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Cida: “Politica si faccia carico del ceto medio, il...

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Cida: “Politica si faccia carico del ceto medio, il pilastro che sostiene l’Italia”

Open day per la petizione 'Salviamo il ceto medio' Giornata di mobilitazione nazionale

Stefano Cuzzilla presidente Cida

"L’erosione della classe media rischia di sommergere uno dei pilastri della stabilità economica del Paese e di cancellare opportunità per le generazioni future. La lotta contro il declino di uno dei cardini fondamentali per l’equilibrio sociale e la crescita deve diventare un impegno collettivo. La politica si faccia carico del ceto medio, così come il ceto medio si è sempre fatto carico del Paese". E' questo l’appello lanciato da Stefano Cuzzilla, presidente Cida, la Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, nel corso della giornata di mobilitazione nazionale organizzata con l’obiettivo di invitare tutta la cittadinanza, oltre ai propri iscritti, a partecipare all’open day dedicato alla firma della petizione "Salviamo il ceto medio', che in pochi mesi ha raccolto quasi 50 mila firme.

La petizione promossa su change.org e indirizzata alla Presidenza del Consiglio, al ministro dell'Economia e al ministro del Lavoro ha come obiettivo la salvaguardia del ceto medio dai ripetuti interventi iniqui che ormai da anni colpiscono ingiustamente coloro che rappresentano il motore dell’economia e la reale fascia produttiva del Paese. Ci riferiamo a tutti i contribuenti da lavoro o da pensione da 35 mila euro lordi in su, che pagano il 63% di tutta l’Irpef e che anche in quest’ultima ultima legge di bilancio sono stati penalizzati.

Alla mobilitazione nazionale, che si è svolta presso le 100 sedi territoriali di tutte le Federazione Cida, oltre a Stefano Cuzzilla, presidente di Cida e presidente di Federmanager, sono intervenuti Maurizio Leo, viceministro al Mef; Paolo Barelli, presidente Gruppo Forza Italia alla Camera; Antonio Misiani, commissione Bilancio Senato; Bruno Tabacci, presidente Comitato per la Legislazione della Camera; Mario Mantovani, vice presidente Cida e presidente di Manageritalia; Guido Quici, vice presidente Cida e presidente della Federazione Cimo-Fesmed; Antonello Giannelli, vicepresidente Cida e presidente Anp.

“Non ricordo negli ultimi anni una sola misura che sia andata a vantaggio del ceto medio. Viviamo in una situazione di penalizzazione continua e, quando va bene, regna il silenzio. Mentre il ceto medio progressivamente scompare. Auspico che questa petizione “faccia rumore” e richiami la giusta attenzione dei decisori ma anche dell’opinione pubblica sulla condizione generale degli italiani, che si stanno impoverendo, tutti. L’assistenza non sarà mai sufficiente e risolutiva quando il sistema fiscale e contributivo oggi è quasi tutto sulle spalle della nostra categoria e di quelle a noi attigue. Un peso ormai insostenibile. L’inequità è evidente: siamo sempre in meno a preoccuparci dei più", ha dichiarato Stefano Cuzzilla sottolineando che "la partecipazione alla petizione è un’azione concreta che proseguirà con incontri istituzionali, interpellanze parlamentari e il mantenimento dell'attenzione mediatica su queste questioni, anche in vista della Legge di Bilancio 2025".

A tal proposito rassicuranti sono state le parole da Maurizio Leo, viceministro al Mef: “Una delle priorità del nostro Governo è quella di venire incontro alla classe media, e questa è anche una mia priorità. Come ho avuto modo di dire, un contribuente che realizza un reddito di 50.000 euro e che oggi sconta una tassazione che supera il 50% non può essere considerato super ricco. Per cercare di reperire le risorse necessarie abbiamo avviato il cosiddetto Concordato preventivo biennale che, se darà i risultati sperati, potrà consentire al Governo di adottare una serie di misure a vantaggio delle classi medie, uno degli obiettivi di questa legislatura”.

