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Terzo mandato, documento sindaci Pd: “Tetto anomalia italiana”

Il testo, firmato da almeno una trentina di primi cittadini, potrebbe essere presentato come ordine del giorno oggi in Direzione

(Fotogramma)

Il documento è del 15 febbraio e da qualche giorno circola tra i sindaci Pd. Finora è stato sottoscritto da almeno una trentina di primi cittadini e potrebbe essere presentato come ordine del giorno oggi in Direzione. Nel testo si chiede l'eliminazione del vincolo dei due mandati - "una vera anomalia dell'ordinamento italiano, in quanto è rinvenibile nell'ambito dei Paesi europei solo in Portogallo (tre mandati) e in Polonia" - e di dare mandato ai parlamentari Dem di sostenere la riforma in Parlamento. Sono in corso interlocuzioni tra Elly Schlein e gli amministratori Pd, come annunciato sabato al termine della segreteria Dem. "Non ci posizione cristallizzate, la discussione è aperta", la linea emersa dalla riunione.

Cosa contiene il documento

L'odg dei sindaci, visionato dall'Adnkronos, è un documento corposo, di ben 5 pagine, in cui si elencano i motivi per cui è arrivato il momento di superare il tetto dei due mandati introdotto nel 1993, contestualmente all'elezione diretta dei primi cittadini, in una "fase storica caratterizzata da una forte animosità nei confronti del ceto politico e dai timori per le possibili controindicazioni legate all'elemento fortemente innovativo, per il sistema, rappresentato dall'elezione diretta".

Negli anni il vincolo è stato progressivamente rivisto, per cui al momento "per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti non esiste più alcun limite di mandato per i sindaci; per i comuni con popolazione da 5.001 fino a 15.000 abitanti esiste un limite di tre mandati consecutivi; per i comuni con oltre 15.000 abitanti il limite rimane quello dei due mandati consecutivi. Pertanto, la situazione attuale vede una disparità di trattamento nei confronti dei sindaci di 730 Comuni su un totali di 7896 Comuni italiani", si sottolinea. Un "assetto differenziato di regole in materia di accesso alla carica di sindaco può rappresentare una violazione di alcune fondamentali previsioni costituzionali" e "contraddistinto da una intrinseca irrazionalità, che non appare ragionevolmente giustificabile alla luce di esigenze oggettive e di sistema".

"Abolire il limite sia per i sindaci che per i governatori"

"Oltre alle questioni di diritto - si legge ancora nel documento - esistono però anche motivazioni politiche per l'abolizione del limite dei mandati ai sindaci e agli amministratori". Innanzitutto la "continuità amministrativa" e poi "l'esperienza e competenza" di un"sindaco che ha già servito due mandati". E ancora una "risposta alle esigenze locali" laddove "mantenere un sindaco ben consolidato potrebbe essere la risposta migliore per rispondere efficacemente alle esigenze specifiche della comunità locale". Ci sarebbe, inoltre, una "leadership stabile" che aiuta anche a "garantire una certa stabilità politica e istituzionale". Anche per quello che riguarda "le riforme istituzionali" che hanno bisogno di tempi adeguati "volte a migliorare il funzionamento delle istituzioni locali e promuovere una migliore governance". E, si sottolinea, "gli stessi motivi per l'abolizione del limite dei mandati dei sindaci, possono essere riproposti per l'abolizione del limite di mandati degli amministratori". Per questi motivi, si conclude, "si chiede l'eliminazione del vincolo dei mandati per l'elezione degli amministratori e di dare mandato ai parlamentari del Pd di perorare l'indirizzo del presente ordine del giorno in sede di Commissione parlamentare e di Aula".

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Politica

I “Segreti del potere” di Tivelli al Canottieri...

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Si svolgerà il 6 novembre, alle 18:30 al Circolo Canottieri Lazio, la presentazione del libro di Luigi Tivelli: "I segreti del Potere. Le voci del silenzio"(Rai Libri), organizzata dall Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini, in collaborazione con il Tempo. Oltre all'autore interverranno: il direttore del Tempo, Tommaso Cerno; il presidente dell'Istituto per il Credito Sportivo e della Fondazione Università di Tor vergata, Beniamino Quintieri (tra i protagonisti del libro di Tivelli); la psicoterapeuta, psicopedagogista e saggista, Maria Rita Parsi; e il presidente della 7° Commissione Cultura della Camera On. Federico Mollicone.

Un libro, quello del presidente Tivelli, più che mai attuale perché concerne la delicata questione del rapporto tra istituzioni, politica e amministrazione attraverso un taglio divulgativo e appassionante, tramite una galleria di 14 ritratti-dialoghi con i protagonisti del nostro panorama istituzionale. Affrontando tramite i capitoli, tra gli altri, con Antonio Patuelli, Giampiero Massolo, Maurizio Leo, Paolo Savona, Beniamino Quintieri, Giovanni Malagò, Giuseppe De Rita, Gabriella Palmieri Sandulli, Ginevra Cerrina Feroni, le questioni più urgenti del paese.

