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Era figlia di Costantino Bulgari e nipote del gioielliere greco Sotirios Bulgari, fondatore della celebre maison di gioielli di via Condotti a Roma

Foto dalla pagina ufficiale della sua maison su Instagram

Addio a Marina Bulgari, la signora dei gioielli, è morta all'età di 93 anni a Roma. I funerali sono stati celebrati nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Marina Bulgari, chi era

Nata a Roma nel 1930, Marina Bulgari era la figlia di Costantino Bulgari e nipote del gioielliere greco Sotirios Bulgari, fondatore della celebre maison di gioielli di via Condotti a Roma. Come suo padre anche Marina ha amato follemente la gioielleria e dopo aver fatto parte dell'azienda di famiglia, nel 1976 ha deciso di lanciare il suo ambizioso progetto, ossia un nuovo brand di gioielli a suo nome, Marina B.

Ha aperto il suo primo show-room a Ginevra nel 1978. Il suo segno stilistico è stato assai originale, giocato sulla geometria e sul colore. Questo le permise in breve tempo di affermarsi su scala internazionale, grazie anche all'apertura di una serie di negozi a New York, Milano, Jedda, Riyadh, Londra. Nel 1987 Marina Bulgari introdusse il giunto cardanico per legare fra loro sferette di pietre colorate. Nel 1996 lo sceicco Ahmed Fitaihi, proprietario di una catena di negozi di lusso in Arabia Saudita, acquistò il marchio. Le collezioni, che Marina Bulgari continuò a disegnare, anche dopo il cambio di proprietà, si arricchirono di nuovi spunti creativi. Per esempio, furono elaborati tagli particolari come il Marina B Cut, con cui si ottennero pietre triangolari cuoriformi.

La predilezione per gli effetti architettonici e la curiosità per le tecniche costruttive del gioiello, spinsero ad applicare sempre nuovi meccanismi, utilizzando con grande inventiva cerniere e molle che permettono alle pietre o a elementi del gioiello di muoversi o di essere sostituiti, stabilendo sempre nuovi codici di componibilità o intercambiabilità. Nel 1998 nacque la collana Spring, costituita da un susseguirsi di molle. Alla fine degli anni ’90 risalgono le linee di orologeria femminile. Nel nuovo millennio, Marina B ha ideato modelli di più facile indossabilità, ritornando su temi già toccati in passato, per esempio, l’animalier, e inaugurando nuove serie, come quella dedicata all’oroscopo cinese.

Nel 2017 la quota di maggioranza di Marina B è stata acquisita da Guy Bedarida, che ne diventa il nuovo direttore creativo, senza abbandonare però l'estetica del marchio. Dopo la scomparsa del marito, un neuro-chirurgo morto in un incidente d’auto, Marina Bulgari ha sempre mantenuto il massimo riserbo sulla sua vita privata. La Bulgari è stata anche una grande sportiva: era appassionatissima di vela e nel 1973 è stata campionessa mondiale della categoria 'One tonner' insieme all'amico olimpionico ammiraglio Agostino Straulino. I gioielli, però, sono rimasti uno dei suoi amori più grandi: "Per me sono come dei figli", diceva, quelli che non ha mai avuto.

Marina Bulgari lascia il fratello Alexis Bulgari e le nipoti Laura Colnaghi Calissoni e Francesca Feroldi Calissoni.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Esteri

Siria, Trump ha già rimpiazzato Biden? Il tycoon detta la...

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Il presidente eletto, dopo la visita a Parigi con gli incontri con i leader internazionali, ha di fatto preso il controllo del proscenio globale

Donald Trump - Fotogramma /Ipa

Almeno sulla Siria, il presidente Usa uscente Joe Biden sembra ormai aver ceduto il posto prima del tempo al successore Donald Trump. Ritardando di quasi un giorno dai fatti l'intervento sulla fine del regime di Assad, il dem ha di fatto lasciato che il tycoon dettasse la linea americana sulla crisi a Damasco. Ma non solo. Il presidente eletto continua ormai da giorni, attraverso una valanga di messaggi sui social, sia a dispensare possibili soluzioni alla guerra tra Ucraina e Russia che, più in generale, a lasciar intendere quella che poi sarà la politica estera americana della nuova era.

