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Zucchero: “Il rock oggi è annacquato, è una...
Zucchero: “Il rock oggi è annacquato, è una generazione che non si espone”
Su Sanremo ironizza: "L'ho visto a pezzi, ha veramente 'straccato i maroni'". E a una domanda sui possibili tour futuri risponde: ""Non andrei a suonare in Russia, ma neanche da Trump e Netanyhau"
"Purtroppo, oggi nel rock è tutto annacquato, è tutto 'politically correct'. Nessuno che ci va giù pesante, nessuno che prende una posizione". È uno Zucchero carico e in grande forma quello che, dopo il primo dei tre concerti alla Royal Albert Hall di Londra che hanno dato il via al tour internazionale 'Overdose D'Amore World Wild Tour', che toccherà quasi 20 Paesi, parla a tutto tondo e - come di consueto - senza filtri.
"Non c'è più la ribellione che prima passava per il rock- spiega il bluesman emiliano all'Adnkronos -. Anche se forse oggi è stata sostituita da quella di qualche giovane rapper o trapper, che la esprime con un linguaggio diverso". E tra i giovani artisti italiani che parlano questo nuovo linguaggio, qualcuno che gli piace decisamente c'è. "Salmo scrive testi in cui mi identifico - spiega Zucchero -. Dal vivo ha una band forte, ha un linguaggio che arriva e si espone. Mi piace moltissimo. Ma anche Marrakesh, Blanco".
All'inizio di questo nuovo tour, l'energia di Zucchero sembra al top. La serata alla Royal Albert Hall di Londra - 5.500 poltrone, tutte occupate - trascina il pubblico: a sentire due ore e 40 di show ci sono molti italiani, ma anche molti inglesi, che gli urlano 'Salutaci l'Italia!', cantano a squarciagola. La scaletta è ormai collaudata ("Ci sono i picchi, le ballate, i mezzi tempi. Quando la dinamica funziona, perché cambiarla?", osserva). Si parte con 'Spirito nel buio' e il bluesman accende subito gli animi. "I tempi che stiamo vivendo non sono bui, sono notte fonda -dice-. Io in questi momenti tendo a essere più solare possibile. Se ti lasci condizionare non va bene, l'umanità e già abbastanza depressa".
La serata nel tempio della musica londinese è magica, la band collaudata, a partire dal fedelissimo direttore musicale e bassista Polo Jones fino alla vocalist Oma Jali con cui Zucchero regala al pubblico una versione di 'Facile' da brividi. Al posto del batterista Adriano Molinari, che ha dovuto subire un intervento d'urgenza, c'è Phil Mer, che l'ha sostituito in corsa per il debutto. Tra i brani c'è 'Senza una donna', e sul palco a cantarla con Zucchero Jack Savoretti.
"Una cosa nata in amicizia - spiega Zucchero -. Mi ha chiesto di aprire alcuni concerti del tour in Germania e ho detto di sì. Aiuto sempre i supporter, perché Eric Clapton l’aveva fatto con me”. Il riferimento è alla prima volta che Zucchero ha calcato il palco della Royal Albert Hall: era infatti il 1990, quando l'artista aveva aperto i concerti di Eric Clapton, conosciuto qualche mese prima in Italia.
La voglia di stare sul palco è ancora tanta: "Vasco ha detto 'morirò sul palco'? L'ho detto prima io! -scherza Zucchero- Io voglio fare musica dal vivo. I dischi mi piacciono, ma amo il live perché è cotto e mangiato. Vedi gente, giri il mondo, ti senti vivo. Sarà la parte più importante del mio prosieguo. Certo, bisogna vedere come reggo, faccio in media 150 concerti a tour". E sui colleghi che annunciano sempre più spesso addii alle scene anticipati, non ha mezzi termini: "Come fai a dirlo con così tanto anticipo? Io se smetto smetto, il giorno dopo non mi vedi più - scandisce -. È un impegno che al momento non mi sento di prendere".
Altri nomi che lo affiancheranno nel tour oltre a Savoretti ci saranno, ma "amo le sorprese e non mi piace annunciarli prima. Mi piacerebbe Mark Knopfler, se fosse libero, così come Cat Stevens", ammette Zucchero. Anche nelle cinque tappe italiane dell'Overdose d’Amore World Wild Tour (che toccherà dal 23 giugno al 4 luglio Udine, Bologna, Messina, Pescara e Milano), annunciate come eventi speciali ciascuni diverso dall'altro, ci saranno degli ospiti, che però l'artista non rivela.
