Milleproroghe: Cifa Italia, positivo emendamento proroga regime Iva Terzo settore
Il commento dell’associazione di imprese
Dopo l’approvazione a larga maggioranza dell’emendamento al decreto Milleproroghe che, di fatto, posticipa al 2025 l’applicazione del nuovo regime Iva previsto per gli operatori economici del Terzo Settore, giunge l’apprezzamento da parte dell’Unione Nazionale Ets, la federazione di riferimento dell’associazione di imprese Cifa Italia.
Gianni Gruttadauria, presidente della federazione Unets, ha dichiarato: “Accogliamo positivamente l’iniziativa di Forza Italia e dell’onorevole Paolo Barelli sulla proroga. L’emendamento è di buon senso e si situa nel solco del riassetto complessivo del regime operativo e fiscale del Terzo Settore, che consideriamo strategico per il Paese. Avanti, quindi, con la riforma”.
Lavoro
Manovra, Cuzzilla (Cida): “Valorizzare ceto medio,...
L'intervista al presidente della Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, in occasione dell’assemblea nazionale.
"La nostra battaglia è la valorizzazione del ceto medio del Paese. Non solo una battaglia della Cida, ma lo è sicuramente per il Paese intero. Una battaglia importante perché il ceto medio è rappresentato da tutte le persone che producono in questo Paese. Lo vediamo nelle categorie che rappresentiamo: dirigenti industriali, dirigenti del commercio, i presidi, i medici, tutti i dirigenti pubblici. Servono dei provvedimenti seri e su questo abbiamo preparato una serie di emendamenti. Vediamo che fine faranno in questa finanziaria, ma chiaramente non ci fermeremo di fronte a questo perché vogliamo essere premianti per chi lavora: la logica del merito, la logica di chi crede in questo Paese". Così, con Adnkronos/Labitalia, Stefano Cuzzilla, presidente della Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, in occasione dell’assemblea nazionale.
Ceto medio che, ricorda Cuzzilla, "secondo dati inconfutabili, fa parte di quel 5% della popolazione che sta sopra i 55 mila euro di reddito, perciò non parliamo di ricchi, ma paga quasi il 50% dell'Irpef e su questo non c'è nessun ritorno; anzi, tutte le manovre economiche, sia quelle precedenti che questa, non vedono la valorizzazione di queste persone", sottolinea Cuzzilla. Una condizione che, secondo il presidente di Cida, richiede "una riflessione importante, su questo sicuramente siamo contenti per quello che abbiamo sentito sull'Ires premiale in manovra, però non basta". "Serve un grande lavoro sul capitale umano, sulle persone, far capire la valenza e la necessità del reskilling", aggiunge ancora.
Secondo Cuzzilla, infatti, è necessario essere pronti a 'cavalcare' le innovazioni e in particolare l'intelligenza artificiale, senza lasciare nessuno indietro. "Secondo diversi studi, mancano un milione e ottocentomila profili lavorativi nel digitale e su altre competenze come l'intelligenza artificiale. Dall'altra parte, si parla di due milioni di persone che potrebbero cambiare lavoro o perderlo per l'avvento dell'intelligenza artificiale. A noi preoccupano i due milioni di persone produttive in questo momento ma che, se non riconvertite, sono a rischio della perdita del posto di lavoro e il milione e ottocentomila profili sui quali non abbiamo le competenze specifiche. E quindi va fatto un lavoro importante di formazione sul capitale umano", sottolinea Cuzzilla.
Ma non basta. "Va fatto un intervento importante sull'introduzione delle donne al lavoro, con la spinta decisiva sul welfare. Ma per adesso ci sono solo annunci da tutte le parti ma non vediamo fatti sostanziali", ripete Cuzzilla. Serve sostenere la crescita delle competenze, ribadisce Cuzzilla. "Poi ci lamentiamo, come dico sempre io, dei giovani che vanno all'estero, dopo che vi abbiamo investito come sistema Paese e come famiglie. Ecco, noi non abbiamo più un problema di rischio di fuga di cervelli ma abbiamo anche una fuga delle persone normali. Questo non ce lo possiamo permettere in un Paese in cui abbiamo bisogno di giovani e di competenze", avverte.
E gli obiettivi di Cida per il 2025 sono chiari. "Innanzitutto, stare vicino a tutte le nostre federazioni associate nel rinnovo dei contratti collettivi di lavoro, far capire il valore di essi. Sicuramente un'attenzione forte sarà data a un potenziamento del welfare. E nello stesso tempo cercheremo di far capire al legislatore sempre l'importanza del ceto medio di questo Paese. E lo faremo con le nostre persone, con le nostre commissioni, con i nostri gruppi di lavoro, cercando di portare le competenze giuste laddove il legislatore deve prendere provvedimenti nelle varie situazioni", sottolinea. "Faremo capire -insiste Cuzzilla- l'importanza dei nostri medici, dei nostri presidi, ma faremo capire anche l'importanza della sanità integrativa, della previdenza integrativa, cercando di aprire dei tavoli per aiutare questo paese anche nell'equity, nel capitale. Se riusciamo a sostenere queste cose e a valorizzare una sinergia forte tra pubblico e privato, potremmo uscire da questo impasse", sottolinea Cuzzilla.