Come recita una nota, "Dal nodo delle classi dirigenti alla questione della reale affermazione del merito e della concorrenza nella società italiana. Inquadrando il cruciale rapporto tra il silenzio e il cicaleccio, nella vita politico-istituzionale e nel discorso pubblico. L'opera punta la sua attenzione, inoltre, sul pesante divorzio tra politica e cultura, le conseguenze del presentismo nel sistema politico-istituzionale (dall'autore definita "oggicrazia") e sui rischi della troppa diffusa divisività. Tanto che -sia per le tematiche trattate che in quanto 10 dei 14 protagonisti sono membri dei comitati dell'Academy- il testo si configura sostanzialmente come libro dell'Academy Spadolini. Una Academy che si pone sia come "Accademia del Talento" che come "Academy della Repubblica" per superare la divisività e il settarismo".

Durante la presentazione oltre ai relatori e all'autore, che discuteranno sul tema "Politica, economia e società tra il troppo cicaleccio e il ruolo del silenzio", interverranno anche: il presidente del circolo Raffaele Condemi; il vicedirettore del Tempo Alessio Gallicola; il responsabile della pagina culturale del Tempo, Francesco Puglisi; e il presidente della 5° Commissione cultura, spettacolo, sport e turismo della Regione Lazio e vicepresidente del circolo, Mario Luciano Crea. Al termine dell'evento seguirà un question time del pubblico con l'autore, i presentatori.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Politica

De Luca-Pd, scontro su terzo mandato. Campania approva...

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La proposta sulla legge regionale ha ottenuto 34 voti favorevoli. Cirielli: "Il governo la impugnerà"

De Luca e Schlein

Scontro tra Pd e Vincenzo De Luca sul terzo mandato del governatore dela Campania. Il Partito democratico ribadisce il no, ma il presidente della Regione tira dritto.

Il voto della Campania

Con 34 voti favorevoli il Consiglio Regionale della Campania ha approvato la legge regionale che consentirà il terzo mandato. In particolare, il Consiglio ha approvato la proposta di legge "disposizioni in materia di ineleggibilità alla carica di presidente della giunta regionale, in recepimento dell'articolo 2, comma 1, lettera f) della legge 2 luglio 2004, n. 165" che, recependo la norma nazionale, apre di fatto la strada a un ipotetico terzo mandato per il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Schlein: "Pd contro il terzo mandato

"Come ho già detto, il punto è molto chiaro: il Pd è contrario al terzo mandato. Lo prevede già la legge nazionale. E riteniamo che quel limite sia equilibrato. Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono ma questo non cambia la posizione del Pd che è contrario al terzo mandato", dice la segretaria dem Elly Schlein alla festa del Domani.

"Come è stato per Bonaccini e Decaro, le regole valgono le tutti. Si rischia di perdere senza Vincenzo De Luca? Prima del consenso viene il buonsenso e Bonaccini e Decaro ci hanno aiutato a crescere una nuova classe dirigente. Da parte nostra non ci sarà il supporto al terzo mandato, ma vogliamo costruire insieme una proposta per la Campania e vogliamo lavorarci con il Pd campano e la coalizione. Se tutti insieme lavoriamo" per una nuova proposta "torneremo a vincere di nuovo in Campania", afferma.

 

Il no del Nazareno

"Prendiamo atto del voto del Consiglio regionale della Campania che di fatto apre alla possibilità di un terzo mandato per l'attuale Presidente della Regione", afferma in una nota Igor Taruffi, Responsabile Organizzazione nella segreteria nazionale del Pd.

"Deve però essere chiaro che il voto espresso oggi non sposta di un millimetro la posizione del Pd nazionale sul limite dei due mandati per le cariche monocratiche. Al di là del voto di oggi quindi Vincenzo De Luca non sarà il candidato Presidente sostenuto dal Pd alle prossime elezioni regionali".

Cirielli: "Governo la impugnerà"

''Premesso che parlo non come esponente del governo ma come politico perchè non seguo la materia, io penso che il governo impugnerà'' questa legge perchè è una ''normativa regionale chiaramente in contrasto con quella nazionale'' ha detto il viceministro degli Esteri e deputato di Fdi, Edmondo Cirielli, parlando in Transatlantico, a Montecitorio.

