Politica
Europee, caos Bari irrompe in lavoro su liste Pd: prossima...
Europee, caos Bari irrompe in lavoro su liste Pd: prossima settimana decisiva
Discussione aperta su 'panino': si fa strada l'ipotesi della segretaria candidata non in testa di lista, ma sotto in ordine alfabetico
La vicenda di Bari con la rottura del campo del centrosinistra, le primarie fatte saltare da Giuseppe Conte e la reazione dura di Elly Schlein hanno impresso un rallentamento al lavoro sulla composizione delle liste per le Europee in cui erano impegnati in questi giorni i vertici Dem. A quanto si riferisce, al centro degli ultimi confronti l'ipotesi del 'panino' prospettata nell'ultima segreteria Pd. Ovvero civico capolista, a seguire un esponente Dem e, quindi, la stessa Schlein. Uno schema che ha provocato critiche trasversali sia dall'area riformista che dalla sinistra Dem, ma anche dagli eurodeputati uscenti e dalle donne, potenzialmente danneggiate da una griglia di questo tipo.
Ipotesi candidatura Schlein
Tanto che la soluzione 'panino' potrebbe essere rivista e, riferisce chi sta lavorando la dossier, nelle ultime ore si sta affacciando l'ipotesi che Schlein si candidi ma non nella testa di lista, ma sotto in ordine alfabetico. Un'ipotesi, appunto. Ma il fatto che la segretaria sia decisa ad essere in campo viene dato per certo, anche perché ogni rilevazione segnala il valore aggiunto, in termini di consensi per il Pd, di una sua presenza in lista.
Il toto-nomi
Quanto ai nomi circolati ("un genere fantasy", così Schlein ha definito il toto-nomi) resta in campo la candidatura di Marco Tarquinio, ex-direttore dell'Avvenire, ma non come capolista. Viene esclusa, invece, quella di Piero Fassino pure circolata nei giorni scorsi, mentre è possibile la presenza di Andrea Orlando. Quanto a Stefano Bonaccini circolano indiscrezioni - non confermate - su un ripensamento rispetto alla corsa alle Europee. Di certo un pezzo dei Dem spinge perché non lasci la guida della regione. Appelli a cui il presidente dell'Emilia Romagna non è insensibile ma resta il fatto che comunque tra un anno si tornerà al voto e, in assenza del terzo mandato, Bonaccini non potrà ricandidarsi. Riflessioni che dovranno comunque essere sciolte in tempi stretti. La prossima settimana sarà decisiva. La Direzione sulle liste è attesa a breve, attorno alla metà di aprile.
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Sangiuliano, Piantedosi e Valditara i ministri più social:...
Ma su Facebook Salvini batte tutti con una media giornaliera di 6,2 post
Il podio del coinvolgimento social dei ministri vede in testa Gennaro Sangiuliano seguito da Matteo Piantedosi e Giuseppe Valditara, sono i ministri che hanno pubblicato più post negli ultimi tre mesi. E' quanto emerge dall'analisi di Arcadia sulle conversazioni online da parte dei ministri e la polarizzazione generata tra i follower e tra gli utenti.
Nel mese di aprile, per le pagine Facebook "è curioso sottolineare almeno tre aspetti. Il primo riguarda l’account del ministro della Giustizia, Carlo Nordio che pur non pubblicando neanche un contenuto ad aprile è comunque cresciuto di oltre 2.100 nuovi follower. Il secondo, invece, ci arriva dalla pagina di Matteo Salvini che ha postato in assoluto più di tutti con 187 contenuti, ovvero una media giornaliera di 6,2 post. Terzo e ultimo, riguarda la pagina del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che continua a incassare una percentuale di engagement a due cifre, questo mese è del 10%".
Passando alle performance dei ministri su Instagram, "in questo mese che stiamo mettendo in archivio, è interessante evidenziare la crescita di coinvolgimento ottenute dagli account di Antonio Tajani, che si prende una percentuale di interazione al post del 3,4% e di Alessandra Locatelli con un engagement del 5,3%. Su X a calamitare in modo consistente l’attenzione dei follower è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che con il 7,4% ha incassato la percentuale più ampia di engagement. A pubblicare più post invece ci sono i ministri Gennaro Sangiuliano, con 137 contenuti e Adolfo Urso con 107 post. Sul podio mensile del coinvolgimento risalgono, come è già accaduto a marzo seppur con percentuali diversi i ministri Gennaro Sangiuliano, Matteo Piantedosi e Giuseppe Valditara".