Di fronte all'inarrestabile avanzata verso la capitale siriana, spiega infatti il New York Times, l'amministrazione Biden ha trasmesso messaggi ai gruppi ribelli che hanno guidato l'offensiva. E lo ha fatto, spiega il quotidiano citando funzionari statunitensi e turchi, usando canali diplomatici, militari e d'intelligence turchi per inviare messaggi tesi inizialmente a dire "cosa non fare", in primis non coinvolgere lo Stato Islamico nell'offensiva, nel quadro dell'obiettivo di arrivare ad una transizione pacifica in questo "momento di opportunità storica". Ma, dopo il ritardo nell'intervenire sugli ultimi sviluppi di politica estera, a poco più di un mese dall'inaugurazione del 20 gennaio gli occhi di tutti sembrano ora già puntati su Trump. Che con la visita di sabato a Parigi ha di fatto preso il controllo del proscenio globale con gli incontri con leader internazionali.

Biden cede, Trump già presidente

Insomma, ancora una volta il tycoon si conferma una forza che sovverte le consuetudini politiche americane, infrangendo la tradizione che vuole che ci sia, tra elezioni e insediamento, un solo presidente. Ora questo presidente sembra sia lui, osserva il Wall Street Journal, notando come questo sia avvenuto anche perché Biden ha ceduto i riflettori, aspettando praticamente 24 ore prima di intervenire sulla Siria.

Il silenzio del presidente in carica è risaltato ancora di più nel contrasto con il lungo e articolato post con cui Trump, poco prima di sedersi sabato scorso all'Eliseo con Volodymyr Zelensky e Emmanuel Macron, legava apertamente l'imminente caduta di Assad alla guerra in Ucraina, dicendo che la prima sarebbe stata la "cosa migliore" per la Russia "troppo occupata in Ucraina dove ha perso 600mila militari".

Ma soprattutto diceva che gli "Stati Uniti non devono farsi coinvolgere" nel "caos in Siria", perché "non è la nostra battaglia". E poi domenica, dopo la fuga di Assad, un altro post per dire che la Russia "non ha più interesse a proteggerlo" ed ancora, chiaramente, il link con il conflitto ucraino: "Hanno perso interesse in Siria per l'Ucraina, una guerra che non sarebbe dovuta iniziare e che potrebbe andare avanti per sempre".

Caduta di Assad grande opportunità per Trump, l'analisi

Nonostante quindi i suoi proclami apparentemente isolazionistici, Trump ha nella caduta di Assad, e la presa di potere da parte di fazioni sunnite, una grande opportunità: "L'America ha sempre voluto un Stato guidato dai sunniti a Damasco per danneggiare l'Iran. E la Russia. E ora lo ha avuto, quindi perché mordere la mano che volevi?", afferma Joshua Landis, capo del Center for Middle East Studies dell'università dell'Oklahoma, spiegando a Politico come si sia di fronte ad una cambiamento drastico di tutti gli equilibri in Medio Oriente.

A chi gli ricorda che fu proprio l'amministrazione Trump a mettere Hayat Tahrir al-Sham (Hts), nella lista delle organizzazioni terroristiche nel 2018, con una taglia da 10 milioni di dollari sulla testa del suo leader Abu Mohammed al-Jawlani, Landis risponde che gli Usa dovranno fare una nuova considerazione. "Jolani ha detto chiaramente che non c'è posto per l'estremismo in Siria, che vuole essere amico di tutti, che gli unici nemici sono Iran, Hezbollah e Assad", aggiunge.

Insomma, sta dicendo tutte le cose giuste e Washington deve decidere se credergli o no, ma "se non dichiara guerra all'America e dice che sta cercando di costruire un governo e dare da mangiare alla popolazione in modo da far tornare i rifugiati, gli Usa saranno in una posizione negativa se non faranno i conti con questo", argomenta Landis confermando che il leader delle forze anti-Assad "sta già cercando un dialogo con il governo americano".

E, conclude l'analista, "ci sono molte persone a Washington che stanno lavorando per toglierlo dalla lista dei terroristi. Il Washington Institute for Near East Policy ha diverse persone che stanno sostenendo a gran voce che gli Usa dovrebbero riconsiderare Jawlani, un moderato che ha fatto molte cose buone".

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Cultura

“Italia nello spazio: un anno di sfide”,...