De Magistris: "Con ok a legge su terzo mandato, in campo almeno tre candidati"

"La Campania potrebbe diventare un nuovo laboratorio politico con il voto prima alle Regionali e, poi, alle Comunali e sarà decisiva per equilibri in generale per le politiche" dice all'Adnkronos l'ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. "Se un partito come il Pd perde la Liguria, dove sbaglia un calcio di rigore, poi vediamo come andrà in Umbria ed Emilia Romagna, e la Campania, che comunque è saldamente nelle mani del centrosinistra e può perderla per uno scontro nello stesso partito c’è problema politico, si rompe così schema centrosinistra e centrodestra. La fotografia di adesso, se vogliamo dare serietà alle parole di Schlein e De Luca, che ci saranno almeno tre candidati alle Regionali. In Campania non c’è più neppure il campo largo".

"Il 2 novembre, il giorno che è stata approvata in commissione la legge per il terzo mandato ho pensato che il campo largo è diventato un camposanto", aggiunge l'ex sindaco di Napoli. "L'approvazione della proposta di legge porta a un’affermazione netta di De Luca, è un segnale inequivocabile, Schlein aveva fatto una riunione con i consigliere del Pd indicando la linea che è stata sconfessata, mi pare una prova di forza vincente del presidente De Luca, che aveva annunciato da tempo la volontà di ricandidarsi e ha ottenuto voti significativi per il terzo mandato. E' un fatto politico, questa legge consente solo a lui di ricandidarsi", continua l'ex pm. "A questo punto, avendo ascoltato anche la Schlein, c’è una frattura insanabile tra De Luca, ancora più legittimato sul piano formale, a ricandidarsi e il suo partito che è contrario al terzo mandato".

“Per ora De Luca ha mantenuto una coerenza e ha vinto, per Schlein c’è coerenza a parole e sconfitta nei fatti. La segretaria del Pd, per ragioni di coerenza, ora dovrebbe portare la sua battaglia fino in fondo e prendere delle decisioni per dare seguito alla sua linea di innovazione e cambiamento. Una fase di mediazione non c’è, De Luca si è fatto la legge, si ricandiderà”, incalza De Magistris, che sul terzo mandato nota: “Sono contrario al divieto legislativo per i sindaci e i presidenti di regioni, sono le uniche autorità politiche in Italia elette direttamente dal popolo, piuttosto questo discorso dovrebbe essere fatto su scala nazionale, abbiamo parlamentari che diventano una casta a vita, da nominati, non si capisce perché non lo possa fare il sindaco”, spiega De Magistris.

“Come sindaco mi sarei candidato per la terza volta a Napoli, certo poi a me piace il ricambio generazionale, ma per legge non sono a favore e trovo legittimo che chi abbia fatto più mandati voglia continuare a fare proprio lavoro e farsi giudicare da elettori”. Sulla Campania "contendibile" alle Regionali del prossimo anno, l’ex sindaco evidenzia: "C’è uno scenario interessante, ho sempre pensato che si debba uscire da blocchi del centrosinistra e del centro destra, nelle segreterie nazionali dei partiti, a Roma, stanno decidendo come spartirsi il presidente della Regione Campania e il sindaco di Napoli, dovrebbero pensare che in alcune realtà non ci sono solo partiti, ma anche movimenti, reti civiche, collettivi, associazioni. Avevano fatto i conti senza i territori, chi fa questi ragionamenti, avrà brutte delusioni, i territori vanno conosciuti, non si decide il futuro nei talk show o nelle stanze ammuffite delle segreterie dei partiti”.

Zaia e il terzo mandato

"Non c’è alcuna ipotesi di modificare lo Statuto regionale per togliere il vincolo dei due mandati e permettermi un terzo mandato” ha risposto, invece, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia a una domanda postagli a margine della conferenza stampa odierna a Palazzo Balbi sul tema.

“Non c’è nessun progetto in vista - ha aggiunto il governatore veneto - ma noto che, se si volesse, ci sarebbero i tempi utili per fare un cambiamento di rotta a livello nazionale in previsione delle prossime elezioni che però non si sa ancora quando si terranno. Poi, se questa è la decisione, ossia quello di mantenere il vincolo, immagino che con coerenza la si manterrà anche nei prossimi anni, perché altrimenti non sarà una decisione, ma una presa in giro, perché già ora si sa che ci sono tre governatori, io, De Luca e Emiliano, che non si candideranno, ma poi il prossimo anno ce ne saranno altri di governatori in scadenza”.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Politica

Ucraina, Meloni incontra Rutte: “Con Nato obiettivo...

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La premier: "Continuiamo a lavorare su interessi da asset russi congelati"

Mark Rutte e Giorgia Meloni  - (Afp)

"Il nostro obiettivo comune rimane lo stesso, ovvero costruire le migliori condizioni possibili per una pace giusta per aiutare l'Ucraina a guardare avanti". "Al centro del colloquio" con il neosegretario generale della Nato Mark Rutte, oggi a Palazzo Chigi, "ovviamente anche il sostegno degli Alleati alla legittima difesa dell'Ucraina, il ruolo di coordinamento che la Nato può esercitare e deve esercitare da questo punto di vista", ha detto la premier Giorgia Meloni durante le dichiarazioni alla stampa a margine dell'incontro.

