Economia
Bitcoin vola e aggiorna record, oro digitale o nuova bolla?
Gli investitori crescono, tra gli avvertimenti delle Autorità e le rassicurazioni degli operatori
E' risalita la febbre da Bitcoin. La quotazione è tornata a volare e ad aggiornare record e si colloca ormai oltre la soglia dei 65mila dollari, andando anche oltre il massimo storico di 69mila dollari di poco più di due anni fa, novembre 2021. Torna, insieme ai guadagni di chi possiede la criptovaluta, anche l'eterno dilemma: siamo di fronte a una nuova bolla, destinata a scoppiare e a fare danni come altre suggestioni finanziarie del passato, o è diventata un bene solido tanto da meritarsi la definizione di oro digitale?
Le valutazioni restano fortemente polarizzate. La finanza tradizionale ribadisce tutti i rischi e la volatilità di un bene che sfugge al controllo delle Autorità e che resta quindi 'una scommessa'. La prima puntualizzazione arriva proprio da chi ha la responsabilità di regolare le attività finanziaria e tutelare i risparmiatori, come ribadisce spesso Bankitalia: sono cripto attività e non valute, perché non possono essere usate come una moneta, sono prive di valore intrinseco e non sono assistite da un diritto di rimborso in capo all'utente. La mancanza di controlli genera rischi, primo fra tutti un rischio di perdita anche totale del capitale investito.
Chi opera nel settore, ad esempio Coinbase, è invece costantemente impegnato a smontare gli argomenti 'contro', che vengono ritenuti provocazioni strumentali. La prima sostanziale obiezione è che non è vero che a Bitcoin sia legata una bolla, come quella celebre dei tulipani in Olanda del 1637; la seconda è che non è vero che Bitcoin non sia usato come strumento di pagamento, perché le transazioni avvengono in tutto il mondo; la terza è che non è vero che investire in Bitcoin equivale a un 'gioco d'azzardo', perché lo stanno facendo anche gli investitori istituzionali; la quarta è che non è vero che le transazioni non siano sicure, perché il sistema non è stati mai violato dagli hacker.
In mezzo, tra le Autorità finanziarie e gli operatori del settore, ci sono gli investitori, grandi e piccoli, che continuano a scommettere sulla prima criptovaluta arrivata sul mercato. Spesso è il passaparola ad alimentare un flusso di denaro che negli ultimi anni si è spostato in modo consistente dagli investimenti tradizionali a quelli in moneta virtuale. Ad attrarre sono soprattutto i ritorni sull'investimento, che le quotazioni attuali rendono particolarmente appetibili, considerato che solo nell'arco di un anno il valore è praticamente triplicato.
Il tema è sempre lo stesso, trovare un equilibrio tra rischi e opportunità. Ci sono però alcuni elementi da considerare che potrebbero rendere diversa la situazione oggi, rispetto all'ultimo grande crollo di Bitcoin, seguito proprio al record di novembre 2021. Sono sostanzialmente due. La domanda è sostenuta anche da una discontinuità che è legata a un intervento regolatorio, negli Stati Uniti con il via libera della Sec alle negoziazioni degli Etf, strumenti quotati in Borsa che hanno come sottostante criptovaluta. Un passo che ha portato una rilevante quantità di Bitcoin nei portafogli dei grandi investitori. Si avvicina il 21 aprile, una data significativa perché è il giorno i cui si dimezzano le ricompense, ovviamente in coins, che ricevono i miners. Succede ogni 4 anni e, riducendo l'offerta, fa salire il prezzo. Sono due fattori che non risolvono il problema, perché restano tutti i rischi e i dubbi, ma che lasciano prevedere che la fase di rialzo del prezzo, o di tenuta su valori alti, possa durare. (Di Fabio Insenga)
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1 Maggio, Confsal: “Più dignità, sicurezza, equità e...
"Presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità"’
“È necessario varare un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi lavoro affinché il lavoro sia un progetto di vita e non di morte. C’è bisogno di fare scelte coraggiose e dare attuazione alle proposte Confsal che compongono il decalogo della sicurezza per la prevenzione partecipata”. Così Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal-Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori, in occasione della settima edizione della ‘Giornata del Lavoro’ che si è tenuta stamattina a Napoli.
