ci siano scuse per non provvedere alle esigenze mediche e alimentari di quelle persone. Dovrebbe essere fatto adesso".

Per Biden, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta commettendo ''un errore'' rispetto alla gestione della Striscia di Gaza. ''Penso che quello che sta facendo sia un errore. Non condivido questo suo approccio'', ha affermato. La popolazione della Striscia, ha aggiunto, deve avere ''accesso totale al cibo e alle medicine'' di cui ha bisogno.

Khamenei: "Israele sarà punito". Stato Ebraico replica: "Risponderemo"

"Israele deve essere punito e sarà punito" per il raid aereo che ha distrutto il consolato iraniano in Siria, ha dichiarato intanto il leader supremo della Repubblica islamica dell'Iran, il Grande Ayatollah Ali Khamenei, in un sermone seguito alla preghiera dell'Eid al-Fitr nella Grande Moschea di Teheran, dove una grande folla si è radunata per celebrare la fine del Ramadan.

Khamenei ha aggiunto che la guerra di Israele contro Hamas a Gaza ha ''amareggiato'' i musulmani durante il Ramadan, accusando Israele di aver ucciso oltre 30mila innocenti a Gaza.

''Se l’Iran attacca dal proprio territorio, Israele risponderà e attaccherà in Iran'', la risposta in un tweet il ministro israeliano degli Esteri Israel Katz in ebraico e persiano, taggando il leader supremo iraniano.

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Spettacolo

Concerto primo maggio, Cosmo con bandiera palestinese

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Spunta anche un quasi topless nello show

Cosmo

Cosmo con la bandiera palestinese sul palco del concerto del primo maggio al Circo Massimo. Il cantante, protagonista di una delle ultime esibizioni dello show, porta la bandiera sul palco durante l'esecuzione del brano Tristan Zarra. La performance è particolarmente 'vivace', spunta anche un quasi-topless. "Che avete combinato?", chiosa BigMama, rivolgendosi all'artista. "Ti sei liberato sicuramente, sei un grande", aggiunge congedando Cosmo.

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Esteri

Ucraina, F-16 in arrivo. Russia: “Servono più armi...

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Si avvicina il 'debutto' dei jet attesi da Kiev. Shoigu chiede un ulteriore sforzo alla macchina bellica di Mosca

Un F-16

La Russia ha bisogno di nuove armi per la guerra, l'Ucraina si prepara ad accogliere gli F-16. Grandi manovre tra Mosca e Kiev in una fase cruciale del conflitto, tra piani di nuovi attacchi e strategie che cambiano.

L'Ucraina, dopo circa 5 mesi con le spalle al muro, aspetta l'arrivo delle armi che gli Stati Uniti hanno inserito nel pacchetto da 61 miliardi di dollari recentemente approvato dal Congresso. Da Washington, che ha già inviato missili a lungo raggio Atacms, arriverà anche una fornitura speciale del Pentagono con sistemi Patriot. Kiev, quindi, potrà contrastare con nuovi strumenti la probabile offensiva che la Russia si appresta a sferrare tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. Le forze ucraine, costrette a razionare per mesi le munizioni, potranno adottare un atteggiamento e di conseguenza una strategia differente.

Il quadro potrebbe cambiare in maniera nei prossimi giorni per l'arrivo sulla scena di un nuovo 'protagonista'. L'Ucraina si prepara a salutare l'arrivodei jet F-16 dopo la Pasqua ortodossa, che viene celebrata domenica 5 maggio.

A fare riferimento alla data è Ilya Yevlash, portavoce dell'aviazione di Kiev. "Stiamo aspettando", dice - come riportano media ucraini e come rilancia Newsweek - e annuncia che gli aerei potrebbero 'debuttare' "dopo Pasqua". Da mesi i piloti si addestrano per sfruttare i caccia, forniti in particolare da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio.