Anche Paolo Barelli, capogruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati, ha espresso la disponibilità di un impegno sostanziale da parte del Governo: “Gli incentivi fino a 35mila euro lordi l’anno non sono sufficienti a creare quel volano per lo sviluppo dei consumi necessario ad agganciare una nuova crescita. Il Governo dovrà impegnarsi con tutte le forze politiche in campo affinché il ceto medio possa ottenere dei benefici in grado di generare quel fenomeno di sviluppo in Italia che ha caratterizzato gli anni passati”.

“I temi del vostro appello - ha affermato Antonio Misiani, commissione Bilancio Senato - sono largamente condivisibili Il patto sociale che ci unisce è in profonda crisi e indebolito dagli squilibri fiscali e previdenziali. Il sistema fiscale soffre una vera e propria fuga dall’IRPEF, da una parte un’evasione che si è ridotta ma rimane elevatissima, dall’altra i regimi cedolari di favore che hanno sottratto all’imposizione progressiva intere categorie di redditi ed è per questi motivi che oggi il 14% dei contribuenti, quelli che dichiarano più di 35.000 euro, versano il 63% dell’imposta. E' una situazione chiaramente insostenibile. Servirebbe un sistema che restituisca equità orizzontale ed efficienza all’imposizione fiscale del nostro Paese”.

A condividere i temi di questa battaglia anche Bruno Tabacci, presidente di Centro Democratico: “Una buona politica non può non scommettere sulla vasta costellazione equilibratrice di un ceto medio capace di innovazione sociale per questo la sfida per tenere unita la società di fronte alle spinte di contrapposizioni laceranti tra gli interessi in campo poggia sul rilancio del ceto medio”.

"Non abbiamo trattori da portare in piazza - si è espresso così Mario Mantovani, vice presidente Cida e presidente di Manageritalia - i nostri strumenti di lavoro sono immateriali: competenza, responsabilità, organizzazione, soluzione dei problemi Non vogliamo fermare l'Italia, ma al contrario farla muovere più velocemente. Il sistema fiscale e contributivo si regge quasi interamente sulle nostre spalle e non è più sostenibile, vogliamo equità e un modello di crescita che premi la qualità e l'impegno".

"Il ceto medio è il cuore pulsante di un Paese. Salvare il ceto medio significa ridare dignità ai professionisti, ai mananger, ai medici che come Cimo rappresento, ai presidi, ai ricercatori universitari e a tutti coloro che creano lavoro, ricchezza, economia. Significa valorizzare quella classe dirigente che ogni giorno si assume le proprie responsabilità per rendere la nostra Italia sempre più competitiva in tutti i settori strategici", ha spiegato Guido Quici, vice presidente Cida e presidente di Cimo-Fesmed.

"Negli anni - ha ricordato Antonello Giannelli, vicepresidente Cida e presidente Anp - la nostra Confederazione ha lavorato per l’attivazione di politiche in grado di sostenere l’occupazione giovanile mantenendo sempre saldo l’impegno verso i lavoratori più esperti".

"Contemporaneamente - ha aggiunto - ci siamo spesi per una politica previdenziale che non può che basarsi sul rispetto dei diritti acquisiti. La mobilitazione degli ultimi mesi, a seguito del lancio della petizione, ha contribuito a riaprire il dibattito sui diritti del ceto medio – massimo contribuente – e sulla necessità di tutelarne il potere d’acquisto".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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In Sardegna la seconda spiaggia più bella al mondo

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Cala Mariolu secondo il sondaggio internazionale The World’s 50 best beaches

 - Mareogliastra.com

Cala Mariolu, in Sardegna, è la seconda spiaggia più bella al mondo. a decretare il primato The World’s 50 best beaches, che ha realizzato un sondaggio tra i professionisti del viaggio e beach ambassador. La classifica, infatti, è stata stilata dai giudici esperti che hanno testato le spiagge di tutto il mondo, trascorrendo intere giornate in riva al mare valutandone ogni singolo aspetto.