Al centro dell’incontro tra la premier e Meloni e Rutte, si legge in una nota di Palazzo Chigi, "il ruolo dell’Alleanza atlantica quale pilastro imprescindibile per la sicurezza comune a fronte delle molteplici aree di instabilità, nonché il contributo di primo piano dell’Italia alla difesa euroatlantica a 360 gradi. Discussi anche il sostegno alla legittima difesa dell’Ucraina, il rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza anche a favore di un’industria della difesa sempre più innovativa e competitiva, nonché il necessario adattamento della Nato alle nuove sfide di sicurezza. Condivisa, inoltre, la necessità strategica della piena attuazione del nuovo approccio verso il fianco sud deciso al Vertice di Washington".

"E' per me un grande piacere accogliere oggi a Palazzo Chigi il mio amico Mark Rutte nella sua nuova veste di segretario generale della Nato, chiaramente approfitto per fargli un in bocca al lupo per questo importantissimo incarico in un tempo molto complesso come quello che stiamo attraversando", ha esordito Meloni. Si tratta di "un incarico di estrema responsabilità", "in un momento nel quale tutto viene messo in discussione dalla ferita inferta al sistema delle regole internazionali, alla guerra d'aggressione russa all'Ucraina che sta avendo effetti come vediamo destabilizzanti molto oltre i confini nei quali si consuma e come un domino contribuisce a far detonare nuovi focolai di crisi. E' una situazione di instabilità che ha aperto molti nuovi fronti e che impone a tutti noi di saper modulare in maniera diversa la nostra azione".

Ucraina

Parlando dell'Ucraina, Meloni ha rivendicato il fatto che "l'Italia da questo punto di vista ha sempre fatto la propria parte. Come si sa, siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari concentrandoci come sempre in particolare sui sistemi di difesa antiaerea, che significa soprattutto difendere la popolazione civile, questo al netto del sostegno che l'Italia continua a dare a 360 gradi dal punto di vista umanitario fino alla ricostruzione. Ospiteremo nel 2025 la Ukraine Recovery Conference qui a Roma, un importante evento sul quale il governo italiano è già al lavoro, sul quale tutto il sistema Italia è già al lavoro. Ovviamente stiamo continuando a lavorare anche per garantire l'attuazione dell'accordo sull'utilizzo degli interessi generati dagli asset russi immobilizzati che è stato uno dei grandi obiettivi e risultati della presidenza italiana del G7 e del vertice dei leader del G7".

Dal canto suo Rutte ha voluto ringraziare la presidente del Consiglio "per essere una grande sostenitrice del'Ucraina", ha dichiarato il segretario generale della Nato.

Il ruolo della Nato

Con il segretario generale della Nato "abbiamo ovviamente discusso di come rafforzare l'Alleanza nel suo complesso. Come sapete, noi sosteniamo da sempre la necessità che al pilastro nordamericano della Nato si affianchi a un solido pilastro europeo, è una visione che condividiamo con il nuovo segretario generale e condividiamo il fatto che è essenziale per tutti noi lavorare a un'industria europea della difesa che sia innovativa, che sia competitiva, che sfrutti la complementarietà tra la Nato e l'Unione europea.

"So che Mark avrà oggi stesso, stasera, un incontro con i rappresentanti dell'industria della difesa italiana - prosegue la presidente del Consiglio -. Quella italiana, voglio ricordare, rappresenta in questo campo un'eccellenza internazionale riconosciuta da tutti, quindi siamo pronti a fare anche qui la nostra parte. Il Segretario generale e io siamo d'accordo anche sul fatto che l'Alleanza debba sempre più rivolgere il suo sguardo sul fianco Sud dell'Alleanza, questo è un lavoro che l'Italia ha contribuito" a portare avanti.

"E' necessario che la Nato sia sempre più capace di evolvere per essere all'altezza di un tempo che intorno a noi sta cambiando. Ci sono nuove sfide che sono inevitabilmente legate al concetto di difesa, al concetto di sicurezza, dallo sviluppo dell'intelligenza artificiale fino ai domini di guerre che diventano sempre più ibride. Quindi l'interconnessione necessaria nelle competenze dell'Alleanza è una interconnessione fondamentale, una capacità di rimettersi continuamente in discussione. C'è ovviamente tanto da fare", ha detto ancora Meloni.

"L'Italia farà la propria parte, come ha fatto finora, per continuare uniti a difendere quei valori che guidano l'Alleanza da 75 anni, garantendo ai nostri popoli pace e sicurezza. Quindi grazie davvero, Mark, per essere qui e ancora in bocca al lupo: puoi sempre contare sul sostegno dell'Italia", ha concluso la presidente del Consiglio.

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