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Il contributo del Presidente Agenzia spaziale italiana (Asi) nella 34esima edizione del volume

Teodoro Valente - Footogramma /Ipa

"Italia nello spazio: un anno di sfide" nell'intervento nel Libro dei Fatti 2024 di Teodoro Valente, Presidente Agenzia spaziale italiana (Asi), autore del contributo presente nel volume giunto quest'anno alla 34esima edizione.

L'intervento di Teodoro Valente

"Il paradigma delle attività spaziali sta cambiando: nella percezione dell’importanza del settore come nel coinvolgimento di soggetti nuovi oltre quelli istituzionali. La spinta propulsiva del settore è forte e sono ormai sempre più evidenti i benefici economici e strategici determinati dalle attività spaziali e le loro ricadute positive nella vita quotidiana dei cittadini.

Il settore sta mettendo a segno una crescita incalzante, che produce una rinnovata attenzione, con riflessi sulla presenza di nuovi investitori. Le attività storicamente guidate da un supporto di natura pubblica si stanno aprendo verso un progressivo e più ampio coinvolgimento dei privati. Da qui la definizione di Nuova Economia dello Spazio, o New Space Economy. Un percorso che si sta attestando anche in Italia.

Cambia, quindi, il modello, cambiano gli strumenti e variano anche le modalità con cui le collaborazioni spaziali devono, e possono, essere portate avanti per raggiungere obiettivi che sono molto sfidanti: se da un lato ci sono fondamentali considerazioni economiche relative alla realizzazione di servizi e infrastrutture tecnologiche all’avanguardia, dall’altro c’è la crescente necessità di monitorare e gestire la sicurezza di apparati e sistemi delicati. Lo spazio è un settore complesso e sfaccettato: è ricerca e tecnologia, ricadute economiche ed effetti benefici per tutta la società, ma è anche diplomazia.

Il nostro Paese è in prima fila sullo scenario globale, grazie alle competenze e alla capacità realizzativa acquisite in alcuni decenni da accademia, ricerca e industria: un sistema sempre più interconnesso, che dà vita a un Made in Italy di elevato profilo e che ci rende innovativi e competenti.

In questo è vincente la capacità dell’Italia di presidiare i diversi comparti in cui si articolano le attività spaziali: dai sistemi di osservazione della Terra, all’accesso allo spazio, all’esplorazione robotica e umana, fino alle telecomunicazioni e navigazione, al controllo e alla gestione dei detriti spaziali.

A livello europeo l’Italia dello spazio si conferma ancora nel 2023 come terzo Paese contributore nell’ambito dell’Agenzia spaziale europea, collocandosi dopo Germania e Francia: la Germania lo scorso anno ha investito 1,05 miliardi, la Francia 1 miliardo, l’Italia 680 milioni di euro.

Che cosa ci porta ancora il futuro? C’è all’orizzonte, tra i tanti programmi, la realizzazione di una nuova Stazione spaziale – il cosiddetto post ISS dopo il 2030, che prevede ad esempio il progetto di stazione orbitante gestita da privati – insieme all’altro importante programma dedicato alla Luna, Artemis, entrambi nati dagli Artemis Accords, per il ritorno del genere umano verso e sulla Luna.

L’Italia con Asi è tra i primi firmatari con il nostro storico partner, la Nasa, degli accordi, che prevedono la realizzazione di una Stazione cislunare, in orbita intorno alla Luna, fino alla realizzazione di un campo base sul nostro satellite naturale, con una presenza umana permanente. Molto di questo sarà ancora Made in Italy come l’attuale Stazione spaziale internazionale. Gli accordi prevedono, tra l’altro, lo sviluppo di sistemi di comunicazione di nuova generazione e la realizzazione di un avamposto per la futura esplorazione, o colonizzazione, che saranno la palestra per il salto verso la conquista di Marte.

Sono obiettivi sfidanti per il sistema Paese che dovrà lavorarci, come già fa, in piena sinergia con i propri attori industriali e accademici. La conoscenza è la base dei progressi per la nostra umanità: per questo la ricerca scientifica deve essere sempre più al centro dello sviluppo. Per espandere l’economia spaziale italiana e la ricerca bisogna stimolare l’interesse dei giovani per le lauree scientifiche, le cosiddette materie Stem.