Tutto questo, spiega Cuzzilla, in un momento in cui "il nostro governo è un governo, a differenza dell'Europa, più stabile ma deve dare delle risposte, al ceto medio, alla classe produttiva". "E su questo noi saremo pronti a dare sostegno con informazioni e aiuto, anche nei gruppi di lavoro che possono dare competenze e far capire qual è la direzione giusta per una politica industriale che manca in questo Paese e una valorizzazione delle risorse", conclude.
Lavoro
Ia, Cocco (Clessidra Pe): “Sta trasformando...
L'intervento sul futuro dell'intelligenza artificiale e dei suoi effetti sulle competenze.
"L'intelligenza artificiale (IA) sta trasformando profondamente il panorama delle competenze, ridefinendo sia il modo in cui apprendiamo sia le abilità che consideriamo essenziali. Oggi, strumenti come i tutor virtuali e le piattaforme di apprendimento personalizzate permettono agli studenti di accedere a contenuti didattici su misura, adattati al loro ritmo e livello di conoscenza. Questo approccio migliora il rendimento, offrendo un supporto immediato e mirato, soprattutto in ambiti complessi come matematica e scienze". Così, con Adnkronos/Labitalia, Roberta Cocco, senior advisor it/digital industry di Clessidra private equity sgr, sul futuro dell'intelligenza artificiale e dei suoi effetti sulle competenze.
Secondo Cocco, "tuttavia, il futuro richiederà di bilanciare due dimensioni fondamentali: la capacità dell'Ia di potenziare l'apprendimento e il rischio di dipendenza tecnologica. Se da un lato l'Ia può stimolare nuove forme di creatività e problem-solving, dall'altro potrebbe ridurre l'impegno umano nella comprensione profonda e nello sviluppo del pensiero se usata in modo acritico". Per l'esperta, "in prospettiva, l'Ia non solo ridefinirà le competenze tecniche e digitali necessarie nel mercato del lavoro, ma diventerà un acceleratore per l'acquisizione di competenze trasversali, come l'analisi, la gestione delle informazioni e la capacità di collaborare in ambienti ibridi. L'importante sarà non confondere la tecnologia con il fine: essa è uno strumento, non un sostituto della creatività e dell'intelligenza umana".
E, secondo l'esperta, "per sfruttare il potenziale positivo dell'Ia nella scuola, è necessario adottare un approccio strategico e consapevole, che includa tre dimensioni principali". "I docenti - spiega - devono essere messi nelle condizioni di comprendere e integrare l'Ia in modo efficace. Questo implica percorsi di formazione specifici non solo sugli strumenti tecnologici, ma anche sulle implicazioni etiche e metodologiche del loro utilizzo. È fondamentale stabilire regole chiare -continua- sull'uso dell'Ia in ambito scolastico, orientate a promuovere la crescita cognitiva e creativa degli studenti, evitando che la tecnologia diventi un'alternativa ai processi di apprendimento".
Per Cocco, "l'Ia dovrebbe essere integrata nei programmi educativi come supporto, non come sostituto". "È essenziale - sottolinea - un uso consapevole che valorizzi sia le competenze tecnologiche sia quelle tradizionali, come il pensiero critico, la capacità di lavoro in team, l’apertura alla collaborazione. Questo approccio aiuterà gli studenti a usare l'Ia non solo per ottenere risposte, ma per generare nuove domande e valutare diverse prospettive". Secondo l'esperta, "queste misure sono alla base di un cambiamento culturale che promuova l'Ia come alleato, non come limite, per la creatività e l'apprendimento".
Ma quale è la conoscenza dell'Ia che si ha nel sistema dell'istruzione italiano? "Nel sistema educativo italiano, la conoscenza dell'Ia -risponde Cocco- è ancora frammentaria e disomogenea. Se da un lato ci sono progetti che iniziano a integrare l'Ia nei percorsi didattici, dall'altro molti insegnanti e istituzioni si trovano impreparati ad affrontare l'ampiezza delle sue implicazioni. Il Rapporto Unesco 2023 evidenzia come l'uso della tecnologia nelle scuole italiane sia spesso limitato agli strumenti tradizionali, senza una piena consapevolezza delle potenzialità dell'Ia. Inoltre, l'assenza di un quadro normativo chiaro sull'integrazione di queste tecnologie amplifica il divario tra chi riesce a sperimentare e chi rimane escluso".