"Nel monitoraggio delle menzioni online e della propensione al coinvolgimento nel dibattito, si rinnova lo schema dei mesi precedenti con la leadership incontrastata di Matteo Salvini che questo mese incassa oltre 38 mila menzioni. A completare il podio, troviamo, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che di citazioni online ne raccoglie 36. e il ministro del Turismo Daniela Santanchè, che ne ottiene 14.900".
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Europee e leader candidati, Crespi: “Meloni booster...
L'analisi del sondaggista sull'impegno dei leader alle prossime elezioni
Elly Schlein candidata in due sole circoscrizioni è "un brutto colpo alla sua credibilità", mentre Giorgia Meloni candidata in tutte le circoscrizioni "personalizza troppo, con un prezzo da pagare che rischia di essere alto". Luigi Crespi legge l'impegno dei leader alle prossime elezioni europee. "Non mi pare proprio che i leader siano tutti candidati e ovunque. Schlein lo è solo in due collegi e la sua non candidatura in tutte le circoscrizioni è un brutto colpo alla sua credibilità. Anche per il discorso simmetrico della Meloni candidata ovunque", spiega il sondaggista all'Adnkronos.
"Ma a me non convince molto la scelta della presidente del Consiglio. Sicuramente porterà un booster a FdI, vale 4 o 5 punti, potrà arrivare al 30% -spiega Crespi-. Ma è anche vero che personalizza molto, si sta esponendo e a lungo termine questo può avere un prezzo da pagare alto. Io dico, attenzione: vuol dire che tutto quel che viene di buono arriva a lei ma anche tutto quello che va male. Se Lollobrigida ferma un treno, se Sangiuliano si confonde su Times Square a pagare rischia di essere la Meloni".
Europee e leader in campo, Masia: "Sì da elettori di centrodestra, contrari nel centrosinistra"
"Su Tajani, onestamente, i suoi manifesti abbracciati a Silvio Berlusconi sono veramente di cattivo gusto, non ho parole -dice ancora Crespi -. Su Calenda, se parlasse di meno farebbe più bella figura: aveva detto peste e corna di chi si candidava e poi lo fa pure lui. Tra l'altro, lo ha annunciato un attimo dopo la Meloni: effetto mediatico zero. Anche Renzi credo si candiderà, e fa bene". Ma come potranno accogliere gli elettori il fatto che i leader sin qui scesi in campo non andranno a Bruxelles? "E' una cosa che fa irritare solo Prodi, è evidente. Ma se tu metti sui cartelloni elettorali un leader morto da un anno e nessuno dice niente, è evidente che è una cosa normale. Un leader è anche un brand, ed è giusto che sia così".
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Europee e leader in campo, Masia: “Sì da elettori di...
Il sondaggista: "La candidatura di Tajani e Meloni è una cosa cui l'elettore del centrodestra è abituato. L'elettore del Pd o quello del M5S è invece molto più restio"
"La candidatura di Tajani e Meloni è una cosa cui l'elettore del centrodestra è abituato e che quindi può funzionare da 'trascinamento'. L'elettore del Pd o quello del M5s è invece molto più restio - sottolinea all'Adnkronos Masia, che guida l'istituto Emg Different -. Soprattutto il Pd, per sua natura, la presenza di tantissime personalità, un partito frazionato, si riconosce meno in una leader di tipo forte. Gli elettori del M5S, forse, con Conte potrebbero accettare una candidatura del leader, ma è la loro stessa missione a dire che candidarsi per poi non andare in Europa non sarebbe una cosa gradita".
La scelta di candidarsi sapendo di non andare all'Europarlamento andrebbe esplicitata agli elettori? "Non credo che il pubblico sia così sprovveduto da non comprendere un meccanismo elettorale. Per il resto, credo che l'onestà possa pagare", sottolinea ancora Masia.