Attrarre i giovani verso gli studi Stem è il perno per costruire una massa critica di competenze in grado di spingere la conoscenza oltre la frontiera tecnologica. Attrarre e mantenere, inoltre, nel Paese le nostre menti più brillanti. Queste sono due delle chiavi di azione. A questo scopo, l’Agenzia, oltre a svolgere un’azione di divulgazione delle attività spaziali soprattutto verso i ragazzi e i giovani, realizza e promuove progetti educativi e sostiene percorsi di alta formazione su tematiche spaziali, in collaborazione con istituzioni scolastiche e Università: in tal modo, si adopera per la nascita di una nuova leva di professionisti capaci di innovare e determinare nuova crescita.

Il 2024 si presenta come un anno anticipatore di molte sfide. Celebreremo i sessant’anni dal lancio del primo satellite italiano, avvenuto nel dicembre del 1964, e sarà anche l’anno del ritorno in Italia dello Iac, l’International astronautical conference, che si svolgerà a Milano in ottobre. Il congresso mondiale di astronautica, che vede l’Asi tra i propri organizzatori, porterà nella città lombarda almeno 10mila tra scienziati, imprenditori ed esperti del campo astronautico e spaziale.

Un grande appuntamento che farà da corona al G7 a guida italiana che, per la prima volta e nel suo primo appuntamento a livello ministeriale, si occuperà di industria e spazio. Sono sfide importanti, che sottendono il riconoscimento di cui gode il settore italiano a livello internazionale e che il sistema Italia saprà cogliere.

A noi spetta il compito di guidare questo momento di grandi cambiamenti, rafforzando il nostro vantaggio competitivo, con l’ambizione di fare dello spazio un fattore chiave della crescita del Paese".

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Spettacolo

Mariavittoria-Tommaso-Alfonso, il triangolo amoroso al...

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I dubbi svelati sul nuovo triangolo amoroso della Casa

Mariavittoria Minghetti - Grande Fratello

Mariavittoria ha fatto la sua scelta. Da qualche giorno la gieffina si trova divisa tra Tommaso e Alfonso. Il conduttore del Grande Fratello, durante la diretta di ieri sera, lunedì 9 dicembre, ha cercato di fare chiarezza sul nuovo triangolo amoroso che sta animando la Casa del reality show di Canale 5.

Il chiarimento

Durante la settimana, complice la divisione degli inquilini tra la Casa e il tugurio, c'è stato un avvicinamento particolare tra Mariavittoria Minghetti e l'ex fidanzato di Federica Petagna, Alfonso D'Apice. Avvicinamento che non è passato inosservato a Tommaso Franchi, il quale ha confessato di provare forti sentimenti nei confronti di Mariavittoria. "È stata una settimana turbolenta", ha confessato il gieffino in diretta.

Tommaso, che non ha nascosto la delusione, ha confessato di voler voltare pagina e di voler pensare più a se stesso: "Si può amare fino a morire, ma morire d'amore no. Ho scelto me", ha detto Tommaso. "Sei innamorata di Tommaso?”, chiede il conduttore alla gieffina e Mariavittoria risponde senza battere ciglio: “No. Non lo sono. Dopo dieci giorni passati nel Tugurio insieme ad Alfonso, la situazione è cambiata", ha spiegato Mariavittoria.

"Prima del Tugurio non avrei pensato ci potesse essere qualcosa in più di un'amicizia", ha detto Alfonso D'Apice, che sottolinea di rispettare i sentimenti di Tommaso e di voler fare un passo indietro. Alfonso, infatti, nel tugurio ha chiesto a Mariavittoria di chiarire prima di tutto la sua situazione sentimentale con Tommaso prima che la gieffina si avvicini a lui. “Mariavittoria mi piace tanto come persona, sto bene con lei,” ammette Alfonso con sincerità.

Mariavittoria cerca di fare chiarezza e spiega: “Mi siete mancati tutti e due, ma in modo differente". Prima si rivolge ad Alfonso e chiarisce le sue intenzioni: "Quello che ho pensato è che il tipo di rapporto che si è venuto a creare forse, in una relazione, si verrebbe ad alterare". Parlando di Tommaso, invece, Mariavittoria ammette un sentimento più profondo: “Voglio starti accanto,” lasciando intendere di essere interessata ad approfondire il loro rapporto. Ma secondo gli utenti, Mariavittoria non sarebbe sincera con se stessa: "È chiaro che sia interessata ad Alfonso, le brillano gli occhi accanto a lui", ha scritto un utente su X.

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