"Per colmare questa lacuna, è necessario promuovere una conoscenza diffusa delle opportunità e dei rischi legati all'Ia, tra i docenti e tra gli studenti. Questo include l'introduzione di moduli specifici sulla tecnologia e sul pensiero computazionale nei curriculum oltre alla creazione di reti di condivisione tra scuole, università e centri di ricerca. Il futuro richiede un sistema educativo più dinamico e inclusivo, capace di accompagnare la trasformazione digitale senza perdere di vista l'importanza del pensiero critico e della dimensione umana nell'apprendimento", conclude Cocco.
Lavoro
Natale, Aidit: lungo raggio e crociere in crescita, per...
L'indagine dell’associazione delle agenzie di viaggio aderenti a Confindustria, pesa inflazione
Bilancio moderatamente positivo, ma condizionato dall’inflazione, per le vendite natalizie delle agenzie di viaggio. Le destinazioni preferite dai clienti? Lungo raggio, con le crociere in crescita. E' quanto spiegano ad Adnkronos/Labitalia dall'osservatorio di Aidit Federturismo, l’associazione delle agenzie di viaggio aderenti a Confindustria, che ha condotto un’indagine su un campione delle agenzie di viaggio iscritte, equamente distribuito a livello nazionale, per analizzare le vendite relative alle festività natalizie 2024/25. Si tratta di un’analisi che indaga direttamente nella rete di distribuzione, reale front office del mercato, dove si possono misurare gli umori e le tendenze della clientela.
L’indagine rivela che il 44,2% delle agenzie valuta l’andamento del mercato natalizio come poco esaltante, mentre solo il 10,3% lo considera “buono” o “ottimo”. In termini di soddisfazione rispetto ai livelli pre-pandemia, la media complessiva si attesta su una valutazione sufficiente, con il 50% delle agenzie che esprime una soddisfazione pari o superiore a 6/10.
L’aumento dei costi dei prodotti turistici ha inciso significativamente sulle vendite, influenzando maggiormente i pacchetti di intermediazione (73,3%) rispetto a quelli organizzati direttamente dalle agenzie, che il 26,6% del campione utilizza prevalentemente per cercare soluzioni economiche più vicine alle esigenze della propria clientela. Tra i fattori determinanti nelle scelte dei clienti, infatti, proprio il prezzo di vendita è risultato il principale elemento (59%), seguito dalla destinazione (18%) e dai servizi offerti (13%). I viaggi verso il lungo raggio dominano le richieste, rappresentando il 41% del totale, seguiti da medio raggio (23%) e capitali europee (19%). La montagna e le città d’arte italiane risultano marginali nella distribuzione organizzata, confermando la tendenza della clientela a rivolgersi alle agenzie per pacchetti di maggiore complessità, difficili da organizzare in autonomia.
Gli Stati Uniti sono la meta natalizia più venduta, per oltre il 60% del campione, seguiti da Tanzania-Zanzibar, Maldive e Thailandia. Medio raggio: L’Egitto si conferma la destinazione più gettonata per quasi l’80% del campione, seguito a distanza da Canarie ed Emirati Arabi. Crociere: il Mediterraneo è la destinazione più venduta per il 70% delle agenzie, grazie all’aumento dell’offerta di navi e alle campagne promozionali. Tuttavia, le crociere verso Usa & Caraibi ed Emirati Arabi rappresentano insieme il 53% del totale, con un impatto significativo sul fatturato complessivo.
La maggior parte delle prenotazioni è avvenuta tra settembre (34%) e ottobre (27%), con un’anticipazione che supera i 100 giorni, mentre solo l’11% si è affidato al last minute. La tendenza a prenotare in anticipo è in crescita, consolidando la centralità delle agenzie nella pianificazione delle vacanze natalizie. La maggioranza delle agenzie (84%) si è affidata ai tour operator, specialmente per i pacchetti lungo raggio e charterizzati. Tuttavia, cresce l’utilizzo di banche letti e voli low cost per oltre 40% delle agenzie, una pratica particolarmente diffusa tra i punti vendita del Sud, dove le opportunità di charter sono più limitate.
Per il 40% delle agenzie, le vendite natalizie rappresentano fino al 10% del fatturato totale, mentre per il 20% incidono fino al 20%. Questo dato evidenzia l’importanza strategica di questo periodo festivo per il settore. “Questa indagine conferma il ruolo centrale delle agenzie di viaggio nel rispondere alla domanda di prodotti turistici complessi, nonostante un contesto economico sfidante. - ha dichiarato Domenico Pellegrino, presidente Aidit- è evidente che il Natale rappresenti ancora un’occasione importante per il settore, grazie alla capacità di offrire soluzioni personalizzate e pacchetti di valore. Aidit continuerà a lavorare al fianco delle agenzie per promuovere innovazione, qualità e competitività nel mercato”.