E sullo stato della musica nel nostro Paese, dice: "Dal punto di vista musicale e della proposta degli artisti l'Italia è in un momento che mi sembra favorevole. Non ci sono artisti svizzeri, francesi, olandesi, austriaci che hanno l'accesso a mercati come i Maneskin. Ce ne sono tanti, che hanno idee fresche". Per finire, Zucchero rivela di stare lavorando a un disco nuovo, sul quale mantiene però il più stretto riserbo. "Sto preparando un disco, sì", dice. Contratto dunque rinnovato con Universal? "Non potevano lasciarmi andare".
L'ironia sul Festival di Sanremo
"A Sanremo sono io che ho sempre detto che non so se ci andrei. Quest'anno l'ho visto a pezzettini… ma veramente ha straccato i maroni!", dice ironizzando sul Festival. "Se ci andrei? Ma a far cosa? È l'unico Paese al mondo dove c'è ancora la gara come i cavalli da soma, c'è ancora chi vince e chi perde su delle canzoni - aggiunge il bluesman -. Io lo trovo allucinante, ma piace al popolo. Siamo rimasti ai tempi degli antichi romani".
"Non andrei a suonare in Russia, ma neanche da Trump e Netanyhau"
"In Russia? Io ci andavo volentieri a suonare" dice Zucchero. "I russi, fin dal tempo del mio concerto al Cremlino nel 1990, erano un popolo molto attento, che ama l'arte e la cultura. Ho sempre avuto da loro delle reazioni molto buone per il mio lavoro". "Non ci siamo mai più andati, e anche se fossi invitato ora non ci andrei -aggiunge il bluesman- Ma lì si apre un discorso enorme, perché ora non andrei neanche da Netanyahu, e neanche da Trump. Il cerchio si restringe".
"Non firmerei protocollo su testi violenti, parole politici non lo sono meno"
Un protocollo sui testi violenti nella musica dei giovani rapper? "Non credo che uno come Guccini o De André o De Gregori sottoscriverebbe una roba del genere, e non lo sottoscriverei nemmeno io" sostiene Zucchero intervenendo sulla proposta del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi di lavorare a un protocollo d'intesa contro i testi violenti della scena musicale rap e trap. "C'è qualcuno che a parole fra i politici è meno violento di uno che scrive testi? - conclude -. Solamente il fatto di vederli in televisione e già una violenza terribile". (dall'inviata Ilaria Floris)
Spettacolo
Concerto primo maggio, Cosmo con bandiera palestinese
Spunta anche un quasi topless nello show
Cosmo con la bandiera palestinese sul palco del concerto del primo maggio al Circo Massimo. Il cantante, protagonista di una delle ultime esibizioni dello show, porta la bandiera sul palco durante l'esecuzione del brano Tristan Zarra. La performance è particolarmente 'vivace', spunta anche un quasi-topless. "Che avete combinato?", chiosa BigMama, rivolgendosi all'artista. "Ti sei liberato sicuramente, sei un grande", aggiunge congedando Cosmo.
Esteri
Ucraina, F-16 in arrivo. Russia: “Servono più armi...
Si avvicina il 'debutto' dei jet attesi da Kiev. Shoigu chiede un ulteriore sforzo alla macchina bellica di Mosca
La Russia ha bisogno di nuove armi per la guerra, l'Ucraina si prepara ad accogliere gli F-16. Grandi manovre tra Mosca e Kiev in una fase cruciale del conflitto, tra piani di nuovi attacchi e strategie che cambiano.
L'Ucraina, dopo circa 5 mesi con le spalle al muro, aspetta l'arrivo delle armi che gli Stati Uniti hanno inserito nel pacchetto da 61 miliardi di dollari recentemente approvato dal Congresso. Da Washington, che ha già inviato missili a lungo raggio Atacms, arriverà anche una fornitura speciale del Pentagono con sistemi Patriot. Kiev, quindi, potrà contrastare con nuovi strumenti la probabile offensiva che la Russia si appresta a sferrare tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. Le forze ucraine, costrette a razionare per mesi le munizioni, potranno adottare un atteggiamento e di conseguenza una strategia differente.
Il quadro potrebbe cambiare in maniera nei prossimi giorni per l'arrivo sulla scena di un nuovo 'protagonista'. L'Ucraina si prepara a salutare l'arrivodei jet F-16 dopo la Pasqua ortodossa, che viene celebrata domenica 5 maggio.