Sul primo gradino del podio delle 50 migliori spiagge al mondo si trova la spiaggia di Trunk Bay sull’isola di St. John nelle Isole Vergini Americane. Caraibica è anche la terza spiaggia della top 50 e si tratta di Meads Bay sull’isola di Anguilla. E, sempre nel Mar dei Caraibi, sono molte altre delle spiagge di questa importante classifica, dal Messico (Playa Balandra al 16° posto e Playa Xpu-Ha sulla Riviera Maya al 38° posto) all’arcipelago di Turks and Caicos (Grace Bay al 17° posto) a Colombier Beach a St. Barth alla famosa Seven Mile Beach alle Cayman (26° posto), ma ce ne sono anche nell’Oceano Indiano, come Anse Georgette sull’isola di Praslin e Anse Source d’Argent di La Digue alle Seychelles (rispettivamente 8° e 22° posto) e Le Morne a Mauritius (12° posto). Diverse anche le spiagge classificate tra le più belle al mondo che si trovano in Australia come Turquoise Bay (al 6° posto), Anchor Bay (20° posto) e Wharton Beach (33° posto).

Ci sono poi le spiagge premiate del Mar Mediterraneo. In Grecia tra le più belle ci sono quella di Voutumi sull’isola di Antipaxos nelle Isole Ionie (che occupa il 5° posto), e quella di Fteri a Cefalonia (29° posto). Alle Baleari c’è la spiaggia di Calo des Moro, sull’isola di Minorca (11° posto). Nel resto d’Europa ci sono spiagge che hanno meritato una menzione come Puinn Sand Beach alle Isole Lofoten, nel Nord della Norvegia (18° posto), Praia da Marinha in Portogallo (al 25° posto), la Diamond Beach in Islanda (41° posto), Kynance Cove in Cornovaglia (48° posto).

Cala Mariolu, in Ogliastra, è dunque la seconda spiaggia più bella del mondo. E' nota anche come is pùligi de nie (le pulci di neve) per i sassolini tondi, bianchi e rosa, misti alla sabbia, che la compongono. Cala Mariolu, nel territorio di Baunei, deve il nome alla foca monaca che, si dice, ‘rubasse’ il pescato dalle reti dei pescatori provenienti da Ponza, perciò era detta il mariolo (ladro).

Il suo panorama colpisce per le tonalità infinite di blu, verde smeraldo e azzurro e per i sassolini che sembrano fiocchi di neve. La falesia che la circonda raggiunge i 500 metri di altezza e cade a picco sull’acqua sia a nord che a sud, rendendo Cala Mariolu accessibile da terra solo attraverso un impegnativo trekking (per esperti) in mezzo a fitta macchia mediterranea. Punta Is Puligi in passato fungeva da punto di carico del carbone per i furisteris, i carbonai che popolarono Baunei.

L’insenatura di Cala Mariolu trova spazio ai piedi di un’imponente falesia che, in alcuni punti, raggiunge circa i 500 metri di altezza. La costa rocciosa, che cade a picco sul mare, è ricoperta dalla macchia mediterranea tipica della zona che dal mare si estende verso Ovest. Il modo più semplice per raggiungere Cala Mariolu è quello di utilizzare un’imbarcazione privata oppure uno dei natanti che ogni giorno salpano dai porticcioli di Arbatax, S. Maria Navarrese e Cala Gonone. Si può raggiungere la spiaggia anche via terra percorrendo un sentiero trekking adatto esclusivamente agli escursionisti più esperti. La spiaggia di Cala Mariolu è attrezzata esclusivamente durante la stagione estiva. I bagnanti possono usufruire di un chiosco dove è anche possibile noleggiare sia gli ombrelloni sia l’attrezzatura da snorkeling.

Cala Mariolu non è l’unica spiaggia italiana nella World’s 50 Best: Cala Goloritzé al 19° posto, vicinissima a Cala Mariolu e la Spiaggia dei Conigli che conquista il 50° posto. Cala Goloritzé è una spiaggia formata da tanti sassolini bianchi che la rendono assolutamente unica. Questa caletta, che è stata nominata monumento nazionale, è circondata da imponenti falesie calcaree ed è dominata da una grandiosa guglia di forma piramidale che si eleva fino a un’altezza di 147 metri sul livello del mare. La guglia è un vero e proprio monumento naturale che prende il nome di 'aguglia a tramontana'. L’altra spiaggia italiana, la terza della classifica, è appunto sull’isola di Lampedusa la famosa Spiaggia dei Conigli, da sempre presente in tutte le classifiche mondiali ma di solito ai primi posti. Si tratta di una piccola isola che sorge al centro di un’ampia baia, la cui superficie è di circa 4.4 ha, mentre l’altezza massima di 26 m.