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva e più sviluppo e occupazione i temi principali della manifestazione. “L’occupazione giovanile passa attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno rendendo urgente un cambio di passo da parte delle amministrazioni dal punto di vista strutturale, procedurale e burocratico per attirare investimenti dal punto di vista sociale-legale”, ha ricordato Margiotta che ha aggiunto: “È necessario creare un fronte comune, affinché i nostri giovani non abbandonino i loro territori e anche le strade della legalità”.
Strettamente legato al tema dello sviluppo occupazionale è quello della formazione - e in particolare del sistema della formazione professionale - che deve essere rivisto ed aggiornato poiché, come ha evidenziato il segretario Confsal “Oltre al capitale finanziario occorre il capitale umano: i giovani devono diventare un fattore di sviluppo acquisendo le competenze che servono al mercato del lavoro, soprattutto nei settori emergenti”.
Focus anche sull’equità retributiva. “Con due contratti innovativi abbiamo recentemente stabilito un minimo tabellare di 9 euro lordi orari in tutti i settori economici del manifatturiero e in tutti i settori del terziario, dimostrando che la minima dignità economica che deve derivare dal lavoro, cioè il cosiddetto salario minimo può essere stabilito con una contrattazione collettiva di qualità senza bisogno della legge”, ha osservato Margiotta.
“Dare dignità al lavoro significa anche dare dignità a quei lavoratori in difficoltà perché fragili o disabili. Fragilità e disabilità non sono la stessa cosa ma hanno in comune uno stato di difficoltà che la società, sorda e insensibile, trasforma in un vero e proprio handicap perché impedisce loro di superarlo. Ecco perché presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità’ dal quale deve discendere un protocollo attuativo della normativa sulla disabilità nei luoghi di lavoro, al fine di eliminare ogni discriminazione”, ha aggiunto.
Margiotta ha poi colto l’occasione per ribadire l'impegno di Confsal per le pari opportunità: “La questione sindacale e culturale da affrontare è quella delle pari opportunità di progresso durante la vita lavorativa. La riduzione delle disuguaglianze di genere e la partecipazione delle donne ai ruoli decisionali porterebbe sicuramente benefici non solo in termini di equità ed eguaglianza ma anche di crescita economica e renderebbe l’Italia un Paese competitivo anche a misura di donna. Confsal è impegnata a promuovere modelli organizzativi innovativi che garantiscano a tutti opportunità di crescita e formazione, con orari di lavoro flessibili e l’introduzione di fringe benefit pensati per il benessere del lavoratore e delle lavoratrici”, ha sottolineato il segretario. Un pensiero, infine, al tema della pace: “In questo dilagare di scenari di guerra in tanti parti del mondo occorre ascoltare l’invito del Papa che a parlare non siano più le armi ma la diplomazia e i negoziati affinché si possa di nuovo ascoltare la parola Pace”, ha concluso.
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Confsal in piazza a Napoli per il lavoro, lo sviluppo, la...
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva sviluppo e occupazione. Questi i temi principali della 7ma edizione della Giornata del Lavoro Confsal che da Piazza del Plebiscito a Napoli, in collegamento con le piazze di tutte le regioni d’Italia, ha rivendicato con forza il valore, la dignità del lavoro pubblico e privato, ponendo in primo piano la questione della sicurezza. In un contesto complesso per l’ Italia, il lavoro rappresenta sempre più un valore da difendere ai tavoli istituzionali.
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1 maggio, Luzzi (Feder.Agri): “Tanti morti sul lavoro...
Il segretario generale della Feder.Agri ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli
"I morti sul lavoro non sono solo quei mille all’anno registrati dalle statistiche, ad esempio ce ne sono 500 che perdono la vita nel tragitto casa-lavoro e 60 membri delle forze ordine che ogni anno si suicidano per motivi di lavoro”. Così Alfonso Luzzi, segretario generale della Feder.Agri, ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli.
“Oltre ai morti ‘sul’ lavoro - ha precisato Luzzi - sono da conteggiare anche i morti ‘per’ lavoro, quei 7.000 all’anno deceduti per le conseguenze della propria attività lavorativa, poi ci sono le malattie professionali, le aggressioni sui luoghi di lavoro e anche questioni ancora non evidenti come i rischi dello smart working”.
“Sono numeri grossi, anche se in linea con quelli della maggior parte dei paesi europei, ma che ci spingono a fare qualcosa, come lo sta facendo Confsal con più risorse alla sicurezza e qualità alle proposte”, ha concluso il segretario di Feder.Agri.