A fare riferimento alla data è Ilya Yevlash, portavoce dell'aviazione di Kiev. "Stiamo aspettando", dice - come riportano media ucraini e come rilancia Newsweek - e annuncia che gli aerei potrebbero 'debuttare' "dopo Pasqua". Da mesi i piloti si addestrano per sfruttare i caccia, forniti in particolare da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio.
Non è chiaro, a questo punto, quale sarebbe l'impatto degli F-16 sugli equilibri in campo. Nelle scorse settimane, un'anonima fonte militare ucraina ha evidenziato a Politico che "gli F-16 servivano nel 2023, non vanno bene per il 2024". Il governo olandese nei mesi scorsi ha preannunciato l'invio degli aerei "nel secondo trimestre del 2024". A marzo, il Belgio si è impegnato a consegnare i velivoli entro la fine dell'anno. "Quest'anno, più di uno squadrone di F-16 comincerà ad arrivare in Ucraina con piloti e addetti alla manutenzione", una delle ultime comunicazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin.
La Russia ha bisogno di altre armi
Rispetto all'Ucraina, finora la Russia ha potuto esibire e sfruttare una netta superiorità in termini di uomini, munizioni e mezzi. Mosca riversa soldati al fronte senza soluzione di continuità, con minima attenzione alle perdite umane. Il tema delle armi a disposizione, per quantità e qualità, comincia però a diventare un argomento da affrontare. Ad accendere i riflettori sul tema è il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, che chiede uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. Gli accordi con altri paesi - la Corea del Nord per l'artiglieria, l'Iran per i droni - sono fondamentali ma non bastano.
"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e alla luce delle esigenze illustrate dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, l'Ucraina inizia a ricevere le armi dagli Usa e da altri paesi della coalizione occidentale. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.
Esteri
Gaza, Hamas: “Oggi risposta a Israele su...
Netanyahu e Gallant: guerra non finisce anche se si raggiunge intesa
Hamas risponderà oggi alla proposta per il cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi rapiti in Israele nell'attacco del 7 ottobre. I colloqui per una tregua tra Israele e Hamas sono in stato avanzato ma le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra nella Striscia di Gaza debba essere passo integrante dell'accordo. "Molto probabilmente" oggi, se Dio vuole che i mediatori riceveranno una risposta", dichiara Hamas in merito ai tempi di una risposta sulla proposta.
Blinken: "Progressi reali verso accordo"
A tessere la tela della diplomazia, nelle ultime ore, contribuisce soprattutto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in Israele incontra il premier Benjamin Netanyahu. I progressi sono "reali e significativi", dice Blinken. Un segnale incoraggiante è rappresentato dalla decisione di Israele di aprire il valico di Erez per far arrivare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza.
L'esercito israeliano afferma che circa 30 camion con cibo e forniture mediche dalla Giordania sono entrati oggi nel nord della Striscia attraverso il valico. I camion sono stati sottoposti ad una "attenta ispezione di sicurezza", fanno sapere le forze di difesa (Idf). Il passaggio era stato attaccato e gravemente danneggiato durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre, l'Idf sostiene di aver effettuato lavori per consentire il transito dei camion.
Netanyahu: guerra non finisce anche se c'è accordo
"Un progresso reale e importante", ripete Blinken. Netanyahu, però, nell'incontro con il numero 1 della diplomazia a stelle e strisce ribadisce che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza. "Israele farà tutto il possibile per il ritorno degli ostaggi ma si sta preparando per l'operazione a Rafah", sottolinea anche il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant.
La Colombia interrompe rapporti con Israele
Blinken avverte i leader israeliani che un'operazione a Rafah in questo momento diminuirebbe le possibilità di raggiungere un accordo e avrebbe un impatto sugli sforzi statunitensi per promuovere la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. Secondo un rapporto del Guardian, Riad sta attualmente promuovendo un accordo di cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti che esclude la normalizzazione dei legami con Israele, a causa dei continui combattimenti a Gaza.
Le operazioni militari condizionano anche i rapporti tra Israele e la Colombia, che interromperà le relazioni con lo stato ebraico, come annuncia il presidente del paese sudamericano, Gustavo Petro. Perentoria la replica del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che stigmatizza la posizione "antisemita e piena di odio". "La storia ricorderà che Gustavo Petro decise di schierarsi accanto ai mostri più vili che la storia abbia mai conosciuto", scrive Katz su X, "che bruciarono neonati, uccisero bambini, violentarono donne e rapirono civili innocenti". "I rapporti tra Colombia e Israele sono sempre stati cordiali", continua Katz, "e nessun presidente antisemita pieno di odio cambierà la situazione".