L’isolotto è il regno del gabbiano reale, che conta una popolazione di circa 100 coppie, ed è qui che nidifica; inoltre vive esclusivamente sullo scoglio (oltre che nelle zone africane dalle quali proviene) una particolare specie di lucertola, la psammodromus algirus. Controversa è l’origine dell’attuale nome della baia. In una carta dell’ammiraglio Smith (1824) si legge per la prima volta 'Rabit Island'.

Nelle cartografie successive tale toponimo venne impropriamente tradotto dall’inglese (rabbit = coniglio), mentre appare più verosimile la sua derivazione dal termine arabo 'Rabit', che può essere tradotto in legame (o che lega, che collega) suggerendo un plausibile riferimento all’istmo che si forma di rado tra l’isolotto e la costa. La denominazione italiana potrebbe, dunque, essere considerata un vero e proprio qui pro quo linguistico. Secondo altri, invece l’origine del nome è dovuta al fatto che, molti anni addietro, una colonia di conigli raggiunse l’isolotto proprio nel momento in cui esso era collegato alla terraferma. Quando il ponte di sabbia sparì e le acque del mare riemersero, i conigli rimasero intrappolati, si riprodussero, divenendo così numerosi tanto da far battezzare il luogo 'Isola dei Conigli'. Il tutto rimane quindi 'legato' a questo strano e affascinante fenomeno che vede l’isolotto ricongiungersi alla terraferma, le cui motivazioni scientifiche sono forse ancora poco chiare.

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Lavoro

Infortuni, Ingegneri: “Formazione a partire dai...

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Il presidente Perrini: "Non si risolve problema con inasprimento pene"

Angelo Domenico Perrini presidente del Consiglio nazionale ingegneri

"Come ingegneri siamo del parere che la formazione per la sicurezza sul lavoro deve partire dalle scuole primarie. Con le scuole stiamo, infatti, sviluppando il progetto 'La sicurezza a partire dai banchi di scuola' ed è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado. L'obiettivo è aiutare la scuola a costruire la cultura della sicurezza nei futuri cittadini e nella società. Educare in aula l’alunno alla sicurezza affinché possa diventare un adulto che, in modo naturale nella quotidianità e sul lavoro, possa adottare comportamenti rispettosi della sicurezza propria e altrui". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Angelo Domenico Perrini, presidente del Consiglio nazionale ingegneri.

"E' poi chiaro - sottolinea - che per gli operai a questo percorso deve accompagnarsi una formazione specifica relativa all'attività che deve fare. Però la comprensione del rischio e, quindi, la capacità di limitare e prevenire il rischio deve partire dalla formazione dell'individuo".

"Chi propone - afferma Perrini - di inasprire le pene non sa quello che dice: non si risolve il problema in questo modo. Al contrario si risolve creando condizioni di lavoro sane. E' importante concentrarsi sulla prevenzione, sul miglioramento dei processi interni e sull'adozione di pratiche preventive. Questo significa investire in cultura, tecnologia e competenze professionali e gestionali".

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Lavoro

Lavoro, ecco i profili ‘digitali’ più ricercati...

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La domanda di professionalità altamente innovative ammonta a circa 1 milione e 277mila l’anno

Persona al computer - (Fotogramma)

Italia in ritardo nella corsa verso la digitalizzazione del capitale umano. La scarsa offerta di competenze di tipo tecnologico stride ancor di più se si pensa che la domanda di professionalità altamente innovative ammonta a circa 1 milione e 277mila l’anno. Figure che rappresentano il 23,2% della domanda di lavoro espressa dalle imprese. La sfida è evidente: solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali basilari, contro il 53,9% della media europea.