Non è chiaro, a questo punto, quale sarebbe l'impatto degli F-16 sugli equilibri in campo. Nelle scorse settimane, un'anonima fonte militare ucraina ha evidenziato a Politico che "gli F-16 servivano nel 2023, non vanno bene per il 2024". Il governo olandese nei mesi scorsi ha preannunciato l'invio degli aerei "nel secondo trimestre del 2024". A marzo, il Belgio si è impegnato a consegnare i velivoli entro la fine dell'anno. "Quest'anno, più di uno squadrone di F-16 comincerà ad arrivare in Ucraina con piloti e addetti alla manutenzione", una delle ultime comunicazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin.

La Russia ha bisogno di altre armi

Rispetto all'Ucraina, finora la Russia ha potuto esibire e sfruttare una netta superiorità in termini di uomini, munizioni e mezzi. Mosca riversa soldati al fronte senza soluzione di continuità, con minima attenzione alle perdite umane. Il tema delle armi a disposizione, per quantità e qualità, comincia però a diventare un argomento da affrontare. Ad accendere i riflettori sul tema è il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, che chiede uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. Gli accordi con altri paesi - la Corea del Nord per l'artiglieria, l'Iran per i droni - sono fondamentali ma non bastano.

"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e alla luce delle esigenze illustrate dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.

La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, l'Ucraina inizia a ricevere le armi dagli Usa e da altri paesi della coalizione occidentale. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.

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Esteri

Gaza, Hamas: “Oggi risposta a Israele su...

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Netanyahu e Gallant: guerra non finisce anche se si raggiunge intesa

Blinken con Gallant

Hamas risponderà oggi alla proposta per il cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi rapiti in Israele nell'attacco del 7 ottobre. I colloqui per una tregua tra Israele e Hamas sono in stato avanzato ma le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra nella Striscia di Gaza debba essere passo integrante dell'accordo. "Molto probabilmente" oggi, se Dio vuole che i mediatori riceveranno una risposta", dichiara Hamas in merito ai tempi di una risposta sulla proposta.

Blinken: "Progressi reali verso accordo"

A tessere la tela della diplomazia, nelle ultime ore, contribuisce soprattutto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in Israele incontra il premier Benjamin Netanyahu. I progressi sono "reali e significativi", dice Blinken. Un segnale incoraggiante è rappresentato dalla decisione di Israele di aprire il valico di Erez per far arrivare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza.

L'esercito israeliano afferma che circa 30 camion con cibo e forniture mediche dalla Giordania sono entrati oggi nel nord della Striscia attraverso il valico. I camion sono stati sottoposti ad una "attenta ispezione di sicurezza", fanno sapere le forze di difesa (Idf). Il passaggio era stato attaccato e gravemente danneggiato durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre, l'Idf sostiene di aver effettuato lavori per consentire il transito dei camion.

Netanyahu: guerra non finisce anche se c'è accordo

"Un progresso reale e importante", ripete Blinken. Netanyahu, però, nell'incontro con il numero 1 della diplomazia a stelle e strisce ribadisce che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza. "Israele farà tutto il possibile per il ritorno degli ostaggi ma si sta preparando per l'operazione a Rafah", sottolinea anche il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant.

La Colombia interrompe rapporti con Israele

Blinken avverte i leader israeliani che un'operazione a Rafah in questo momento diminuirebbe le possibilità di raggiungere un accordo e avrebbe un impatto sugli sforzi statunitensi per promuovere la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. Secondo un rapporto del Guardian, Riad sta attualmente promuovendo un accordo di cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti che esclude la normalizzazione dei legami con Israele, a causa dei continui combattimenti a Gaza.

Le operazioni militari condizionano anche i rapporti tra Israele e la Colombia, che interromperà le relazioni con lo stato ebraico, come annuncia il presidente del paese sudamericano, Gustavo Petro. Perentoria la replica del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che stigmatizza la posizione "antisemita e piena di odio". "La storia ricorderà che Gustavo Petro decise di schierarsi accanto ai mostri più vili che la storia abbia mai conosciuto", scrive Katz su X, "che bruciarono neonati, uccisero bambini, violentarono donne e rapirono civili innocenti". "I rapporti tra Colombia e Israele sono sempre stati cordiali", continua Katz, "e nessun presidente antisemita pieno di odio cambierà la situazione".

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