La mancanza di professionalità specializzate sta mettendo a dura prova le imprese italiane, che faticano a trovare figure chiave per guidare i processi di innovazione. Sono alcuni degli aspetti che emergono dalla ricerca della Fondazione studi consulenti del lavoro dal titolo 'Capitale umano e transizione tecnologica. L’innovazione di competenze che serve alle imprese', basata sulle informazioni contenute nella banca dati Unioncamere Excelsior e illustrata oggi presso l’Università di Firenze, durante la conferenza stampa di presentazione del Festival del Lavoro 2024, evento patrocinato dallo stesso Ateneo.

I profili più richiesti

È guardando al tipo di professionalità più richieste dal mercato che spicca maggiormente l’impatto che l’innovazione sta avendo sui profili ricercati dalle aziende. Tra quelli più difficili da reperire spiccano gli ingegneri elettrotecnici (90,4%) e, a seguire, ingegneri dell’informazione (80,7%), tecnici gestori di reti e sistemi telematici (74,6%), dirigenti generali dell’industria manufatturiera (73,8%), tecnici del risparmio energetico e energie rinnovabili (71,7%), matematici, statistici e analisti dati.

A emergere dall’analisi è, inoltre, la significativa mancanza di laureati nelle materie stem, con una media di soli 18,3 laureati ogni 1.000 ragazzi di età compresa tra 20 e 29 anni, molto al di sotto della media europea. Questa carenza di competenze specialistiche comporta una maggiore difficoltà da parte delle imprese ad adattarsi alle esigenze di un mercato del lavoro in costante evoluzione. In mancanza di competenze interne specializzate nelle funzioni Ict, il 56,4% delle aziende si affida a figure esterne, generando così un corto circuito che rischia di indebolire ulteriormente la cultura dell'innovazione nel Paese.

A trainare poi la domanda sono soprattutto il settore del credito-assicurazioni e quello della comunicazione-informazione dove l’incidenza di profili altamente specializzati in ambito digitale, tecnologico e informatico riguarda rispettivamente il 94,5% e il 91,7% delle assunzioni previste. Si conferma regione leader la Lombardia con oltre 30 assunzioni riguardanti profili altamente specialistici su 100 previste dalle aziende. Anche nel Lazio la domanda è molto alta (29,3%), mentre tra le regioni del Sud spicca la Campania, con il 22,4% di assunzioni che riguardano profili innovativi.

Interessanti anche i dati sulle caratteristiche della domanda di competenze richieste dalla transizione digitale e tecnologica in Toscana, regione che ospiterà il Festival del Lavoro (16-18 maggio presso la Fortezza da Basso). Il dato toscano si colloca leggermente al di sotto della media nazionale con riferimento a tutte le tipologie di competenze richieste. “L’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno ridisegnando i contorni del sistema lavoristico, imponendo una rapida trasformazione delle competenze richieste dal mercato. In questo contesto la formazione continua è la carta vincente per risolvere il disallineamento tra domanda e offerta e cogliere le opportunità che l’evoluzione tecnologica impone”, ha commentato il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca.

“Fornire ai nostri studenti gli strumenti con cui costruire un avvenire coerente con le loro aspettative, perché possano realizzare se stessi e costruire una società migliore è una priorità delle politiche del nostro Ateneo", spiega Maria Paola Monaco, docente di Diritto del lavoro e delegata all’inclusione e alle diversità dell’Ateneo.

"Il tema del lavoro, nelle sue differenti declinazioni è da tempo oggetto di una forte attenzione della nostra istituzione e per questo abbiamo deciso di patrocinare questa manifestazione. Coinvolgendo rappresentanti delle istituzioni e delle parti sociali, professionisti e lavoratori, il Festival affronta tematiche di grande interesse per tutta la comunità accademica. A questo riguardo, la collaborazione alla quindicesima edizione dell’evento si sostanzia con la partecipazione di alcuni nostri docenti appartenenti a diversi settori disciplinari che sapranno portare un contributo sulle tematiche in programma”, ha concluso.

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